RICOMINCIAMO DA QUI
Capitolo 70
"La famiglia è un piccolo mondo fatto di amore"
...alcune settimane più tardi
Di
sere, come quelle, ce ne furono altre e così tante altre ancora,
che ci era difficile pensare e poter distinguere il sogno dalla
realtà. Nell'ultimo periodo i momenti che passavamo con Lucia si
erano fatti sempre più intensi, portandoci alla consapevolezza
che quello che ci univa a lei fosse un legame talmente totalizzante e
viscerale che sarebbe stato solo difficile immaginare di scioglierlo.
Noi eravamo già diventati una famiglia da tempo, nonostante non
ci fosse nessuno contratto scritto a unirci. Ma si sa, certi legami
sono così profondi, che non c'è bisogno di nient'altro,
quando a unirli c'è l'amore.
Nel momento in cui ci venne comunicato che la nostra richiesta di
affidamento fosse stata accolta, fu davvero impossibile trattenere
l'emozione. Io e Luca ci ritrovammo a piangere, avvolti in un
abbraccio, come bambini, travolti da una felicità inspiegabile.
Perché tutto quello per cui avevamo lottato, si stava avverando
sotto i nostri occhi, ancora increduli. D'altronde aspettarla era stato
come vivere un'attesa, che però ci aveva portati a vivere una
realtà adesso conforme alle nostre speranze. Certo, questo
rappresentava solo un primo passo verso il raggiungimento del nostro
più grande traguardo: l'adozione, ma andava benissimo
così, se questo significava portare Lucia a casa con noi, per un
tempo indefinito.
E il gran giorno è finalmente arrivato.
Rilascio
un sospiro profondo, facendo vagare il mio sguardo lungo le pareti che
compongono la stanza che, da stasera, diverrà, a tutti gli
effetti, la cameretta di Lucia.
Mi sembra di immaginarla davanti ai miei occhi, di vederla immersa nei
suoi giochi, spensierata e luminosa. È come se io stessa fossi
già proiettata in un futuro roseo, che ci vede comportarci come
dei veri genitori, prodigarci e preoccuparci per lei, leggerle la
favola della buonanotte, coccolarla, amarla...
Per questo momento mi sono assicurata che tutto fosse perfetto, che
ogni angolo di questa casa fosse pronta ad accoglierla. Io e Luca le
abbiamo preparato una piccola sorpresa, invadendo l'ambiente di tanti
palloncini di svariate sfumature di rosa; alcuni ricadono giù
dal soffitto, posandosi leggiadri sul pavimento e strappandomi un
sorriso. Anche se questo è solo un piccolo assaggio di quello
che l'aspetta e non vedo davvero l'ora che lei possa scoprirlo.
"È venuta proprio bene, vero?"
Non mi è difficile riconoscere i passi di Luca alle mie spalle,
così quando mi volto, faccio in modo che il mio sguardo complice
sia tutto per lui. Per lui, per quello che abbiamo creato insieme, per
tutto l'amore e la cura che ci abbiamo messo.
Gli pongo la mia mano, osservandolo muoversi, cauto, pur di non
intaccare ciò che ci circonda e che aspetta ardemente di
ospitare la nostra bambina.
La nostra bambina...modulo queste parole a lungo, e ancora mi stupisco di poterla considerare come tale, ma è semplicemente meraviglioso.
Le sue dita avvolgono le mie, stringendole a sé, con una
dolcezza inaudita. La stessa che riversa in ogni suo più piccolo
gesto.
Mi rendo conto che nei suoi occhi brilli la stessa consapevolezza che
ora alberga nei miei e che non abbiamo bisogno di esprimere a parole.
Saremo genitori, in una scelta che ha fondamenta mature e solide,
pronti a ricevere il dono più prezioso che la vita potesse
donarci.
Mi lascio, a quel punto, avvolgere dalle braccia di Luca, che da sempre
rappresentano un porto sicuro per me, e mentre lui fa in modo che le
sue labbra si posino in un bacio delicato sulla mia fronte, incomincio
a contare le ore che mancano prima di poterla rivedere e sancire
l'inizio della nostra nuova vita insieme.
***
La dottoressa Parracciani ci accoglie con un sorriso solare sulla soglia della casa famiglia.
In accordo con lei e la signorina Berardi, che ha dimostrato negli
ultimi tempi un atteggiamento quasi arrendevole, che non sapevo potesse
addicersi alla sua persona, abbiamo pensato che la nostra presenza qui
dovesse essere una sorpresa. La piccola, infatti, è all'oscuro
della nostra intenzione, nonostante sia a conoscenza del progetto di
vita che intraprenderemo presto con lei.
Sebbene non l'avrei mai detto, tutto quello che sta accadendo è
anche grazie a Irene, e al modo in cui abbia preso coscienza lei stessa
di quanto questa fosse la soluzione migliore per Lucia. Vero è
che, nonostante a parole non l'abbia mai ammesso, sia stata capace con
i gesti di farci comprendere fosse finalmente con noi. Questa
esperienza, difatti, mi ha insegnato cosa si celi a volte dietro alcuni
sguardi, di quanto gli occhi giochino un ruolo fondamentale,
comunicando più di quanto si possa pensare. E sicuramente il suo
appoggio si è rivelato la vera vittoria.
Io e Luca camminiamo fianco a fianco, avvolti in un silenzio raccolto e rispettoso.
Mi rendo conto che al nostro passaggio, le attività continuino a
svolgersi normalmente, come se, il nostro essere qui, non
rappresentasse motivo di clamore. Le educatrici ci salutano con
discrezione, continuando a dedicarsi ai piccoli ospiti, sostenendoli in
qualsiasi loro esigenza.
Mi viene da pensare che davvero questa possa rivelarsi la nostra ultima
volta qui e, lasciando che un sorriso speranzoso si insinui sul mio
volto, con la mano di Luca a trovare la mia, seguiamo Amelia verso la
stanza di Lucia.
La
psicologa, accennando a un'espressione che lascia presagire la sua
fibrillazione, si fa da parte, dandomi la possibilità di
avvicinarmi alla soglia. Quindi, mi sporgo oltre la porta, facendomi
spettatrice silenziosa della scena.
Non mi stupisco di trovare la mia piccolina assorta nella lettura di un
libro di avventure. Ogni volta che mi fermo a guardare Lucia, mi
riscopro a esserne attratta e adesso, in questo preciso attimo, sono
sicura che potrei emozionarmi per il solo modo in cui i suoi occhi
catturino le parole.
Muovo alcuni passi nella sua direzione, attenta e cauta, lasciandomi
Luca alle spalle, che sembra percepire abbia bisogno di un momento in
solitudine con lei.
"Ehi..."le sorrido, arrivandole di fianco e cogliendola, come speravo, di sorpresa.
La piccola rialza il suo sguardo alla mia vista, e i suoi occhi,
infatti, si spalancano, donandole un'aria stupita ed entusiasta.
Richiude il libro sulle sue ginocchia di scatto, facendolo ricadere
abbandonato accanto a sé, per rimettersi in piedi velocemente e
corrermi incontro.
Quando mi stringe nel suo abbraccio, mi rendo conto che non mi
abituerò mai a tutto questo. Accoglierò, ogni volta, il
suo affetto e la cura nei miei confronti, come se fosse sempre la
prima, stupendomi di quanto amore sia in grado di dare.
D'altronde, Lucia mi ha insegnato cosa significhi davvero amare in una
forma disinteressata e generosa e credo che non smetterò mai di
dirle grazie abbastanza per quello che mi ha trasmesso e donato.
"Sei pronta?" le domando, dedicandole un sorriso complice, mentre
scendo ad accarezzarle i capelli con cura, sistemandole alcuni ciuffi
scomposti dietro le orecchie.
Lucia posa i suoi occhi vispi e luminosi su di me, simulando un'espressione curiosa e decisamente tenera.
"Per andare dove?"proferisce, corruggando la fronte e le labbra in un broncio dubbioso.
Mi abbasso alla sua altezza, e mi è inevitabile tornare indietro
nel tempo, a quel giorno triste e terribile in cui fu portata via
dall'ospedale. Ma oggi so benissimo cosa risponderle, perché
nonostante sia passato tanto tempo da allora, io non ho mai smesso di
aspettare e di sperare per questo, affinché il desiderio di
Lucia si avverasse.
E lei deve percepirlo dallo scintillio che attraversa il suo sguardo.
"Mi porti via con te, vero?" chiede speranzosa, con le sue mani che
risalgono il mio viso, per posarsi sulle mie guance in una carezza
delicata, alla continua ricerca di conferme.
Sebbene l'emozione arrivi a cogliermi senza che io me lo aspetti,
annuisco, facendo in modo che il mio riso gioioso sia tutto per lei.
E quindi, nonostante, non riesca a replicarle a parole cosa provi,
lascio che a farlo per me siano i miei occhi, che non riescono a
smettere di guardarla come se fosse la cosa più bella e preziosa.
Nell'istante
cui Lucia porta le manine a coprirsi le labbra, incredula davanti alle
mie parole, Luca entra silenziosamente nella stanza, quasi avesse paura
di intaccare il nostro momento.
Si muove verso di noi, piano, a piccoli passi, destando ben presto l'attenzione della piccola al mio fianco.
"Sì" le concede poi in un sorriso commosso, avvicinandosi per
accoglierci entrambe a sé e dedicarci uno sguardo complice e
premuroso. "Ti portiamo via con noi".
E
lì, in un groviglio di corpi che assomiglia vagamente a un
abbraccio, ma che trasuda di amore e tenerezza, mi viene da pensare che
non sarò mai preparata nemmeno per questo, per il modo
così speciale in cui ognuno di noi sembri trovare il proprio
posto accanto all'altro.
Ma del resto, la famiglia è questo, è il posto dove
ognuno ritrova se stesso e l'altro, in un grande cuore che accoglie e
dona amore.
La voce di Lucia si leva timida ed emozionata, con gli occhi che luccicano di lacrime di gioia che stenta a trattenere.
"Ma, davvero, davvero?" pronuncia esitante, con la speranza ad albergare nel suo sguardo.
Avvicino la mia mano alla sua, facendo in modo che le sue dita collidano con le mie e annuisco.
"Davvero, davvero" le replico, in un mormorio sommesso, come se fosse
qualcosa di intimo e prezioso da condividere con lei soltanto.
Luci,
a quel punto, fa scivolare una lacrima dai suoi occhi, lasciandola
libera di palesarsi e luccicare sulla sua pelle chiara. Poi abbassa lo
sguardo come a nascondersi dai nostri occhi che non hanno smesso un
attimo di scrutarla e si porta una mano a coprirsi il volto, a mostrare
una commozione intima e raccolta.
Così, io e Luca l'accogliamo ancora tra le nostre braccia,
dandole modo di dar sfogo alle sue emozioni. E nel momento in cui
faccio in modo che la mia fronte si adagi alla sua, giocando a far
sfregare il mio naso con il suo, mi viene da pensare che provi una
profonda ammirazione per questa piccola donna che non ha nessuna remura
nel mostrarsi in ogni sua più profonda sfumatura.
La cullo a me, condividendo con lei un sorriso tiepido e complice. Luca
ci osserva entrambe, con i suoi occhi che non riescono a celare stupore
davanti alla nostra immagine così nitida e complice, e si
abbassa per lasciare un bacio tra i capelli di Lucia, senza far mancare
a entrambe il suo sostegno.
Allora, lei rialza lo sguardo, inchiodandoci con i suoi occhi velati dalle lacrime ma che risplendono di luce propria.
Mi incanto a guardarli, tanto sono belli; è come se io riuscissi
a scorgervi tutto un mondo. Un mondo che io e Luca non vediamo l'ora di
viverci a pieno.
"Ma quindi, sarete la mia mamma e il mio papà?" domanda, poi,
con un placido e ingenuo sorriso ad affiorare sulle sue labbra.
Basta scambiarsi uno sguardo con Luca per decidere cosa sia giusto
risponderle. E non c'è nemmeno bisogno di annuire perché
Lucia comprende da sé e prima che me ne possa rendere conto
è lì, a muoversi leggiadra e luminosa, saltellandoci
attorno per manifestare la sua gioia, inglobandoci in una bolla che sa
di meraviglia e spensieratezza.
Non possiamo fare a meno di guardarci intorno per seguirla, lasciandoci
andare a una piccola risata e osservandola con occhi che non riescono
più fare a meno di lei.
Poi la piccola torna da noi, pronta a ricongiungersi alle nostre
braccia che non aspettavano altro che vederla tornare e professa un grazie accorato e sussurrato, ma dietro il quale si cela un significato profondo.
Una lacrima sfugge al mio controllo, e me la stringo forte al petto,
lì accanto al mio cuore che batte per lei e con lei, grata
all'idea di sentirmi finalmente sua mamma per davvero.
Grazie a te, Luci, per i nostri momenti e i nostri discorsi, che hanno il sapore dolce, come sai essere solo tu...
***
Lucia
brilla di stupore ed eccitazione e, sebbene il momento dei saluti si
riveli spesso malinconico e triste, lei smania all'idea di andare via,
di assaporare la sua libertà, per professare il suo segno di
appartenenza a una famiglia, la nostra.
I suoi compagni l'accompagnano con lo sguardo, con gli occhi infelici
di chi vede qualcuno andare via e spera ancora che lo stesso destino
possa accadere anche a sé.
Io li scruto, a lungo, silenziosa osservatrice, e mi rendo conto che
ognuno di questi bambini con il proprio vissuto, il proprio bisogno di
affetto e attenzioni, meriti di vivere una storia a lieto fine come
quella di Lucia.
La nostra piccolina saluta tutti, nessuno escluso, scivolando tra di loro aggraziata, e palesando il suo entusiasmo.
Solo in seguito, incontra l'attenzione della piccola Anna, seduta tra i
suoi giocchi; il biberon portato alla bocca, che ciuccia con forza.
I suoi occhi scrutano la più grande con un'intensità
disarmante, pronunciando tutta la sua confusione davanti alla
situazione.
Lucia le sorride, abbassandosi alla sua altezza e le accarezza il viso, delicata.
Anna, ignara, deve però percepire ci sia un sentore di addio
nell'aria perché, poco dopo, si apre in un pianto disperato e
chiassoso, facendo ricadere il ciuccio a terra, in un tonfo sordo. Non
mi è difficile pensare si tratti della paura del distacco,
così come è inevitabile non percepire quanto la piccola
si sia affezionata a Luci. Riconosco un legame tra di loro, che va al
di là dei gesti misurati e degli sguardi complici. Ma non avevo
dubbi che la mia Lucia potesse guadagnarsi l'affetto della piccola.
Lei, con la sua delicatezza e il suo unico modo di essere, riesce a
guadagnarsi un posto nel cuore di tutti e Anna, con un burrascoso
passato alle spalle, è stata in grado di ritrovare in lei quel
buono, quella meraviglia, che per tanto tempo le è stata
sottratta.
Luci le dedica uno sguardo intenerito, abbassandosi per stringerla a
sé e massaggiarle la schiena a mo' di conforto. Percepisco dai
suoi occhi intristiti che anche lei faccia fatica a vederla
così, e sebbene il loro gesto susciti commozione in ognuno di
noi, è arrivata però l'ora di andare, e prolungare questo
momento renderà il saluto ancora più doloroso.
Ci pensa una delle due educatrici presenti a prendersi cura della
più piccola, facendo in modo che si distacchi, di malavoglia,
dalle braccia di Lucia, per portarsela al petto, e cullarla allo scopo
di rassicurarla. A niente serve che Luci la ricerchi ancora con lo
sguardo, sussurrandole parole dolci e confortanti: Anna è ormai
sorda a qualsiasi tipo di contatto con lei, come se si sentisse tradita.
Mi
porto una mano al cuore, rammaricata dalla scena, così mi
avvicino alla mia bambina, offrendole il mio conforto, percependo abbia
anche lei bisogno di sentirsi tranquillizzare.
Lucia cerca il mio sguardo, mordicchiandosi il labbro, triste. Sembra
che tutto il suo entusiasmo sia scomparso, quasi come se avvertisse che
essere felice sia irrispettoso nei confronti di Anna.
Amelia
e Irene si avvicinano, mentre l'educatrice Elena si allontana, portando
con sé la più piccolina, nel tentativo di calmarla e ci
esortano a lasciare la casa famiglia.
Prima di andare, però, la psicologa si abbassa all'altezza di
Lucia, donandole un sorriso rassicurante. "Starà bene, non
preoccuparti. E poi, quando vorrai, potrai venirla a trovare, ok?"
proferisce, tentando di placare la sua agitazione.
Lucia cerca il nostro consenso, come se avesse bisogno di trovare
conferma solo nel nostro sguardo riguardo alla veridicità delle
sue parole, poi annuisce, più serena.
"Va bene" ammette, dondolandosi sul posto.
Amelia le accarezza una spalla, a mo' di incoraggiamento, rimanendo con
gli occhi a lungo sulla sua figura, come se stesse faticando a
parlare."Mi raccomando, fa' la brava e comportati bene, anche se non ho
dubbi tu sia una bambina speciale", le concede in un moto di orgoglio,
con la voce distorta dall'emozione.
Luci abbassa lo sguardo, professandosi intimidita e lusingata dal suo
commento, poi acconsente vigorosamente, ritrovando ogni traccia del suo
entusiasmo.
Mi ritrovo a nutrirmi del sorriso che le riaffiora in volto, donandole una luminosità disarmante.
Non
mi è difficile notare che sui visi di Irene e della dottoressa
Parracciani si faccia spazio una malinconia dovuta alla consapevolezza
sia davvero arrivato il momento di andare. E non sono sicura l'avrei
mai detto, ma sono certa che quello scintillio negli occhi della
Berardi sia dovuto alla commozione che sta provando.
"Prima
di andare via, me lo dai un abbraccio?" Amelia arriccia le labbra in un
broncio infantile, unendo le mani davanti a sé, a mo' di
supplica.
Lucia porta una manina a coprirsi la boccuccia, nascondendo una risata
breve e divertita, poi, prima che la psicologa possa ripetersi, corre a
rifugiarsi nelle sue braccia, le stesse che spesso lei ha rifiutato, ma
che non hanno mai mancato di offrirle conforto quando ne ha avuto
più bisogno. E, sebbene Luci non riesca a replicare a parole,
nel suo abbraccio, nel modo in cui le sue dita si stringano attorno
alla schiena di Amelia, è intrisa tutta la sua gratitudine.
La stessa che proviamo anche io e il mio fidanzato per averci permesso di arrivare a tutto questo.
Io le guardo, mentre mi accocolo a Luca, che mi accoglie contro il suo
petto, mostrandomi il suo sostegno, e mi rendo conto che questa
giornata stia portando con sé momenti che non dimenticheremo
facilmente. Ogni singolo istante di questo giorno, infatti, sarà
impresso per sempre nel nostro cuore.
Così,
nel frattempo in cui anche Irene distoglie lo sguardo, nascondendo una
lacrima ai nostri occhi, e Amelia esorta Lucia a ricongiungersi con
noi, lei si volta un'ultima volta indietro, incontrando i suoi compagni
che le fanno ciao ciao con la mano.
Si premura di ricambiare presto il gesto, lasciando vagare un'ultima
volta i suoi occhi lungo le pareti di questo posto che per anni l'hanno
accolta, l'hanno vista crescere, spesso star male e soffrire, ma anche
essere felice e trovare la propria strada.
Poi, rilascia un sospiro e ci porge le sue manine affinché le stringiamo.
"Sei pronta?" le domando, a conferma, abbassandomi per pizzicarle giocosamente la punta del naso.
Lei mi dedica un gran sorriso, acconsentendo con il capo.
"Sono pronta" ammette, di getto.
E nell'istante in cui la porta dell'appartamento si richiude dietro di
noi, lasciandoci liberi di trarre un respiro colmo di sollievo e
soddisfazione, ognuno di noi smania a ricercare lo sguardo dell'altro,
con gli occhi che riescono a parlarsi meglio di quanto possano farlo
adesso le parole.
Oh, mia piccola Lucia, adesso è davvero arrivato il momento di spiccare il volo verso la nostra nuova vita.
***
Sebbene abbiamo sempre lasciato che fosse Lucia a decidere la
metà delle nostre destinazioni, oggi ho programmato il nostro
giorno nei minimi dettagli, affinché sia indimenticabile e
perfetto.
L'arrivo della bella stagione ci permette di goderci una giornata
all'aperto, riscaldati dalla tiepida calura di inizio Giugno e cullati
dallo scrosciare delle onde del mare che si infrangono sul bagnasciuga.
Ritornare in questo posto che ha sancito il nostro appuntamento e
l'inizio della nostra storia d'amore è un po' come rimarcare la
promessa che ci siamo fatti e portare qui Lucia con noi è
decisamente significativo e profondo.
Ed eccoci qui, dopo un breve ma intenso tragitto in automobile che io e
la mia piccolina abbiamo trascorso canticchiando e mimendo sbuffe
espressioni che ci hanno portato a ridere a crepapelle, facendoci
sentire immensamente fortunate e spensierate.
"Wow!" Lucia
conduce le manine a coprire le labbra spalancate in una O che palesa
tutto il suo stupore. "Il mare, il mare!" aggiunge, esibendosi in uno
strepitio di gioia, e muovendosi velocemente verso la balaustra che
delimita la vista panoramica.
"Luci, fa attenzione!" si raccomanda con lei Luca, standole dietro e senza perderla d'occhio un istante.
Ma lei non sembra curarsi del suo rimprovero bonario, troppo presa dalla sua foga di raggiungere la riva.
Allora, sebbene lei si muovi velocemente, sfuggendoci leggiadra, non
possiamo che sentirci immensamente grati di vederla tanto emozionata,
con quel luccichio a farle brillare gli occhi.
"Venite, dai!" ci esorta, voltandosi per dedicarci un sorriso.
Luca mi porge la sua mano, affinché l'afferri e, mentre insieme
percorriamo il pontile di legno che conduce alla spiaggia, ci perdiamo
nei ricordi che questo posto ci ha donato, pronti ad aggiungerne dei
nuovi, in compagnia della nostra bambina.
Lucia
saltella, girandosi intorno curiosa, come se per lei fosse tutto una
novità, e lo è anche per noi, che ci prepariamo a vivere
di nuovi istanti che contemplino finalmente anche lei.
Poi non appena si accorge che l'abbiamo raggiunta, procede di corsa
verso me e Luca, arrivandoci di fianco, con un'espressione di
meraviglia, quasi estasiata.
"È bellissimo tutto questo!" ammette, spalancando le braccia per
indicare ciò che ci circonda e fare un giro su stessa.
E mi viene da pensare che sia proprio vero: la tranquillità di
questo posto, ancora spoglio di turisti e bagnanti, il rilassante
scrosciare del mare, eppure lei rimane ancora il motivo più
importante, quello fondamentale, che gli dona un'aria speciale.
Luca si inginocchia alla sua altezza, pizzicandole i fianchi in maniera
giocosa. "E non hai ancora vista nulla!" le rivela, divertito.
La piccola soffoca un gridolino di sorpresa al suo tocco, aprendosi in
una risata chiassosa e scappandogli dalle mani per fuggire verso la
riva.
"Piccola pestifera, torna qui!" Luca prontamente le corre dietro,
spingendosi al suo inseguimento. Lei si volta, ancora, ma solo per
scimmiottarlo e aprirsi in una linguaccia in segno di sfida.
Non riesco a trattenere una risata: è proprio un'adorabile dispettosa.
"Voglio
fare il bagno!" proferisce, lasciando immergere i piedi in acqua e
saltellando all'indietro, non appena rabbrividisce al contatto.
Luca
arriva immediatamente dietro di lei, sorprendendola scherzosamente alle
spalle. Lucia trattiene un finto lamento per lo spavento, poi quando
lui l'afferra, scalcia, dimenandosi tra le sue braccia, e nascondendo
il suo divertimento in un broncio tenero.
Allora lui si arrende, facendola scivolare giù, affinché
i suoi piedi tocchino di nuovo sabbia e lei, dedicandogli un sorrisetto
che lascia presagire il segno di un dispetto, immerge le dita in mare e
fa in modo che un getto d'acqua lo colpisca, bagnandogli con alcuni
schizzi la maglietta e il volto.
Sul volto di Luca si insinua un'espressione seriamente colpita e allibita davanti al suo affronto.
"Vuoi la guerra, eh, piccoletta?" le fa notare, assottigliando lo sguardo per mostrarsi indispettito.
Lucia soffoca una risata divertita, mordicchiandosi le labbra, e ripete
il gesto, ignara di ciò che esso potrebbe scatenare. Così
non appena li vedo cominciare a giocare a rincorrersi, mettendo in atto
una battaglia di schizzi, mi rendo conto che insieme siano proprio
belli.
La
piccola sfugge dalla sue braccia, ma ridendo sonoramente e spensierata,
tanto divertita dalle sue intenzioni, e Luca la segue in tondo,
dilettandosi a prenderla e far finta di lasciarsela scappare. Mi
accorgo che vesta seriamente i panni di suo fedele compagno di giochi,
come un vero papà saprebbe fare.
Allora faccio in modo che i miei occhi si posino su di loro, e mi viene
da pensare che potrei davvero prosciugare la loro immagine a furia di
guardarli, ma la solo visione mi provoca un tumultìo in petto,
lì dove il mio cuore scalpita colmo di un amore profondo per
Luca e Lucia.
Ho sognato per tanto tempo questo giorno, immaginando che lui potesse
davvero essere un papà per lei e, adesso, adesso sono proprio
felice.
A
quel punto mi avvicino, cauta, quasi avessi timore di far scoppiare la
bolla di complicità in cui sono racchiusi e raggiungo la riva
per fare in modo di godermi ogni istante di questa loro spontanea
spensieratezza.
Lucia rilascia uno strilletto sorpreso, accorgendosi della mia
presenza, e facendo voltare anche Luca nella mia direzione. Così
alzo una mano verso di lei a mo' di saluto, convinta che il suo gesto
sia dovuto all'idea di vedermi avvicinare.
Eppure, entrambi arrivano a stupire me stessa, inglobandomi nel loro gioco, senza che me ne renda nemmeno conto.
Luca e Lucia si scambiano un'occhiata complice e io mi riscopro a ritrovare nei loro sguardi una similarità sconvolgente.
Lo scintillio dei loro occhi sotto il riflesso della luce mi distrae, infatti, dalle reali intenzioni che hanno
Allora, quando, "3,2,1!" strepita Luca a gran voce, come a darle
il via, io sono tanto presa dalla mia piccolina che mi osserva con fare
furbo, da non accorgermi del getto d'acqua che stia per colpirmi,
investendomi in pieno.
Il respiro mi si mozza in gola, a contatto con l'acqua ancora gelida che arriva presto a bagnarmi il vestito.
Abbasso lo sguardo, con le labbra schiuse e una sensazione di sorpresa
e freddo a farsi spazio in me, poi faccio in modo che i miei occhi
ricadono sui due pestiferi dispettosi coinvolti in una risata a
crepapelle.
Non appena si accorgono della mia finta aria arrabbiata, entrambi si
lasciano andare a un'espressione preoccupata e mortificata, spaventati
all'idea che me la sia presa per davvero.
Eppure, scrutandoli mi rendo conto ancora di più, che non avrei
mai pensato la giornata potesse prendere tale piega. Ma Lucia è
arrivata a sconvolgere i miei piani, insegnandoci di nuovo quanto
l'inaspettato possa rendere alcuni istanti unici e indimenticabili.
A quel punto, lascio andare una risata, genuina, a pieni polmoni,
piegandomi su me stessa per la sua intensità, e sebbene
all'inizio non comprendano il motivo della mia ilarità, basta
poco affinché mi seguino a ruota.
Così,
quando poco dopo ci ritroviamo distesi a rotolare sulla sabbia,
impastandoci di sabbia e acqua, con gli abiti umidi e gli sguardi
felici, mi rendo conto che avrei bisogno sempre di attimi come questi e
quando i miei occhi ricercano quelli di Luca, mi riscopro a notare che
anche lui stia pensando lo stesso.
Siamo entrambi ebri di amore e ammirazione per questa piccolina che ci ha cambiato l'esistenza.
Lucia ancora ride, muovendo braccia e gambe sulla sabbia a ricreare un
angelo. In seguito ruzzola di lato e si accuccia sui nostri petti,
tenendoci uniti a sé e abbassandosi per tempestare i nostri visi
di bacini.
Le sue labbra si posano sulle nostre fronti, sulle guance, e poi sul
mento, ripetutamente, seguendo un percorso nella sua mente e facendoci
sorridere sotto il suo tocco delicato.
"Vi voglio così bene" confessa, nascondendosi nell'incavo delle
nostre spalle unite. "Non potevo desiderare mamma e papà
migliori".
Mi sciolgo in un sorriso che fa trapelare tutto il mio coinvolgimento emotivo davanti alle sue parole.
Perché quello che provo per lei è inspiegabile, lo
è sempre stato, e non sono sicura tutt'ora riuscirei a
esprimerlo a parole. Ma adesso ha assunto un significato ancora
più profondo, vero.
Lei ritrova i nostri sguardi che non riescono a celare la propria
commozione e ci sorride, prima che cada vittima delle nostri mani che
corrono a farle il solletico.
"E noi siamo immensamente fortunati ad avere te..."le rivelo, a bassa
voce, fronte e fronte, mentre lei, sotto il nostro tocco, ride, ride
come se non ne avesse mai abbastanza e io e Luca ci nutriamo della sua
felicità.
***
Nel
pomeriggio l'aria si è fatta meno calda, con una leggera brezza
a rinfrescarla, la spiaggia si è affollata di alcuni bagnanti
che si sono concessi un pomeriggio al mare dopo il lavoro o la scuola.
I nostri abiti sono stati sostituiti dai costumi riposti nella borsa,
abbiamo fatto il bagno, giocato a costruire castelli di sabbia che la
forza dell'acqua ha portato via, e poi gustato il pranzo a sacco da me
precedentemente preparato.
È
stato davvero divertente potermi beare delle espressioni di Lucia
mentre si concedeva di divorare con gusto il suo toast al prosciutto,
quasi come se non ne fosse mai stata sazia, o l'avesse mangiato per la
prima volta. Ma lei è così, riesce a rendere una piccola
azione quotidiana come fosse la più preziosa che abbia mai
vissuto.
E
non riesco a fare a meno di notare quanto sia lei che Luca siano a loro
agio e affiatati mentre a riva mi preparano una sorpresa. Mi è
stato assolutamente vietato avvicinarmi, così me ne sto qui
buona buona a vederli consultarsi e dedicarsi sguardi complici. Poco
prima si sono entrambi allontanati risalendo su verso l'automobile di
Luca, facendomi voltare insospettita.
Allora ho chiesto dove stessero andando e lui mi ha riferito di aver
dimenticato una cosa in macchina. Lucia accanto a lui annuiva,
seguendolo colma di iniziativa, come se fosse eccitata all'idea di
quello che sarebbe accaduto da lì a breve.
Ho alzato le spalle, vedendoli andare via, e non ho smesso di stranirmi
nemmeno quando dopo poco hanno fatto ritorno dedicandomi degli
innocenti sorrisi quasi fossero stati colti in flagrante.
Rilascio un sospiro, quando vedo Lucia muoversi verso di me, con un sorriso che porta il sentore dell'aspettativa.
"Vieni a vedere" mi esorta, tendendomi la sua mano, facendo in modo che mi rimetta in piedi.
Annuisco, ancora frastornata dalla sua eccitazione, ma Luca ci arriva a fianco, dedicandoci un'occhiata contrariata.
"Devi chiudere gli occhi" mi fa notare, inarcando le labbra in un sorriso furbo. "Altrimenti che sorpresa è?"
"Già!" Lucia si batte una mano in fronte, come se si sentisse
colpevole per averlo dimenticato e mi sprona poi con lo sguardo ad
acconsentire alla loro richiesta.
Scuoto il capo, accennando a una breve risata, e socchiudo gli occhi, lasciando che siano Luca e Lucia a guidarmi verso la riva.
Avverto la sabbia solleticarmi i piedi e la leggera brezza posarsi in una carezza sul mio viso. Mi sento elettrizzata.
"Posso?"domando a conferma, quando mi rendo conto che ci siamo fermati.
Avverto il respiro di Luca planare sul mio collo e il suo voler
soffocare un riso divertito contro la mia pelle che mi provoca un
brivido lungo la schiena.
"Puoi aprire gli occhi!" proferisce Lucia esibendosi in un trillo gioioso. E io lo faccio.
Dedico a entrambi un' espressione un po' confusa, ma presto abbasso gli
occhi ai miei piedi, lì dove entrambi hanno scolpito un castello
di sabbia come uno di quelli che si vedono nei film. Ne hanno adornato
le pareti con delle conchiglie raccolte sulla spiaggia, riproducendone
ogni particolare nei più piccoli dettagli. È così
bello che sarebbe un peccato se la corrente lo portasse via con
sé.
Mi è impossibile placare il sorriso che si insinua sul mio viso.
"È stupendo, davvero" ammetto, con l'emozione a irradiarsi nel mio petto.
"È per te" pronuncia Lucia, dondolandosi sul posto, timidamente. "Come quello delle principesse".
"Oh, ma grazie tesoro"le replico, abbassandomi sulle ginocchia e facendole intendere di avvicinarsi.
Lucia muove alcuni passi, arrivandomi di fianco. Le accarezzo con
delicatezza le guance, dimostrandole quanto le sia grata di questo
gesto, piccolo ma speciale, e lei accoglie le mie attenzioni,
socchiudendo gli occhi sotto il mio tocco.
"Ti piace? L'ho fatto tutto io" precisa, dedicandomi poi un'espressione
orgogliosa a cui rispondo con un accenno di sorriso, intenerita.
Luca ci tiene a ribattere, portando un pugno chiuso alle labbra a simulare un colpo di tosse."Beh, con il mio aiuto, sì".
Ma alla vista della sua occhiata torva è costretto a ritrattare,
aprendosi in un sospiro arreso. "Ha fatto tutto da sola" proferisce
alla fine, portando le mani in alto davanti a sé, e facendola
quindi gongolare colma di soddisfazione.
Il comportamente di Lucia ci porta a scioglierci in una risata che ha il sapore dolce come solo lei sa essere.
"Anche
tu sei una principessa" sussurra, poi, come se fosse un segreto da
condividere solo con me, nascosta contro il mio petto, "e Luca è
il tuo principe".
Le sue parole mi provocano uno sfarfallio in petto, perché lei
è così dolce e tenera che non vorrei mai smetterla di
tenerla stretta a me. Abbasso lo sguardo per incrociare il suo e
lasciarle un bacio in fronte.
Luca, a quel punto, accanto a noi, si muove agitato sul posto, incontrando ben presto la mia attenzione.
"Ecco, a proposito di questo, c'è una cosa che devi sapere..." mi rivela, in una risata un po' nervosa.
Gli lancio un'occhiata di sbieco, invitandolo a parlare con lo sguardo.
Lui mi fa segno di alzarmi, porgendomi le sue mani per stringerle tra le sue.
Lucia rimane accanto a noi, osservandoci dal basso con un sorriso
emozionato ad affiorare sulle sue labbra che lascia trapelare tutta la
sua fibrillazione davanti a questo momento.
Non ho idea di cosa stia accadendo, ma sono pronta a godermi ogni istante, per imprimerlo nel cuore e nella mente.
Luca accarezza le mie dita, come se volesse preparare me a quello che
sta per dirmi o forse a voler placare se stesso, poi mi sorride prima
di cominciare a parlare. La sua tensione è percepibile in ogni
suo più piccolo gesto e questo non fa che alimentare la mia
curiosità.
"Probabilmente avrei potuto organizzare qualcosa di meglio, eppure,
quando ci ho pensato, questo è il primo posto che mi è
venuto in mente. Qui, dove tutto è iniziato, solo pochi mesi fa,
ricordi?"
Mi mordicchio il labbro inferiore, ripercorrendo quei momenti che Luca
ha riportato alla mia mente. Mi è davvero strano pensare che
solo pochi mesi fa su questa stessa spiaggia, riflessi sotto la luce
della Luna, Luca mi abbia chiesto di essere la sua fidanzata e adesso,
adesso rieccoci. Rieccoci con una storia alle spalle breve ma che ci
appare tanto intensa, sicuramente una maturità e una presa di
coscienza diversa, e il dono più prezioso che potessimo chiedere
al nostro fianco.
"Sì..."mormoro in un filo di voce.
Lui annuisce, afferrando le mie mani in una presa più salda e sicura.
"Sai, mi ero preparato anche tutto un discorso, ma la verità
è che non mi ricordo più niente di tutto ciò che
avevo pensato" mi confessa, in un'alzata di spalle che palesa il suo
imbarazzo.
Sia io che Lucia ci lasciamo andare a una risata dedita a stemperare la sua tensione.
In seguito, la piccolina dal basso della sua posizione lo incita a continuare, dedicandogli il suo incoraggiamento.
Così lui riprende.
Ancora una volta mi stupisco del modo così delicato che abbiano di comunicare tra loro.
"Allora...partirò dicendoti quanto io mi senta fortunato all'idea di averti incontrata di nuovo..."
Scuoto il capo, facendo in modo che il mio sorriso ammorbidito sia tutto per lui.
"Sono io a sentirmi fortunata, Luca..." gli confesso, accorata.
Lui nega, accarezzando le nocche delle mie mani. "Tu mi hai aperto gli
occhi su molte cose, Anita. Probabilmente, se un anno fa mi avessero
detto che sarei stato così felice, un giorno, non ci avrei
creduto, eppure." Quanta verità è intrisa nelle sue
parole, perché se lo avessero detto anche a me, io stessa avrei
stentato a prenderlo per vero. "Eppure, adesso mi sento tanto grato per
te e per la nostra piccola Lucia" ammette, abbassandosi per concederle
uno sguardo orgoglioso a cui la piccola risponde con un sorriso
lusinghiero.
"Per te e per lei che siete state in grado di insegnarmi cosa
significhi amarsi e volersi bene senza per forza aver bisogno di
condividere lo stesso sangue. Per voi che sapete essere immensamente
speciali e preziose nella vostra unicità. Al vostro fianco ho
assaporato, in questo periodo, cosa significhi la vera felicità,
e se c'è una cosa di cui sono sicuro è che voglio te, e
Lucia, con la nostra piccola famiglia..." Luca prende una pausa, come
se gli fosse difficile continuare, e io mi permetto di carezzargli una
guancia, dimostrandogli la mia vicinanza e aiutandolo a proseguire.
Perché la sua emozione è tangibile, mi sembra di poterla
toccare con mano e credo che non ci sia niente di più bello. Lui
socchiude gli occhi sotto il mio tocco, portando le sue dita a
intrecciarsi con le mie, poi continua. "Voglio essere un supporto per
voi due, sostenervi quando ne avrete bisogno, amarvi come più
meritate. Ecco, sì, desidero questo e molto altro. E sai, non
posso assicurarti sarà sempre facile, ma ti prometto che mi
impegnerò, affinché io sia un buon compagno per te, e un
padre presente per Luci. " la sua voce assume un tono più fioco,
distorto dalla commozione.
A quel punto, senza mai interrompere il contatto visivo, si inginocchia
ai miei piedi e io mi porto una mano alle labbra a contenere l'emozione
da cui sento invadermi. Avverto un tremolio estendersi per tutto il
corpo. Non sta succedendo davvero, non può essere... Oh.Mio.Dio!
Estrae una scatolina blu di velluto dalla tasca posteriore del
pantalone, permettendomi di godere della vista del solitario che essa
celava. Osservo a lungo quell'anello fine, costellato di swaroski che
risplendono, scintillando di luce propria, mentre Lucia spalancando le
labbra a formare una O, batte le mani, esibendosi in un strepitio
esterrefatto.
"Anita..."mi sorride lui, in modo complice.
"Sì..."lo sprono a proseguire.
Luca nasconde la sua agitazione dietro un respiro profondo.
"Anita" ripete poi, lasciando che mi perda nei suoi occhi dove alberga lo stesso coinvolgimento emotivo che pervade i miei.
"Vuoi...vuoi diventare mia moglie?" mi domanda, infine, con un sorriso speranzoso a insinuarsi sulle sue labbra.
Faccio in modo che la mia espressione sorpresa sia tutta per lui e per
il modo così carezzevole con cui sia riuscito a stupirmi.
Perché da questa giornata tutto mi aspettavo, tranne che potesse
volgere in un tale epilogo. Ma si sa, a volte non c'è bisogno di
tanti fronzoli, perchè la bellezza è custodita nelle
più piccole cose. E adesso è davvero tutto perfetto con
l'acqua del mare a bagnarci i piedi, il suono delle onde a cullarci in
una nenia dolce, una leggera brezza ad accarezzarci i visi, il cielo a
tingersi di un rosso intenso, la presenza di Lucia qui con noi.
Senza farlo a posta, Luca è riuscito a ricreare un'atmosfera che
ha del magico romanticismo.
Allora
mi porto entrambi le mani al volto, a coprire alcune lacrime che
reclamano per mostrarsi e mi mordo le labbra a trattenere un singulto.
Sento il cuore esibirsi in un tumulto sommesso nel petto, e continuare
a battere forte, incessantemente, pieno di amore ed emozione.
Abbasso gli occhi alla mia piccola Lucia che mi dedica uno dei suoi
sorrisi, che ora mi appare come il più bello che abbia mai
visto. Ora comprende il perché dei loro complici e silenziosi
sguardi.
"Dì di sì!" mi supplica, unendo le mani davanti a sé, a mo' di preghiera.
Le accarezzo il capo con dolcezza, dedicandole un breve riso commosso e
volto il mio sguardo su Luca che ancora attende la mia risposta.
"Sì!"pronuncio, allora, giungendo il suo viso tra le mie mani.
Carezzo le sue guance con una devozione inaudita, specchiandomi nei
suoi occhi. "Sì e ancora sì!" gli sussurro a un passo
dalle labbra.
"Ha detto sì!" trilla Luci, dedicandoci uno sguardo incredulo ed
esterrefatto e incontrando la curiosità dei presenti che si sono
sporsi per godersi la scena.
"Ha detto sì..." le replica Luca, in un mormorio sommesso ma che lascia trapelare la sua emozione.
Poi la sua attenzione ricade di nuovo su di me.
"Hai detto sì!"pronuncia, a bassa voce, come se lui stesso stentasse a crederci, portando le sue dita sulle mie.
E lì, fronte contro fronte, cuore a cuore, lascio andare le mie lacrime, che scendono giù a bruciarmi la pelle.
Lo bacio a fior di labbra, piano, mischiando il suo sapore alle lacrime
che mi bagnano il viso, e Luca con mani che tremulano e cercano le mie,
si premura di farmi indossare quell'anello che sembra pensato
appositamente per me.
"Rispecchia la tua personalità" mi confessa, facendolo scivolare
lungo il mio anulare. "Semplice ma con un effetto disarmante".
Gli cingo il collo con le braccia, soffocando un'emozione estrema e
mentre Lucia si insinua tra i noi corpi a reclamare la nostra
attenzione, Luca fa in modo che si arrampichi lungo il suo corpo e si
posi sulle sue spalle. La piccola ci dedica uno sguardo fiero, e si
aggrappa al collo di Luca, scrutandoci dall'alto della sua posizione.
Luca torna a baciarmi, mordicchiandomi il labbro per reclamare una
vicinanza ulteriore, portandomi in balia di un sentimento capace di
toglierci il fiato. Poi mi accoccolo a lui, contro il suo petto che
sembra fatto per accogliermi, nascondendomi allo scroscio di applausi
che si leva attorno a noi, e faccio in modo che il mio sguardo adorante
sia tutto per lui, per loro due che mi hanno rubato il cuore.
Perché, con delicatezza, in punta di piedi, entrambi sono
riusciti a farsi spazio nella mia vita e insegnarmi una forma diversa
di amore. Mentre con Lucia, infatti, ho appurato cosa significhi
potersi sentire mamma, con Luca ho ricominciato ad amare, conoscendo
istinto e protezione, e imparando cosa si provi nel ritrovarsi e
riconoscersi nell'altra persona.
***
Ci
lasciamo la spiaggia alle spalle, quando ormai la sera è calata
da poco, camminando mano nella mano, appagati e felici per questa
giornata che ha ricordato un inizio ma ne ha sancito dei nuovi.
Perché adesso in noi si è fatta spazio la consapevolezza
che non solo saremo genitori, ma diventeremo presto marito e moglie.
Il viaggio verso casa procede veloce-perché abbiamo fretta di
goderci la nostra casa- ma denso di emozione e fibrillazione.
Nessuno di noi è a conoscenza di quello che ci aspetta di
lì a poco, ma siamo pronti a scoprirlo, rimanendo fianco a
fianco.
E poi non vedo l'ora che Lucia possa accorgersi con i suoi stessi occhi
cosa abbiamo preparato per lei, dediti a darle il giusto benvenuto.
Così, non appena Luca si premura di prendere le chiavi dalla
tasca per aprire la serratura della porta e io tengo la piccolina in
braccio, cullandola a me, mentre lei giocherella con le dita delle mie
mani, mai mi aspetto che il buio che ci avvolge appena entrati in casa,
sia spazzato via dalle luci che improvvisamente si riaccendono,
mostrandoci tutti i nostri familiari qui riuniti, celati prima
dall'oscurità.
"Benvenuta Lucia!" Nell'aria si leva uno scroscio di applausi, giubili di gioia tutti per lei.
Sobbalzo per la sorpresa, mentre Luca richiude la porta dietro di sé, esibendosi in una risata divertita e spensierata.
Dopo
il piccolo iniziale spavento, mi permetto di sorridere a ognuno di
loro, perché sono proprio tutti qui: le nostre famiglie, i
nostri amici con rispettivi fidanzati, Cristina ed Edoardo, sereni e
ritrovati, addirittura il dottor Visconti, in fondo, con un sorriso
composto, seguito da Maria e Arianna, al suo fianco, esuberanti e colme
di eccitazione, e poi ancora, Nicola, Biagio con sua sorella
Alessandra, le nostre mamme in prima fila, con i papà accanto,
ognuno di loro con una forte emozione in volto. Non manca nessuno,
proprio nessuno, e io mi sento così immensamente fortunata della
loro presenza, tanto grata che siano qui ad accoglierci, a dimostrare
il proprio benvenuto a Lucia.
Questa giornata è davvero speciale e senza che ce ne rendessimo
conto, sono arrivati a stupirci, rendendosi complici di una sorpresa
che ci ha scaldati il cuore.
In un primo momento, Lucia si nasconde, intimidita, nell'incavo del mio collo, aggrappandosi solerte alle mie braccia.
"Tesoro..."la richiamo in un sussurro. "Sono qui tutti per te, sai?
Queste persone che vedi, raccolti in questa stanza, non vedevano l'ora
di conoscerti".
Lei allora rialza lo sguardo, mordicchiandosi il labbro e cerca anche
l'approvazione di Luca, al nostro fianco, che si premura di assentire
con il capo, spronandola a voltarsi. Riesco a notare che chiunque dei
presenti aspetti il suo consenso con il fiato sospeso, in cerca di
quell'approvazione che Lucia non tarda a dare, rivelandosi ai loro
occhi, finalmente, sorridente ed emozionata.
Gli
applausi persistono, così quando lei lascia vagare i suoi occhi
verso la sala, indicando con stupore i festoni e i palloncini
posizionati lungo la stanza, io mi beo della sua espressione estasiata.
Mia madre è la prima, con passo calmo ma deciso, ad avvicinarsi a noi, incontrando la sua attenzione.
Così, armata di un sorriso tenue e commosso, le tende la sua mano affinché la piccola la stringa.
"Ciao, tesoro" la saluta, amorevolmente, "io sono Elisa, la mamma di Anita".
Lucia
incontra il mio sguardo con curiosità, scrutandoci a lungo,
forse attratta dalla nostra somiglianza, corrucciando poi la fronte in
un'espressione dubbiosa.
"Ma quindi tu sei la mia nonna?" domanda, impacciata.
Mia madre incrocia i suoi occhi, rivelandole la forte emotività
scaturita dalle sue parole e le annuisce, accarezzandole il capo.
Subito dopo è la piccola Sofia a farsi avanti, accompagnata da Eleonora che la sprona a presentarsi.
Lucia le mostra un particolare interesse, invitandola con lo sguardo a parlare.
Così, la più piccola delle due, con le mani incrociate
davanti a sé e i piedi a dondolare sul posto, si scioglie in un
sorriso timido.
"Io sono Sofia" ammette, con la voce che si leva dolce e fioca. "Vuoi giocare con me?"
La più grande accetta di buon grado la sua iniziativa,
dedicandole un sorriso smagliante. "Sì!" le replica infatti. E
quell' espressione complice che entrambe si scambiano, lascia
immaginare le compagne di giochi che presto diventeranno. Ma d'altronde
per i bambini basta poco, perché sanno amare e volersi bene
senza riserve e malizia alcuna.
A
quel punto, mentre Eleonora ne approfitta per stringerci a sé,
inglobando nell'abbraccio anche Luca, rimasto un po' frastornato sul
posto, Lucia si apre in una fragorosa risata, stupita da tanto clamore
nei suoi confronti.
"Sono
tanto orgogliosa di voi due" ci mormora sua sorella, tenendoci accanto
a sé. "E della famiglia che state creando. Quando vi guardo, io
mi permetto di credere ancora nell'amore".
Le
sue parole destano la mia commozione, quindi mi riservo di ringraziarla
con lo sguardo, perché altrimenti ora non riuscirei a esprimerle
i miei sentimenti in un altro modo.
"Okok, bando alle ciance, non credete che non ci siamo accorti di nulla!".
Mi volto in direzione di Sabrina, che è pronta a dedicarci
un'espressione di curiosità, riportando l'attenzione viva su di
noi. Non posso fare a meno di pensare che la sua esclamazione sia
dovuta allo scintillio che si propaga dalla mia mano e che non è
sfuggito al suo occhio attento.
"Cos'è quell'anello che porti al dito?" aggiunge, esibendosi con
le sopracciglia in un gesto eloquente, trovando ben presto un interesse
comune. Nell'aria si leva uno strillo di stupore ed eccitazione. Si
rivela molto divertente osservare come siano pronti a fare scommesse e
congetture su quello che ci stia accadendo.
Lascio
che la mia attenzione ricada su Luca, al mio fianco, pronta a
sorridergli colma di amore e gli stringo una mano, con l'intenzione di
svelare il nostro segreto. Eppure è Lucia a dar voce ai nostri
pensieri, facendo in modo che le sue mani trovino i nostri visi per
tenerci uniti accanto a sé.
"Si sposano..."pronuncia, senza distogliere lo sguardo dai nostri. Mi
permetto di pensare che quel luccichio che le alberga negli occhi sia
per noi, noi soltanto, lei che del nostro amore è stata la prima
fervida sostenitrice, nostro collante, elemento che ci ha unito
inesorabilmente, la nostra piccola Cupido.
Le sue parole trovano subito il clamore comune dei presenti che non si risparmiano di farci sentire il proprio calore.
"Io l'avevo detto!" Sabrina si esibisce subito in un saltellio ricolmo di gioia e Arianna le si affianca, dandole manforte.
"Devo cominciare seriamente a cercare il mio abito!" trilla, come se fosse qualcosa di vitale importanza.
Così, senza che me ne accorga, un flash ci travolge immortalando
il momento, cogliendoci alla sprovvista e mentre, tra risate e
abbracci, ognuno di loro ci dimostri il proprio affetto, mi viene da
pensare.
Cos'è la vita? Io la definirei come un insieme di istanti, che
siano essi tristi o felici, compongono il tuo percorso e le scelte che
hai compiuto nel corso, potrebbero arrivare a condizionare il tuo
futuro.
La vita è un turbinio di emozioni, che si intercorrono tra di
loro. A volte senti di voler cancellare tutto quello che hai passato,
il dolore che hai provato, ma la vita non è sempre a colori e tu
non riuscirai mai ad apprezzarla fino in fondo senza accettarne la
parte negativa e la tristezza.
Nel nostro percorso ne abbiamo passate tante, ma si sa, anche nelle
storie più tortuose, si riesce a ritrovare la luce, prima o poi.
Lucia è stata la nostra. Si è fatta spazio nelle nostre
esistenze con pacatezza, rendendoci persone sicuramente migliori.
È grazie a lei che in noi si è fatto spazio un moto
coscienzioso, è grazie a lei se adesso siamo qui.
Ora che guardo dove tutto ciò ci ha portati, mi rendo conto che
non cambierei per nulla al mondo quello che è stato e lo farei
milioni di volte se la ricompensa fosse sempre questa. Una casa,
l'amore, una famiglia.
Per noi, oggi, inizia una nuova vita. Noi oggi ricominciamo da qui,
da questa casa, dalla nostra piccola ma accogliente famiglia, che
sicuramente un giorno si allargherà, pronta ad accogliere nuovi
componenti, con l'amore a circondarci. Non so cosa questo possa
riservarci, dove il futuro ci porterà, ma sono sicura che
accoglieremo ogni istante, ogni momento, felice e triste che sia,
guardandoci attorno e ringraziando ogni giorno per quello che ci
è stato donato.
ANGOLO AUTRICE:
E dopo due mesi, finalmente,
rieccomi qui!!!!!Temo che i fazzoletti non saranno mai abbastanza per
contenere il mio fiume di lacrime. L'ultimo capitolo! Non riesco ancora
a crederci! Al di là dei risultati che questa storia ha
ottenuto, vi confesso che questo è davvero il traguardo
più importante. Sudato, sì, per l'impegno fisico ed
emotivo che ha richiesto, ma profondamente importante per me e spero
anche per voi. Ebbene, sono molto triste, perché lasciare andare
questi protagonisti mi risulta non difficile, di più. Mi consola
solo sapere che ci aspetta ancora l'epilogo😂Ricominciamo da qui
è stata la prima storia originale che ho scritto- ho iniziato
con le ff sui One Direction su efp🤗- e Anita è lat prima
protagonista a cui sono così particolarmente legata
perché, adesso lo posso dire, in lei è intrisa una parte
di me; scrivere di lei è stato un po' come mettermi a nudo.
Quindi, capirete che non sempre sia stato facile, parlarne è
stato come scoprire nuove sfaccettature di me, ho pianto, mi sono
arrabbiata, riso e gioito con lei.
Anita è me con i suoi
sogni, con il suo amore per quello che fa, con la delicatezza con cui
si prende cura degli altri. Anita è me con la mia parte
più romantica, quella che non smette di credere nell'amore.
Questo, però, non
significa assolutamente che questo romanzo sia autobiografico, alcuni
degli avvenimenti di cui parlo si ispirano a persone che mi sono
vicine, a qualcosa che io stessa ho vissuto, ma il resto è tutta
finzione.
Questa storia, sapete, nasce
un giorno di 4 anni fa, e boh, un po' me ne vergogno, ma avevo appena
scoperto che la mia cotta adolescenziale del tempo, volesse
intraprendere la carriera di medico e anche io avevo un'aspirazione
simile e mi sono detta, ma perché non scriverci una storia su?
Ho unito a questo la mia passione per la scrittura e il mio amore per i
bambini e il risultato è stato questo.
Di tempo, da allora ne è passato: sono cresciuta, la cotta si
è assopita, ho affrontato momenti difficili, altri molto
più belli, mi sono trasferita in un'altra città, ho
tralasciato per un periodo questa storia ma alla fine sono tornata
sempre da lei. E tornare ogni volta è stato come ritrovarsi.
Anita, Luca, e il mio amore,
la piccola Lucia, mi hanno accompagnato, e sembra strano da dire ma mi
hanno supportato quando io stessa ero decisa a desistere e mi hanno
dato la spinta necessaria per continuare. Scrivere di loro è
stato terapeutico quando tutto mi appariva andasse male, e adesso che
si avvicina il momento di lasciarli andare, li saluto con il cuore in
mano, ma allo stesso tempo entusiasta che abbiano trovato la propria
strada.
Quello
che, però, mi preme è sapere di essere riuscita a
trasmettere ciò che mi ero premurata di rivelare, di arrivare
dove mi ero prefissata. Su questo la parola sta a voi, miei adorabili
lettori. Mi auguro di avervi fatto sorridere, emozionare se necessario,
e spero che questa storia vi abbia trasmesso un messaggio.
Ebbene sì, perché questa storia ha intriso in sé
la forza d'animo, il coraggio, l'amore di una donna, in questo caso
Anita, che lotta e non si arrende. Una donna che non ha remure nel
mostrarsi nelle sue piccole sfumature, nel bene e nel male, che
conserva in sé l'ingenuità e il buon cuore. Anita
è Anita proprio perché quando ho pensato a lei, volevo
che apparisse vera, umana, con i suoi pregi e difetti. Mi auguro che vi
siate potute riconoscere in lei e abbiate iniziato a volerle bene
così come ho fatto io.
E della nostra piccola Lucia, invece? Il suo nome dal significato luce non
è assolutamente lasciato al caso, perché lei si è
fatta spazio nelle esistenze dei nostri protagnosti e le ha inondate di
luminosità. Lucia, oh Lucia, quanto ho amato scrivere di lei.
Ammetto che non sempre sia stato facile, la sua storia portava con
sé dolore e sofferenza; metà della sua vita passata in
casa famiglia, una difficile patologia cardiaca. Eppure Luci non ha mai
smesso di lottare, dimostrandoci una forza incredibile, e non si
è mai arresa. Non l'ha fatto quando le sue condizioni erano
precarie e nemmeno quando la vita l'ha allontanata da Anita e Luca.
Lucia, adesso,però, ha conquistato la sua famiglia, e si prepara
al lieto fine che il destino ha pensato per lei e i suoi genitori.
Anche Anita e Luca ne hanno passate tante, si sono ritrovati, attratti
e allontanati. Eh, sì, ammetto di essere stata molto cattiva con
loro ahahah, e confesso di aver odiato io stessa alcuni comportamenti
del nostro protagonista maschile, eppure è riuscito a farsi
perdonare e a dimostrare che le sue intenzioni con Anita fossero
più che buone. E, rullo di tamburiiiii, diventeranno marito e
moglie. Ditemi che anche voi avete sognato durante il momento della
proposta. Una delle scene che io abbia amato di più scrivere.
Quindi, ognuno ha trovato il suo posto e la sua dimensione e non vi
nascondo che per me la storia potrebbe benissimo concludersi qui,
eppure ho preparato qualcosina per voi nell'epilogo che non vedo l'ora
voi possiate leggereee! Adesso, prima che questo spazio diventi lungo
quanto il capitolo stesso, vi lascio, ma vi prometto che torno presto,
perché Anita, Luca e Lucia, hanno ancora qualcosa da raccontarvi.
Ma intanto, permettetevi di ringraziarvi sentitamente, dal profondo del
mio cuore, per il vostro affetto, il vostro sostegno e la vostra
pazienza nell'aspettarmi, sempre. RDQ esiste ed è arrivata fin
qui anche GRAZIE A VOI. Quindi, GRAZIE, DAVVERO GRAZIE!
Un abbraccio! <3