Cakes & Shenanigans

di fantaysytrash
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Note dell’Autrice

Non riesco a credere di aver ripescato queste storie dal dimenticatoio, ma oggi mi sentivo nostalgica e il mio vecchio computer non ha mancato di riesumare diverse storie scritte anni fa.

Ecco quindi la prima fic di quella che spero sia una lunga serie, riguardante quella che probabilmente è stata la mia più grande OTP del fandom!

Ci tengo a precisare che queste storie più vecchie sono alquanto smielate e spensierate, quindi godetevele perché sicuramente non è più il mio stile, e il futuro vi riserverà solo dolore e distruzione.

Detto ciò, spero vi piaccia!

Federica ♛

 

 

Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia non appartengono a me, bensì alla Level-5. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, ma solo per puro divertimento.

 

 

 

 

CAKES & SHENANIGANS 

 

Era una fredda giornata d’inverno e una figura stava procedendo a passo svelto verso il centro città. La brezza mattutina faceva ondeggiare i suoi capelli rossi, mentre gli occhi vispi scrutavano ogni negozio che passava davanti al suo naso congelato.

Tuttavia, essendo le sette di mattina, erano pochissimi i negozi aperti e la maggior parte di essi non avevano il prodotto richiesto da Nagumo. Perché, ovviamente, una torta al cioccolato bianco ricoperta da scaglie di cioccolato e pistacchio non era così semplice da trovare.

La prossima volta me ne scelgo uno con dei gusti più normali, pensò l’adolescente dopo essere uscito dall’ennesima pasticceria a mani vuote.

Decise allora di comparare una semplice torta al cioccolato e ricoprirla successivamente con della morbida glassa. Certo, di Nagumo non si poteva certo dire che fosse un bravo cuoco; anzi, per lui cucinare era impossibile almeno quanto lo era per Endou non parlare di calcio.

Ma almeno ci metteva tutta la sua buona volontà, ed era determinato a preparare una torta per il suo fidanzato.

Dopo qualche ora la torta era pronta e, a differenza di quanto Nagumo stesso si fosse aspettato, non era così tremenda. La consistenza sembrava a posto così come l’aspetto; bisognava solo incrociare le dita e sperare in bene.

Verso mezzogiorno Nagumo si recò a casa del suo amato per mostrargli il “capolavoro” che aveva prodotto. Suonò il campanello e la figura assonnata di Suzuno gli si presentò davanti.

“Auguri, Fuu-chan!” esclamò il rosso.

Dall’altro arrivò solo un mugugno. “Come hai osato svegliarmi?”

Era incredibile quanto Suzuno amasse dormire e quanto fosse irascibile se svegliato nel momento sbagliato.

“Questa è per te,” sussurrò il rosso, porgendogli la scatola impacchettata in una carta azzurra.

“Entra,” fu la risposta priva di entusiasmo dell’altro.

E così, eccoli lì, seduti sul divano mentre fissavano la famigerata torta. Fuusuke, ormai sveglio del tutto, disse: “Nagu-chan, non dovevi.”

L’altro per un momento sembrò arrossire, imbarazzato da un simile soprannome improvviso, prima di riprendersi e borbottare un sommesso “Figurati,” cercando di nascondere la sua reazione.

Passarono alcuni minuti di silenzio, poi l’albino si alzò e si diresse verso la cucina.

“Allora, la mangi questa torta?” chiese Nagumo impaziente.

“Scordatelo,” rispose deciso Suzuno. “Non sono masochista.”





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