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Disclaimer: Questa storia è stata scritta per
divertimento. Non è mia intenzione offendere Orlando Bloom. Pensatelo come un
attore che interpreta la parte di se stesso di cui io sono la “regista”
facendolo agire come mi torna meglio per la riuscita della storia. Non ho
mai voluto mancargli di rispetto, trattasi solo di pensieri e fantasie
tradotti in parole. Ovviamente le situazioni da me descritte sono
esclusivamente frutto della mia immaginazione.
Prefazio:
Certo che la
vita l’è proprio buffa! Come si dice dalle mi parti! Ho scritto sta fanfic ad
Aprile senza neanche lontamente immaginare che mi sarebbe accaduto davvero!
Ovviamente non nei modi da me descritti in questo breve racconto, ma ho davvero
visto Orlando!! Sono stata alla premiere di Kingdom of Heaven ( le Crociate) a
Londra proprio esattamente nove giorni fa il 2 maggio! Questo non per tediarvi
con le mie ciance ma per ribadirvi che la vita l’è DAVVERO proprio buffa! Certo
se la dovessi scrivere oggi sarebbe tutta un’altra storia, ma chi se lo poteva
immaginare?
PARTECIPANTE AL
15esimo concorso del sito: NC
(ß
dove NC sta per non classificata e non per NC 17 :P )
Il giudizio di
Erika la webmistress del sito:
"Una fanfic molto semplice, che procede con una narrazione che non si discosta
molto da un discorso che si farebbe con un'amica. Da leggere con lo spirito di
chi non si aspetta una storia, ma più un semplice resoconto di un fatto fuori
dal normale e dell'impatto che questo può avere su una fan. Abbastanza
interessante il risvolto finale, sull'evoluzione che prende la cotta per la star
dopo l'incontro."
L'incontro…
Cronaca di un sogno che diventa realtà!
A volte capitano cose che non
sai spiegarti, cose che mai avresti immaginato neanche nelle più rosee delle tue
fantasie, ma tutto ha suo perché, ne sono profondamente convinta e
quest’episodio, in qualche modo, non è altro che una conferma di questo mio
convincimento.
Come faccio a spiegarvi perché
è nata quella che si è rivelata con il tempo una sorta di fissazione?
In realtà non c'è una
spiegazione, è capitato.
Quando sono andata a vedere
Il Signore degli Anelli a me Legolas non piaceva, fisicamente intendo, il
personaggio invece era piuttosto affascinante, ma Orlando Bloom per me non
esisteva proprio.
Mentre alcune delle mie amiche
sospiravano a più non posso, io rimanevo del tutto indifferente.
Poi, per caso, a seguito di
alcune foto reperite su Internet lo notai.
Mi ero lasciata con il mio
ragazzo e a trent'anni mi ritrovavo a fare i miei primi bilanci, questa
rottura inevitabilmente mi stava facendo passare un periodo davvero
molto critico.
Con Alberto, il mio ex, si
parlava di matrimonio e sembrava tutto tranquillo. Cinque anni di fidanzamento,
dei progetti in comune, la voglia di farsi una famiglia, ma erano più illusioni
mie, la realtà si sarebbe dimostrata ben diversa. Lui non è che si tirasse
indietro o che non volesse costruire qualcosa, ma anteponeva la carriera avanti
a tutto. Era un ingegnere elettronico e diceva che voleva farsi una posizione.
In realtà si faceva, e con assiduità, una collega di lavoro. Che banalità
penserete, sarà anche banale, ma è quello che accadde.
Vi giuro che beccare il vostro
ragazzo, che credevate in un'altra città per lavoro, in macchina con una tipa ad
amoreggiare fa ma male, molto male, altro che banalità!
Non ne seguì nessuna scenata,
finì e basta.
Erano passasti tre anni,
durante i quali mi ero piuttosto chiusa e un giorno non si sa bene come, mi
capitarono tra le mani quelle foto di Orlando e mi colpirono.
Mi parve di leggere in quegli
occhi marroni di quel ragazzo inglese qualcosa. Non so bene dirvi che cosa
fosse, ma mi sembrò diverso, particolare, con un lato malinconico nascosto, in
una parola: affascinante.
Spinta dalla mia innata
curiosità finii per divorarmi in pochi giorni la sua filmografia, che a dire il
vero era anche piuttosto scarna. Non paga feci di Internet la mia fonte di
ricerche e cominciai a leggere tutto ciò che lo riguardava.
In breve tempo sapevo di lui
vita, morte e miracoli.
Era diventato il mio passatempo
preferito, e più leggevo, e più mi sembrava un'anima affine alla mia. La sua
passione per l'arte, il suo essere così vivo e in un certo senso un po’ matto
vista la sua passione per gli sport estremi, ma mi aveva toccata anche la sua
sensibilità, il suo impegno concreto per l’ambiente, così come il suo immenso
amore per i cani.
A volte durante qualche
intervista pareva indifeso, insicuro, proprio come me in quel particolare
periodo. Soprattutto mi aveva colpito la sua reazione, del tutto grintosa e
positiva, al suo terribile incidente alla schiena.
Ormai tutti sapevano di questa
mia fissa per lui, tanto che non facevano più caso alle foto sparse un po’
ovunque, in casa mia addirittura era diventato quasi uno di famiglia!
Che fa Orlando? Ci sono novità?
Adesso dove sta girando? E' sempre fidanzato?
Mi chiedevano addirittura a
turno mia madre, mio padre e mio fratello, ma non per schernirmi, ma proprio
perché ormai era entrato nella nostra quotidianità.
Certo che a trent'anni suonati
prendersi una fissa così non sembra normale, ma questo è un problema che
riguarda le menti poco aperte, le intelligenze limitate e le persone
schematizzate e senza fantasia.
In realtà oltre a distrarmi da
un periodo di tetro grigiore, mi aiutava a rinfrescare il mio scarso inglese,
inoltre tramite Internet in un forum straniero avevo fatto un sacco di
conoscenze internazionali, con cui si parlava anche d'altro.
Non ero la classica ammiratrice
isterica e sbavante che ne se ne stava ore a rimirare le foto facendo voli
pindarici o fantasie sciocche, certo c'erano anche quelle, lungi da me da voler
fare l'ipocrita, però m’interessava molto
intrigandomi non poco anche l'uomo. Scartabellavo ogni intervista scritta o
televisiva che fosse. Studiavo i suoi tic, la sua gestualità, cercando di
cogliere per quanto fosse possibile, se era sereno, se era spontaneo o se
fingeva.
Alla fine dopo mesi e mesi mi
sembrava quasi di conoscerlo.
Ero anche molto obiettiva,
infatti quando uscii dalla visione di Troy ero mortalmente delusa, non mi era
piaciuto il film, né la sua recitazione e non nascondevo il mio disappunto.
Un giorno mi telefonò la mia
migliore amica e mi disse che aveva letto che Orlando sarebbe stato ospite ad
una trasmissione televisiva proprio qui, in Italia!
Non era possibile! Io non ne
sapevo niente!
"Guarda che ti sbagli, io non
ho letto da nessuna parte di questa cosa, sei sicura?".
"Ma sì!" mi rispose lei
eccitata "Sarà ospite da Fiorello di sabato sera per promuovere il suo nuovo
film, l'hanno detto al telegiornale, tra due settimane sarà a Roma!" mi rispose
trionfante.
Mi prese un colpo.
Orlando, Roma, Fiorello.
In trenta secondi la mia mente
elaborò di tutto e di più (rai docet!).
"Bisogna andare!" le dissi
categorica, ma con la voce strozzata dall'emozione. Già ero agitata adesso,
figuriamoci che cosa sarebbe accaduto se davvero fossi riuscita a vederlo di
persona!
"E certo!" fu la risposta di
Martina, la mia amica "Ci mancherebbe solo che Nappo viene a Roma e noi stiamo
con le mani in mano!! Quando ci ricapita più una botta di culo così?". Lo
chiamavamo Nappo tra di noi in modo confidenziale per via di quel suo
profilo non propriamente alla francese, ma era anche un nome in codice per
poterne parlare in tranquillità quando eravamo in mezzo alla gente.
Ne seguirono giorni di fuoco.
Bisognava innanzi tutto fare
delle ricerche per sapere dove sarebbe alloggiato. Martina con la sua
proverbiale faccia di bronzo cominciò a chiamare tutti gli hotel a cinque stelle
di Roma fingendosi una sua segretaria per confermare la prenotazione.
Questo escamotage, un po’
rocambolesco, ma molto furbo, sarebbe dovuto servire a vedere se riuscivamo a
beccare l'albergo dove avrebbe dormito. Martina sa l'inglese da Dio visto che ha
studiato per tre anni a Boston e quindi era piuttosto credibile, ma fu lo stesso
un buco nell'acqua.
Accantonata l'idea
dell'albergo, rimaneva solo l'opzione bagno di folla all'entrata al Delle
Vittorie. Certo non era il massimo, ma o bere, o affogare!
Ci organizzammo nei minimi
particolari, a partire dal fissare gli orari dei treni, fino a prenotare una
pensioncina economica in centro. Saremo partite il venerdì per rientrare la
domenica nel primo pomeriggio, lo spettacolo si sarebbe tenuto il sabato sera.
Ebbi qualche problemino a
lavoro perché non volevano concedermi il venerdì libero, ma poi per fortuna
tutto si risolse, non restava che attendere.
Ora normalmente due settimane
scorrono veloci, beh vi assicuro che quella volta sembrarono due mesi!
Non mancammo, nel lasso di
tempo che ci divideva dalla partenza, di fare quante più possibili ricerche per
cercare di scoprire qualcosa che ci fosse utile, ma non trovammo poi gran che se
non le solite cose trite e ritrite.
Finalmente arrivò anche il
fatidico venerdì mattina. Partimmo con una gran agitazione e l'adrenalina a
mille! La notte precedente non avevamo dormito per niente, ma eravamo vispe come
grilli. Ci prendemmo subito una sonora arrabbiatura perché l'autobus che ci
portava alla stazione rimase bloccato in un tremendo ingorgo mattutino e ci
mancò poco che perdessimo il treno, che prendemmo al volo. Una volta sedute
nello scompartimento cominciammo a fantasticare, ma io ero anche preoccupata.
"E se scoprissimo che un cafone
incommensurabile? Cioè ci starebbe tutto, in fondo mica lo conosciamo?" mi venne
da dire a Martina.
"Ma chi Nappo? Ma no! Non ci
credo neanche se lo vedo!" mi rispose lei fiduciosa.
"Ma potrebbe essere!"
insistetti io e poi aggiunsi con cipiglio piuttosto duro "Guarda che se per caso
gli chiediamo un autografo o una foto e fa il maleducato io gliele canto eh?
Ciccio stai sereno eh? Che senza di noi non saresti nessuno!" aggiunsi
mimando una faccia cattiva.
Martina rise. "Ma se saresti
capace di non spiccicare parola! E poi come glielo traduci Ciccio?".
Scoppiammo entrambe a ridere e
così, tra una previsione e una risata arrivammo a Roma termini in un batter
d'occhio.
Piuttosto velocemente
raggiungemmo la nostra pensione e depositammo i nostri bagagli, poi decidemmo di
fare un bel giro per le vie centrali di Roma. Nel frattempo avremo studiato una
sorta di piano per la sera dopo.
Facemmo un lungo giro quando ad
un certo punto, all'angolo con una stradina poco frequentata c'imbattemmo in
Orlando in persona.
ALT!
Torniamo un attimo indietro e
descriviamo tutta la scena perché merita proprio!
Camminavamo tranquille ed io
ero distratta come mio solito quando Martina mi artigliò per un braccio e mi
fece solo uno stridulo: "AHHH!".
Ed io "Che c'è?" risposi
voltami verso di lei con aria interrogativa.
"C'è Orlando" fu la sua
risposta con un filo di voce.
Istintivamente guardai davanti
a me e lo vidi.
L'effetto che mi fece non lo
so. Probabilmente quello di essere dentro la tv o dentro un film, una cosa
stranissima. Era lui, proprio lui! A circa cento metri da me che camminava
venendoci incontro.
Ovviamente non veniva certo da
noi, era solo sulla nostra rotta. Teneva al guinzaglio il suo cane ed era con un
uomo con cui parlava.
Istintivamente ci facemmo da
parte e lo facemmo passare, quando ci superò ci guardammo come per dire
Ma che siamo sceme????
"ORLANDO!" lo chiamammo in
coro.
Si girò subito.
"Sì?" ci rispose incuriosito
girandosi, con lo sguardo interrogativo e la fronte leggermente aggrottata.
Silenzio.
Gomitata di Martine.
"Emm… sì, ecco, io… no, cioè
noi…" farfugliai non so neanche come, pescando le parole in inglese che già
sapevo poco, ma che al momento non ricordavo assolutamente.
Lui continuava a guardarci tra
il divertito e l'incuriosito.
"Che te la fai una foto?" uscì
miracolosamente e senza balbettii dalla mia voce.
Sorrise e ritornò verso di noi
"Certo!" rispose educatamente e si mise in posa facendosi fare uno scatto prima
con me poi con Martina.
Ricordo che era perfettamente a
suo agio e molto disponibile, molto educato e per niente scocciato.
Fu l’uomo che lo accompagnava a
dare segno d'insofferenza "Via ragazze lasciatelo in pace!" sbottò spazientito,
come se avesse una certa premura.
Lasciatelo in pace de che?
Mica lo stavamo importunando o assalendo!
Intervenne Orlando "Un attimo
dai!" gli disse pacato ma deciso.
Presi coraggio e gli feci i
complimenti per la sua interpretazione in The Calcium
Kid.
Gli si illuminò il viso e mi
ringraziò
"Davvero ti è piaciuto?" mi
chiese quasi ansioso.
Gli spiegai che secondo me la
sua mimica recitativa era stata perfetta e che comunque aveva una vena comica
eccellente, che a mio modestissimo parere era molto portato per i ruoli
brillanti.
Si galvanizzò, ma non perché si
montò la testa, anzi, piuttosto si dimostrò molto contento di questa cosa e sua
volta mi fece un complimento che non mi scorderò mai.
Mi disse che era raro trovare
una fan interessata alla qualità del suo lavoro, che spesso e volentieri quando
lo fermavano, gli chiedevano baci o gli ribadivano che era bello. Mi disse che
gli aveva fatto immenso piacere trovare una persona che lo stimava come attore,
che aveva colto il suo impegno in un suo lavoro.
Certo scemo non è, avrà pur
capito che comunque il suo aspetto fisico non mi era propriamente indifferente,
però questa cosa riguardante la sua recitazione lo aveva davvero colpito.
"Posso?" mi fece a un certo
punto e, del tutto a sorpresa mi dette un bacino sulla guancia. "Grazie!"
aggiunse con un largo sorriso e si congedò. Non è che poteva rimanere lì con noi
tutto il giorno.
Per riprendermi mi ci volle una
mezz’ora buona e diversi scrolloni da parte di Martina.
Rimasi in catalessi per i
successivi due giorni.
Camminavo circa a tre metri da
terra e non capivo niente!
Ovviamente andammo anche ad
attenderlo all'entrata dello show. Lo vedemmo però solo da lontano, ma scattammo
lo stesso qualche foto.
Una volta rientrata a casa dopo
questa breve ma intensa esperienza, giuro, mi ci volle un mese buono per capire
e metabolizzare il tutto.
Lo avevo visto, ma non solo,
seppur per una manciata di minuti ero venuta in contatto diretto con lui!
Non mi ero mai sbagliata, ero
stata come empatica nei suoi confronti. Non era affatto una star viziata, era un
ragazzo semplice e alla mano. Non mi aveva delusa.
Con il passare del tempo però,
il mio interesse per lui, stranamente scemò molto.
Era quasi incomprensibile, ma
dopo quell'incontro andare su Internet a cercare notizie su di lui, o guardare
un suo film, non aveva più lo stesso sapore di prima.
Che vuol dire vi chiederete
voi?
E' strano, ma averlo incontrato
e avere fatto tutto sommato una bella esperienza, ebbe l'effetto di farmi
passare la fissa.
Il punto è che lui per me era
una specie di sogno, più che altro un'idea, un concetto astratto
che popolava la mia mente. Averlo scoperto reale aveva in qualche modo tolto
quell'alone di fascino che lo caratterizzava ai miei occhi.
Non era più Orlando Bloom
l’irraggiungibile star di Hollywood, ma piuttosto Orlando Bloom un ragazzo come
tanti.
Era di carne e ossa ed esisteva
davvero! Non era una mera immagine glamour!
Insomma era come se avessi
incontrato Cenerentola o Babbo Natale, non so se mi spiego.
Ma tu guarda la mente che
strani tiri che ti può giocare!
Oggi sono ancora una sua
ammiratrice, ma lo seguo da lontano, con distacco.
Non mi perdo un suo film e in
un certo senso lo considero quasi come un vecchio amico.
Del nostro incontro conservo un
bellissimo ricordo e una foto assieme.
Non ne ho mai parlato con
nessuno… non so, c'era come una sorta di pudore, la consideravo una cosa mia,
molto privata da conservare gelosamente solo per me.
In realtà non so spiegarvi che
reale senso abbia tutto ciò, ma mi è servito molto, mia ha aiutata a superare un
momento difficile della mia vita, mi ha fatta sognare ad occhi aperti ed infine
ho un ricordo tangibile da portare con me.
Infine posso dire con assoluta
tranquillità che, non si sa perché e a quale scopo, ma per qualche minuto io e
Orlando abbiamo avuto un contato umano vero, da qualche parte era scritto che un
sogno sarebbe divenuto realtà, anche se ad onor del vero i sogni sono molto più
intriganti quando rimangono tali.
Fin…
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