So
che sono un po' latitante… Chiedo scusa ai miei lettori
super carini che mi scrivono ma purtroppo il tempo da dedicare a questo
hobby al momento è diminuito. Cercherò
di aggiornare anche Codice Genesi, e intanto vi regalo un piccolissimo
capitolo di
questa storia, portando avanti la trama e l’intreccio che
spero di poter continuare in questi giorni, visto che sto cercando di
ritagliarmi il tempo per farlo. KISSS
6.
Parte
dei saiyan partiti
come milizia di supporto al principe, rientrarono alla base esattamente
quando
Vegeta finì di far saltare in aria due piccoli pianeti
controllati dalle truppe
di Freezer. Senza cuore e senza interesse per il dolore arrecato,
ritrovò l’antico
sè stesso, oppressore feroce e spietato, seguito dai fedeli
saiyan e da due
donne innamorate di lui: una, luce, l’altra, ombra.
Esattamente le due parti di
sé, in perenne lotta l’una contro
l’altra.
Jinka
lo seguì ovunque in
quel lasso di tempo, su tutti i pianeti a seguire, desiderosa di
divenire sua
moglie prendendosi il posto che le spettava, e volle combattere al
fianco dei
suoi fratelli e sorelle razziando con la stessa ferocia di Vegeta, come
a
volergli dimostrare che erano della stessa pasta, fatti per stare
insieme. Riuscì
persino a ricevere un complimento dal principe per il lavoro compiuto e
fu
quanto di più soddisfacente per il suo piccolo ego: quando
dalla bocca di Vegeta
uscì quel complimento per il suo ottimo lavoro, Jinka si
sentì ebbra di gloria
e vincente, certa di averlo ormai in pugno. Il suo obiettivo era sempre
più
vicino, perché finalmente il principe non la osservava
più come parte del
passato ma come parte del futuro. Bulma era stata sbaragliata. Vegeta
stava per
divenire suo totalmente, come mai prima.
Ignara
di ciò che stava
succedendo, Bulma continuava ad attendere un rientro che non avveniva
da
settimane. Il macchinario del teletrasporto situato sul pianeta Vegeta
era stato
messo in standby e lei non poteva tornare da lui a sincerarsi stesse
bene.
Nella sua mente, continuava infatti a persistere il timore Vegeta fosse
in
pericolo. Non smetteva mai un solo istante di temere per
lui… Il suo amore era
sincero e vivo, non si era mai scalfito neppure quando aveva scoperto
che forse
c’era del sospeso tra lui e Jinka, e tantomeno quando aveva
scoperto di essere
stata tagliata fuori i collegamenti col pianeta Vegeta.
La
sua mente era ancora
ebbra di quelle bellissime, innumerevoli volte, che aveva dormito su di
lui
nuda e inerme, mentre Vegeta ancora sveglio guardava fuori le
finestre e
le toccava la pelle, chiuso in qualche riflessione delle sue. Le sembrava una persona così diversa
quella che aveva
vissuto lì con la famiglia, che non riusciva a credere avesse abbracciato di nuovo
i
capisaldi barbari della sua cultura. Ma d’altronde avrebbe
dovuto sospettarlo,
al posto di sognare come l'irresponsabile che era, perché lui era cresciuto
così, a pane e guerra, a bocconi e
botte. Dunque aveva scelto, alla fine, di andare via, ma in quella fuga si era portato via il suo cuore, pronto a distruggerlo nel brutale e ferreo palmo.
Fu
quando iniziò a
escogitare qualcosa per raggiungerlo, nonostante sapesse che poteva
rivelarsi
un lavoro molto lungo e probabilmente inutile, che ricevette la visita di
Gurlok. L’uomo
scese dalla cima del palazzo compiendo la strada già fatta
una volta,
attraverso il locale di servizio degli ascensori a
scendere, fino a presentarsi in piena notte nel
corridoio di casa dopo aver forzato con la pressione di due dita la
maniglia
della porta che affacciava sulla scala di emergenza, interdetta al
personale
degli uffici e dei visitatori: Bulma gli si parò innanzi
nella penombra con un
cardigan sbottonato, che le copriva appena metà coscia,
attirata dai rumori
sospetti e interrompendo la lettura in salotto che portava avanti da
ora di
cena alla sola luce di una lampadina direzionata sul libro. Aveva
concentrato pensieri
ed energia sullo studio, nelle letture più impegnative, per
cercare di non pensare
a Vegeta, ai suoi occhi, al suo averle voltato le spalle,
dimenticandosi di lei e di ciò che insieme avevano costruito. Bulma lo pensava con una costanza al limite del
morboso ed era ossessionata
dal suo tocco e dal suo sguardo al pari di quanto lo era Vegeta per la
gloria: la verità è che lei aveva conosciuto l'uomo, non il principe o il guerriero, e l'uomo non era come loro... L'uomo che lei amava era timido e schivo, orgoglioso e fiero, ma gentile nel toccarla, fermo nel desiderarla, geloso e a suo modo persino protettivo, e anche se poco avvezzo alle gentilezze e alle dolcezze si lasciava accarezzare ed amare da lei come se ne avesse davvero bisogno. Bulma si era sentita la sua regina ogni volta che lui se l'era tenuta avvinghiata nel letto, in silenzio assoluto.
“Cosa
ci fai tu qui?”
Gli chiese stupita e appena allarmata.
“Ti
porto notizie di tuo
marito” esordì subito l’altro, con tono
cupo, non senza essersi prima concesso
uno sguardo di rapimento sulla sua bellezza esotica. Bulma si era
coperta
meglio il resto del corpo ma non aveva potuto impedire agli occhi di
Gurlok di navigare
lungo i dolci pendii del suo petto e del suo ventre teso.
“E’
successo qualcosa? Vegeta
sta male?” Si agitò l’altra.
“Sta
bene, ma presto
annuncerà la rottura dei legami col tuo pianeta e con
te”.
Bulma
credette di non
aver udito bene le sue parole. La voce le uscì spezzata,
quasi a fatica. “…Come
dici…?”
“Presto
prenderà in
moglie Jinka, non lo ha ancora ufficializzato ma sappiamo che
sarà così. Tuo
marito ha dichiarato battaglia a Freezer e siamo sull’orlo di
una guerra senza
precedenti”.
Bulma
si sentì
vacillare. Tirando un respiro profondo gli diede le spalle e
iniziò a incedere
verso la cucina con passo lento. Quei dubbi che l’avevano
dilaniata per interi
giorni adesso trovavano una risposta: alfine lui aveva scelto la sua
promessa,
una guerriera, una donna alla sua altezza fisica, e le sembrava
impossibile e
sconcertante accettarlo. Quando il saiyan le fu dietro, nel seguirla, e
le fu
abbastanza vicino da farle percepire il proprio respiro profondo, Bulma
si
accorse che era prossima al pianto. Si portò una mano sulla
bocca, trattenne il
respiro e il pianto per non apparire patetica ma quando si
voltò verso Gurlok
gli occhi brillavano di lacrime come diamanti.
“Dunque…
Sei venuto a
dirmi solo questo?”
“Sono
venuto a dirti una
cosa ben più importante, che non dovrei”.
“…?”
“Molti
di noi temono i
Vegeta, perché sono pericolosi per sé stessi e
per gli altri”.
“Cosa
vuoi dire…?”
“Che
tu sei l’unica che può
tenere a bada tuo marito. Non c’è mai riuscito
nessuno e tutti si sono accorti
dall’ascendenza che hai su di lui.”
“Cosa
dovrei fare?
Vegeta non è un uomo che si lascia comandare da nessuno,
neppure da me.”
“E’
vero, ma tu puoi farlo
ragionare”.
“Ma
non diciamo
sciocchezze…” fece Bulma, scuotendo il capo.
“Ormai sarà fuori di sé… Non
so quanto
potrò farlo ragionare, o tornare sulla retta via”.
“Della
retta via non mi
interessa. Abbiamo grossi problemi a gestire la furia della corona che
ci
comanda. Re Vegeta è pericoloso per i saiyan stessi, e lo
sarà anche suo figlio
se continua così.”
“Non
capisco, scusa… A
cosa ti riferisci con pericoloso”.
“Il
Re ha già fatto
saltare la testa ai suoi antagonisti, e lo farà
ancora”.
“…”
“Il
problema riguarda
tutti i saiyan che riterrà forti abbastanza da poter
contrastare la corona
stessa” dichiarò Gurlok non potendo celare
l’occhiata truce che fu rischiarata
dalle fioche illuminazioni provenienti dai grattacieli che si
riflettevano
sulla vetrata.
“E’
la monarchia che voi
stessi volete…”
“Noi
non siamo politici,
siamo guerrieri”.
“E
io cosa dovrei fare? Se
Vegeta ha scelto di tornare a fare quanto di più spregevole
ci sia, io cosa
posso fare? Non lo conosci?”
“Tu
puoi salvarci, devi
farlo ragionare.”
“Non
posso, non mi ascolterà,
e poi come faccio, non mi è più concesso di
tornare sul pianeta Vegeta”.
“Non
pensavo che ti
saresti tirata indietro, sinceramente” ammise cupamente
l’altro, scivolando poi
sulla piega dei suoi seni appena celati dal cardigan.
“Conosco
mio marito e ho
sempre saputo che la sua redenzione non era definitiva. Vegeta
è sempre stato tormentato
e inquieto…E’ un’anima dannata. So
benissimo che ha sempre sperato di tornare a
combattere così…”
“La
situazione è peggiore
di quando è partito ed è arrivato qui.
E’ come sotto sortilegio… Pare che abbia
messo la sua forza e anche la nostra al servizio di un nuovo potente
mago degli
inferi”.
“Un
cosa… Un mago…degli
inferi?”
“Babidy,
lo stregone del
pianeta Bu. Gli ha venduto l’anima per aumentare la propria
potenza. Mi è
arrivata voce che ormai Vegeta è fuori di sé e
combatte come un posseduto.”
Bulma
si portò una mano
sugli occhi reclinando il capo e rimase così in silenzio.
“Inutile
dirti che anche
se ci rende onore la sua potenza, ci spaventa tanta ferocia
inarrestabile.
Anche noi abbiamo dei bisogni, non possiamo solo combattere. Dobbiamo
riposarci
e ristorarci con le nostre donne”.
Bulma
parlò con una certa
perplessità.
“Prima
mi rigettavate,
ritenendomi una terrestre priva di qualità belliche, e ora
chiedete il mio
aiuto? Scusa ma sono molto dubbiosa e non cred…”
“Io
non so cosa sia quello
che provi per lui e che lui ha provato per te, ammesso ancora lo
provi” la
interruppe Gurlok. “Non ho mai provato nulla di simile. Noi
veniamo educati a
non farci coinvolgere da sentimenti come l’amore, e anche se
sappiamo cosa sia,
non possiamo provarlo fino al punto di legarci così gli uni
agli altri, perché la
nostra vita viene regalata alla guerra, e ci piace così. La
natura ci ha creato
per combattere e morire con onore. La vita da terrestre non
è roba adatta a un
saiyan, tantomeno ad un Vegeta... Però so che Vegeta ti ha
amata, non ne ho
dubbi, quello che ha provato per te deve essere stato amore, mi
è bastato vedere
come ti ha guardata negli occhi più di una volta. Tu lo hai
salvato, Bulma. La
sua riconoscenza verso di te è la sola chiave che ci
permetterà di salvarci.
Freezer distruggerà noi e lui, e se non lo farà
Freezer, lo farà Babidy. E se non
sarà Babidy il nostro assassino, lo sarà il Re
prima o poi.”
“Ma
come può il Re
volere la morte dei suoi stessi sudditi, non capisco”.
“In
passato, quando
Vegeta era un bambino e lo ero anche io, il Re ha fatto fuori molti
saiyan
forti che arrivavano troppo vicino al livello di Vegeta o che
addirittura
rischiavano di superarlo. Broly era uno di loro ed è stato
bandito su un
pianeta deserto insieme a Paragas, suo padre. Gus, fratello di Paragas,
non ha mai
smesso di desiderare vendetta per il suo esilio mortale”.
“Ma
Gus è uno degli
anziani del consiglio del Re…”
“Appunto”
sorrise appena
l’altro, soddisfatto di averla sconcertata.
Lei
si morse le labbra. “Mi
stai dicendo che vuoi il mio aiuto?”
“Non
solo io, anche se
nessuno lo ha ammesso e nessuno sa che sono venuto a
parlarti.”
“Ma
come potrei
contrastare una potenza come quella del vostro Re o di un Freezer o di
questo
stregone, o di Vegeta stesso se decidess…”
“Vegeta
è influenzato
dallo stregone, adesso, non ragiona, è fuori di
sé. Non rientra da oltre un
mese e mezzo e ha già distrutto molte colonie, alcune delle
quali di nostro
aiuto per i rifornimenti. Una scelta stupida, visto che ha agito per
sola gloria
e divertimento, senza pensare. Temo che quel Babidy finirà
per fargli perdere
il cervello e per farlo andare anche a noi. Non sono l’unico
ad essere
preoccupato, inizia ad esserci agitazione tra i saiyan di istanza alla
base. Il
Re è troppo impegnato a supportarlo per capire quanto siamo
intimoriti da tutta
questa storia. Noi vogliamo combattere, ci va bene morire in guerra, ma
non
siamo carne da macello. Siamo uomini anche noi. Se dobbiamo combattere
lo
vogliamo fare anche per la nostra gloria, per ingrandire il nostro
impero, per
godere delle nostre vittorie. Così non ci sentiamo
più al sicuro, molti
guerrieri stanno convincendo le giovani prole più forti a
non esporsi e a
coprire la propria forza, ma è difficile gestire un saiyan
adulto, figurati un
bambino pieno di forza… E’ un lavoro faticoso, spesso impossibile.
Nasciamo per questo… Non puoi soffocare la forza di una cosa
nata per esserlo”. Silenzio.
“Cosa
farai, terrestre?”
Bulma
ascoltò tutto il
discorso con rapimento. Alla fine cercò di tornare lucida e
ragionevole: “Io… Senti…mi
piombi a casa all’improvviso, mi dici delle cose
che… mi lasciano senza parole,
io devo capire cosa sta succedend…”
“Non
c’è niente da
capire. Bisogna agire. O vuoi vedere il tuo pianeta bruciare?
Perché prima o
poi, quando Vegeta smetterà di ragionare,
arriverà anche qui… e distruggerà
tutto, anche tuo figlio.”
“Non
abbiamo figli” si
affrettò a dire lei.
“Non
mentire. Ho visto
tuo figlio, ha lo stesso sguardo del padre, anche se il colore è
quello... bello
dei tuoi occhi…”
Bulma
si sentì accarezzare
dalle sue parole e ne fu persino lieta.
“Ti
sbagli, non è nostro
figlio, sono stata sposata prima con un altro”
mentì ancora lei.
Gurlok
le sorrise,
consapevole della sua menzogna.
“Hai
modo di tenerti in
contatto con me? Farò in modo che al rientro tu possa
parlare con Vegeta, anche
se sembra non voler ancora tornare.”
“Ma
chi ha messo in
standby la macchina del teletrasporto?”
“Il
Re non vuole che tu
torni, ha capito che sei di intralcio. Non ha ancora distrutto la
macchina perché
teme che Vegeta possa divenire rabbioso e probabilmente non ha ancora
capito se
può osare fino a questo punto. Ma è questione di
tempo… Lo farà”.
“Va
bene… Vedrò di inventarmi
qualcosa… Intanto ti do dei codici con cui potrai sempre
accedere al mio pc da
quello installato sulla vostra macchina. Potrai mandarmi dei messaggi,
sai come
si usa?”
“No.
Puoi mostrarmelo?”
“Certamente…Lascia
che
mi metta qualcosa addosso e salgo con te”.
“Bene”
disse lui infine,
serissimo.
Lei
accennò un vago
sorriso, per tentare di coprire il disagio di sentirsi vulnerabile ed
emotiva. Inutile
negare quanto quelle notizie l'avessero già sconvolta.
Si
mosse per andare a
vestirsi. “Bene allora…”
Continua…
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