Sara: Nana è quello l’hotel??? (Indica un grande palazzo nel centro di Monaco).
Nana: Si, non vedo l’ora di buttarmi su un comodo letto.
Sara: Anche io, sono stanca.
Nana: Non dirlo a me, ho guidato tanto che le mani sono un tutt’uno col volante.
Brad: Potevi far guidare me no?
Nana: Non lascio il mio ragazzo nelle tue mani, Brad.
Brad: Ma che ragazzo? È solo una macchina! (Disse sprofondando nel sedile di dietro).
Sara: Cicci, lo sai che la Nana ci tiene tanto.
Nana: Già “cicci” vedi di fare il bravo. (Dico con tono scherzoso, o forse troppo).
Brad: Sara ti ho detto mille volte di non chiamarmi così. (Disse irritato).
Nana: Poveretto, eppure ti si addice. (Non lo sopporto, si vede?).
Brad: Guarda chi ha parlato!
Nana: Che vorresti dire?
Brad: Nana che sarebbe?! Sembra il nome di un gatto, e poi guardati come vai conciata, e quei capelli, poi?!
Sara: Braddino basta.
Nana: No dai lascialo parlare, ognuno è libero di dire ciò che vuole.
Brad: Sono semplicemente orribili!
Nana: Non mi abbasso a rispondere a un tipo così…sciatto?
Sara: Dai ragazzi siamo a Monaco finalmente, divertiamoci.
Si, Sara ha ragione siamo a Monaco, e divertiamoci, poi con le camere separate avrò l’occasione di stare lontana da quello lì. Infatti, dopo la piccola lite tra me e il topo, fermo la macchina sotto l’hotel, e entriamo nella hall. Il receptionist ci da subito le chiavi, e facendomi aiutare da un inserviente, saliamo nelle nostre camere con le valigie. Tre mie, tre di Sara, e due di Brad. La mia camera è molto grande, ha il letto a baldacchino, con le tende rosse e arancioni. Le lenzuola e la trapunta sono dello stesso colore delle tende. C’è un piccolo tavolo rotondo vicino la porta finestra che da sul terrazzo, dietro una porta di legno c’è il bagno. La vasca idromassaggio è già stata riempita, ed è piena di petali di rose rosse, un profumo di fragole riempie il bagno. Prima di andare da Sara, disfo le valigie, e sistemo i vestiti nell’armadio e in parte nel cassettone di fronte al letto. I trucchi li metto in bagno, e sistemo le mie cose come se fossi a casa mia, amo l’ordine, ma non sempre sono ordinata. Faccio un bagno caldo, giusto per rilassarmi un po’. Prendo i vestiti sul letto e comincio a vestirmi. Metto dei jeans a vita bassa, scarpe col tacco e un top con i lustrini. Mi trucco leggermente, prendo la borsa, gli occhiali scuri e la felpa sulla poltrona, ed esco.
Nana: Sara sei pronta? (Faccio irruzione nella sua camera).
Sara: Si tesoro, devo solo prendere la borsa e andiamo.
Nana: Bene, così abbiamo tempo per visitare un po’ la città.
Brad: Dove credi di portarla?! (Esce dal bagno con indosso l’accappatoio).
Nana: Senti topo tu per me puoi anche rimanere qui, ma io e Sara usciamo.
Brad: Non mi chiamo topo, e Sara è la mia ragazza, e dove va lei, vado anche io.
Nana: No, no te resti qui, già ti ho dovuto sopportare tutto quel tempo in macchina, non voglio rovinarmi il soggiorno qui.
Prendo la mano di Sara e la trascino fuori dalla camera, lasciando solo il biondo che sbraita. Prendiamo l’ascensore e dando le chiavi al receptionist, usciamo dall’hotel in cerca di qualche boutique di vestiti firmati. Io e Sara abbiamo le carte di credito e finalmente possiamo fare tanto shopping senza preoccuparci di restare senza contante.
Sara: Nana ma perché devi sempre trattare male Brad?
Nana: Perché è uno stronzo!
Sara: Sarà, però è carino! (Ride guardandomi).
Nana: Si, nel profondo.
Sara: Ma va? Dai andiamo a comprarci qualcosa per il concerto.
Nana: Io già c’è l’ho, serve solo a te.
Sara: Wow, ma dimmi adesso ti piacciono?
Nana: No, vengo solo per farti compagnia, e per controllare che non ti succeda niente.
Sara: Ma se c’è Brad con me.
Nana: Quello non è buono nemmeno per guardare se stesso, come può farlo con te?!
Sara: Beh in effetti, un po’ hai ragione…
Nana: Solo un po’?
Sara: Dai…(Mi da un innocente pugno sul braccio) Entriamo in quel negozio.