Troppo bello per essere vero

di _Glaucopis_
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Essere ancora vivo alla veneranda età di ventinove anni era un miracolo.

Aver sposato Annabeth Chase era assolutamente un miracolo.

E dover cambiare pannolini puzzolenti, essere svegliato a qualsiasi ora della notte, ritrovarsi tutte le magliette e le felpe sporche di vomito non era così male, se poteva stringere tra le braccia il miracolo più grande di tutti.

Sophia Hali Jackson era perfetta. Aveva i capelli d’ebano del papà, gli occhioni grigi della mamma, la risata più melodiosa che fosse mai stata udita e un sorriso che scioglieva anche i cuori più freddi.

Non era mai stato così felice come da quando la piccola era arrivata nella sua vita.

Il giorno della sua nascita aveva tenuta stretta la mano di un’Annabeth esausta ma sorridente, fra le lacrime aveva baciato la fronte di entrambe e aveva sussurrato “Ce l’hai fatta. È stupenda”.

Ogni giorno, da allora, si era svegliato con gli occhi sì segnati dalle occhiaie, ma allegri e luccicanti.

Amava sedere in spiaggia assieme alla sua piccola famiglia, giocherellare con i capelli di Annabeth e ammirare le adorabili reazioni di Sophia Hali ai gabbiani, alle onde e ai giochi d’acqua che Percy creava solo per lei.

Sembrava tutto troppo bello per essere vero. Ma lo era, e Percy forse doveva solo abituarsi.

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Piccola curiosità: il nome che ho sempre immaginato per la figlia di Percy e Annabeth è "Sophia", che significa "saggezza", ma volevo che ci fosse un riferimento ad entrambi i suoi genitori, quindi ho aggiunto come secondo nome "Hali", cioè "figlia del mare".





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