Titolo:
Smoke gets in your eyes
Coppia:
Reiji
Aoe/Naoya Shirakawa
Riassunto:La
prima cosa che lo aveva avvolto erano state le braccia di Aoe, la
seconda l'odore di nicotina della sua giacca.
Ambientata
nel sesto volume, subito dopo il sequestro di Naoya.
Genere:
romantico
Avvertimenti:
relazione
adulto/minore, yaoi
Conteggio
parole (Word): 500
Disclaimers:
i personaggi
di non mi
appartengono (e quando mai), ergo riconoscete onore e gloria alla
somma Yuki Shimizu (sì, anche tu in terza fila, proprio tu
che
sgranocchi pop corn e fissi lo schermo perplesso). Inutile dire che
non ci guadagno ne guadagnerò mai un soldo, ma ripetite
iuvant.
Note
dell'autore: pur
essendo
contrario ai miei principi, oggi sarò sintetica. Questa
storia nasce
da uno dei momenti più commoventi del manga, il salvataggio
di Naoya
da parte del suo cavalier servente. Tutte le battute sono riprese
direttamente dal manga, di mio metto i pensieri e la descrizione del
meraviglioso momento.
La
prima cosa che lo aveva avvolto erano state le braccia di Aoe, la
seconda l'odore di nicotina della sua giacca, lo stesso della pelle
del collo la mattina. Lo stesso profumo di quella giacca che aveva
indossato per addormentarsi nel suo letto.
Fumo,
alcool delle migliori marche e la colonia che aveva acquistato per
Natale, esattamente quello che si era aspettato di sentire mentre
chiamava l'ufficio del Blue Boy, quasi il ricevitore potesse
trasmettergli quella sicurezza e la protezione di cui aveva bisogno.
Forse per questo aveva pensato di poter dimenticare ogni cosa: il
destino di sensei, quell'orribile serata, perfino la paura di non
rivederlo, perché lui aveva avuto paura, paura che tutto
finisse
come quell'inverno di quattro anni fa, paura di dover nuovamente
vivere al limite, forse perfino il timore di tornare quello di
qualche mese prima, ma soprattutto la paura di doversi giustificare.
Mentre
cadeva in mare aveva pensato che avrebbe preferito annegare piuttosto
che doversi presentare ad Aoe e Haruomi-san senza aver provato a far
qualcosa per sensei. In quel momento avrebbe dato ogni cosa per non
dover abbandonare quell'appartamento caldo e quel divano immacolato
su cui Aoe lo faceva riposare.
In
fondo sapeva che nemmeno questa volta avrebbe avuto una scusa per
essere sopravvissuto.
“Grazie
a Dio...”
La
stretta di Aoe si fece più salda e una mano spinse la sua
testa
contro il petto dell'uomo, quasi a volerlo nascondere dal mondo e dai
suoi pensieri.
Già,
grazie a Dio era lì. Bagnato, a piedi scalzi e fermo sul
ciglio di
una strada ad ora tarda, ma tra le braccia di chi aveva promesso di
prendersi cura di lui e con quell'odore forte che saliva fino al
cervello. Forse non sarebbe successo nulla se fosse rimasto in
quell'appartamento su quel divano bianco, l'importante era trovare
una scusa convincente.
“Io...”
Già,
lui. L'unico sopravvissuto alla strage della sua famiglia, il
teppista di strada che faceva quattro lavori e nonostante tutto non
era capace di far fronte alle spese del piccolo appartamento e della
sua scuola, il ragazzino che non aveva saputo reagire quando gli
avevano puntato una pistola alla testa.
Eppure
era anche quel ragazzo che riconosceva il profumo del dopobarba che
gli aveva regalato misto alla nicotina e all'alcool che doveva aver
bevuto. Il ragazzo che aveva voglia di nascondere il viso contro la
spalla dell'uomo e piangere.
“Pensavo...
che non ti avrei più rivisto, Aoe-san...”
Era
vero, per un attimo aveva pensato che sarebbe morto, che non lo
avrebbe rivisto e che non avrebbe avuto occasione di dirgli tante,
troppe cose. Non aveva nemmeno fatto sesso con lui. L'unica occasione
aveva pianto talmente tanto da farlo desistere, ma ora lo voleva da
star male, voleva essere con lui fino in fondo.
“Baka...”
Ecco,
di nuovo quell'appellativo.
Era
uno sciocco, lo sapeva: quando Aoe gli aveva offerto un posto dove
vivere aveva pensato fosse una cosa troppo bella per uno come lui.
Poi lo aveva salvato da quei ragazzi al club e anche conoscerlo era
sembrato troppo.
Ora
però sapeva qualcos'altro: non lo avrebbe lasciato andare
senza
combattere. Si sarebbe ripreso e lo avrebbe reso fiero. Avrebbero
fatto l'amore, perché questo non voleva più
negarglielo e avrebbero
vissuto ancora insieme.
E
da come Aoe lo stringeva sospettava che non considerasse nemmeno la
possibilità di lasciarlo andare.
“Questo
non potrà mai accadere.”
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