Smoke and mirrors
So we drove on toward
death through the cooling twilight."
- F. Scott
Fitzgerald -
Smoke
and mirrors
Mi insegni a ballare?
Oh my dear it's a pistol
whip to my,
broken head and the stars
are spinning.
"Muovi quei piedi."
"L'ho appena fatto."
"Stronzate."
"Ti dico che l'ho
appena fatto."
Alex incrocia le braccia al petto, s'inclina in avanti - alza un
sopracciglio.
"Sembravi zoppa. O punta da una tarantola, scegli tu quale paragone
preferisci."
Claire stringe le labbra in una linea sottile, indurisce lo sguardo -
solleva il mento in un gesto di sfida.
"Ti ho chiesto d'insegnarmi a ballare, non a essere stronza."
Alex raddrizza le spalle, abbozza un sorriso per nulla amichevole.
"Una qualità che ti manca, Redfield, tra le
tante altre."
Claire gonfia le guance, libera un verso frustrato - a metà
tra il grido e l'insulto masticato.
Alex estrae una sigaretta dalla borsa e lascia che il fumo accompagni
il suo ridicolo
scoppio d'ira.
So I pick one up and put
it on my shoulder,
look look look.
"La sorella di Redfield."
Alex annuisce, allunga le gambe sui cuscini del divano - chiude gli
occhi.
"Quel
Redfield."
"Cosa non ti è chiaro della frase la sorella di Christopher James
Redfield mi ha chiesto se le insegno a ballare, Will?"
Birkin sbatte la mano sul bracciolo della poltrona, ride - quasi
rovescia il bicchiere di brandy che ha tra le dita.
"O porca troia."
Inclina il capo all'indietro, nell'aria l'odore dolciastro dell'oppio e
quello acre dell'alcol -
sotto qualcosa di più sottile, sudore e pelle
bagnata.
"Hai sentito, Al?
Quel fiorellino innocente di Claire Redfield vuole imparare a ballare."
Wesker beve un sorso di bourbon, il ghiaccio che urta le pareti del
bicchiere in un movimento costante, rotatorio.
"E Alex le ha detto di sì."
"Uhm."
Birkin alza un sopracciglio, si volta verso Alex.
"È di cattivo umore, per caso?"
Alex si stringe nelle spalle, sciogliendo i muscoli del collo, quelli
della schiena.
"Albert è sempre
di cattivo umore." ribatte, portandosi le gambe vicino al
petto - cosce nude, toniche.
"Be', quasi
sempre." insinua William, imitando un brindisi al suo indirizzo.
Alex socchiude la bocca, sgrana gli occhi.
"William Birkin: non so proprio di
cosa tu stia parlando."
"Vi sento." li interrompe la voce baritonale di Wesker "Siete così
puerili."
"E tu così
serio, Al: ridi, ogni tanto. Non ti verranno certo le rughe a rovinare
quel bel visetto da stronzo che ti ritrovi."
Wesker gli lancia un'occhiata in tralice, finisce il bourbon in un
colpo solo.
"Ah. Molto
divertente."
"Vero? Annette lo dice sempre che sono un comico nato."
Alex ridacchia, si rilassa - ascolta le loro parole diventare un
mormorio sommesso, distante: il sonno l'accoglie senza alcun incubo ad
aspettarla.
You're a world class case
I'll punch my stomach,
all the people see me
rolling over.
Non sa come le sia venuta in mente una cosa del genere: non ne ha la
più pallida
idea.
Si massaggia la pianta del piede destro, trattenendo un sibilo quando
preme una vescica particolarmente dolorosa.
"Tutto bene?" le chiede Chris, sbattendo un uovo contro il bordo del
lavello.
"Sì." ribatte Claire, tamponando la ferita aperta "Mi sa che
le scarpe nuove hanno il plantare troppo duro."
Chris si mette in bocca un pezzo di bacon appena fritto, annuisce,
distratto.
"Dovresti comprarne un paio diverso."
Claire fissa il cinturino delle scarpe da charleston che spunta da
sotto il letto - camoscio nero, fascia superiore argentata, tacco sette
- digrigna i denti, catturando una ciocca di capelli ribelle.
"Mi piacciono."
Alex aveva seguito il
suo sguardo, fissandosi poi le scarpe - nere, in camoscio; suola in
pelle, tacco a rocchetto, dettagli di pizzo, ardiglione dorato.
"Vorrei ballare con
quelle."
Alex l'aveva fissata
come se avesse detto la cosa più divertente al mondo,
scoppiandole poi a ridere in faccia.
Claire era stata presa
in contropiede da quell'ilarità improvvisa, percependola
come un'offesa.
"Non sto scherzando."
La risata di Alex si era
asciugata in un singhiozzo trattenuto, occhi lucidi, che brillavano.
"Oh, davvero?"
"Davvero."
"Costano duecento
dollari."
Claire aveva spalancato
la bocca, richiudendola subito dopo.
"Importate dall'Italia."
"Ah."
"Ma posso sempre darti
l'indirizzo del negozio giù in città, Claire."
Da quello - e molte altre cose - avrebbe
dovuto capire fin da subito che lavorare con Alexandra Fayer sarebbe
stata quasi una disgrazia.
"Colazione pronta." esordisce poi Chris, mettendole davanti un piatto
di bacon e uova "E poi non dire che non cucino mai."
Claire appoggia i piedi a terra e mastica insulti a ogni passo.
With my hand on my
shoulder, oh with a star like I told ya,
pace pace pace.
"Potrebbe essere una spia."
"Potrebbe." mormora sulla sua bocca, trattenendolo per la camicia
stropicciata.
"Se lo fosse..."
"Ci annienterebbe." conclude per lui, intrecciando le dita nei suoi
capelli.
Wesker la solleva dal divano sul quale si era addormentata, lasciando
che gli circondi la vita con le cosce - nude, morbide.
"Che sfortuna sarebbe, eh Albert?"
"La ucciderei."
"Lo so."
"E poi toccherebbe a te."
Alex s'inclina in avanti, le sue mani sulle natiche - occhi artici, da
lupo.
"Non avevo alcun dubbio."
Gli pianta i talloni nella schiena, morde - una curva
liquida d'oro e bianco, che
balla sul ciglio dell'abisso ogni notte.
"Portami a letto, Al."
blandisce, e ride
al baluginio feroce nei suoi occhi - una fame che entrambi nutrono e proteggono.
Unghie che affondano,
labbra che esigono - corpi che si cercano, rivendicano.
Sotto la pelle verità che l'orgasmo racconta e nasconde.
Pistol whip, I'm bleeding
a bit,
but I'll pop your bubble,
let's talk it over.
"Non sono pronta."
"Lo sarai."
"Farò una figura di merda."
"Probabile."
Claire schiocca la lingua contro il palato, offesa.
"Allora perché mi mandi là fuori?"
Alex si volta - cosce nude, una corona di piume a cingerle il capo,
lungo il petto fili dorati che a malapena nascondono la
rotondità del seno.
"Per ballare,
Claire: per cos'altro?"
Le luci si accendono, il sipario di apre: Alex afferra il polso di
Claire e tira.
Count your loss, but
being a killer,
stars on my shoulder,
holding you over.
"Non è male."
Wesker avvicina le labbra al bordo del bicchiere, le bagna appena -
whisky e ghiaccio.
"Voglio dire... ho visto di peggio."
Studia il palco, la scena: ingoia in un sorso solo il whisky, appoggia
il bicchiere con un clac
secco sul tavolo.
"Almeno è carina. E fresca. Al pubblico piacerà."
Claire segue Alex - piccola volpe sperduta - ne imita i movimenti, li replica, sfumature
rosse sulla pelle, tra i capelli.
William scocca un'occhiata in tralice a Wesker - la cravatta slacciata,
le gambe fasciate di grigio.
"Problemi all'orizzonte?"
Claire quasi
inciampa, Alex è veloce -
sempre - riporta l'attenzione su di sé, salta, recupera la
sua protégé con un movimento di fianco fluido
come quello di un serpente.
Birkin ride,
il pubblico applaude
- Alex un profilo che spegne
le luci, Claire alla sua destra, gli occhi umidi,
scintillanti.
Wesker si alza e raggiunge il dietro le quinte in silenzio.
I can see clearly, I can
see clearly,
what you mean.
Albert Wesker è un uomo che non conosce.
La squadra da capo a piedi con espressione annoiata, un granello di
polvere sulla sua giacca perfetta.
Alex distende i muscoli delle spalle all'indietro, si massaggia un
punto tra la scapola e la schiena.
"Piaciuto lo spettacolo?"
Claire si umetta le labbra, incerta.
Wesker storna lo sguardo, lo posa su Alex - torna a ignorarla,
riservandole un quieto disinteresse.
"Lasciaci." le dice, spostando appena il mento verso destra.
Claire cerca gli occhi di Alex, riceve un brusco cenno del capo.
"Ci vediamo lunedì per le prove, Claire."
Silenzio.
"E non dimenticare la giacca."
Claire recupera il capospalla, raccogliendosi i capelli in una coda
alta.
Studia un'ultima volta Wesker, il suo profilo - durissimo, senza tempo;
Alex slaccia la lunga collana a più fili che le nascondeva
il seno, si fa seria all'improvviso.
L'anulare sinistro di Wesker si contrae appena, le indica che la sua
pazienza si sta assottigliando - afferra il cappello, la borsa, non se
lo fa ripetere due volte.
Alcuni segreti è meglio che rimangano tali: per tutti.
Shadow soar and breathing
heavy,
I fall four flights up,
halfway steady.
Trasparenti, spietati: gli occhi di Alex lo divorano, piccole
feretoie per il suo inferno personale.
"Simmons."
Immobile, eterea: Alex lo fissa,
aspetta.
"Il Lanshiang."
Un piega contriata, denti snudati.
"Vogliono tagliarci fuori."
Alex si alza, avvicinandosi in punta di piedi - ridicolmente
piccola, pallida.
"Non abbiamo molte opzioni, quindi."
Wesker respira il suo odore, argan e qualcosa che assomiglia al sangue.
"No."
Alex piega il capo di lato, sorride - gli stropiccia il colletto della
camicia tra il pollice e l'indice.
"Quando avremo finito con loro mi aspetto la testa di Carla come
portata principale."
Gli cerca gli occhi, la bocca.
"Possibilmente ancora
calda."
Le sue parole sono promesse e veleno.
With my hand on my
shoulder,
oh with a star like I
told ya,
look look look.
Si può vivere sul ciglio dell'abisso?
Si può forse danzare con il Diavolo e la sua corte?
È possibile guardare in faccia la Morte e ridere - specchi
rotti, ansiti spezzati, un'esistenza che curva e accelera e deraglia a ogni
passo?
Alex balla, fotte, brucia -
esiste.
La segue, Albert, re del tutto, padrone di niente.
Sogna,
Alex: ripercorre vite non sue, immagini che esplodono - donna,
mostro, bambina.
È con lei Wesker, occhi che sanguinano, labbra che mentono.
Alex s'inarca all'indietro, chiama il suo nome - invoca, ma non
prega.
Non qui. Non in questo
tempo.
E morde,
Albert - infetta, incapace d'essere altro se non una splendida,
terribile malattia.
La solleva contro la testata del letto, bacia una pelle tiepida, sotto
alla quale scorre un sangue che ha sentito sulla la lingua, in gola.
Schiude le cosce, lo accoglie - regina di nulla, padrona di tutto.
A volte ricorda, Alex.
Dottori che non conosce, nomi che non rammenta.
Istanti rubati, parole che non capisce - replicazione, delezione, cancellazione.
Wesker le stringe il mento tra il pollice e l'indice - affonda,
strappandole il respiro, la coscienza.
La memoria.
Sempre uguale, sempre diverso - Alex si lascia andare contro il suo
petto, annega nella
sua stessa mente.
Sulla sua bocca.
Si muove tra i suoi fianchi, la cerca - umida, morbida, cedevole.
E respira, Wesker - carne bruciata e fumo.
Si sveglia nel cuore della notte e soffoca
- ingoia fuoco e sconfitta.
Sono le notti in cui si guarda allo specchio e vede - rettile,
bestia, mostro, uomo.
Sono gli istanti in cui è la mano di Alex a riportarlo
indietro - dita sottili, affusolate, che premono e strappano
al
destino, alla storia.
Alex scivola con le labbra lungo la linea della sua mandibola, snuda i
denti - minaccia, promette.
Wesker la trattiene per la nuca, fili d'oro tra le dita, lungo il polso
- nelle orecchie la sua voce, i suoi gemiti.
Il suo nome.
Il serpente che portano nel cuore si riavvolge sulle proprie spire e
danza.
Imma take ten steps and
close my eyes,
turn around and draw to
my surprise.
Il Lanshiang è una nube d'oro e rosso - nell'aria anice
stellato e cassia.
Tatchi balla al ritmo di una vecchia canzone orientale - una storia
d'amore che tramuta lei in cenere e lui in ricordo.
Carla ha polsi troppo sottili, ossa sporgenti - una bellezza spigolosa,
tagliente.
Imperfetta.
Ciondolano i bracciali d'argento che le ha regalato Derek, tintinnano
tra loro come tante campane a morte - annunciano il suo
arrivo, la sua
presenza
Si ferma alle spalle di Simmons, incerta.
"Trenta casse."
Waiyip entra in scena, danza su ciò che resta di Tatchi -
seta bianca e nastri trasparenti.
"Trenta casse di Wild Turkey, cinque d'oppio."
Si avvicina, affiancandolo.
E vibra,
Derek - estroflette i denti, la
cuspide.
"Nessun superstite?"
Le rivolge uno sguardo furente, che le strappa il respiro.
"Con gli omaggi di Alexandra."
sibila, indicando una cassa semiaperta.
Carla le si avvicina dubbiosa, scostandola con la punta delle dita -
arriccia il naso all'odore del sangue fresco.
Davanti a lei i sicari del Lanshiang non sono altro che una pozza
d'intestini e membra sfilacciate.
I clutch my heart and
scream yeehaaw!
Pace pace pace.
"Queste cosa sono?"
Claire apre un occhio, riluttante: si porta la tazza di latte alle
labbra, irrigidisce appena il collo.
"Scarpe, Chris."
Chris alza un sopracciglio, le rivolge in suo classico sguardo guarda
che non mi freghi, bella.
"Grazie per aver sottolineato l'ovvio, Claire: ma non sono
scarpe
normali."
"Ah no?" ribatte Claire, addentando il primo biscotto della giornata.
"No." persevera Chris, facendole dondolare tra il pollice e l'indice
"No, Claire: sono scarpe da ballo. Charleston, a voler essere
specifici."
Claire si stringe nelle spalle, finge indifferenza.
"Mi piacevano, tutto qui. Erano a metà prezzo in un negozio
giù in città, non vedo il problema."
Il bacon nella padella comincia a scoppiettare, le uova a spandere il
loro profumo.
Claire si alza, spegne la fiamma - libera un sibilo ferito quando
l'olio bollente le scotta un polpastrello.
"La vuoi la colazione o no, Chris? Perché tra poco devo
uscire e non ho tutto il giorno."
Redfield si siede, appoggia le scarpe a terra, per nulla convinto:
Claire gli porge il piatto con un sorriso falso quanto la sua
sicurezza.
Pistol whip, I'm bleeding
a bit,
but I'll pop your bubble,
let's talk it over.
Alex distende una gamba verso l'alto, si stiracchia pigramente - lascia
che dita di Albert la trovino tra la cosce, descrivano scie umide lungo
l'addome, attorno al collo.
Stringe,
Wesker, e ride Alex - languida, divertita.
Pistole sul pavimento, vestiti stropicciati - diamanti sparsi tra le
lenzuola, gocce d'oro e sangue.
"Ehi!"
Wesker affonda,
morde labbra piene - che strappano e mormorano il suo
nome.
"Lo so che ci siete."
Alex s'inarca all'indietro, piccola serpe mai doma - una curva di
muscoli e avorio.
"Cristo santissimo, vi odio quando fate così."
Snuda i denti, lambisce la linea tesa del collo di Wesker - gli incide
mezzelune rossastre nelle spalle, lungo la schiena.
"Tra un'ora si apre, Al,
vorrei solo ricordartelo."
Gli preme il pollice sotto il mento, infrange il suo respiro - lo
accoglie sempre più
a fondo, resiste, cede.
"E per quanto riguarda te, Alexandra,
stasera è il turno di
quello sparuto uccellino della Redfield di esibirsi: giusto per
ricordartelo."
Alex libera un gemito indecente, da dietro la porta chiusa William
sibila una bestemmia a mezza bocca - le assesta un calcio sdegnato.
Wesker soffoca l'orgasmo tra i suoi capelli e ride.
Count your loss, but
being a killer,
stars on my shoulder,
holding you over.
"Capitano Redfield."
Chris si volta, alza un sopracciglio - non lui.
"Uhm."
Leon si toglie il cappello, sorride - denti bianchi, perfetti.
"Ho saputo che è appena stato promosso."
Un grugnito; il giornale ben stretto sotto il braccio, le spalle curve
in avanti.
"Una splendida notizia."
Chris sospira, annuisce bruscamente - Kennedy lo segue, sul volto
ancora quello stupido sorriso
plastificato.
"E cosa la manda qui di
preciso, agente Kennedy?"
Leon si copre gli occhi dal sole primaverile, salta una buca piena
d'acqua stagnante, nell'aria coriandolo e narciso.
"Oh, le solite cose; un'indagine qui, una là. Un traffico
d'oppio illegale, qualche lettera minatoria al presidente, Derek C.
Simmons."
Chris si ferma di colpo, quasi va a sbattere contro un gruppetto di
bambini di strada, lo fissa.
Leon si spazza la manica della giacca da un granello di polvere
immaginario, si mette le mani nelle tasche - inclina il mento verso di
lui.
"Il Lanshiang."
Chris assottiglia gli occhi, tace.
"Cosa sai di quel locale?"
"Siamo passati al tu,
Leon?"
Kennedy si stringe nelle spalle, abbozza.
"Pensavo che dopo tutto quello che abbiamo passato insieme fosse una
cosa naturale, Chris:
come sta Claire? È da un po' che non
la vedo."
Redfield resiste alla tentazione di assestargli un pugno sul naso in
mezzo alla strada e lì lasciarlo.
I can see clearly, I can
see clearly,
what you mean.
Sfuggente, spigolosa; Carla è un'ombra inquieta, una pozza
pallida nella quale galleggiano due occhi scuri, fin troppo vivi.
Argento ai polsi, attorno al collo - maglie di una catena che lei
stessa si è inflitta; Carla la fissa, ondeggia, scarpe
troppo alte,
un abito troppo
largo.
Alex accavalla le gambe nude, la studia - sorride.
"Carla."
Simmons le scocca un'occhiata neutra, tace.
"Fayer." ribatte lei, una voce bassa, profonda - che gratta.
"Siete venuti a godervi lo spettacolo?"
Derek si riserva qualche secondo prima d'annuire, distentendo poi le
labbra in un sorriso lezioso,
falso.
"Bene."
Alex si alza, oro lungo i fianchi, nei capelli; ferma un cameriere,
porge loro due bicchieri di bourbon - Wild Turkey.
"Alla vostra magnifica
serata." augura, inclinandone il bordo in
avanti.
Carla stringe il bicchiere tra le dita, vi preme le unghie - la guarda:
Alex non arretra e accetta il suo odio come se fosse un complimento.
I don't want to hear the
words leave your lips;
love's lyrics leave you
missing life,
"Steve ha baciato un'altra."
Alex alza un sopracciglio, ferma la mano a mezz'aria.
"Steve ha baciato un'altra e io l'ho scoperto per puro caso."
Ha le guance rosse, Claire; il fiato corto, i muscoli ancora caldi dopo
l'esibizione.
Si volta, mostra un'espressione ferita - arrabbiata.
"Che stronzo."
Alex tace, si reclina contro la sedia - incerta.
Il locale scivola nel silenzio, l'alba divora la notte -
giù,
tra le pareti dello speakeasy il mondo non muta mai,
cambia sempre.
"E lo stai dicendo a me perché...?"
Claire si tormenta l'orecchino destro, annuisce tra sé e
sé.
"Io..."
Ridacchia, nervosa.
"Non sono tua madre."
"Lo so."
"Non ne ho l'età.
Lo stimolo."
Claire la fissa, sembra cercare le parole adatte.
"Sì, ma tu cosa
faresti?"
Alex inclina il mento verso di lei, sospira.
"Sono la persona meno adatta a cui chiedere questo genere di cose,
Claire."
"Ma..."
"Nessun ma,
Claire; al tuo
posto considererei chiusa la questione."
Dal piano di sopra la risata sfacciata di William, il cling cristallino
del bicchiere di Albert che sbatte sul bancone.
Claire coglie lo sguardo di Alex che segue quel suono, comprende -
intravede.
Tra di loro un istante che brucia
troppo in fretta.
Tell yourself a lie and
look through the crosshair,
tie that blindfold tight.
Blue Umbrella, buona musica, ambiente elegante - uomini rispettabili,
acqua tonica e chinino.
Blue Umbrella: un nome, una garanzia - una rassicurante
promessa.
Leon osserva la donna che ha davanti inclinare il capo verso destra,
dedicargli un movimento curioso - attento.
Sorride, invitante
- lo stesso sorriso suggestivo che gli era valso
diverse confessioni veloci e notti umide.
La donna appare
lusingata, ma qualcosa
si agita sotto la pelle -
muscoli che si contraggono, avvolgendosi su loro stessi e preparandosi
a colpire.
"Leon." inizia "Leon Kennedy."
La donna tace, si umetta le labbra - rosse, piene.
"Vorrei parlare con il proprietario, se possibile."
"A che titolo?" ribatte lei, ed è profonda la sua voce,
diversa -
antica.
Il sorriso di Leon non perde smalto, quello della donna irrompe tra le
pieghe del suo viso, una tagliola nell'erba alta.
"Un'amichevole chiacchierata tra vecchi amici."
"Non credo di conoscerla."
Leon non cede, si protende verso di lei - percepisce un vago sentore di
fumo e rye whiskey.
"Ada Wong è una comune conoscenza."
Il volto della donna rimane impassibile, i suoi occhi freddi -
distanti.
"Lo chiami."
"No."
Leon raddrizza le spalle, stringe le labbra in una linea sottile - oh,
ti hanno strappato il sorriso, bel soldatino?
"Potrei estrarre il distintivo."
La donna snuda i denti, un lampo improvviso di bianco e rosso - ride,
vetri infranti e ossa spezzate.
Click.
"Leon Scott Kennedy."
Silenzio.
"A cosa devo il
dispiacere?"
Sulla nuca la canna della pistola di Wesker è un bacio
nerastro e gelido.
I don't want to leave the
puzzle undone I got (a lot)
I got a lot to, (lot to
lose) a lot to lose.
Se glielo chiedessero adesso non saprebbe bene dire il
perché.
Sei prima avrebbe risposto perché
balla bene.
Sei mesi prima avrebbe ribattuto che era una donna libera e adulta -
che l'egida di suo fratello, soffocante e protettiva, le stava stretta,
minacciando di stroncarla invece che aiutarla a crescere.
Sei mesi prima Alexandra Wesker era solo un nome, una curva lucida di
sudore e oro - sfrontata, disinbita, criminale.
Tutto quello che anche
tu sei, Claire; tutto quello che il tuo
piccolo
cuoricino timido ti sussurra a ogni battito.
"L'ho lasciato."
Alex si passa il dorso della mano sulla fronte, la fissa di sbieco.
"Gli ho mollato un pugno sul naso e poi l'ho lasciato."
In mutande e poco altro Claire è quasi ridicola
sotto le
luci del camerino - un cipiglio contrariato sul viso giovane.
"Quel figlio di puttana."
Alex si allaccia il costume di scena dietro il collo, si passa il
pollice sotto il labbro - la studia dal riflesso dello specchio.
Claire sbuffa, si lascia andare sul divanetto vicino.
"E sai cosa ha avuto il coraggio di rispondermi, lo stronzo?"
"No." le concede Alex, non perdendola di vista per un solo secondo.
"Che la colpa era mia.
Che io ero
quella che gli dava poche attenzioni."
"Uhm."
Claire solleva le gambe verso l'alto, muove le dita nell'aria - sbuffa.
Alex continua a truccarsi in silenzio, quieta; sopra, l'Umbrella trae
il suo primo, lungo respiro.
I don't want to leave the
puzzle undone I got (a lot)
I got a lot to, (a lot to
learn) a lot to learn.
"Prima o poi avranno la tua testa."
"Forse."
"Chris Redfield non è uno che molla facilmente."
Wesker abbozza un sorriso, inclina il mento verso destra - ride di Leon
e delle sue patetiche minacce.
"Nemmeno io, Kennedy."
Leon scivola con l'indice sul bordo del bicchiere, annuisce.
"La piccola Claire."
Silenzio.
"Non la prenderà bene."
"Non deve saperlo."
Leon rialza lo sguardo, cerca i suoi occhi - ghiaccio e metallo.
"Ma lo saprà."
"Da te?"
"No." l'interrompe Ada, appoggiando una mano sulla spalla di Leon.
Wesker beve un sorso di whisky, li studia - entrambi.
Ada lo affianca, sorride - melliflua, falsa.
Il palco s'illumina e
brucia.
I don't want to hear you
say you believe
when you don't.
Non c'è solo grazia in Alex.
C'è potenza -
rabbia.
Non c'è solo eleganza nei suoi movimenti.
C'è forza -
muscoli che si contraggono e colpiscono.
Claire la segue, la percepisce sfuggirle tra le dita a ogni passo -
coglie i suoi occhi frugare gli astanti, scivolare su di loro come
bestioline affamate e...
Cosa...?
Qualcuno grida - un uomo.
Qualcuno estrae una pistola - una donna.
Qualcuno è più veloce - William Birkin.
Claire si volta, cerca Alex, la trova già al suo fianco, un
gomito piantato tra le costole e il suo profumo addosso.
"Sparano." sente se stessa mormorare, sbalordita.
"Quanto sei acuta,
Claire." la deride Alex, cercando protezione dietro
un tavolo rovesciato.
Claire apre la bocca, la guarda - un profilo illuminato da una luce
malsana, eccitata.
Estrae una pistola - piccola, probabilmente una Beretta - arma il cane,
la solleva leggermente verso l'alto.
"Torna nei camerini." le suggerisce, curvandosi verso destra "Qui non
è più sicuro."
I proiettili stracciano
l'aria fumosa del locale, spezzano
la sua
ruotine notturna - schegge di metallo e legno che si aprono in archi
grotteschi attorno a lei, sulla sua testa.
"E tu? Cosa farai? Non puoi rimanere qui."
Alex abbozza un sorriso, posa lo sguardo su Wesker - avambracci nudi,
la canna dell'arma oltre la barricata improvvisata che è
diventato il bancone del bar.
"Sono dove devo essere." le risponde, prima di scattare attraverso
l'intera sala e saltare
- danzare.
E si schiude, Alex - vola.
E ride,
Birkin, mentre centra uno dei sicari di Simmons in fronte e
regala a Wesker la copertura necessaria per afferrarla e trattenerla.
Ha un taglio lungo lo zigomo, Wesker; dita sporche di sangue (protese
verso di lei),
cordite sulla camicia, tra i capelli.
Claire digrigna i denti, sputa una bestemmia - si sposta verso le scale
e comincia a correre.
Alle sue spalle Alex si avvolge attorno al corpo di Wesker come un
serpente e spara.
Pistol whip, I'm bleeding
a bit,
but I'll pop your bubble,
let's talk it over.
Pezzi di vetro, schegge di legno - la risata di William che attraversa
la polvere come una canzone stonata.
"Direi che il Lanshiang si è appena guadagnato la nostra
attenzione, eh, Al?"
Wesker libera un grugnito a metà, si tiene il fianco -
zoppica, ma la canna della pistola fuma ancora, rovente.
"Oh, direi che hanno ben più
della nostra attenzione, Will."
replica Alex, estraendosi un frammento di cristallo dalla coscia.
"Siete dei cretini."
Alex solleva lo sguardo, sospira, irritata.
"Claire."
La piccola Redfield fissa ciò che rimane del palco, i
cadaveri che giacciono riversi sul pavimento, lungo i tavolini, persino
sopra i divanetti spolpati.
Si volta, posando lo sguardo su tutti e tre - socchiude la bocca, la
richiude.
"Anzi, no: che teste di cazzo."
Wesker inclina il mento verso Birkin - posso sparare anche a lei? Tanto
nel casino generale non si vedrà nemmeno. -
Alex alza un
sopracciglio, interdetta.
"Dovevamo forse farci sparare addosso, Claire?"
Claire incrocia le braccia al petto, picchietta con le dita sui gomiti.
Wesker insiste - posso?
E che palle, William. - Birkin borbotta -
piantala, Al, piantala.
Lo so che nel tuo cervello primitivo scorre ora
tanta adrenalina da farti aver voglia di picchiare qualcosa o scopare
qualcuno, ma... - Alex comincia a contare quanti ettari di
terra ci
vorranno per seppellirli tutti.
Count your loss, but
being a killer,
stars on my shoulder,
holding you over.
Si fissano dai poli opposti della storia - il cieco coraggio dell'eroe
e la virtuosa
ferocia del villain.
È una danza di cui entrambi conoscono i passi - che hanno
ballato a lungo, giù,
sempre più
in basso, verso
il crinale asimmetrico del tempo e dello spazio.
"Un incidente."
"Esatto." ribatte Alex, umettandosi le labbra.
"Un fottuto incidente."
Wesker abbozza un sorriso, il petto nudo e una vistosa fasciatura a
coprirgli tutto il fianco sinistro.
"Può succedere, agente Redfield."
Chris indurisce lo sguardo, rafforza la presa attorno al taccuino -
tace.
"Quindi, se ho capito bene, qualcuno
è entrato in un banale
locale che non stava facendo
nulla d'illegale e ha cominciato a
sparare."
Alex annuisce, non cerca nemmeno di coprirsi il seno, le cosce lasciate
scoperte dal vestito sfilacciato - senza vergogna, senza limiti.
"L'abbiamo chiamata proprio per questo, agente:
perché
scopra chi vuole
farci del male."
Burton quasi
le scoppia a ridere in faccia, ma ha il buonsenso di non
farlo; Chris studia i fori di proiettile nei muri della Blue Umbrella e
scava.
1.
L'osso si spezza,
la pelle si strappa.
Alex grida
poco prima dell'impatto, rovescia la testa all'indietro e
spalanca la bocca - la richiude non appena l'auto si inabissa dentro il
canale.
I capelli le circondano il viso come una corona d'oro e azzurro, negli
occhi una scintilla feroce, che vuole vivere.
Si volta verso Wesker, già al suo fianco - un'orbita piena
di sangue e che la studia alla cieca, non vedendola realmente.
Alex si indica la gamba - è
incastrata - non si chiede se
potrà mai tornare a ballare (o a camminare, se è
per questo), ma tira, e percepisce i muscoli sfilarsi, ridursi a
brandelli come le corde di una chitarra.
Strattona, Alex, e Wesker con lei - rosso sulle labbra, al centro del
petto.
Sopra di loro il mondo è una nube rugginosa e verdastra.
White shirt now red, my
bloody nose;
sleeping, you're on your
tippy toes.
Carla è una donna
nervosa; di quelle che non stanno mai
ferme.
Ora si mangiucchia le cuticole delle unghie, il momento dopo incide -
mezzelune di sangue in palmi di mani ruvide, segnate da un altro tipo
di violenza.
E fa male,
Carla: a se stessa, a ciò che conosce.
Mappa il proprio corpo attraverso la sofferenza - espia, senza sosta.
Il Lanshiang le rende la pelle traslucida, rossastra: le guance
scavate, il colorito smunto, malato.
Ed è malata,
Carla: infetta, velenosa.
Distrutta.
"I nostri uomini sono morti." le dice Simmons, e Carla nemmeno lo
ascolta.
"La polizia è sul posto." continua, tamburellando le dita
sul bordo della sedia - tump tump tump, tump tump tump: il pesante
anello in oro con il simbolo della Famiglia tutto quello che vede
Carla.
"La Blue Umbrella resterà chiusa per due settimane: a scopo
preventivo, hanno detto."
Silenzio.
Simmons inclina il mento verso di lei - occhi piccoli, che si perdono
nel buio della sala da ballo.
"Hai niente da aggiungere, Carla?"
Il sorriso che gli rivolge risponde già a tutto.
2.
Claire lo vede succedere, ma non può fare niente per
evitarlo.
La Lincoln di Wesker sterza,
scansa la seconda raffica di proiettili
del posto di blocco - il finestrino esplode in una nube
di schegge, una
ruota si stacca, colpendo il pieno la fiancata di una delle auto della
polizia.
Chris urla qualcosa e Parker gli corre al fianco, annuendo
freneticamente.
Il canale,
realizza poi Claire: stanno
andando verso il canale di
Raccoon.
Alex si rovescia sulla capote stracciata e spara.
Creeping around like no
one knows,
think you're so criminal.
"Sono forse sospettata di qualcosa, agente Redfield?"
Chris studia il fascicolo che ha davanti - povero, in realtà
- getta un'occhiata veloce alla donna che ha di fronte, dubbiosa.
"Lei non ha passato, signorina Fayer."
Alex intreccia le dita tra loro, accavallando le gambe.
"Non uno che mi piaccia raccontare."
"Forse sarebbe il caso d'iniziare."
"Non credo proprio."
"Potrei arrestarla per intralcio alla giustizia."
"Pagherei la cauzione in meno di un'ora."
"Wesker."
Silenzio.
"Wesker pagherebbe
la cauzione." specifica Chris, reclinandosi contro
lo schienale della sedia.
Il sorriso di Alex non vacilla, non trema.
"Lei non esisteva neppure fino a qualche anno fa, signorina Fayer."
"Non qui."
Chris la studia, quieto -
leggermente più rilassato di
quando si trova nella stessa stanza con Albert.
"I casi sono due, signorina: o lei è la sua puttana..."
Alex amplia il sorriso, sembra quasi incoraggiarlo per quella strada.
"... o è lei il capo."
"Di cosa, agente Redfield? Di un locale che promuove la buona musica e
delle ottime
spremute? Anzi, le suggerisco di provare quella
all'arancia e zenzero: dicono faccia meraviglie per la
pelle
screpolata."
Chris piega le labbra in un sorriso a metà, derisorio - per
nulla divertito.
"E se le dicessi quello che penso?"
Alex distende le mani davanti a sé, inclina il capo verso la
spalla, tranquilla.
"Molto bene."
Chris si schiarisce la voce, i muscoli sotto la camicia blu che si
tendono - vibrano.
"Lei non è
solo la sua puttana; lo è stata, forse
all'inizio. D'altronde,
tutte iniziano così con Wesker:
passando dal suo cazzo."
Alex sa
quello che sta provando a fare Redfield, lascia che prosegua,
incuriosita.
"Ma poi qualcosa è cambiato nell'asse di equilibrio del
potere tra voi due. Forse è molto brava a fare pompini o
forse la
disfatta totale della famiglia Spencer è stata una
sua idea."
Alex si umetta la labbra, e Chris nota le piccole espressioni che cerca
di trattenere - così veloci da essere quasi invisibili.
"Forse, e ripeto, forse, la figlia perduta di Spencer, per la quale ha
sporto regolare denuncia dieci anni fa - ritirandola due giorni dopo,
aggiungo - è la stessa bambina che i suoi soldi hanno
nascosto da occhi indiscreti e, cosa ancora più grave, dal
tribunale dei minori."
Alex ammorbidisce la linea della mandibola, quella delle spalle, e
Chris capisce - vede
il tentativo di dissimulazione dietro una posa
noncurante, assente.
"Quanto spesso?"
"Non so di cosa stia parlando, agente."
"Quante volte a settimana abusava di lei?"
"Lo sta chiedendo alla persona sbagliata: io non sono quella bambina."
Chris inspira con forza, sporgendosi oltre il bordo del piccolo tavolo
in metallo e legno.
"No, non lo è Alexandra: non più."
"Non lo sono mai stata. Si sta sbagliando. Certo, è una
teoria molto...
articolata. Da libro giallo, ma non è quella
giusta."
"Quale parte? L'essere la puttana di Wesker o la bambina abusata di
Lord Spencer?"
Gli occhi di Alex non tradiscono alcun sentimento - raccontano tutto
nel loro silenzio - e lo inchiodano sul posto,
trasparenti.
"Nessuna, agente Redfield. Nessuna."
La negazione è, in fondo, il primo passo di una
consapevolezza mai acquisita.
3.
"Quanto è grave?"
Wesker si toglie i capelli dalla fronte, apre la bocca - non sa bene
cosa risponderle.
Come.
Alex si tocca ciò che resta della sua gamba, stringe i denti
- i pensieri.
"Merda." sibila, issandosi sui gomiti "Non abbiamo tempo."
Il respiro di Wesker è un fischio sottile, che indica una
lesione al polmone; scuote la testa, spargendo piccole gocce d'acqua e
sangue attorno a sé - mai domo, mai sconfitto davvero.
"William ha detto che una macchina ci sta aspettando dall'altra parte
della sponda."
L'occhio sano di Wesker brucia,
e Alex vi legge dentro un odio senza
pari - una rabbia che minaccia di schiacciare entrambi.
"Albert." lo chiama.
"Albert." ripete, sfiorandogli l'orbita cava - dentro alla quale pulsa
un grumo di carne e nervi spolpati.
Wesker solleva il viso verso il suo, tace - trattiene sulla lingua
tutte le parole mai dette.
"È finita."
Le sirene della polizia stracciano
l'aria, il rumore del fiume.
Alex abbozza un sorriso, tira su con il naso - nasconde un singhiozzo
patetico.
"È finita, Al: dobbiamo andarcene."
Wesker le circonda le spalle con un braccio, l'altro sotto le ginocchia
martoriate - irriconoscibili.
Il mondo non li avrà
mai.
Bruises, on both my knees
for you,
don't say thank you or
please.
La violenza è un concetto semplice: che tutti
conoscono e
possono capire.
La violenza è ciò che ci rende umani - nulla
più di scimmie evolute quel tanto che è bastato
per impugnare una clava dalla parte giusta della storia.
La violenza è ciò che si riversa per le strade di
Raccoon City nell'arco di pochi mesi - nessuna pietà, nessun
rimorso.
"Vi prenderanno."
Alex ansima, si passa il dorso della mano sulla fronte.
"Tutto il dipartimento è sulle vostre tracce; aspettano solo
un passo falso."
Si toglie il costume di scena, le scarpe - nuda: lucida di sudore e
oro.
"Alex."
"È il tuo turno, Claire."
"Chris non mollerà mai."
Alex le riserva uno sguardo in tralice, privo di sfumature - ed
è lo stesso che ha visto nelle ultime settimane.
Claire inspira, scuotendo la testa.
"Non... non potrò continuare a lungo."
"Nessuno ti sta costringendo."
"Lo so."
Alex le si avvicina, e sebbene non sia molto più alta di
Claire sembra quasi sovrastarla.
"Lo fai perché ti piace: perché ti fa stare bene."
Claire indurisce lo sguardo; fuori le voci del locale la raggiungono
come una cantilena ovattata, uniforme.
Alex snuda i denti, Claire piega le labbra in una smorfia: attorno a
loro un cerchio di fuoco sempre più piccolo.
4.
"Sono morti?"
Chris getta un'occhiata delusa a sua sorella, subisce quella di Claire
- accusatrice.
"Hai lasciato che tutto ti scappasse di mano."
"Erano criminali, Claire. Assassini."
"Anche Simmons e il Lashiang non sono innocenti."
"Non puoi scambiare una colpa con un'altra, Claire."
Parker urla qualcosa a Burton, gli indica una fune, poi la carrucola -
agganciala alla ruota, porca troia! Agganciala, che dobbiamo tirare su
questa carretta.
Claire fissa la Lincoln di Wesker essere trascinata fuori dal fondo
limaccioso del canale, ricorda - tace.
"Mi hai mentito." mormora Chris, ferito "Per tutto questo tempo tu sei
stata con loro."
Claire sospira, scrollandosi nelle spalle.
"Con Alex."
Chris libera una risata spezzata, amara - che cade tra di loro con la
stessa pesantezza di una menzogna.
"Non cambia lo stato delle cose."
Claire si volta, porgendogli i polsi - sottili, cosparsi da un leggero
ventaglio di lentiggini.
"Vuoi arrestarmi, Chris?"
La voce di Burton interrompe ogni altra replica.
I do what I want when I'm wanting to.
My soul? So cynical.
La città si sporca di sangue e polvere, le loro mani
rimangono immacolate - pallide e prive d'imperfezioni.
"Sai, questa è adrenalina." comincia William, picchiettando
con l'indice e il pollice sulla siringa.
"È un ormone molto simpatico."
L'uomo di Simmons - Rudy, da quello che hanno capito - non lo perde di
vista un secondo, dimostra un coraggio malriposto.
Birkin spreme un po' di liquido, facendolo cadere sul pavimento grigio.
"Aiuta a rimanere svegli."
Rudy tace, sfigurato - alle sue spalle il profilo di Wesker, contratto
(furioso).
"Ed è incredibile per il dolore; certo, ne alza la soglia,
ma vuoi mettere quante belle cose può farti il mio amico
laggiù senza che tu svenga o, cosa che non vogliamo
assolutamente, muoia?"
Rudy inspira con forza da sotto la benda, fissa William con astio -
riceve in cambio una risata divertita, fuori posto.
Birkin si flette sulle ginocchia, inclinando il mento verso destra e
studiandolo - curioso, eternamente giovane.
"Mi chiedo quanto tempo ci metterai a pisciarti addosso."
Wesker esce dall'ombra e avanza.
5.
"Avete bisogno di un medico."
Wesker cerca di respirare, si blocca a metà del gesto,
tossendo invece uno spruzzo di sangue e saliva.
"Ha un polmone perforato, cinque costole rotte come minimo e santo
Iddio, le manca un occhio."
Alex rovescia la testa tra le ginocchia, arriccia il naso al puzzo
fresco di carne lacerata e sangue - trattiene un conato.
"E la signora rischia una sepsi generale se non sistemiamo quelle
gambe."
"Taci, stronzo!" mastica Wesker, ma ha un suono strano la sua voce -
umido, colloso.
Alex si appoggia con la fronte allo schienale del sedile anteriore,
resiste alla prima buca, poi alla seconda - alla terza si contrae in
avanti e vomita ciò che resta dell'acqua del fiume.
"Lascialo in pace." mormora, cercando alla cieca la mano di Albert.
"Non mi sono offeso, signora." ribatte l'uomo alla guida, quieto.
"Albert sa essere un gran figlio di puttana, quando vuole:
cioè, sempre."
L'uomo alla guida ride, annuendo.
"Il dottor. Birkin me ne aveva messo al corrente."
Alex annuisce, socchiude le palpebre - è così
stanca e vorrebbe solo dormire: riposarsi un attimo e...
"Non la faccia addormentare."
Alex si aggrappa a quelle parole senza alcun successo.
So you're a tough guy, like it really rough guy,
just can't get enough guy: chest always so puffed guy,
I'm that bad type; make your mama sad type,
make your girlfriend mad tight, might seduce your dad type
I'm the bad guy.
Ciò che resta di Rudy viene consegnato a Simmons in
un'elegante busta color avorio - nessun indirizzo, nessun sigillo.
Non è molto, ma è sufficiente perché
Carla lo riconosca - il tatuaggio a forma di colomba, la poltiglia
umida e appiccicosa che sono i suoi occhi (uno blu, l'altro marrone).
"È stata lei."
Simmons alza un sopracciglio, la fissa in tralice.
Carla arriccia le labbra sottili sui denti ed è solo in quei
momenti che diventa bella - quando la rabbia e la follia la tingono di
colori nuovi e la fanno vibrare, come un uccellino preda dell'inverno.
"La donna. Alexandra."
"Come fai a esserne sicura? Ci vuole forza per fare un lavoro del
genere."
"Lo so e basta."
Simmons tace, respira il suo odore - una nota floreale leggermente
acida - togliendole la busta dalle dita contratte ad artiglio: la loro
guerra sarà solo un anticipo sui tempi che stanno arrivando.
6.
Claire non dovrebbe trovarsi lì, in quel luogo, in quella
strada.
Non ce la faranno mai, pensa, osservandoli scappare dall'uscita
nascosta della Red Umbrella.
Ci sono troppi poliziotti, troppe armi, prosegue, guardandoli salire in
macchina e ingranare la marcia.
I posti di blocco li fermeranno, con le buone o con le cattive, decide,
ed è allora che fa la cosa più stupida,
più cretina, più...
Claire si volta e comincia a correre.
I like it when you take control,
even if you know that you don't.
I corpi si accumulano, la fatica di Chris e del dipartimento con loro.
Nessuno si sente più al sicuro, nessuno si fida
più di una città che li ha traditi respiro dopo
respiro.
Claire balla per l'ultima volta sul palco della Red Umbrella, omaggia
il pubblico con la sua esibizione più bella - il canto di un
cigno che non diventerà mai tale.
"Me ne vado." le dice, e Alex annuisce.
"Chris sospetta qualcosa." chiarisce, ma Alex vede oltre le sue
menzogne - oltre una paura che fino a quel momento l'aveva fatta
sentire viva, padrona.
"Non... non finirà bene, Alex: questa guerra che avete
iniziato per il possesso di Raccoon... be', sarà un
massacro."
"Lo è già." le ribatte Alex, asciutta.
"Morirete."
"Grazie della fiducia."
"Simmons ha appoggi ovunque, persino a Washington."
Alex si raccoglie i capelli sulla cima del capo, stirandosi poi una
palpebra verso l'alto e controllando la linea dell'eyeliner.
"Non hanno importanza."
"Vuoi così tanto morire, Alex?"
"No."
"E lui?" insiste Claire, indicando il soffitto "Sa in cosa ti sta
trascinando o pensa che gonfiare un po' il petto sia sufficiente?"
Alex ridacchia all'immagine innocente della piccola Claire, coglie una
nota stanca sul fondo dei suoi occhi - febbrili, ossessionati.
Nel petto il cuore è un battito combusto e fiacco.
7.
"Il cruscotto le si è chiuso sulle gambe, Al: chili e chili
di metallo e lamiera."
Wesker tace, respira piano, a metà.
"La sinistra era ancora in buone condizioni, ma la destra..."
Wesker si gratta vicino alla benda che gli copre l'orbita cava,
ascolta, incapace di fare altro.
"Non so se riuscirò a salvarla; e, anche nel caso,
zoppicherà per sempre."
Silenzio.
"A te è andata meglio." prosegue William, sospirando e
fissandolo "A te va sempre meglio."
Wesker posa su di lui l'unico occhio rimasto - azzurro, da lupo in
caccia.
"Sei una disgrazia, Al: una vera e propria piaga."
Birkin si stropiccia le palpebre, il camice sporco di sangue, i capelli
spettinati - leggermente unti sulle punte.
"Avevamo tutto, Al: come abbiamo potuto lasciare che accadesse?"
Il silenzio di Wesker è una risposta più che
sufficiente.
Own me, I'll let you play
the role,
I'll be your animal.
C'è un momento - uno preciso - nel quale comprendi: capisci
davvero.
È un istante di così pura
lucidità da
lasciarti senza fiato - da farti sospettare d'aver sempre sbagliato
tutto.
È un frammento di coscienza che non riusciamo ad afferrare -
che ci sfugge dalle mani come fosse già morto.
Alex scivola con lo sguardo sulle pareti nude del locale, ne viene
colpita in pieno petto - retrocede, e sono le mani di Albert a
sostenerla.
Si volta, fissandolo - nell'aria ancora la debole traccia dell'oppio e
dell'alcol.
Wesker le sfiora il fianco con la punta delle dita, risale verso le
costole - preme,
cercando la curva morbida del capezzolo.
Alex si flette
verso di lui, artigliandogli la nuca e portandolo a
sé - mordendo e reclamando, fino a quando non è
duro contro la sua coscia, pronto.
Wesker si allontana appena, respira sulla sua bocca - la invita ad
aprirsi a lui, al suo desiderio.
Si inginocchia, Wesker; prega
un dio umido, che gronda
tra le sue dita
- sulla sua lingua.
Alex stringe,
percorre la sua erezione senza vergogna - brucia per lui,
con lui.
Albert affonda - geme
- Alex lo segue - sempre:
la solitudine di
entrambi conosce, per un attimo, tregua.
8.
"Chi diavolo...?"
Burton si ferma a metà della frase, sbatte le palpebre un
paio di volte, cercando di mettere a fuoco la figura che sta correndo
loro incontro.
Kennedy spintona di lato Chris, supera il posto di blocco - accelera,
estraendo il distintivo al suono delle sicure sbloccate.
"Fermi!" tuona, voltandosi "Non sparate: è un ordine."
Redfield rafforza la presa sul calcio del fucile, digrigna i denti.
"Non comandi tu qui, Leon."
La ragazzina,
mormora la voce di Ada.
Kennedy arriccia appena un angolo della bocca, alza un sopracciglio -
la ragazzina si metterà nei guai, prosegue Ada.
"Invece sì, capitano
Redfield: sono una agente federale e
come tale vi ordino di
non sparare se avete a cuore il vostro posto di
lavoro."
Chris tende i muscoli nel collo, buttandosi il fucile sulle spalle e
scrocchiandosi le dita delle mani.
"Figlio di..."
"Claire!"
Chris segue la voce che ha appena chiamato il nome di sua sorella -
Parker -
mostra un'espressione sorpresa, confusa.
Davanti a lui Claire muove le braccia verso destra e mente.
My mommy likes to sing
along with me,
but she won't sing this
song.
"Vogliono toglierci i porti."
Wesker studia la mappa della città in silenzio, langue
insieme all'Umbrella - un leone sfamato, che sonnecchia sull'argine
dell'abisso.
"Se Simmons ci taglia gli approvvigionamenti di alcol e oppio ci
esclude automaticamente
da ogni mercato."
"E possiamo dire addio anche al denaro. E con quello alle mazzette. E
agli agenti corrotti. Alle spie. Ai regali e favori che abbiamo sparso
qua e là come fiori. Al potere di scambio. A tutto il
sistema burocratico che abbiamo oliato così
bene per
così
tanto tempo."
Alex annuisce, picchietta con un'unghia sul bordo del tavolo.
"Saremo esposti."
Wesker si umetta le labbra, sposta gli occhi verso il porto Est -
compromesso - quello a Nord - ancora in loro possesso.
"Facili prede della polizia e dei nostri nemici."
William si gratta la nuca, frugrandosi poi nelle tasche dei pantaloni
alla ricerca di qualcosa da masticare.
"Dobbiamo fermarli."
"Lo so." ribatte Wesker, neutro.
"Hanno più uomini."
"I Radames sono collusi con i Duvall: inoltre Derek può
usufruire dei suoi contatti nella capitale."
"La vecchia guardia." sibila Alex, percependo il passato lambirle le
caviglie, i pensieri.
"Potremmo chiedere ai Gionne: in fondo, non vi eravate lasciati in
così cattivi rapporti, no, Al?" suggerisce Will, rompendo
contro i molari una caramella cioccolato e mou.
Wesker getta un'occhiata sfuggente ad Alex, riceve in cambio un cenno
d'assenso.
"Pecunia non olet." cita Alex, incrociando le braccia al petto "Se sono
disposti a concedercelo, non vedo perché no."
"Excella non è in città."
Silenzio.
"Si è trasferita in Europa: a Milano, per la precisione."
"C'è suo padre." insiste Birkin, convinto.
Alex posa lo sguardo su Albert, alza un sopracciglio.
"Si è sposata: e aspetta un bambino."
Alex assottiglia gli occhi, tace.
"La loro azienda sta cercando di rifarsi una faccia dopo gli eventi di
qualche anno fa: ciò che è rimasto della loro
organizzazione è frammentato e Carlo sta cercando di
salvarlo in tutti i modi possibili. Non credo proprio ci aiuteranno,
William."
"Dopo che tu
li hai dati in pasto a Redfield, vorrai dire;
regalandogli, peraltro, una fior fiore di promozione." specifica Alex,
unendo il pollice e l'indice tra loro.
Wesker la fissa, schiocca la lingua contro il palato - contraddetto,
irritato.
"Avevo altra scelta?"
Alex lo deride con un sorriso a metà, gli punta il dito
contro.
"Oh, certo che l'avevi, Al:
solo che non hai voluto prenderla."
"Continuare a scoparmela?"
"Forse."
Wesker alza un sopracciglio, Alex snuda i denti - una bestia
all'angolo, ferita e mutilata: William appoggia entrambe le mani sulla
cartina e sospira.
9.
"Le strade sono bloccate."
"Lo so."
Alex ricarica, inspira -
prende la mira - espira - spara.
"Dobbiamo uscire dalla città."
Wesker ingrana la marcia, accelera - sterza all'ultimo secondo,
colpendo con il retro della macchina il marciapiede.
Alex bestemmia, si abbassa quando una raffica di proiettili fa
esplodere la gomma di sinistra, minacciando di mandarli fuori strada.
"Il canale."
Wesker si volta, la fissa, interdetto.
"Prendi il canale." ansima Alex, scivolando verso il cruscotto "Non
abbiamo altra scelta: lo attraverseremo a nuoto."
Wesker sta per ribattere qualcosa quando un proiettile colpisce lo
specchietto retrovisore, aprendosi in una nube di vetro e polvere.
Alex si copre la testa con le mani, Albert soffoca un grido - e
l'occhio implode;
può quasi sentirlo spappolarsi,
sciogliersi come cera e colare fuori dall'orbita in una
bava rossastra
e appiccicosa.
"Albert!"
La Lincoln esegue un testacoda, ruota rapidamente sul proprio asse una,
due, tre volte - si ferma.
Alex apre la bocca, Wesker stringe i denti, pulendosi dal sangue la
guancia: davanti a loro il fiume di Raccoon City rumoreggia e si
gonfia.
If she reads all the
lyrics,
she'll pity the men I
know.
A Chris non piace nessuno di loro.
Studia il proprio ufficio iniziare un banale mercoledì
mattina - alla lavagna le foto di Albert Wesker, Alexandra Fayer,
Ozwell Spencer, Derek Simmons e Carla Radames.
Si porta la tazza di caffè alle labbra, saggiandone appena
la schiuma - due bustine di zucchero, tre quarti di latte.
"Qual è la tua teoria?" lo interrompe Burton, nel respiro
ancora un leggero retrogusto di tabacco.
"Su chi?"
Barry si stringe nelle spalle, infilandosi i pollici nei passanti dei
pantaloni.
Chris avvicina nuovamente la tazza alle labbra, inspira - posa lo
sguardo sul volto spigoloso di Wesker.
"La Blue Umbrella è solo una copertura."
Barry tace, lo incita a continuare con un gesto spassionato della mano.
"C'è una guerra in corso tra le due bande rivali - Wesker da
una parte, Simmons dall'altra. Si stanno scannando per il controllo
dell'unica via d'accesso delle merci, ovvero i porti."
"E le due donne?"
"Sono quelle che mi preoccupano di più."
Barry si avvicina alla lavagna, indica un paio di nomi scarabocchiati
vicino.
"E loro?"
"Collaboratori. O sospettati come tali."
Chris abbandona il caffè sulla scrivania, incrocia le
caviglie tra loro.
"Il dottor. William Birkin: un chirurgo importante dell'ospedale
principale della città e guarda caso assiduo
frequentatore
del locale di Wesker. Senza contare che hanno anche fatto
l'università assieme."
"Questo non lo rende colpevole, e lo sai. Sospetto, ma non colpevole."
"Non è lui che mi interessa."
Barry alza un sopracciglio, abbozza un sorriso.
"E se ti dicessi che il dottor. William Birkin ha appena lasciato la
città con la sua famiglia?"
Silenzio.
"Sai cosa si dice quando i topi abbandonano la nave, vero, Chris?"
Redfield sfiora con lo sguardo l'orizzonte e si chiede quando si
tingerà di rosso.
10.
"Si sono buttati!"
"Muoviti! Fai portare qui i mezzi! Una carrucola, qualcosa! Dobbiamo
recuperare l'auto e controllare se ci sono superstiti!"
"Fate dragare il fiume,
adesso!"
Leon osserva Chris impartire ordini ai suoi uomini, dirigerli con la
consumata efficienza di chi è nato soldato -
nella mente
come nel cuore.
"Hai fatto una cosa molto stupida."
"Lo so."
"Potevamo spararti."
"Ho corso il rischio."
Kennedy inclina il mento verso Claire, la fissa.
"Per loro? Per due criminali?"
Claire apre la bocca, la richiude - perché nulla potrebbe
spiegare davvero
cosa aveva vissuto nell'ultimo anno con Alex.
Leon ridacchia, scuotendo la testa: le accarezza poi la schiena,
baciandola sulla tempia.
"Piccola Claire: ti sei fatta grande anche tu."
Leon amplia il sorriso e già immagina quello soddisfatto di
Ada.
So you're a tough guy,
like it really rough guy,
just can't get enough
guy: chest always so puffed guy,
I'm that bad type; make
your mama sad type,
make your girlfriend mad
tight, might seduce your dad type
I'm the bad guy.
"Devi andartene."
William la fissa di sbieco, sul volto un'espressione seria, fuori posto.
"Tu e Annette. E Sherry."
"Ci avevo già pensato."
"Lo immaginavo."
"Vi suggerisco di fare altrettanto."
"Non ancora."
"Alex."
"Non ancora."
"È personale, vero?"
Alex si stropiccia le palpebre, nascondendo occhi pesanti, stanchi.
"È stato Simmons a insabbiare tutto."
"Non so..."
Birkin sbatte una mano sul tavolo, rovesciando la bottiglia di bourbon.
"Smettila. Smettila di
raccontarmi cazzate. Di insultare la mia
intelligenza."
Alex non lo guarda nemmeno in faccia, si umetta le labbra - leggermente
screpolate agli angoli.
"Era giovane, Derek." inizia poi, tendendo la linea delle spalle
"Vent'anni al massimo."
William ascolta,
conosce.
"Era già un membro del Congresso."
Alex finisce in un colpo solo il suo bicchiere, piega la bocca in un
sorriso sbilenco, triste.
"Fare due più due è facile, Will: la famiglia di
Spencer era un purosangue che ha portato il suo ossuto culo
direttamente giù dal Mayflower, come quella di Simmons.
Insieme si sono spartiti il potere - lui e altri cinque o sei, almeno.
Sono collocati tra il Congresso, la Corte Suprema e il Gabinetto."
Alex chiude gli occhi, snuda i denti - freme, viene
attraversata da una
scossa tellurica di rabbia e sdegno.
"E i segreti sono la colonna portante del potere, Will."
Birkin tace, si siede al suo fianco - le offre una caramella ripiena di
fragola.
La furia di Alex è una fame che non conosce pace.
11.
"Io non la conosco."
L'uomo chiude il libro - Morte di un banchiere, Wade - appoggiandogli
sopra gli occhiali.
"No, non mi conosce, signorina Fayer."
Alex socchiude gli occhi, lascia che vaghino per la stanza - al fianco
una fleboclisi e sul comodino un mazzo di girasoli e tulipani.
"Però so che ci ha portati fino qui."
"Esatto, signorina Fayer."
"La pianti."
"Di fare cosa, signorina?"
Alex si volta - lentamente, perché le fa male tutto, e non
ha il coraggio
di scostare il lenzuolo e guardare.
"Di chiamarmi con quel nome del
cazzo."
L'uomo annuisce, abbozzando un sorriso gentile - sincero.
"Come vuole, signorina: io sono Stuart, e lei è...?"
Alex lo studia in silenzio per alcuni secondi, tendendogli poi la mano.
"Alex andrà benissimo, Stuart."
Stuart gliela stringe senza alcuna esitazione.
I like when you get mad,
I guess I'm pretty glad
that you're alone.
C'è sempre un punto zero: un momento in cui ogni equilibrio,
persino quello più violento, si rompe, spargendo
attorno a
sé l'oscena materia di cui sono fatti gli uomini.
Chris viene svegliato dal bussare insistente alla porta, scende i
gradini due alla volta - non fa caso al profilo di Claire nascosto
dietro lo stipite del bagno.
"Cosa è successo?"
"Il porto."
"Quale?" ribatte Chris, la voce ancora impastata di sonno e stanchezza.
"Tutti."
Silenzio.
"Impossibile."
La voce di Parker si alza di qualche ottava, sfiora l'isteria.
"Ti dico tutti,
Chris: sono esplosi, letteralmente."
"Quanti morti?"
"Li stanno ancora contando."
"Danni alle..."
"Non ancora stimati."
"Arrivo subito."
Luciani apre la bocca, facendo intendere a Redfield che non
è finita qui - che c'è dell'altro.
"Una vittima è stata identificata chiaramente."
Claire inspira con forza, trattiene il fiato - preme le dita nel legno
del pavimento così forte da farsi sbiancare le nocche.
"Carla Radames è morta. E non è un bello
spettacolo."
"Bruciata?"
"Peggio."
"Ci sono testimoni?"
"Decine."
Claire chiude gli occhi, digrigna i denti - aspetta e...
"Hanno tutti
indicato Alexandra Fayer come responsabile."
La verità è un cancro che non conosce cura.
12.
"Non abbiamo trovato alcun corpo, capitano."
Chris annuisce, masticando la cima della matita.
"Forse sono stati trasportati dalla corrente; oppure li hanno mangiati
i pesci."
Redfield fissa i fascicoli che ha davanti, osserva le lettere danzare
in una massa confusa, che si sovrappone continuamente ai suoi pensieri.
"La macchina era messa molto male: il cofano e il cruscotto
completamente schiacciati verso l'interno. Nessuno sarebbe potuto
sopravvivere a quell'impatto."
"Uhm." ribatte solo Chris, studiando il volto di Alexandra Fayer -
occhi trasparenti, labbra crudeli.
"Se vuole, possiamo continuare le ricerche. I federali..."
"Cioè l'agente Kennedy." intercala Chris, alzando un
sopracciglio.
"Ehm... sì, l'agente Kennedy ha dichiarato chiuso il caso:
per Washington si è trattato di una guerra tra bande rivali
- Wesker e l'Umbrella contro Simmons e il Lashiang - conclusasi con la
morte del primo e l'arresto del secondo."
"Comodo." replica Chris, sospirando "Proseguite le ricerche per altri
cinque giorni; se non trovate nulla allora sottoscriveremo il rapporto
dell'agente Kenendy."
"Come vuole, capitano."
La nuova recluta china appena il capo, si scusa con Burton quando ci
sbatte contro nell'allontanarsi - come
hai detto che ti chiami,
ragazzo? Nivans, agente Burton: Piers Nivans.
Il sorriso derisorio di Wesker è l'unica cosa che non lo
abbandona mai.
You said she's scared of
me?
Si guardano dai lati opposti della stanza - Wesker sul ciglio della
porta, Alex raggomitolata sotto le lenzuola pervinca (piccola,
improvvisamente fragile).
"La borsa è crollata."
Alex lo ignora, fissa un punto imprecisato fuori dalla finestra.
"Wall Street è morta."
"E noi con lei." mormora Alex, toccandosi appena il ginocchio destro.
Wesker segue il movimento delle sue dita, rimane in disparte - la colpa
un sentimento nuovo,
scomodo.
"William ha detto che starai bene."
Silenzio.
"Che recupererai."
Alex gli regala un'occhiata scettica, batte poi la mano un paio di
volte nello spazio vuoto al suo fianco, invitandolo a sedersi con lei.
"Non raccontiamoci cazzate, Albert."
"È quello che ha detto."
"È quello che
tu hai voluto sentire: la verità
è ben diversa, e lo sappiamo entrambi."
"La gamba..."
Alex scosta bruscamente il lenzuolo, mostrando ciò che resta
delle sue gambe - una rete di ferite rossastre sulla sinistra e
un'assenza
dove dovrebbe essere la destra.
Wesker preme le labbra in una linea sottile, asciutto di parole e
gesti.
"È rivoltante." incomincia Alex, arricciando il naso.
"Uno schifo." prosegue, calciando la coperta sul fondo del letto.
"Una vera merda."
sibila, piegandosi in avanti - toccando con la fronte
il materasso.
Wesker le si avvicina fin quasi sfiorarla, le sue ferite nascoste dalla
camicia bianca - l'orbita vuota coperta da una fasciatura umida al
centro, dove quel maledetto
occhio morto continua a lacrimare.
Sotto le sue dita la schiena di Alex si flette e sussulta.
13.
Non si parlano da quasi un mese: da quando era corsa nel mezzo di una
scena da far west e aveva indicato loro la direzione sbagliata.
Da quando Chris aveva saputo
- compreso cosa facesse davvero
sua
sorella tutte quelle notti.
Claire appoggia la piccola valigia a terra, vicino alla stufa economica
ancora spenta.
"Parto."
Chris si volta, sorpreso.
"Per dove?"
"L'Europa."
"Devi essere un po' più specifica, Claire." mastica
Chris,
già irritato.
"La Francia. Parigi, probabilmente. Forse l'Italia, non lo so. Ovunque
possa ballare, Chris."
"Non puoi."
Claire indurisce lo sguardo, scuote la testa.
"Intendi forse impedirmelo?"
"Sì."
"E come? Chiudendomi in casa?"
"Una cosa che avrei dovuto fare molto tempo fa."
Claire libera una risata asciutta, senza suono.
"Non sono una criminale qualsiasi che puoi gettare in galera e buttar
via la chiave, Chris: sono tua sorella. E non ho fatto nulla di male."
"Hai depistato volontariamente i miei uomini!" sbotta lui, alzandosi in
piedi.
Claire apre la bocca, la richiude.
"Non... non avrei dovuto; ma era la cosa giusta da fare in quel
momento."
"E in tutti gli altri?" grida Chris, furioso "Un anno, Claire! Mi hai
mentito per un fottuto anno!"
"Non l'avresti mai accettato!"
"No, infatti no." ribatte Chris, puntandole l'indice contro "Non con
loro, Claire. Con lui."
"Se può consolarti, gli stavo sulle palle a ogni respiro:
era Alex a insegnarmi, non Wesker."
"Non cambia."
"Non la conoscevi."
"Era un'assassina."
"Non è sufficiente: non in un mondo come questo, Chris."
Redfield incassa il colpo, coglie in Claire una determinazione che gli
fa venir voglia di urlare e battere
i pugni fino a scorticarsi le
nocche.
Claire afferra la sua valigia, gli lascia un biglietto sotto il
bicchiere del latte sul bancone della cucina.
"Questo è il treno che prenderò tra due ore,
Chris: sotto vi è anche il nome della nave e dove
attraccherà."
Chris tace, deglutisce un grumo di parole e rimpianti.
Claire china appena le spalle, fissandolo da sopra una di esse.
"Avrai mie notizie Chris: in fondo, sei sempre mio fratello."
Noi Redfield rimaniamo
insieme, Claire: sempre.
Chris si scopre capace di chiamare il suo nome quando è
ormai troppo tardi.
I mean, I don't see what
she sees,
but maybe it's 'cause I'm
wearing your cologne.
Albert Wesker e Alexandra Wesker sono morti.
Il capitano Redfield sottoscrive personalmente
il rapporto,
già redatto dall'agente federale Leon Scott Kennedy.
L'Umbrella viene convertita in una libreria di quartiere, il locale
nascosto smantellato
- ridotto a nulla più di un magazzino.
Chris assiste a ogni operazione
eseguita in loco - occhi freddi,
distanti.
"È finita?" gli chiede Piers, grattandosi la punta del naso.
Il giornale del mattino - 5 dicembre 1929 - sbatte in prima pagina il
volto provato di Simmons, nuove rughe attorno alle labbra, sulla
fronte.
"No."
Piers alza un sopracciglio, lo fissa - uno strillone ripete che Derek
C. Simmons è stato dichiarato colpevole di omicidio plurimo,
reati federali di vario tipo e contrabbando.
"Potremmo seguire la pista del dottor. Birkin."
"A che scopo? Non abbiamo giurisdizione in Europa."
Nivans flette le spalle, sciogliendosi i muscoli intorpiditi dal
freddo.
"Mi dispiace per sua sorella."
"Non è morta."
"No, ma tutti abbiamo visto quanto la sua partenza l'abbia colpita."
"Non sei il mio psichiatra, Piers: e se anche lo fossi non ti parlerei
certo di quello che mi passa per la testa."
"Ma a un buon bicchiere di whisky riesce sempre a confessarlo, eh,
capitano?"
Davanti a ciò che resta dell'Umbrella Chris si scopre pieno
di un dolore che brucia e
soffoca.
14.
È ancora bella, Alex: avvolta da quel fascino che hanno solo
i vecchi idoli caduti - velati dalla polvere del ricordo e delle
antiche credenze.
La osserva indossare un paio di pantaloni neri gessati - la protesi
coperta dal fondo svasato.
Alex arriccia il naso, sistemandosi il colletto della camicia e
compiendo un paio di passi incerti - leggermente asimmetrici.
Wesker nasconde l'occhio mancante dietro un paio di lenti a specchio -
Ray Ban, Aviator - nella tasca della sua giacca le loro due nuove
identità (nomi morti per persone vive).
"Annette ha detto che possiamo restare."
Alex snuda i denti, resiste all'impulso di aggrapparsi alle stampelle.
"Ne sarebbe felice."
Uno, due, tre: uno, due, tre; Alex ripete gli insegnamenti della danza,
la loro disciplina.
"Stuart si è offerto di venire con noi."
Alex inspira, espira - non cede (non più).
"Se non cambi idea, partiamo domani."
Alex sembra non ascoltarlo nemmeno, arriva alla borsa da sola - abbozza
un sorriso a metà, frugandovi dentro.
"Parigi."
Ne estrae un taccuino, un rossetto e una scatolina nera - la scuote un
paio di volte, producendo un rumore secco, come di
qualcosa che sbatte
ripetutamente contro i bordi in plastica.
"Alex." la chiama, e lei la apre, estraendone una fascia in oro bianco
e ossidiana.
"L'hai tenuta."
"Sì." gli dice solo, stringendola tra il pollice e l'indice.
"Pensavo fosse rimasta nel locale."
"Sono tornata indietro a prenderla."
Wesker annuisce, tace.
"Parigi andrà benissimo: mi sono sempre piaciuti gli
èclair."
"A me no." ribatte Wesker, e c'è una nota spezzata nella
voce di entrambi - lacrime per ciò che è perduto,
che potevano avere.
Alex libera un guaito che assomiglia a una risata, scuote la testa.
"Sei sempre stato un grandissimo stronzo, Al. Avrei dovuto spararti
quella notte nel tuo studio."
Wesker l'affianca, sfiorandole appena la curva del seno - chinandosi su
di lei e percependo il tepore della sua pelle sotto la stoffa sottile,
il respiro affannato.
"Sì." mormora tra i suoi capelli, adesso più
corti "Avresti dovuto, Alex."
Al futuro, tutto ciò che resta di un'epoca di criminali e
illusi.
I'm the bad guy,
I'm only good at bein'
bad.
Di quella notte, tutti ricordano
un frammento: una fiamma,
un luccichio
che era rimasto impresso nella loro memoria come una bruciatura - o una
rivelazione.
Si stavano contendendo
l'ultimo porto rimasto, dicono.
Erano almeno un centinaio,
rumoreggiano.
Simmons ha perso due
dita alla mano sinistra, sussurrano.
No, erano tre e alla
destra, correggono.
Ha iniziato Carla, annuiscono; ha sparato per prima Alexandra,
specificano.
Sono volate parole
pesanti, sottolineano; non erano sufficienti. Il
sangue chiama sempre altro sangue, motteggiano.
Chris ascolta i loro sussurri, osserva tombe vuote, ricostruisce il
volto liquefatto dalle ustioni di Carla.
"Nessuno sa come sia andata davvero."
ribatte Burton, il volto sereno,
la postura compunta.
Redfield tace, respira la tiepida aria primaverile - aprile 1930 e
ancora nessuna notizia di Claire.
"Quello che sappiamo per certo è che le cariche erano state
predisposte da Wesker - o quantomeno dai suoi uomini."
Una cincia si posa nell'erba vicino alla lapide di Alexandra, comincia
a frugare nel terreno smosso.
"Simmons era colluso con Spencer fin dall'inizio, Chris: ha insabbiato
decine e decine di casi di abuso su minore."
"Lo so: e Alexandra Fayer era tra quelli."
"Forse persino Wesker."
Silenzio.
La cincia si guarda intorno, sbatte le ali un paio di volte - torna poi
al suo minuzioso lavoro di ricerca.
"La vuoi chiamare vendetta,
Barry?"
"No." replica Burton, sospirando "Piuttosto rabbia, Chris. Era
sempre
così furiosa quella donna mentre ballava: pareva avesse il
diavolo in corpo."
Uno scoiattolo rincorre un rivale su per la corteccia di un acero,
allerta la cincia.
"Allora perché non ha ucciso subito Simmons?"
"Forse perché era una donna crudele, Chris: una donna
delusa,
capace di tagliarti ogni
singolo arto prima di cominciare a
svuotarti le interiora e solo dopo
decidersi a ucciderti."
La cincia afferra con il becco qualcosa, tira - strattona.
"Stai descrivendo un mostro, Barry."
"E a te cosa era sembrata Alexandra Fayer quando l'hai interrogata?"
Una vittima,
vorrebbe rispondere Chris, ma si limita a richiudere la
bocca, indeciso.
La cincia estrae il suo premio - un verme lungo e grassoccio - spicca
il volo.
Sotto, il cadavere di Carla pare ancora urlare il suo nome.
All the good girls go to
hell
'cause even God herself
has enemies;
and once the water starts
to rise,
and heaven's out of sight,
she'll want the devil on
her team.
My Lucifer is (so) lonely.
Davanti a una fetta di gâteau opéra Claire respira
l'aria primaverile di Parigi - assorbe i suoi colori, il calore di un
sole nuovo, che le brucia i capelli, il viso.
"Le serve altro, signorina?"
Claire si pulisce le dita sul tovagliolino sottile al tavolo, scuote la
testa.
"No, grazie; sono a posto così."
Il cameriere annuisce, mordendosi poi il labbro inferiore e fissandola
ancora qualche istante.
Claire riconosce quello sguardo, sorride - inclina il mento verso di
lui, morbida.
"Sta per chiedermi se sono Claire Redfield, giusto?"
Il cameriere arrossisce leggermente, schiarendosi la voce.
"Be'... sì: sa, sono stato a quasi tutte le sue esibizioni.
Adoro il modo in cui balla e io e la mia ragazza ci siamo ispirati al
suo lindy hop per il nostro matrimonio."
Claire amplia il sorriso, gli occhi luminosi, puliti.
"Sì, sono io."
"Dominic."si presenta, porgendole anche un foglietto con una penna
"Posso chiederle un autografo?"
"Certamente." replica Claire "Fa sempre piacere conoscere un
ammiratore."
Dominic ride - ed è un bel suono: di quelli che le fanno
quasi dimenticare
i primi mesi passati a Parigi in un appartamento
minuscolo e che puzzava di fritto a ogni ora del giorno e della notte.
Ma non il prezzo pagato
dall'altra parte dell'oceano.
Claire conclude la firma con uno svolazzo scenografico, glielo
restituisce ammiccando - invitandolo alla sua prossima esibizione.
Dominic le conferma che ci sarà - che Chloé non
permetterebbe altrimenti - si allontana per accogliere due nuovi
clienti, lasciandola sola davanti a un cappuccino ormai tiepido e un
giornale aperto sulla seconda pagina (14 luglio 1933. In Germania
Hitler scioglie d'imperio tutti i partiti politici tedeschi: il Partito
Nazista è adesso l'unico partito ammesso).
Addenta un pezzo di torta, scivola con lo sguardo verso gli altri
tavoli - due anziani che si tengono per mano, un ragazzo alle prese con
un libro dalla copertina verde, quattro ragazze che chiacchierano
animatamente, una coppia che si sta alzando, occhiali scuri e un passo
incerto per lei, un po' zoppicante, quasi le mancasse...
Il suo nome è il residuo di un'epoca che non
tornerà mai più.
I'm peeling the skin off
my face,
'cause I really hate
being safe.
The normals, they make me
afraid,
the crazies, they make me
feel sane.
Yvonne e Kilian Chevalier; queste le loro due nuove vite - le loro
storie.
Insegnante di ballo per lei, vittima di un brutale e sciagurato
incidente d'auto; collezionista e venditore d'opere d'arte per lui,
senza un occhio a causa di una mina esplosa durante il primo conflitto
e congedato con onore dall'esercito francese.
Un appartamento a Place de l'Alma con le finestre che si gettano
direttamente sulla Senna, marmo alle pareti, nei pavimenti.
William e Annette a pochi minuti di distanza - Sherry una bambina
curiosa, che non aveva paura di ricordare e vivere.
Le sfiora la guancia con la punta delle dita, ottiene solo una smorfia
a metà - in equilibrio tra la rabbia e la tristezza.
"Non devi toccarmi così."
gli dice, portandogli le dita
all'altezza della gola e
premendo.
"Odio quando lo fai." continua, snudando i denti e aumentando la
pressione.
"Non mi rompo, Albert."
sibila, avvicinandosi e lasciando che le unghie
affondino - che il dolore punga,
ricordandole chi era (cos'era).
Wesker inspira con forza, nell'unico occhio rimasto una scintilla
vecchia -
del lupo mai domato davvero.
Alex arriccia le labbra, nuda sotto la vestaglia sottile - spigolosa e
feroce.
Si alza sulla punta del piede sano, la protesi appoggiata al muro e
lì abbandonata.
"Non più."
Albert la solleva per la gola - morde, affonda, fotte - e
Alex ride.
Where is my prescription?
Doctor, doctor please
listen:
my brain is scattered,
but you can be Alice,
I'll be the mad hatter.
Non si dicono nulla.
Claire rimane seduta al suo piccolo tavolino in stile liberty, la donna
le rivolge uno sguardo consapevole - la riconosce.
L'uomo al suo fianco si infila la giacca blu dalla fodera
più chiara - lenti scure a coprire una cicatrice che Claire
nota scivolare verso l'orecchio sinistro, alle tempie i primi capelli
grigi e bianchi.
Vorrebbe chiamarla - dire il suo nome.
Vorrebbe chiederle ehi,
come va?
Vorrebbe dirle che sono ormai tre anni che non vede Chris; che le manca
e che giusto ieri gli ha inviato la prima lettera dopo mesi.
Vorrebbe alzarsi e ringraziarla per quello che le ha insegnato -
insultarla per quello che le ha fatto passare.
Vorrebbe dirle che Simmons è morto in carcere, ucciso
durante una rivolta - almeno così dice la versione
ufficiale.
La donna piega appena le labbra in una smorfia asimmetrica, annuisce -
lo sa già.
Claire annuisce a sua volta e sorride.
And it's all fun and
games,
'til somebody falls in
love,
but you already bought a
ticket
and there's no turning
back now.
Rotti, spezzati:
residui di una guerra che non aveva fatto prigionieri.
Alex lo percepisce tendersi al suo fianco - può quasi
vederlo mentre socchiude l'occhio rimasto, cercando di
mettere a fuoco
le ombre della stanza.
Si allunga verso di lui, fermandosi a metà del gesto -
quello di circondargli i fianchi con la gamba destra
e cercarlo,
ancora umida tra le cosce, negli occhi.
Wesker la fissa da sopra una spalla, regalandole un'orbita vuota e
buia.
Alex gli restituisce uno sguardo trasparente, che tradisce appena
un'incertezza nascosta - ferita.
E non importa che abbiano appena fatto sesso.
Non importa che l'abbia morso fino a sentire il sapore del sangue sotto
la lingua - che l'abbia scopata così forte da farle male.
Non importa che per un attimo - un
istante solo - abbiano cercato
conforto in vecchie maschere e ancora più vecchi copioni.
Non importa, e Alex lo sa.
Albert lo sa.
Alex socchiude la bocca, sta per dire qualcosa - non ci riesce.
Wesker si volta, appoggiandole una mano sulla schiena e l'altra al
petto - sopra il cuore, dove un rullio furioso e traditore racconta
tutto.
Alex si concentra su una cicatrice che gli attraversa il capezzolo
destro, tace - ingoia in quel silenzio ogni parola mai detta.
"Vuoi tornare a casa?"
Alex scuote la testa, si nasconde ancora di più contro di
lui.
"Possiamo cambiare città, nazione."
Alex si porta il pollice alle labbra, ne mordicchia l'unghia - limata
con cura e smaltata di rosso.
"Persino continente."
Possiamo scappare;
ancora e ancora e ancora - fino a quando non ci
sarà null'altro che la nostra pelle a tenerci stretti alla
realtà.
Alex chiude gli occhi, respira - maninka e tabacco; un leggero
retrogusto di vaniglia (i cannelés avanzati dal mattino),
argan e voglia -
li riapre.
"Potrei ammazzarti."
"Potresti."
"Nessuno verrebbe a
cercarti."
"Nessuno."
"Una ballerina
qualsiasi. Un nome perso, sostituibile. Una donna come
tante altre."
"Che ti ha fregato
diecimila dollari."
"Non se ti sparo prima."
(1)
Gli tocca l'orbita vuota, ruvida ai bordi, morbida verso l'interno,
dove Alex ricorda dimorare
un occhio da lupo, artico - sempre attento,
guardingo.
Wesker ne studia il viso, l'espressione: cerca il disgusto, il fastidio
- la pietà, forse.
Non trova nessuno dei
tre.
Segue il profilo del suo fianco, scende
- le stringe la coscia,
accarezza senza alcuna vergogna lo spazio vuoto sotto il ginocchio
destro.
"Vuoi andartene, Alex?"
"No."
"Vuoi che io me
ne vada?"
Alex si distende sotto di lui, inarcandosi fino a premergli il seno
contro il petto.
"Lo faresti, se te lo dicessi?"
Wesker le prende il mento tra il pollice e l'indice, la fissa.
"No."
Alla luce di Parigi si consegnano senza più domande e
rimpianti.
****
"Sei felice adesso, Alex?"
"Felicità è
una parola grossa, Claire: la favola
che raccontiamo ai bambini per fargli credere che il mondo sia un bel
posto in cui nascere."
"Ma tu lo sei, Alex?"
"E tu,
Claire?"
"Ci sto lavorando."
"È un inizio."
"È un inizio." ripete Claire, quieta.
Davanti a loro Eve ride
e fissa il cielo terso di giugno con gli stessi
occhi da lupo di Albert.
"We are all monsters,
I said.
Being
a monster is not the same as being a bad person.
It
just means you are willing to eat the world
if that's what you have to do to
keep youself alive."
- Mira Grant -
Note dell'autrice: (1)
"Bang bang".
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