MY PRINCESS
- MY PRINCESS
Cap. I: come mosche sul miele…
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Un normale bosco; un normalissimo sentiero nel bosco, e due viaggiatori
apparentemente dall’aria così normale che più normale non si può. Una
ragazza non molto alta, sui diciotto-diciannove anni, con rossi capelli ondulati
e un mantello nero che ondeggiava dietro la figura minuta, e un ragazzo in
armatura dalla lunghissima chioma bionda. Vabbé, in parole povere, Lina e
Gourry.
-Lina, questo posto mi è familiare. A te no?- osservò Gourry pensieroso,
osservando il luogo intorno.
Lina guardò meravigliata l’amico, sorpresa da quelle parole. Un posto che
risultava familiare alla memoria di Gourry? Di solito, posti e, specialmente,
nomi e facce scivolavano via in fretta dalla memoria dello spadaccino.
-Si, se non ricordo male, qui è dove ci siamo incontrati la prima volta,
anni fa. - osservò lei.
-Gia! Ora ricordo! Quei banditi ti stavano attaccando, e io sono intervenuto,
pensando che ci fosse in pericolo una gran dama, o qualcosa di simile! E invece
ho incontrato te…-
-Scambiandomi per una bambina perduta, e poi per una commessa del mercato del
pesce… -__-;;; -
-Ahaheheh… ^_^;;; davvero?-
-Davvero -_- non ricordi?-
-Non ti arrabbiare, ma… no. -
-Vabbe’, lasciamo perdere…- sospirò sconsolata lei.
Continuarono a camminare per un po’, in silenzio.
-Però devo dire che sei cambiata un po’ da quando ti ho conosciuta, sai?-
riprese Gourry.
Lina lo guardò, incuriosita. -Davvero?-
-Si! Innanzitutto, sei un pochino più alta… non saprei dire però se più
formosa ^__^ - rispose giulivo lui poggiandole una mano sulla testa, incosciente
che l’angelo della morte lo stava sfiorando con le sue ali, mentre una grossa
vena pulsante compariva nevrotica sulla tempia di Lina.
-Gourry…-
-Si, Lina?-
-Quante volte devo dirti che non accetto commenti sul-
-Ohohoh! Guardaguarda, due incauti viaggiatori nella nostra foresta!-
Gourry era stato provvidenzialmente salvato dai colpi di Lina da un gruppo di
quantomai incauti briganti, che finirono arrostiti e fumanti nel giro di pochi
istanti. E mentre Lina contava l’ammontare del bottino sottratto ai ladri,
Gourry intuì che era il momento buono per rimediare alla gaffe di poco prima.
-Guarda che non volevo mica dire che sei piatta!-
*Occhiataccia di Lina, che tornò al bottino*
-Volevo solo dire che sei rimasta quasi identica a come ti ho conosciuta… e
cioè una maga piccolina ma molto carina! ^__^ - concluse candidamente. Lina lo
fissò con occhi sbarrati per diversi secondi, ammutolita.
-Che c’è? Ho dello sporco sulla faccia?- chiese lui sorridente. -Che hai?
Sei tutta rossa!-
-Non… non è niente!- si schermì Lina, arrossendo ancora di più -Ehi,
guarda cosa ho trovato!- Lina sollevò dal mucchio del bottino una spada
piuttosto lunga, una bella arma dalla linea semplice. La passò a Gourry.
-Ehi, è del tipo che piace a me!- la impugnò -Usabile a una o due mani,
bene! Ha un’impugnatura abbastanza lunga, ed è ben equilibrata!- esultò poi.
-Bene, finché non troviamo di meglio, direi che abbiamo trovato una spada
decente per te!- sorrise lei, tornando a frugare nel bottino dei ladri,
scegliendo gli oggetti di maggior valore tra quelli che riuscivano a
trasportare.
-Possiamo venderne una parte alla prima città che incontriamo. Però, alcune
cose le voglio portare alla gilda dei maghi di Atras! - sollevò un rubino
magnificamente intagliato -Lì, oggettini come questi potrei venderli a prezzi
molto superiori che a un normale orafo!-
-Lina, perché stiamo andando ad Atras?-
Lina sospirò -Uffa, Gourry, sarà la decima volta che te lo spiego! E’
stata indetta un’assemblea dei più grandi maghi del mondo, e hanno invitato
anche me! E’ un grande onore!-
-Ah… capito… credo…- l’ultima parola la disse tra sé e sé. Intuiva
che Lina non l’avrebbe presa bene, se l’avesse detta ad alta voce ^_^;;;
-Bene, e adesso che abbiamo appesantito un po’ le nostre borse, si
riparte!- esclamò lei dopo qualche minuto, finendo di legare il suo fagotto,
mentre Gourry issava il suo sulla schiena. Alla fine, la maga aveva trovato
tante di quelle cose che le piacevano e che erano abbastanza preziose da valer
la pena di essere trasportate fino alla città più vicina, che avevano riempito
due grossi teli.
I banditi erano scomparsi: probabilmente quelli che si erano ripresi se l’erano
battuta, portando seco i compagni ancora incoscienti.
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Prima di sera avvistarono le luci di una cittadina. Inutile descrivere la
corsa verso la migliore locanda, la razzia delle vivande non appena veniva
posato in tavola il piatto da portata, nonché le facce incredule di camerieri,
cuochi e avventori, vero?
-Aaahhhh, che bella mangiata!- sospirò Lina, soddisfatta, battendosi le mani
sulla pancia gonfia e piena.
-Delizioso!- concordò Gourry.
-E adesso, un bel bagno caldo, e poi a nanna! Ci vediamo domattina, Gourry!-
lo salutò Lina, alzandosi, diretta alle terme della locanda.
-‘notte, Lina!-
Gourry rimase ancora un poco al tavolo, approfittandone per chiedere un’altra
porzione di dolce, dato che aveva ancora un buchino libero nello stomaco.
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A mollo nell’acqua calda, Lina cercava di rilassarsi, ignorando le altre
ospiti della locanda, intente a lavarsi o a rilassarsi, chiacchierando nell’acqua
calda della bassa piscina coperta. Porca miseria, perché tutte, persino quella
bambina di non più di tredici anni, le apparivano molto più dotate di lei?
Affondando fino agli occhi e sbuffando bolle, cercò di non pensarci.
‘e cioè una maga piccolina, ma molto carina!’
Perché quelle parole le tornavano alla mente così prepotentemente? Uffa,
conosceva Gourry, sapeva che probabilmente le aveva dette così, senza pensarci…
‘Mi considera carina?’ si chiedeva ‘naaa, deve averlo detto solo per
calmarmi e salvarsi da una fireball o da un pugno…’
Ma quella frase, detta da Gourry con quel suo sorriso sincero, proprio non
voleva saperne di andarsene dalla sua mente! Nel buio della sua stanza, sdraiata
nel letto, sentiva le guance farsi di fuoco al sol ricordo.
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La notte era oramai fonda. Il paesino, affacciato sul mare, era profondamente
addormentato, cullato dalla ninna nanna delle onde.
No, non tutti dormivano.
Seduta sull’orlo della fontana, c’era una fanciulla. Sui sedici anni,
snella e sottile, con lunghi capelli sciolti sulle spalle. Sotto i raggi della
luna crescente, osservava la locanda. Una camera, in particolare.
Dalla scollatura dell’abito senza spalline, bianco, trasse un medaglione,
che aprì, con un piccolo scatto.
Nel silenzio della notte, una melodia di carillon si diffuse, dolce e
malinconica.
La ragazza stette ad osservare per alcuni istanti il volto ritratto nel
ciondolo, un ragazzo dalla carnagione chiara, con un sorriso allegro sotto un
gran ciuffo di capelli neri e ribelli.
-Tu mi diresti di lasciare perdere, vero?- sussurrò -Che non è giusto
strappare i mortali dalla loro condizione, se non sono loro a chiedercelo… ma
tu avevi un modo tutto tuo di vedere la cosa.
La verità è che sono stanca. Stanca di essere l’unica ad essere nata
umana. Stanca di essere da sola, col Regno sempre più grande… e sempre più
nemici a insidiarlo. Ho bisogno di lei… della sua forza, del suo potere. Deve
essere nelle nostre file, in un modo o nell’altro.
*Sigh* se solo ci foste ancora voi due… mi mancate tanto… - tacque, come
ad ascoltare una risposta, come se il vento potesse dargliene una -Oramai ho
deciso. Sai che non torno mai indietro, quando prendo una decisione.- sfiorò il
ritratto con un bacio -Augurami buona fortuna. E, dal Mare del Chaos, prega per
me. -
Si alzò dal bordo della fontana, intingendo distrattamente due dita, e
sistemandosi una ciocca di capelli con la mano umida.
-Presto, la mia rete scenderà su di lei…- sorrise, mentre la luna
barluginava sulle scaglie di pesce del collo, e nuotava nelle iridi in cui
spiccavano i graffi verticali delle pupille.
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La strada sgombra e battuta indicava che i traffici tra i paesini affacciati
sulla costa erano regolari e numerosi.
Lina e Gourry avevano fatto volentieri una deviazione, portandosi fin sulla
costa, pur di assaggiare le specialità di mare di Lyzeille; si diceva che ogni
paesino avesse la sua ricetta tutta speciale per la zuppa di pesce, e i due
erano fermamente intenzionati a provarle tutte.
D’un tratto, scorsero una figuretta accucciata, sconsolata, accanto a un
carro tirato da una mula.
Era una ragazzina, mora, vestita semplicemente, con una gonna blu e una
camicetta bianca. Era in lacrime.
Quando Lina e Gourry si avvicinarono, capirono il perché: il fermo che
bloccava la ruota posteriore s’era rotto, e la ruota stessa si era sfilata,
mandando "in panne" in piccolo carro.
-Signori, vi prego… aiutatemi…- singhiozzò, rivolgendo uno sguardo da
cerbiatto smarrito verso Lina e Gourry.
Lina non avrebbe voluto perdere tempo… una sorta di muta battaglia di
sguardi… e vinse Gourry. Un po’ perché il biondo non si sarebbe mai tirato
indietro per aiutare una fanciulla in difficoltà. E un po’, perché Lina, che
faceva la dura, sotto sotto non lo era così tanto.
Così, mentre Lina col coltello sbozzava da un ramo un nuovo perno, Gourry
alzò il carretto, e la ragazzina reinfilò la ruota. Con un bel pugno, Lina
incastrò saldamente il perno.
-Grazie mille, signori…- fece alla fine la ragazzina -Permettetemi di darvi
un passaggio, per ringraziarvi. - sorrise.
Alla fine, oltre al passaggio, ricavarono anche uno spuntino, cioè circa
metà della cesta di mele che la ragazzina aveva sul carro.
Giunti in città, la salutarono, e la ragazzina continuò per la sua strada.
-Allora, hai fatto come ti avevo comandato?-
La ragazzina si inchinò deferente alla fanciulla che, poggiata al muro,
pareva aspettarla, lì, dietro l’angolo.
-Si, mia signora. Come comandato. Hanno mangiato circa la metà della cesta
di mele. -
La giovane donna annuì, sorridendo. Più di quanto non sperasse.
-Hai fatto un buon lavoro, Sedna. -le lanciò, come mancia, una moneta. -Vai
pure. E, ovviamente, dimentica questo lavoretto. -
La ragazzina si inchinò ancora, deferente, e si defilò.
La Signora apprezzava discrezione e professionalità, e lavorare per lei era
molto meglio che pulire i piatti in qualche bettola.
Tutti, nei paesi lungo la costa, conoscevano e portavano il giusto rispetto
alla Signora.
Giovane, di non più di sedici, diciassette anni. Ma chi può sapere quanto
avesse alterato il suo aspetto con la magia? Temibile nella sua ira, poteva
spazzare via un villaggio con un dito. Però, se soddisfatta, poteva garantire
ai marinai pesche abbondanti. Quindi, tutti obbedivano agli ordini di quella
che, credevano, fosse una maga estremamente potente.
E tra i suoi ordini, c’era anche quello della discrezione. Pochi chilometri
all’interno, e si riduceva quasi a zero il numero di persone a conoscenza
della Signora. Ma sulla costa, non c’era uomo, donna o bambino che non le
obbedisse.
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Nella stanza della locanda, Lina guardava senza realmente vedere la toeletta,
la spazzola e lo specchio.
Si sentiva un po’ malinconica.
"Ho quasi diciannove anni… l’età in cui si danza in abiti di seta
scegliendo corteggiatori affascinanti e civettando, non l’età per girare come
una scavezzacollo senza pensare al futuro…
Ma cosa sto pensando? Non è da me…
Io disintegro i briganti, prendendomi i loro tesori…
Agghindarsi di sete e gemme, ecco cosa mi farebbe apparire bella…
Lina, ma cosa vai pensando? Non mi sono mai curata troppo del mio aspetto
fisico … chi mi apprezza solo di fuori e non dentro non mi merita…
Però mi piacerebbe essere apprezzata anche di fuori, oltre che dentro… e
invece… una ragazzina piccola e piatta…" si guardò il seno, che si
notava appena sotto al pigiama "Vorrei essere una donna. Formosa come una
donna matura, piena e sensuale…"
I suoi pensieri andavano e venivano, contradditori. Si sentiva la testa
pesante…
Alla fine, decise di coricarsi.
Una figura, nell’ombra, sorrise, con un sorriso di perla.
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Gourry stava lucidando la spada. Una sorta di rito serale che compiva da
anni, durante il quale rifletteva, con calma e senza fretta.
Rifletteva su quanto gli era capitato nella giornata. Rifletteva sulle cose
da dire, su quelle da fare, e quelle che desiderava aver fatto. Rifletteva sulle
persone e sui fatti.
Un barluginio rossastro attirò la sua attenzione. Sorrise. Era un capello di
Lina, rimastogli impigliato nella maglia.
"Chissà se riuscirò, domani…
Beh, in fondo, anche se non ci riuscissi mai… io sarò sempre la tua
guardia del corpo. Pronto a proteggerti. Perché ogni cavaliere deve avere la
sua principessa…
Si, non sei proprio proprio una principessa… certo non sei nobile, o se lo
sei, certo non lo dimostri. Non giri agghindata, ma in fondo, non saresti comoda
per le strade polverose un un abito di seta… "
Anche i pensieri di Gourry andavano e venivano in un modo strano. Lo
spadaccino corrugò le sopracciglia, scotendo la testa bionda, come a scacciare
qualcosa di fastidioso.
Depose la spada a fianco del letto, abitudine che l’aveva salvato più
volte da aggressioni e furti notturni ("Compresi quelli da parte di Lina, i
primi tempi, quando voleva ancora la mia Spada di Luce!", ricordò con un
sorriso), e si coricò, tranquillo.
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Appunti di lavoro:
Lo spadaccino è più resistente del previsto. Ha un che di elfico, poco, ma
credo sufficiente a inibire il mio lavoretto. Non importa. Non è lui il
bersaglio.
Voglio fare con calma, e soprattutto evitare certi errori… il soggetto ha
già rifiutato alcune volte proposte di membri di altri clan.
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Allora, vi piace questa nuova storia? Non vi dico nulla di più… aspettate
e vedrete!!!
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- Ilune Willowleaf
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