Tè nero
La
foresta brulicava di giganti, Levi sferrò un altro colpo di spada
all'ennesimo collo di quei mostri. La squadra era sparpagliata a
combattere per ripulire la zona. Lui, essendo il capitano e il più
forte dell'umanità si era addentrato nel nido di quei mostri,
facendone fuori il più possibile.
Era
ricoperto di sangue, che non faceva a tempo ad evaporare per il
continuo sterminare di giganti uno dietro l'altro, fin tanto che si
ritrovò un gigante anomalo davanti a se. Era un venti metri e
sembrava intelligente. Si fiondò velocemente puntando il rampino su
un ramo per darsi slancio per poterlo raggiungere, quando
all'improvviso ne vide un altro di quindici metri corrergli sul
fianco, un altro anomalo.
Dovette
pensare di cambiare strategia, e fece per cambiare traiettoria con il
movimento tridimensionale, quando all'improvviso vide arrivare un
soldato del corpo di ricerca puntare a quello al suo fianco.
Riconobbe
subito il soldato. Il suo sguardo duro e determinato, la sua abilità
nel muoversi velocemente erano unici.
Mikasa
Ackerman alzò lo sguardo verso Levi con un sorriso sghembo sulle
labbra, che gli fece venire un brivido in corpo, adrenalinico, che
tornò a focalizzare l'obiettivo davanti a se. Quella mocciosa non
riusciva proprio a stare al suo posto.
Nemmeno
facendo apposta i due Ackerman sferrarono velocemente il colpo
mortale ai due giganti, in modo coordinato, che se qualcuno li avesse
visti avrebbe rabbrividito di terrore ed eccitazione allo stesso
tempo.
Con
uno slancio atterrarono su un ramo alto di uno degli alberi della
foresta, ritrovandosi faccia a faccia. Il sangue caldo dai loro visi
stava evaporando, mentre i loro freddi sguardi si scontravano in una
lotta di tensione palpabile.
In
quel momento la vide talmente attraente che tutta la sua ragione andò
a fottersi, dando libero arbitrio ai suoi istinti selvaggi.
Rifoderò
le spade, notandola fare lo stesso anche lei, senza mai deviare lo
sguardo dai loro occhi.
Le
si avvicinò a passi lenti, quasi silenziosi, fin quando l'ebbe ad
una spanna di distanza. Lei non muoveva un muscolo, in attesa che lui
facesse la sua mossa. Mossa che avvenne subito dopo aver schiuso le
labbra, passandosi famelico la lingua tra esse.
Si
spinse infatti in avanti, baciandola con voracità, sentendola
ricambiare nell'immediato. Era stato palese ed evidente la loro
reciproca attrazione, che non ci erano volute parole.
La
spinse facendola indietreggiare contro il tronco dell'albero,
portandosi a stretto contatto con lei, sentendo il suo corpo caldo
addosso.
Nonostante
fosse più basso di lei, riusciva a sovrastarla in altri modi,
facendole capire chi era a comandare, chi era il dominante.
La
sua lingua affondò ancora di più nella sua bocca, mentre passava le
mani sui suoi fianchi, per poi scivolare più su, fino al seno.
Le
sbottonò la camicia talmente velocemente da stupirsene anche. Non
perse tempo agguantandole quelle curve morbide, godendosi la
sensazione tattile sotto le mani.
Mikasa
gemette nella sua bocca, compiacendolo.
Levi
sentiva la passione e l'eccitazione prendere più possesso del suo
corpo, ritrovandosi a scendere con le mani, per slacciarle i ganci
dell'attrezzatura, finendo infine sulla cintura.
Mikasa
lo seguì nei movimenti, avendo la sua stessa fretta di arrivare al
sodo.
In
tutta quell'enfasi Levi si allontanò con le labbra, staccandole
dalle sue per prendere fiato, trascinandosi un filo di saliva
formatosi tra loro.
Si
fiondò su uno dei suoi seni con la bocca, attirato da essi. Le prese
un capezzolo tra le labbra, succhiandolo e leccandolo con bramosia.
In
men che non si dica, gli indumenti inferiori di Mikasa sparirono,
mentre quelli di Levi si ritrovarono abbassati quanto bastava.
Le
afferrò una coscia, portandosela sul fianco, tenendo Mikasa sempre
incollata al tronco, sentendola emettere un altro gemito.
Ritornò
a baciarla, per poi afferrarle l'altra coscia e far in modo che si
tenesse a lui con le braccia intorno a collo. Dopo di che affondò il
membro dentro alla sua apertura stretta, calda e bagnata.
Quando
iniziò a muovere il bacino, la fece mugolare nella sua bocca.
Levi
divise le loro labbra, spostandosi scivolando sul suo collo,
lasciandole scie calde di saliva sulla pelle, dandole la possibilità
di boccheggiare estasiata, sentendo il suono inebriante dei suoi
gemiti.
Continuarono
a darsi fitte di piacere, fin quando Levi iniziò a spingere sempre
più forte, cercando di farla arrivare all'orgasmo. E infatti poco
dopo la sentì irrigidirsi leggermente, di conseguenza intensificò
ancora i colpi.
<<
Capitano-aaah >>
La
sentì in preda agli spasmi, cosa che lo riempì di soddisfazione.
Solo qualche istante dopo si liberò dentro di lei, soffocando un
gemito appagato.
Levi
si alzò con il busto spalancando gli occhi, constatando di aver il
cuore a mille, e il fiato corto, completamente sconvolto da quel
sogno. Si accorse anche anche di aver un'erezione.
Si
vergognò di quello che la sua mente gli aveva fatto vedere, e di
come il suo corpo avesse reagito. Come poteva quella mocciosa
essergli entrato in quel modo nella testa? Ma poi, perchè proprio
lei?
Si
lasciò cadere con la schiena sul materasso, portandosi l'avambraccio
sugli occhi, completamente scombussolato. Non riusciva proprio a
darsi una spiegazione del perchè di quel sogno << Tsk >>
Alla
fine, dopo un lungo momento a ragionare, pensò che era inutile
cercare e trovare un motivo, in fin dei conti era stato solo un
sogno, e i sogni erano imprevedibili e spesso inspiegabili.
❧❧❧
Quella
stessa giornata, il capitano Levi si recò nel suo studio. La
comandante Hanji gli aveva dato l'incarico di visionare e compilare
alcuni documenti da consegnare entro la sera. Per questo aveva
l'aiuto di Armin, il quale stava seduto e concentrato dalla parte
opposta della scrivania. Capitava spesso di chiamare il cadetto per
farsi dare un mano per liberarsi di quel compito noioso il prima
possibile. Compilare scartoffie non era proprio una cosa che gli
piaceva fare, ma essendo capitano, doveva farlo spesso.
Era
intento a firmare l'ennesimo foglio quando sentì bussare alla porta.
<<
Sono Hanji >>
Cosa
voleva ancora quella quattrocchi? << Avanti >>
La
porta si aprì con la comandante portarsi avanti << Levi, mi
dispiace disturbarti, ma vorrei proporre ad Armin di fare una
formazione tattica >>
Armin
si girò interessato << Davvero? >>
<<
Sì. Sei disposto a migliorarti e formarti per diventare in futuro il
mio successore? >>
<<
Certo >> sorrise entusiasta.
Levi
con sempre la sua solita espressione annoiata si rivolse a Hanji
<<
Hai finito? >>
<<
Sì. Ma il fatto è che Armin dovrebbe iniziare adesso >>
<<
Ho ancora un sacco di scartoffie da visionare >> le disse con
una certa autorità.
Hanji
si sistemò meglio gli occhiali sul naso, facendo fare un riflesso di
luce sulle lenti << Per questo ti ho portato una sostituta
>>
Levi
non fece a tempo nel chiedere chi fosse, che il suo sguardo si spostò
sulla sagoma alta e snella di Mikasa comparire alle spalle di Hanji.
Ah. Lei è la sostituta di Armin?
<<
Capitano >> lo salutò Mikasa facendosi avanti.
Non
proferì parola, perchè non sapeva cosa dire esattamente,
semplicemente la osservava in tutta la sua altezza.
<<
Quindi siamo d'accordo >> disse Hanji facendo segno ad Armin di
seguirla.
Armin
si alzò dalla sedia e salutò il capitano.
<<
Vi lascio alle vostre scartoffie >> Hanji diede le
spalle ai due Ackerman, chiudendosi infine la porta dietro.
Il
capitano spostò quindi lo sguardo dalla porta al volto di Mikasa,
accorgendosi di un leggero rossore sulle guance, che scomparì subito
accorgendosi del suo sguardo. Non sapeva come interpretare ciò, ma
poco importava << Siediti >>
Mikasa
eseguì.
<<
Quelli sono tutti da visionare >> la informò indicandole la
piccola pila di fogli.
Passò
un lungo momento senza che si dissero nulla, concentrandosi nel
svolgere il compito del giorno.
Levi
ad un certo punto, nel leggere uno dei documenti, si ritrovò ad
alzare lo sguardo su Mikasa, osservandola di sottecchi. Era impegnata
a scrivere sul foglio preso in visione, lo sguardo abbassato su di
esso, mentre i capelli corvini ricadevano morbidamente sulle sue
guance, solleticandole la pelle candida. Le labbra rosate erano
chiuse, e se ne ritrovò dannatamente attratto. Merda.
Come
immaginò, le immagini di quel sogno gli arrivarono in testa in un
attimo. Si portò una mano su metà viso, indignato e conturbato da
qualsiasi cosa stesse provando. Tsk. Appena si rese conto che
aveva lo sguardo sul suo seno, si maledisse. Possibile che fosse
attratto da Mikasa?
Cioè,
gli piaceva la sua altezza, e il suo essere cazzuta. Nonostante non
avessero iniziato con il piede giusto per aver picchiato il suo caro
fratellastro, alla fine era riuscita ad instaurare un rapporto di
fiducia nei suoi confronti. Infatti negli ultimi periodi Mikasa, in
battaglia era diventata una, se non l'unica, cadetta che eseguiva
senza riguardi i suoi comandi. Certo, a parte i momenti che veniva
offuscata dalle emozioni per difendere Eren.
E
anche se lo faceva incazzare in quei momenti, doveva ammettere che la
sua insubordinazione lo intrigava. Lo trovava come una sorta di
sfida, e siccome nessuno osava sfidarlo, trovandosi sempre annoiato,
lei riusciva a smuoverlo. Infatti gli faceva anche piacere che lei lo
avesse preso come suo istruttore negli allenamenti corpo a corpo,
infondo capiva, le abilità di una Ackerman si poteva confrontare
solo con un altro Ackerman.
Appunto
perchè erano entrambi Ackerman, aveva incrementato l'interesse nei
suoi confronti, ma era sempre stato convinto che fosse di genere
empatico.
Era
davvero per tutte queste cose che era attratto da lei? Sembrava così
surreale. Eppure era lì, bella e invitante. Non poteva mentire a se
stesso.
Quindi,
alla fine dei conti, dovette ammettere che gli piaceva Mikasa.
Ok,
però non gli tornava il fatto che avesse fatto un sogno sporco su di
lei, risvegliandosi in condizioni pietose. Doveva esserci una
spiegazione...
Dopo
aver cenato si era portato sotto il portico della locanda, i cadetti
facevano troppo casino per i suoi gusti, e aveva preferito prendere
una boccata d'aria.
<<
Levi, sempre ad isolarti... >>
La
voce della comandante Hanji non lo scompose, ne tanto meno la guardò.
<<
Potevi rimanere a bere qualcosa insieme a noi >>
<<
Lo sai che non bevo quella roba alcolica >>
<<
Lo so. Per questo ti ho portato il tuo amato tè nero >>
Levi
si mosse per poterla guardare, vedendola sul serio con una tazza di
tè in mano. La osservò scettico.
<<
Che c'è? Pensi che lo abbia corretto con dell'alcol? >> Hanji
si accigliò divertita.
No,
non lo credeva. Sarebbe stato banale, e poi anche se ci fosse se ne
sarebbe accorto al primo sorso. Afferrò la tazza dal manico e ci
soffiò sopra.
<<
Posso farti una domanda? >>
Come
se dirle di no bastasse per impedirglielo. Sorseggiò un po' del
liquido caldo, dandole la possibilità di fargliela.
<<
Ti piace qualcuna? >>
Alzò
un sopracciglio << L'interessata saresti tu? >>
Hanji
assottigliò lo sguardo << Se ti dicessi di sì, ci staresti?
>>
Si
guardarono a lungo senza dirsi nulla. Levi pensava che lo stesse solo
prendendo in giro.
<<
Ok ok. Voglio dire, le persone parlano, si domandano se il grande
capitano Levi abbia un tipo di donna che preferisce... >> si
sistemò gli occhiali, facendo riflettere la luce della lanterna
sopra le loro teste.
Non
volle nemmeno riflettere a pensarci, erano cose insignificanti per
uno come lui << Senti quattrocchi, vai a dare fastidio a Eren
>>
Hanji
sapendo che non avrebbe ottenuto niente da lui, gli fece una smorfia
imbronciata << Sempre il solito simpaticone >> girò i
tacchi << Almeno Eren mi ascolta e mi risponde >>
Levi
sospirò, mentre rivolgeva lo sguardo al tè nero nella tazza. Lo
osservò a lungo quasi riflettendoci dentro. Qualcuna che gli
piaceva...
Quella
quattrocchi di merda. Cosa gli aveva fatto bere la sera prima?
Eppure era sicuro non ci fosse alcol. C'era qualcos'altro, ne era
certo.
Mikasa,
in quel momento alzò lo sguardo, scontrandosi con quello di Levi.
Rimasero
a guardarsi per un breve momento, con entrambi le loro solite
espressioni annoiate e serie. Gli Ackerman avevano la particolarità
di essere orgogliosi di fronte a certe circostanze, quindi era
difficile capire quello che passava per le loro teste.
<<
Ho finito >> Mikasa interruppe il silenzio.
Levi
osservò la pila, in effetti aveva finito, ed era stata fin troppo
veloce. Non che avesse fatto le cose in malo modo, anzi, aveva fatto
un lavoro impeccabile, niente di meno da un Ackerman.
Rifletté,
se Hanji gli aveva messo qualcosa nel tè, e a quanto pare qualcosa
che gli faceva sporcare la mente, doveva avere un motivo.
Hanji
si sistemò meglio gli occhiali sul naso, facendo fare un riflesso di
luce sulle lenti << Per questo ti ho portato una sostituta
>>
[...]
<<
Vi lascio alle vostre scartoffie >> Hanji diede le spalle ai
due Ackerman, chiudendosi infine la porta dietro.
Il
capitano spostò quindi lo sguardo dalla porta al volto di Mikasa,
accorgendosi di un leggero rossore sulle guance, che scomparì subito
accorgendosi del suo sguardo. Non sapeva come interpretare ciò, ma
poco importava.
Spalancò
leggermente gli occhi alla rivelazione appena appresa. Ora aveva
collegato. Hanji gli aveva fatto quella domanda perchè era Mikasa
quella interessata a lui. Non ne aveva idea, ma soprattutto era
sorpreso dato che aveva un'ossessione per Eren. Non che pensasse
fosse innamorata di quel moccioso, anzi, pensava che avesse un forte
affetto fraterno. Solo che non se lo aspettava.
Ma
allora perchè Hanji gli aveva fatto bere quel tè corretto? Che
fosse un piano architettato da lei e Mikasa? Ma poi perchè fare una
cosa del genere? Se Mikasa era davvero interessata a lui, non poteva
dirglielo e basta? Che ruolo aveva Hanji in tutto questo?
Non
riusciva a capire molto bene, ma a questo avrebbe rimediato. La
diretta interessata ce l'aveva proprio davanti, e si ritrovò
divertito e anche piacevolmente colpito nel sapere che lei provasse
interesse per lui.
Mikasa
lo scrutò non capendo perchè fosse fermo a riflettere da un po'.
Doveva trovare un altro compito da farle fare. Quindi spostò lo
sguardo in cerca di qualche suggerimento, ma poi gli venne un'idea.
Ritornò a guardarla in volto con la solita espressione annoiata
<<
No >>
Mikasa
lo fissò senza scomporsi << Invece ho finito >>
<<
Non uscirai da questa stanza finché non te lo dico io >>
incrociò le braccia al petto facendole capire chi era il superiore.
<<
E cosa dovrei fare? >>
Giurò
di averla vista accennare un sorrisetto sghembo, era durato un
secondo, ma gli bastò per percepire quell'aria di sfida che gli
rivolgeva saltuariamente. Brava marmocchia << Inizia a
pulire la stanza >> ordinò.
<<
Cosa? >> Mikasa si accigliò perplessa.
<<
Vuoi contraddirmi Ackerman? >>
Mikasa
lo fissò per un breve momento << No signore >>
Levi
la osservò alzarsi per andare a recuperare lo spolverino. Mentre era
girata di spalle, si alzò anche lui, rimanendo dietro la scrivania a
riordinare la pila di fogli firmati e corretti. Li prese e li portò
sulla mensola vicina alla porta, così da essere pronti da
consegnare.
Osservando
la cadetta dirigersi verso la scrivania con lo spolverino in mano, un
pensiero conturbante affiorò nella sua mente. Era tentato di fare
una mossa per capire meglio quella ragazza, cosa davvero volesse da
lui, perchè faticava a capirla. Senza rendersi conto, forse mosso da
un istinto spontaneo, aveva mosso la mano sotto la maniglia della
porta per girare il blocco della porta.
Con
sempre la sua solita espressione annoiata iniziò a muovere le gambe,
facendo passi leggeri verso di lei ancora girata di spalle.
Le
gironzolò lentamente intorno, studiandola, senza captare nulla, così
si decise a parlare << È insolito non vederti insieme a
Eren... >> iniziò.
Mikasa
si fermò nel spolverare, voltando la testa, cercando con lo sguardo
il viso del capitano.
<<
Solitamente lo segui come un cagnolino >> la provocò.
Mikasa
assunse un'espressione infastidita << Non sono il suo cagnolino
>>
<<
A no? A me pareva di sì >>
Mikasa
soffocò un ringhio.
Incrociò
le braccia al petto << Non sei una da scartoffie >>
affermò.
Lo
guardò un po' perplessa.
<<
Era più palese che mi aiutasse Jean >>
I
loro sguardi non si muovevano. Mikasa rimase in attesa che
continuasse il discorso.
<<
Quali sono le tue intenzioni? >> si decise a chiedere.
Mikasa
sgranò lievemente gli occhi presa alla sprovvista dalla domanda
<<
Non capisco la domanda >>
<<
No? >> sciolse le braccia e in attimo fece un passo in avanti,
facendola indietreggiare fino a farle toccare la scrivania con il
sedere. Gli occhi puntati sui suoi cercando di intimidirla e
sottometterla.
Mikasa
arrossì lievemente cercando di resistere al suo sguardo. Avevano i
visi molto vicini.
<<
Sicura che non devi dirmi nulla? >> tentò di spronarla.
Mikasa
si sporse ancora più indietro con la schiena, costretta ad
appoggiarsi con le mani al bordo della scrivania.
Si
guardarono a lungo negli occhi, lLevi non demordeva, ma Mikasa
resisteva.
<<
Capitano... non so di cosa parla >>
Levi
ammirava la sua tenacia, un'altra qualità che gli piaceva di lei, ma
in quel momento voleva che cedesse. E se non ci riusciva a parole, a
fatti sarebbe stato diverso.
Lentamente
si sporse ancora più avanti, costringendola a indietreggiare ancora
con la schiena. Le guance di Mikasa si fecero più colorate appena le
afferrò un polso e le infilò una gamba tra le sue.
La
costrinse a sdraiarsi sulla scrivania, bloccandole il polso al fianco
della sua testa, sovrastandola lasciando lo spazio sufficiente tra
loro per guardarsi in faccia.
<<
Capitano, che cosa sta facendo? Mi liberi >> provò a dire
deviando lo sguardo da un lato per non guardarlo negli occhi.
Nonostante
le sue parole, era palese che non era davvero quello che voleva. Era
adorabile come Mikasa, forte e devastante in battaglia, diventava
burro sotto di lui.
Mosse
la mano libera sul suo mento, facendole girare la testa, scontrandosi
con il suo sguardo sorpreso. E solo dopo si abbassò su di lei,
facendo prendere contatto le loro labbra.
Levi
scoprì che quelle labbra gli piacevano più del previsto, erano
morbide e umide, sapevano di buono.
Dopo
un breve momento si rialzò riaprendo gli occhi, trovando il viso di
Mikasa sorpreso, con ancora un lieve rossore sulle guance. Era così
carina quell'espressione.
<<
Capitano... lei... >> non riuscì nemmeno a finire la frase
talmente era stata presa alla sprovvista.
<<
Ora hai intenzione di rispondermi? >>
Mikasa
si fece più rossa in viso, mordendosi lievemente il labbro. Vederla
così lo tentava nel baciarla di nuovo, ma si costrinse nel
resistere.
<<
Io... è da un po' che provo qualcosa per lei >> ammise
deviando lo sguardo in imbarazzo.
La
fissò per un momento, godendosi quella visione di lei così
vulnerabile e docile. La sua risposta era stata soddisfacente <<
Perchè non me l'hai detto prima? >>
Gli
fece una leggera smorfia fintamente imbronciata << Perchè lei
è anomalo >>
Lo
fece sorridere internamente, gli aveva dato dell'anomalo. In effetti
si era sempre considerato così. Infatti sapeva di essere diverso
dagli altri, all'inizio non sapeva il perchè, ma poi aveva capito
che era per via di essere un'Ackerman, proprio come lo era lei <<
Anche tu sei anomala >>
Mikasa
lo guardò tentata nel sorridere, ma non lo fece.
<<
E sei anche una stupida marmocchia >> aggiunse.
A
quel punto gli rivolse un'espressione accigliata, semi offesa. Era
divertente prenderla in giro.
Si
abbassò ancora, appoggiando la fronte alla sua clavicola, certo di
averla fatta arrossire ancora. Voleva scusarsi con lei per essersene
reso conto tardi, ma l'orgoglio lo bloccava. Non era bravo a
esternare quel tipo di sentimenti a parole.
Il
suo corpo emanava un calore piacevole, e sapeva di pulito. Senza
rendersene troppo conto spostò la testa, portando le labbra al suo
collo, sfiorandole la pelle. Era inebriante e attirato da lei, si
lasciò trasportare da qualsiasi cosa stesse provando, tanto da
baciarle il collo.
Mikasa
dopo un momento di imbarazzo, si lasciò trasportare dal suo tocco
delicato.
Ad
ogni bacio lasciato, diventavano sempre più decisi, salendo per il
mento, arrivando alle sue labbra. Al contatto iniziarono a muoversi
insieme in un bacio più passionale.
Levi
le lasciò il polso, e si ritrovò a spostare la mano sul suo fianco,
senza capire cosa stava facendo realmente. Era come se fosse mosso
dall'istinto, senza pensare, proprio come in certe occasioni in
battaglia.
Spinto
da quella travolgente emozione fisica, nel baciarla, insinuò la
lingua tra le sue labbra, trovando la sua, incerta e timida.
Sempre
senza rendersi pienamente conto, scivolò salendo con la mano sul
busto, arrivando poco sotto ad uno dei suoi seni.
Solo
quando sentì il suono di un suo gemito soffocato nella bocca, si
fermò scostandosi come scottato.
Si
riportò dritto, in piedi davanti a lei, portandosi una mano su metà
volto, sconvolto e conturbato da quello che stava facendo. Cosa gli
era saltato in mente?
Mikasa
si alzò con il busto, guardandolo in imbarazzo << Perchè si è
fermato? >>
Riprese
in mano la situazione, tornando in se. La guardò incrociando le
braccia al petto << Sei solo una ragazzina >>
Spostò
la testa con lo sguardo un po' deluso, rivolto verso il lato della
stanza.
Levi
sospirò. Non voleva toglierle quell'innocenza sul suo volto, almeno
non subito, era troppo presto.
Per
rimediare, sciolse le braccia e alzò la mano per portarla sulla sua
guancia, sfiorandole la pelle con i polpastrelli, scostandole infine
una ciocca di capelli da davanti agli occhi << Un passo alla
volta >>
Lo
sguardo colpito di Mikasa tornò su quello di Levi. Un momento dopo
si rilassò, accennando un sorriso contento.
<<
E poi dovresti darmi del tu quando siamo soli >>
Il
sorriso di Mikasa si ampliò, annuendo.
<<
Comunque non c'era bisogno di coinvolgere la quattrocchi >>
Lo
guardò confusa per un breve momento << La comandante Hanji?
Cosa c'entra? >>
<<
Non avete escogitato un piano per- >> si interruppe capendo che
Mikasa non ne era al corrente << Nulla. Ho interpretato male la
situazione >>
Quindi
Mikasa e Hanji non erano d'accordo, però quest'ultima aveva fatto
qualcosa a quel tè. Lo avrebbe scoperto, e anche presto.
<<
Capi- Levi... >> si corresse << Voglio venire sempre io
ad aiutarti con i documenti >> mosse una mano sulla sua
cravatta da capitano, toccandogliela e giocandoci con un lieve
rossore sulle guance.
Le
sue intenzioni erano piuttosto ovvie. Quella marmocchia aveva così
tanta fretta << Bene. Ma devo insegnarti un paio di cose sul
controllo >>
Mikasa
trovò il coraggio per fare la sua mossa, tirando la cravatta del
capitano << Puoi insegnarmi tutto quello che vuoi, Levi >>
Levi
si ritrovò le labbra contro le sue. Eccola l'Ackerman che era in
lei, quella che perdeva il controllo e che non sapeva stare al suo
posto. Sorrise sulle sue labbra, divertito da quel loro nuovo
approccio. Una cosa era certa, non sarebbe stato facile resisterle.
Maledetta marmocchia.
❧❧❧
Alla
sera, Levi, con la pila di documenti visionati e firmati, si recò
nella sala principale del corpo di ricerca. Quando aprì la porta
vide la comandante Hanji seduta al tavolo mentre leggeva alcuni
rapporti. Si accorse anche che sul fornello c'era un bollitore
fumante.
<<
Hei Levi >> lo osservò meglio << Perchè sembri più
irritato del solito? >>
Aveva
anche il coraggio di chiederglielo? Non solo aveva passato il
pomeriggio con una Mikasa che lo provocava in diversi modi possibili,
ma aveva ancora la questione di quel fottuto tè corretto di Hanji.
Si
limitò ad appoggiargli i fogli sul tavolo, per poi mettersi ai
fornelli e tirare via dal fuoco il bollitore.
Hanji
lo guardò perplessa e con sospetto << Giornata storta? >>
Chissà
il perchè il suo tono gli era sembrato velatamente malizioso. Quella
quattrocchi stava giocando con il fuoco. Versò l'acqua bollente in
due tazze, con i filtri di tè nero.
<<
Oh insomma Levi, potresti anche degnarmi di rispondere >> si
lamentò con una smorfia.
Levi
fece tutto con calma, prese le due tazze e si girò verso la
comandante, gliene offrì una posandogliela sotto al naso. Dopodiché
si portò dalla parte opposta del tavolo, sedendosi con calma.
<<
Grazie >> Hanji soffiò sopra al liquido caldo, studiando
accigliata il capitano.
Levi
si mise comodo, soffiando anch'esso sul tè, e poi decise di alzare
lo sguardo su Hanji << Quattrocchi di merda, che diavoleria mi
hai messo nel tè ieri sera? >>
Hanji
sobbalzò confusa a quella domanda << Come? >>
<<
Stanotte ho fatto un sogno sporco... >> accentuò il broncio
sul volto << E sai che odio lo sporco >>
<<
Scusa ma non capisco >>
Trovava
strano che non capisse, doveva essere più specifico? << Quel
tè mi ha fatto sognare cose inappropriate di genere sessuale >>
La
comandante scoppiò a ridere.
Quella
reazione isterica non faceva che farlo innervosire di più.
Hanji
si dovette appoggiare con la mano sul tavolo per riprendersi <<
Scusa non volevo ridere >> le veniva ancora da ridere, ma si
trattenne << Sono convinta che non è quel genere di sporco che
non ti piace >> lo guardò con un sopracciglio alzato e
smaliziato.
Ok,
anche se aveva ragione, non voleva discutere di questo.
Hanji
sorseggiò il tè << E per curiosità... chi avresti sognato?
>>
La
fissò con superiorità << Non fare finta di non sapere nulla
>> voleva che scoprisse le sue carte, ora, subito.
Hanji
si sistemò gli occhiali sorridendo con soddisfazione, fissandolo a
lungo. Infine si decise a parlare << E va bene... >>
Hanji
stava attraversando il porticato del cortile con alcuni rapporti da
archiviare. Costeggiando l'area d'addestramento, dette un'occhiata
senza troppo interesse verso i cadetti che si stavano allenando,
quando l'attenzione fu attirata nel vedere Mikasa e Levi combattere
corpo a corpo.
Si
fermò rimanendo a distanza, notando quanto fossero affiatati nel
scontrarsi, le loro capacità da Ackerman erano evidentemente al di
sopra di ogni altro soldato.
Non
era la prima volta che si allenavano insieme, d'altronde il capitano
Levi era l'unico con cui Mikasa poteva confrontarsi seriamente.
Mikasa
con un sorriso sghembo sulle labbra, sferrò l'ennesimo pugno verso
il capitano, ma venne parato da quest'ultimo, afferrandole
l'avambraccio. Con un movimento di forza la fece girare su se stessa,
bloccandole il braccio dietro la schiena, per poi sbatterla di petto
al muro vicino, con la faccia spostata di lato.
Levi
si portò in avanti con il busto, portando le labbra vicino al suo
orecchio << Non hai ancora imparato nulla? >>
Mikasa
arrossì, ma subito dopo si spronò a liberarsi da quella morsa. Ci
riuscì con una spinta del corpo, ritornando ad affrontarlo.
Hanji
sospirò esasperata. Era da mesi che Mikasa aveva chiaramente preso
una cotta per il capitano, e ancora non aveva avuto il coraggio di
farsi avanti. Nonostante continuasse a divertirsi nel sfidarlo, si
ritrovava docile appena si ritrovava in posizioni compromettenti. A
volte si domandava come una ragazza così forte in battaglia fosse
così timida in quelle circostanze.
Per
non parlare del capitano Levi, non lo faceva vedere, ma lei lo
conosceva bene, era indubbiamente interessato a Mikasa, solo che non
lo voleva ammettere a se stesso. Lo vedeva da come si divertiva
nell'essere sfidato, quando nessun altro lo faceva. Il problema era
che lui non avrebbe mai fatto un passo verso Mikasa, era troppo
orgoglioso e stupido nel capire i suoi sentimenti.
Di
quel passo nessuno dei due avrebbe mai fatto la prima mossa, non se
ci metteva lo zampino lei. Sorrise maleficamente e con entusiasmo
pensando ad un piano.
<<
… Per questo ieri sera ti ho fatto quella domanda, volevo che ci
pensassi. E poi oggi ho prelevato Armin, mandandoti Mikasa. Volevo
che ti accorgessi di provare interesse per lei... e sembrerebbe che
in qualche modo io ci sia riuscita >> sorrise fiera e
soddisfatta.
L'aveva
ascoltata fino alla fine, rimanendo impassibile, sorseggiando
solamente il tè << Ma non mi hai detto che cosa hai messo nel
tè >>
<<
È questo il punto... non ci ho messo nulla >> ammise con un
sorriso divertito.
La
osservò con sospetto, ma sembrava davvero che dicesse il vero.
<<
Mio caro Levi, hai fatto quel sogno sporco perchè il tuo subconscio
ti ha fatto riflettere che sei attratto da lei. Io ho fatto solo una
semplice domanda ieri sera, e mandato Mikasa oggi nel tuo studio. In
poche parole, hai praticamente fatto tutto da solo >>
Aveva
provato a non ammettere a se stesso che fosse così, dando la colpa a
Hanji e le sue diavolerie, ma alla fine era davvero così, era sul
serio attratto da Mikasa. In qualche modo lo era sempre stato, solo
che aveva sempre messo da parte quei pensieri.
<<
Quindi tu e Mikasa adesso siete... >> non finì la frase ma si
fece intendere.
Vedere
la quattrocchi con quel sorriso idiota stampato in faccia lo
infastidiva. E anche se grazie a lei aveva compreso la situazione con
Mikasa, lo aveva preso in giro, si meritava almeno una punizione.
Si
limitò ad alzarsi e dargli le spalle per andarsene, e quando
appoggiò la mano sulla maniglia della porta si fermò << Se
fossi in te mi preoccuperei di cosa potresti sognare stanotte >>
Hanji
sgranò gli occhi con ansia mentre abbassava lo sguardo sulla tazza
mezza vuota di tè.
Levi
a quel punto aprì la porta e riprese a camminare per uscire.
<<
Levi, stronzetto di un nanetto! >> imprecò in ansia.
Levi
accennò un sorriso sghembo mentre si chiudeva la porta alle spalle.
Almeno così era sicuro che non andasse a raccontare in giro che
aveva fatto un sogno sporco su Mikasa. Erano pari.
Magari
lei non aveva avuto coraggio di correggergli il tè, ma lui invece
sì. Lui se faceva lo stronzo, lo faceva per davvero.
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