Valzer per un amore
Valzer
per un amore
(AnyaxDimitri)
Un
passo avanti: è così che si aprono le danze.
Tra lo sfarzo fatiscente
del palazzo imperiale dicono sia rimasto ingarbugliato un ultimo
spiraglio di
magia, e Dimitri lo scorge tra scintille di polvere e macchie di
tempera che si
confondono. I contorni si dissolvono e il quadro prende vita davanti ai
suoi
occhi: è quella giusta.
Eccola lì, la sua
chiave per forzare le serrature ruggenti dei cancelli di Parigi
– del suo futuro.
Indossa un cappotto
sdrucito e stivaletti slacciati, non sa tenere a freno la lingua
affilata, ma
negli occhi si può scorgere impresso il sigillo dei Romanov.
Basterà spogliarla
della povertà della Russia e vestirla con le faville della
Ville Lumière, così
potrà abbandonare a sua volta stenti, rosso e Generale Inverno.
Finalmente.
Quella
ragazzetta
sarà il suo passo avanti verso una nuova
vita, verso giorni di sole e
mille colori.
Un
passo indietro: attenta a non sbilanciarti.
Oltre l’alito rancido
e i pochi denti di compagna Tossekov dicono si dipani un intero mondo
di occasioni da cogliere, e Anya ha il cuore che freme quando le
confidano che lui può renderle realtà. La bruma
argentea che avvolge la memoria
inizia a dissolversi tra le dita del giovane: è quello giusto.
Eccolo lì, il suo
biglietto di sola andata per condurla alle soglie di Parigi –
del suo passato.
L’ha sognato così
tante volte, ha creduto di scorgere così tanti segni
– un ciondolo, un
cagnolino, una vecchia – che non riflette troppo davanti
all’allettante
insinuazione di quel giovane irritante.
Basterà sedere
composta, volteggiare aggraziata e ingollare i suoi irrisori vostra
altezza,
così potrà avere a sua volta una casa,
l’amore di una famiglia. Finalmente.
Quell’infantile
sarà
il suo passo indietro verso la vita tanto bramata,
verso giorni di
ricordi e braccia pronte a stringerla.
Un
passo in diagonale: avvicinatevi.
Non deve provocarla
troppo, lo sa, lo lascerà sbrindellato come i cenci di uno
sguattero.
Non deve fidarsi
troppo, lo sa, la incoronerà di dorate illusioni e titoli
mendaci.
Non devono
avvicinarsi troppo, lo sanno, i loro sono viaggi paralleli i cui
contorni
possono solo scontrarsi rovinosamente.
Eppure le miglia
macinate per attraversare il continente finiscono per annullare anche
la
distanza tra di loro. Una mano tesa per reggersi, l’ennesimo
battibecco, un
ballo al tramonto, un incubo – vicini, lontani, sempre
più vicini.
Il cuore lo
voleva
sin dall’inizio, li aveva avvertiti che erano quelli giusti.
Un
passo per chiudere: un due tre.
Una volta a Parigi
ogni tassello pare trovare il proprio posto nel mosaico della Storia,
sulle
note di una vecchia ninnananna che ha cullato anni di sogni frammentati
e notti
vuote.
Avrebbero finalmente
tutto quello che si sono sempre affannati a cercare, eppure un pezzo
non si
incastra – loro non erano nei piani.
È una corsa sul
marmo che li ha visti scontrarsi per la prima volta ed è una
corsa sul ghiaccio
che li riporta dove devono stare – in piedi, insieme.
Una
giravolta: fine della sequenza e nuovo inizio.
[492
parole]
NdA
Ehm,
salve a tutti! Credo di non aver mai aperto nemmeno per sbaglio questa
sezione
del sito, figurarsi pensare di scriverci una flash. In ogni
caso, ho rivisto il
cartone dopo aver scoperto che le mie cugine non sapevano nemmeno cosa
fosse
(fanno superare gli esami di terza media con simili lacune?) e questa
storia si
è scritta praticamente da sola.
Anya
e Dimitri sono stati la mia prima vera OTP, per quanto ai tempi nemmeno
sapessi
cosa fosse un’OTP, e così questa storia partecipa
al contest “ La
mia OTP in 500
parole” indetto da HarriettStrimell sul forum di
EFP (e, seriamente, non so che
problemi io abbia per imbarcarmi in simili imprese di
brevità).
Ad
ogni modo, la scelta di suddividere il testo tramite i passi base del
valzer è
motivata dal frequente ricorrere di questa danza nel corso della storia
e
perché è proprio durante il valzer sulla nave che
l’infatuazione tra i due
appare chiara per la prima volta. Qua e là ci sono echi
delle bellissime canzoni (sia dalla versione inglese che italiana),
mentre
l’uso di infantile riferito a Dimitri
è un rimando a come lo apostrofa
Anya un paio di volte ( “Gli uomini sono
così bambini” vi ricorda
niente?). Mi pare inutile annotarlo, ma in ogni caso quel ruggenti
si
riferisce al periodo in cui è ambientata la vicenda, ossia
gli anni ’20, quanto
al rosso che Dimitri vuole lasciarsi alle spalle
è quello del regime
comunista, di cui anche Vlad si lamenta (e per questo il futuro che
cerca ha
mille colori). Non so se i pavimenti del palazzo siano di marmo, nel
caso mi si
conceda questa piccola licenza.
Il
titolo è quello
di una canzone di De André.
Dopo
le note
infinite, spero che questa brevissima flash sia stata di vostro
gradimento.
Grazie
di cuore per
esservi fermati e aver letto,
Maqry
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