Due
paroline prima di tutto: Dunque, questa
fanfiction aveva partecipato al contest
" momenti" indetto da harrytat. Il bando prevedeva di descrivere,
appunto, un momento qualsiasi che uno dei personaggi della saga
trascorre con la piccola Nessie. Il personaggio in compagnia
di Renesmee andava scelto a partire da una lista che la
giudice aveva messo a nostra disposizione. Il contest purtroppo, causa
mancanza di partecipanti, è stato sospeso. Questa
fic,comunque, in base ai risultati riportati da harrytat, sarebbe
arrivata prima.
Colgo qui l'occasione di ringraziare Micol per la sua
disponibilità e l'infinita pazienza, nei panni di giudice
è stata davvero efficiente. I miei complimenti anche a
Gaara92, leggerò al più presto la tua storia!
Buona lettura
Autore:
speednewmoon
Personaggi:
Renesmee,
Emmett (personaggio scelto), Rosalie. Piccoli riferimenti a tutta la
famiglia
Cullen, a Jacob e il branco dei lupi Quileute.
Raiting:
Verde
Titolo:
“
L’Orso buono… e un pugno di forchette”
Avvertenze:
Missing
Moment da Breaking Dawn ( si tratta di un momento tratto dal
capitolo 25,
“Favore”. Edward e Bella hanno appena trascorso la
notte insieme nella casa che
Esme ha restaurato per loro. Al loro ritorno a casa Cullen, Bella dice
di
trovare Renesmee in compagnia di Emmett e Rose. Il momento descritto
è quello
precedente al loro arrivo.), PoV Emmett; Genere
sentimentale,comico.
One-shot.
Note
dell’ Autore: Nelle
avvertenze ho menzionato come genere il “Comico” e
non ho aggiunto alcun tipo
di OOC, poiché ho cercato di rendere il personaggio di
Emmett il più fedele
possibile a quello del libro. Spero di esserci riuscita.
“
L’Orso buono…e un pugno di forchette”
_ Atto Unico_
“ Ness? Mi
spieghi che ti hanno fatto di male, quelle
posate? ”
La piccola mezza vampira
dagli occhi scuri e dalle guance
rosse storse impercettibilmente il labbro in un tenero sorriso. Se ne
stava
abbarbicata alla mia gamba destra, i riccioli rossi sparpagliati sul
mio ginocchio,
un povero cucchiaio storto fra le dita del suo piccolo pugno.
Mi lasciai scappare un
sospiro, mentre con un gesto veloce
del braccio, la facevo accomodare sulle mie gambe.
Non avevo avuto scelta, c’ero cascato con
tutte e due le scarpe.
Rosalie, che se
l’era tenuta gelosamente in braccio per
tutta la notte, era corsa al piano di sopra per cambiarsi e mi aveva
intimato (
con voce lievemente minacciosa, aggiungerei) di
non perderla d’occhio
neppure per un istante. Anche
se il
periodo di gestazione di Bella si era concluso ormai da qualche giorno,
mia
moglie continuava a comportarsi in maniera diffidente con tutti coloro
che si
avvicinavano allo scriccioletto che tenevo in collo. Temeva che
Carlisle
spuntasse di nuovo con una siringa in mano nel tentativo di uccidere la
creaturina, sotto richiesta di un Edward in piena crisi
d’angoscia per la
propria amata in fin di vita.
Non poteva esserci
pensiero più sbagliato. Ormai avevamo
perso la nostra dignità di mostri, il nostro essere
scostanti predatori dalla
mente lucida e l’autocontrollo
formidabile. Erano caratteristiche che andavano tutte a farsi benedire non
appena Nessie
accennava ad un lieve lamento, non appena alzava le sue manine paffute
per
mostrarci di che cosa avesse bisogno in quel determinato momento.
Incredibile.
Non c’era uno di
noi che si comportasse da vampiro
normale quando c’era lei nei paraggi con i
suoi occhioni a calamita e le sue dita calde, dal tocco leggero:
Rosalie
sprizzava scintille non
appena
qualcuno gliela
toglieva dalle braccia,
Alice sperperava tutte le sue carte di credito in negozi di vestiti per
bambini, Ed si era messo a comporre una nuova melodia per lei al suo
pianoforte.
Persino quello scorbutico di Jazz, quando pensava di non essere visto,
le
allungava una lieve carezza sulla testolina riccioluta.
Ecco come
c’eravamo ridotti nel giro di poco più di un mese:
un intero clan di forti guerrieri tenuti a bada da un esserino di
nemmeno tre
giorni.
Sai il caro vecchio
Dracula che risate, se fosse stato ancora
tutto intero.
In più, a
complicare la situazione tutt’altro che semplice
di per sé, c’era da tener conto anche del gruppo
di cani che aveva preso a
scodinzolare intorno
casa, riempiendo
l’aria del loro soave
fetore di
sudore e terra bagnata.
Jacob era stato
irremovibile. Dopo che Bella gli aveva
concesso a malincuore il proprio permesso (se per
“malincuore” si poteva intendere
che quel ragazzetto di Seth c’aveva
quasi rimesso il braccio…), non aveva mai perso l’
occasione di vedere Nessie.
L’adorazione nei suoi occhi metteva quasi soggezione. Un
sentimento non lontano
dalla profonda venerazione che vedevo nello sguardo di Edward quando si
soffermava sul viso di sua moglie. Quello stesso calore, quella stessa
struggente dipendenza che, infondo , segretamente e gelosamente,
custodivo in
quel cuore ormai freddo che avevo consegnato nelle mani di Rose, in un
lontano
giorno di montagna di qualche secolo fa.
Un cuore che non volevo,
per nessun motivo al mondo, che mi
fosse restituito tanto presto.
“
Bianco..Tanto
bianco..” Improvvisamente sobbalzai sui gradini
del porticato, le piccole
mani di Nessie a mezzo centimetro dal
volto. La piccola, accortasi dell’espressione
pensierosa sul mio viso,
aveva abbandonato le forchette del servizio di Esme e si era sporta
verso
l’alto per tentare di capire come mai fossi così
sulle nuvole.
“ No, niente,
Ness…stavo solo ricordando un giorno di tanto
tempo fa. C’era molta neve, sì. Non mi sentivo
tanto bene, stavo per chiudere
gli occhi e addormentarmi quando, all’improvviso,
è apparso un angelo…”
Non c’era
metafora più adatta per descrivere come mi era
apparsa Rose in quel momento.
La piccola
tamburellò le sue dita calde sulla mia guancia, con
aria perplessa. Nella mia mente presero a ruotare tanti frammenti di
immagine, ricordi
lucidi e colorati, nitidi in ogni loro più nascosto
particolare.
Rose
che riempiva
Jacob di insulti; Rose che, diffidente, guardava Carlisle mentre appoggiava Ness sul
lettino d’ospedale
per prenderne le misure; Rose
che
stringeva la bambina al petto, impedendo ad Alice di poterla
cullare…
Allontanai con delicatezza
la mano della piccola e la tenni
stretta per un attimo nella mia.
Erano così
diverse. Non per la temperatura, non perché la
mia pelle assumeva brillanti scintille di luce non appena veniva
toccata dai
raggi del sole.
Quelle erano le mani di un
uomo e di una bambina. Mani che, se
osservate da lontano, avrebbero potuto assomigliare a quelle di un
padre con la
propria figlia.
Sapevo che cosa provava
Rosalie tutte le volte che si
soffermava a guardare le braccia di Bella che racchiudevano con
delicatezza il
dolce peso di Renesmee.
Era un pensiero che mi
aveva sempre tormentato, l’unica cosa
che non sarei mai stato in grado di darle. Però, poiché sapevo che
la natura della nostra razza
impediva il riprodursi tipico degli umani, non mi ero dato pensiero,
credevo
che mia moglie col tempo avrebbe superato il suo dramma personale.
Ero disposto a concederle
tutto il mio amore,tutto me stesso
pur di farle dimenticare.
Poi
l’impossibile era accaduto. Bella, l’umana dalle
guance
rosse che avevo sempre preso in giro per il suo equilibrio precario,
aspettava
un figlio da mio fratello, un vampiro.
Era immorale, contro
natura, come aveva affermato Carlisle
dopo la telefonata di Ed dall’isola. Sul momento,
però, non mi ero posto il
problema della legittimità di quel gesto. C’era
altro a cui pensare.
Se ciò che era
accaduto era stato dilaniante per Edward,
crudele per Carlisle, fatale per Bella, per Rose era stato come morire
ed
essere vampirizzata ancora una volta. Faticavo a dimenticare
l’espressione che
le avevo letto in volto quando l’avevo sorpresa al telefono
con Bella. Quella
determinazione, quell’invidia messa a tacere
dall’orgoglio dettato dal suo
carattere indomabile erano stati più dolorosi di una ferita
inferta da una lama
a doppio taglio.
Non
ho potuto darti un
figlio. Promettimelo, Emmett: concedimi almeno di salvare il loro.
Anche se avevo tradito per
la prima volta la fiducia della
mia famiglia adottiva, non ero riuscito a negarle quel suo desiderio.
Ma come potevo spiegare
tutto questo ad una bambina così
piccola, così innocente che si sarebbe sentita responsabile
per tutto ciò che
era successo?
Ness continuava a
guardarmi in attesa di risposte, i grandi
occhi scuri accessi di curiosità.
Non ero la persona
adatta, decisamente. Il mio
tatto era pari a quello del cucchiaino che le sue dita avevano ripreso
a
martoriare. Decisi di provarci comunque, in fondo mi aveva messo alle
strette.
Delicatamente, pieno
di attenzioni, feci scivolare il palmo della sua mano sulla mia
guancia,
permettendole così di verificare se le mie parole trovavano
rimostranza nei
suoi pensieri.
“ Sì,
lo so che tua zia è un tantino difficile, sapessi quanti
piatti mi sono beccato io in testa in tutti questi secoli, quando
tentavo di
farla ragionare! Però…”
Sospirai, guardando in
basso, la voce gonfia d’emozione. “In
lei c’è molto altro, Ness. Pochi la conoscono per
come è veramente. Sotto
quell’orgoglio, quella testardaggine che si ritrova, è una donna
meravigliosa. Tiene molto a te,
piccola semiumana che non sei altro. Quindi se ogni tanto è
un po’ troppo
possessiva o manda troppo spesso in un certo posto il tuo caro Jacob,
ecco…sappi
che lo fa solo perché ti vuole molto bene.” Alzai
la testa lentamente, pronto a
leggere il responso del mio discorso negli occhi di mia nipote.
La scena che mi si
presentò davanti mi paralizzò per un
attimo sul posto.
Nessie non stava affatto
guardando me, no. Era concentrata
su di un particolare alla mia sinistra, in alto, sopra la mia spalla.
Osservava
in silenzio sua zia Rosalie che, con l’espressione contorta
da lacrime che non
poteva versare, ci stava guardando ferma sulla porta.
“ Rose,
io…Non mi ero accorto…”
Tentai di alzarmi per
andarle incontro, ma il dolce peso di
Renesmee mi teneva inchiodato a terra. Continuai a guardare immobile
mia moglie
che, passata una mano sul viso e spostatasi una ciocca dorata dagli
occhi, tornava
a far comparire il suo familiare sorriso sul suo volto perfetto. Ness
si alzò
in quel momento dalle mie ginocchia e ,zampettando a terra coi suoi
piedini e
con l’aiuto del mio braccio, si aggrappò
salda alla gamba di Rose, indicandomi con un dito per
farmi abbassare
alla sua altezza. Mi sfiorò con l’indice sul
mento, facendomi rivivere per un
istante la scena che si era svolta nemmeno cinque secondi prima su
quello
stesso portico, soffermandosi insistentemente sulla fugace espressione
d’amore
che si era dipinta per un momento sui lineamenti di Rosalie mentre mi
guardava.
Sorrisi al vuoto, memore
di quel momento. La piccola aveva
capito. Dopotutto c’era da aspettarselo, con lo zio
intelligente che si
ritrovava.
“ Dai Ness,
rientriamo. Sono tutti in salotto che ci
aspettano.”
Rose prese in collo la
bambina con attenzione, il suo
bellissimo volto che sporgeva da sopra i riccioli color del rame di
Renesmee.
Alzò lo sguardo per un attimo su di me.
Un fugace istante, il
tempo di un sospiro…bastò lo stesso.
L’amore
infinito, quel
“grazie” silenzioso che lessi nei suoi
occhi, furono una risposta più
significativa delle tante parole che servivano agli altri. Non
c’era bisogno di
aggiungere niente.
“ E poi, Nessie,
fra poco arrivano mamma e papà.” Mia moglie
mi lanciò un’occhiata così
machiavellica che, per la sua malizia, mi fece scoppiare
a ridere.
La
adoravo, non
c’erano dubbi.
Ness
si divincolò
nella stretta della zia per guardarmi di striscio, le manine protese
per capire
dai miei pensieri a che cosa fosse dovuto quello scoppio di
ilarità. Mi
allontanai dalla sua presa, un sorriso di scuse sulle mie labbra, gli
occhi che
prendevano a scrutare il profilo della foresta in attesa
dell’arrivo dei due
neo-sposi.
Infondo, per quanto
sincero potessi essere, c’erano cose che
una bambina di soli tre giorni, per il momento, non doveva
assolutamente
conoscere.
“
Renesmee era sveglia. Seduta
per terra e marcata stretta da Emmett e Rose, giocava con un mucchio
contorto
di posate d’argento.
Nella
mano destra teneva un cucchiaio martoriato…”
( “Breaking Dawn”,
pag. 439 )
Di
seguito riporto il giudizio di harrytat:
la prima classificata sarebbe stata:
-speednewmoon!
con:
-Correttezza grammaticale:4/5 punti
Qualche piccolo errore di battitura e ti ricordo che dopo punti e
virgole uno spazio non guasta. Qualche ripetizione di troppo. Ma nel
complesso davvero bene!
-Originalità:9/10
Lo ammetto. Sei stata originalissima. Davvero hai ambientato la storia
in un momento che credevo perfetto. Ottimo.
-Lessico e stile:6/10 punti
Hai usato un lessico comprensibile e mediamente semplice. Hai superato
il limite di lunghezza per questo ti devo penalizzare. Mi dispiace ma
ti verranno tolti 2 punti.
-Parere personale: 14/15 punti
Ammetto che alla fine mi
è scesa una lacrimuccia…. E’ davvero un
fic strepitosa! Emmet e Rosalie
sono stati caratterizzati veramente bene,anche perché come
mi avevi
anticipato ti sei mantenuta dentro lo schema Mayer. Davvero,davvero
molto brava! Complimenti!
per un totale di 33 su 40 punti...
-Bonus personaggi: 4
Tot:37 su 40!
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