Titolo: #2
Andare avanti
Autore:
Liberty89
Genere:
Introspettivo, Erotico
Rating:
Arancione
Personaggi:
Vanitas, Aqua
Avvertimenti:
One-shot, AU, Lemon, Het
Note dell’autore:
Buon giorno e buona Pasqua a tutti! Torno a scrivere sulla VanAqua a
causa di una challenge che ho reinventato su facebook, la #SixFanfiction,
convertendo quella sulle fanart per i disegnatori: ho chiesto di
assegnarmi sei personaggi/ship su cui avrei scritto una breve
fanfiction. In questo caso, mi era stata chiesta una fic sulla coppia
VanAqua, con possibile variante AntiAqua. È successo non so
come che ne ho scritte due e questa è la seconda xD Spero
che vi piaccia! Buona lettura!
Disclaimer: i personaggi di questa
fic non mi appartengono e la fic non è stata scritta a scopo
di lucro.
#2
Andare avanti
Si disse era colpa dell’alcool, della tristezza che avvolgeva
il suo cuore da quando era stata lasciata, ma erano tutte bugie, scuse,
mere giustificazioni. Faceva sogni degni di un video porno da mesi e a
fare tutte quelle cose non c’era il suo ragazzo, ma quello
stronzo del suo collega. Perché per quanto stronzo fosse,
Vanitas ispirava cose che era meglio non raccontare.
Dopo quattro anni di relazione, Terra si era tirato indietro quando
aveva proposto una convivenza e lei non aveva voluto insistere. A quasi
trent’anni, Aqua era pronta ad andare avanti con la sua vita,
ma lui ancora no e così avevano chiuso il loro ultimo
discorso, perché il giorno dopo Terra era partito per un
viaggio intorno al mondo con suo padre. Credeva che avrebbero fatto
qualcosa come rendere a ciascuno le cose dell’altro, ma lui
se n’era andato senza dire niente.
Questo l’aveva portata una settimana dopo al bar poco lontano
dall’ufficio a bere qualcosa che non ricordava nemmeno, in
compagnia di Vanitas che aveva insistito per portarla fuori, dicendo
che aveva bisogno di una botta di vita dato che sembrava un cadavere
ambulante da giorni. Di tutti i colleghi, gli amici, solo lui si era
interessato così direttamente.
Non credeva che per “botta di vita” intendesse
anche portarla a casa e finire a letto insieme, ma poco le importava.
Lo guardava spesso quando erano in ufficio, vestito sempre con un
completo scuro e la camicia che aderiva alla perfezione al suo corpo
allenato, mai con la cravatta e i primi bottoni slacciati. Si era
scoperta più volte a farsi aria con i documenti.
Era stato anche più educato e attento di quanto si
aspettasse. Era brilla, non ubriaca, ma aveva preferito accompagnarla
lo stesso fin nel suo appartamento e in camera da letto, poi Aqua gli
aveva impedito di andarsene, lo aveva spinto sul materasso e gli era
saltata addosso, ma lui aveva alzato le mani. Le aveva chiesto se
sapeva cosa stava facendo, se era sicura di volerlo, se non rischiava
la vita nell’osare metterle le mani addosso, ma lei aveva
riso dicendogli che sì era sicura e consapevole,
consenziente, e che no, non lo avrebbe ammazzato la mattina dopo.
Sbrigate le quisquilie informative, Vanitas aveva ribaltato le
posizioni, facendole provare sensazioni del tutto nuove, brividi e
piacere che si mescolavano così tanto da diventare
inscindibili. Le rubò il fiato con ogni bacio, la fece
sentire desiderata, una regina tra le sue mani, come se solo lei
dovesse godere in quell’amplesso. Mai era stata trattata con
così tanta cura durante un rapporto e mai Vanitas le aveva
dato l’impressione di essere così accorto ai
sentimenti degli altri. E adesso che si era spinto in lei, anche
lì con una gentilezza inattesa, tutte quelle sensazioni si
erano moltiplicate e Aqua pensava che avrebbe perso il senno.
Infilò le mani tra i capelli neri e avvicinò il
suo viso, respirò il profumo della sua colonia e lo
baciò sul collo, dietro l’orecchio, godendosi
anche il tocco freddo dei suoi orecchini contro la guancia bollente.
Era così bello essere voluti e coccolati, come se
nient’altro avesse importanza, e credeva che non potesse
esserci di più. Ma Vanitas la stupì ancora quando
corresse il ritmo delle sue spinte per assicurarsi che anche lei fosse
soddisfatta, che anche lei raggiungesse l’orgasmo di
quell’amplesso che forse entrambi cercavano da troppo tempo.
Il ragazzo non la baciò quando arrivò
all’apice, portò il viso accanto al suo e raccolse
ogni secondo del suo grido soddisfatto, stringendo a sé il
suo corpo per dare altre due forti spinte e lasciarle un gemito basso e
gutturale contro l’orecchio.
Soddisfatta come mai lo era stata in tutta la sua vita, Aqua si
addormentò contro il petto caldo di Vanitas, dicendosi che
tutto il resto lo avrebbe sistemato al mattino, ma che forse non
c’era troppo da mettere in ordine nella sua vita.
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