Paul cammina e si guarda intorno.
Il
silenzio, denso di incognite, copre la città.
Il
vento, denso di cristalli di ghiaccio, schiaffeggia il suo viso.
Le
luci soffuse di New York illuminano la città di splendori
spettrali, simili a fuochi fatui.
Non
se ne cura e continua ad avanzare.
Il
suo corpo desidera il movimento.
Non
può fermarsi, lo sa.
Se
si ferma, i pensieri lo aggrediscono, come un crudele Leviatano.
La
sua vita, in pochi secondi, si è disintegrata.
Sua
moglie è morta, devastata da una aggressione.
Sua
figlia è perduta in un rassicurante abisso di follia.
Suo
genero si macera nei rimorsi e nel dolore, dilaniato tra il suo amore
e i suoi doveri di funzionario.
Cosa
gli resta?
Una
figura, ad un tratto, attira la sua attenzione.
Non
se ne cura. Prosegue il suo cammino.
Si
ferma davanti al mare, che quasi si confonde con la nerezza sospesa
del cielo.
Il
criminale, in poche falcate, lo raggiunge.
– Fuori
i quattrini! – bercia.
E’
la voce di un tossico.
Paul
fissa il mare, gli occhi celesti sbarrati.
Il
vento ghiaccia il sudore sul suo volto. Il respiro si addensa in
nuvole fredde sulle sue labbra.
Perché?
Perché deve sopportare l’arroganza artefatta di un
tossico, privo di redenzione?
– Guarda
che ti buco! Sputali fuori o ti buco le budella! – urla ancora
il criminale.
Ha
un’arma?
Paul
si sorprende di non avere paura del suo assalitore.
Il
disgusto si innerva nel suo corpo e nella sua mente, sopprimendo
qualsiasi emozione.
Il
suo volto si indurisce in una espressione di pietra.
Non
danneggerai la comunità, bastardo., pensa.
La
vita di quel delinquente non ha valore.
E’
solo un peso per la comunità.
La
decisione è presa.
Calmo,
si gira, la mano stretta attorno alla pistola.
Un
ghigno sottile arcua i lineamenti di Paul. Il suo sguardo coglie la
sorpresa sul viso del tossico.
Non
te lo aspettavi, vero?, si
chiede. Ormai, niente può salvare quell’essere inutile.
Spara.
Lo
scoppio dello sparo echeggia nell’aria fredda.
Il
proiettile, implacabile, divide l’aria. Attraversa la carne.
Il
tossico cade sulla strada, con l’urlo di un animale squartato.
Si
agita. Resta immobile.
Paul
fissa il corpo del criminale, costernato.
La
sua pistola, ben manovrata dalle sue mani di cacciatore, ha troncato
una vita umana.
Non
riesce a credere a quanto ha fatto.
Un
uomo, prima vivo, giace a terra morto.
E
questo è avvenuto per mano sua.
Il
peso delle sue azioni precipita su di lui.
Sconvolto,
si allontana, scomparendo nella notte.
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