Solo per Lei

di nueblackcrowfriend
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Midgard, tre giorni fa.

Una ragazza coi capelli neri e lunghi, vestita dello stesso colore, stava pulendo il balcone in un bar; lo faceva sempre, quando non c’erano né clienti nè Cloud, la aiutava a svuotare la mente e a non pensare a nulla.

Sentì la porta aprirsi e si preparò ad accogliere un potenziale cliente; tanto chiunque si fermasse lì, anche solo per chiedere informazioni, finiva per acquistare qualcosa, anche grazie a due qualità della barista: il suo spiccato senso per gli affari e quello che aveva tra il collo e la pancia.

L’uomo che era appena entrato era alto, aveva lunghi capelli bianchi raccolti in una coda di cavallo e vestiva di nero, con elaborati anelli sopra i guanti rossi e un bastone a spirale; nonostante le rughe, aveva ancora muscoli potenti, visibili sotto l’impermeabile.

< Posso aiutarla? > chiese, girando intorno al bancone.

< Credo di sì > rispose l’uomo < Lei è Tifa Lockhart? >

< Beh… sì, perché? > chiese lei.

< Bene. Dedichiamoci agli affari >

Mosse appena una mano e Tifa si ritrovò bloccata in un bozzolo appiccicoso, simile a catrame, mentre lui si avvicinava e la sollevava tenendole il mento tra l’indice e il medio della sinistra.

< Sì, andrà bene > considerò l’uomo, prima che lei si divincolasse e lo mordesse al posto bucando la carne fino all’osso.

< Pessima idea > mormorò l’assalitore, mentre il sangue dalla ferita si condensava in lunghi serpenti che si avventarono su Tifa < Buoni, piccoli miei > li ammonì il proprietario, e quelli ritornarono al loro posto, rigenerando la ferita. < Quanto a te… >

Un altro movimento della mano e la stessa sostanza sigillò la bocca di Tifa, che cominciò a fissare l’uomo con occhi che sembravano volerlo fulminare; ignorandola, la sollevò per i capelli e la scagliò sul divano, per poi servirsi da bere.

< Quanto viene? > chiese sarcastico.

< Vghl gnfmrrng! > mugolò Tifa, cercando di dirgli “Vai all’inferno”.

< Come dici? Offre la casa? > continuò lui, avvicinandosi con un paio di fiaschi di alcool in mano, per poi stapparle e rovesciarle addosso a Tifa < Una mia tipica debolezza > spiegò l’uomo con una smorfia < Nonostante i miei grandi poteri, non sono mai stato capace di fare magie elementali, quindi dovrò ricorrere ad un… surrogato >

Dicendolo, frugò nelle tasche dell’impermeabile fino ad estrarne un piccolo accendino d’argento con intarsi in madreperla; fece scattare la pietra focaia un paio di volte e puntò la fiamma contro Tifa.

< Ngh! > mugugnò lei spaventata, cercando di allontanarsi, ma quella roba appiccicosa si era incollata al divano, bloccandola sul posto.

< Rilassati, bimba, non voglio farti male… per ora >

Proprio in quel momento, udirono una moto in avvicinamento, e poco dopo nel locale entrò un biondo vestito di nero con una grossa spada a tracolla.

< Cosa diavolo? > ringhiò Cloud Strife, estraendo l’arma.

< Un gioco > rispose l’uomo < Mi chiamo Thorn, e c’è qualcuno che vorrebbe fare un gioco con te. Ecco le regole: se vinci, lei torna da te, bla bla bla, “vissero per sempre felici e contenti”, rabarbaro ed eccetera. Se provi a chiedere l’aiuto di qualcuno, lei muore. Se non partecipi, lei muore. Se perdi, lei muore. Se bari al gioco, lei muore. Se ti arrendi, lei muore. E magari > aggiunse, sorridendo < Prima che muoia me la ripasso un po’ io, che te ne pare? Certo, non avrò uno spadone come il tuo > ridacchiò < ma penso di sapermela cavare lo stesso. >

< Bastardo! > urlò Cloud, ma lui e Tifa erano già spariti; restava solo un ipnotico vortice azzurro e verde nell’aria.

Dopo aver preparato l’arsenale, Cloud si tuffò.

 

< Inammissibile! > urlò Integra Fairbruke Wingates Hellsing, leader dei Reali Cavalieri Protestanti < Questo rifiuto appare dal nulla, da fuoco ad un orfanotrofio solo per attirare la nostra attenzione… e non solo insulta la nostra organizzazione, ma sembra non reagire nemmeno ai tuoi attacchi! A quelli del nostro fiore all’occhiello, del nostro poker d’assi! >

Il vampiro noto come Alucard diede in un ringhio, arricciando un labbro, ma per il resto rimase impassibile.

< Ma quello che è peggio è che ha osato rapire uno dei miei agenti. E dovresti essere nervoso anche tu, Alucard, visto che in fin dei conti è una tua serva! >

< Quello che non capisco > espose Walter, il maggiordomo < è come potesse essere così esperto al riguardo dei poteri tuoi e della signorina Victoria… >

< Non è che glieli hai passati tu, i dati, teppista? > domandò Alucard con un’espressione indecifrabile < Non sarebbe la prima volta, dico bene? >

< Adesso basta! > urlò Integra, sparando due colpi con la pistola; uno fece partire il monocolo a Walter, l’altro fece uscire dall’orbita un occhio di Alucard < Già è un insulto il fatto che quest’uomo pensi di poter sequestrare impunemente i membri della nostra organizzazione, ma Seras ci serve! Non è al livello del nostro No-Life King, ma nemmeno lui può essere ovunque nello stesso momento, e lei si è dimostrata molto capace nello scontro con il Millennium e Incognito! Alla luce di questo, ho dovuto prendere una decisione drastica > concluse, accendendosi un sigaro.

< In che senso, mia Signora? > chiese Alucard, sfilandosi gli occhiali.

< Ho chiesto l’aiuto della Tredicesima Sezione del Vaticano, l’Iscariota >

< Dovranno passare su tutti i miei cadaveri > ringhiò Alucard perdendo le staffe, come si evinceva dalla trasformazione degli abiti in ombre fluttuanti costellate di occhi < Riguarda la mia linea di sangue. Crede davvero che possa funzionare? Certo, mandiamo un fanatico religioso a salvare la vita di una vampira, funzionerà di certo! >

< Silenzio, Alucard! > intimò Integra, riuscendo a calmarlo < Ho chiesto il loro aiuto per le eventuali altre missioni sul nostro territorio. Alucard! Cercare e distruggere! >

Il sorriso di Alucard ricordava molto quello di uno squalo tigre davanti ad un bagnante obeso.

< Ai tuoi comandi, Mia Signora >

 

< Non mi sfuggirai! >

A gridare era stato un ragazzo biondo, vestito con un impermeabile xerigrafato e una tuta nera e arancione, che stava balzando di tetto in tetto lanciando armi di ogni sorta contro il suo bersaglio.

Un simpaticone in calzamaglia nera e blu, che portava in spalla una ragazza dai capelli blu immobilizzata da diverse corde.

Hinata Hyuuga era svenuta da tempo, non perché era stata tramortita, ma per via della sua timidezza: quando lui l’aveva sorpresa, si stava vestendo, e ora indossava solo reggiseno e mutandine.

Il biondo Uzumaki era furioso per vari motivi: primo, il rapimento della ragazza che amava; secondo, il fatto che l’umiliazione di essere trasportata mezza nuda per tutto il villaggio l’avrebbe fatta soffrire enormemente al solo pensiero; terzo, il fare libidinoso con cui il rapitore le strofinava le mani addosso; e quarto, quanto palesemente lo stesse prendendo per il culo.

Quando alla fine riuscì a centrarlo con uno shuriken, lui si voltò e lo schiantò contro una casa colpendolo con un raggio ad energia.

Pochi minuti dopo, era davanti alla scrivania dell’Hokage.

< Non preoccupatevi! > esplose < Riporterò Hinata al villaggio, fosse l’ultima cosa che faccio, dattebayo! >

< Spero che tu ci metta meno di quanto ci hai messo a riportare me, dobe > disse Sasuke Uchiha, entrando nella stanza < Vengo con te; e non sono solo >.

Dalla finestra entrarono anche Neji Hyuuga e Sabaku no Gaara.

< Vi ringrazio > disse Naruto < Ma ha detto che ucciderà Hinata, se mi faccio aiutare >

< Ha detto la stessa cosa a noi > rispose laconico Gaara < Ha preso anche Sakura, Tenten e Matsuri. Muoio dalla voglia di distruggerlo >

 

Tifa si svegliò con un gran mal di testa; scoprì di non essere più bloccata, e che aveva una compagna di cella.

< Io ti conosco > le disse < Sei la ragazza di quell’amico di Cloud… Leon, giusto? >

< Il suo vero nome è Squall > precisò Rinoa.

Ebbero il tempo di dire solo questo prima che la cella fosse colmata di gas.

 

Cloud si ritrovò in una piazza circolare; vicino a lui c’erano altri portali, da cui emersero presto altre persone.

Due sue conoscenze, Squall Lionheart e Vincent Valentine; un quartetto di ragazzi che, a giudicare dall’arsenale, dovevano essere ninja; un alto uomo vestito di pelle rossa, con uno spadone runico e i capelli bianchi; uno con gli stessi capelli, ma con un giaccone di jeans e una strana spada, col manico che sembrava l’acceleratore di una moto; un altro rossovestito, dall’aspetto inquietante; un piccoletto anche lui con l’impermeabile rosso e i capelli biondi; un ragazzo coi capelli neri e un cappello di paglia gialla; una…creatura con i capelli argentei, due orecchie da cane e un kimono rosso; un monaco con la mano destra avvolta da un sigillo; due biondi, di cui uno guercio.

< Bene > disse una voce < Manca solo il nostro ospite d’onore…. >

Manco farlo apposta, dall’ultimo portale uscì un ragazzo dai capelli marroni, che brandiva un’arma a forma di chiave.

< Dov’è Kairi? > ruggì Sora.

Ecco l'introduzione, ditemi cosa ne pensate! XD




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