Storm

di Dollhades
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Storm.
J. Constable, Nuvole, 1822
[248 parole]
 
Il cielo si anneriva con pesanti nuvole antracite.

Le dita pallide del giovane dai capelli di pesca s’intrecciarono a quelle del fratello, labbra lucide tracciarono una limpida scia di lapislazzuli dalle orecchie a quel collo che incapace di opporsi, diafano s’inclinava per lasciare spazio alla peccaminosa attenzione.

Occhi grigi si celavano dietro palpebre chiuse dalla consapevolezza dell’errore mentre le gelide mani di Atsuya lo spogliavano del tessuto che ne copriva l’esile torso. Si guardarono, l’uno specchio dell’altro, ambra che arrogante si mischiava al quarzo, lo dominava, piegato al suo volere lo trascinava all’inferno, un bacio, una carezza, un morso dopo l’altro.

E come la più candida delle tele era destinato, il giovane albino, a macchiarsi di indelebili segni, ricami rossi su una schiena d’avorio, piccoli sprazzi purpurei sbocciavano sul suo collo come fiori, brividi ne attraversavano il petto affondando le radici nei suoi muscoli, facendone vibrare l’anima mentre la bocca dell’altro tracciava ombre e dettagli di quel corpo così simile al suo, gentile e androgino come un giglio nel candore della neve.

Shirou lo guardava, supplice, il respiro pesante ne guidava le pallide dita tra i suoi capelli di pesca, ne accompagnava quel sorriso giocondo alle diafane clavicole lucide di baci, incapace di resistere alla peccaminosa attenzione.

Occhi d’ambra lo guardavano, mani fredde come l’etere ne accarezzavano la schiena, cingendolo come potesse svanire e timorose lo marchiavano, graffiavano la sottile pelle adornandola di perle vermiglie, accompagnate prontamente da lacrime che tacevano il peccato.

E la tempesta, inesorabile, imperversava.
 
 

 

NdA
Avevo voglia di scrivere, non ho mai letto fan fiction su loro due ma sono pronta a giurare che ce ne sono, e anche troppe. Non vuole essere un inno all’incesto, anzi: Atsuya ha da sempre qualcosa di malato e sarebbe stupido pensare che Shirou non lo consideri tale, ma il fascino proibito dell’inferno tenta tutti, in maniera indistinta.
-Ade




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