NEMICO IN CORSIA
Protetta, bardata,
l'inferno, si desta,
con tetra, vetrata,
sull'alba, funesta;
io varco, la porta,
del piano, irreale,
e il vento, riporta,
la dura, influenza,
del male.
Le vite, sospese,
su baratri, e casi,
salite, e discese,
riempite, di frasi;
invano, il ritorno,
col sole, calante,
se gira, lì intorno,
Il grido, del nulla,
incessante.
Mi porto, le voci,
di buoni, segnali,
respiri, tra croci,
nei grigi, fondali;
li cerco, d'istinto,
poi l'ora, si avvia,
sul viale, recinto,
rivedo, il nemico,
in corsia.
LUCA CLEMENTI
Ai tempi del COVID, un'infermiera racconta la propria storia; un
ordinario scontro con la difficile situazione in cui si sono venuti a
trovare i vari ospedali. Questa infermiera, dopo terribili ed interminabili
giornate, ad affrontare le cicatrici lasciate dal virus a pazienti per lo più intubati e
destinati a morire, torna a casa la sera, con in testa le cruenti immagini della
giornata appena trascorsa, senza riuscire a dormire, né a ad ascoltare i
familiari che cercano di comunicare con lei. Nel cuore, invece, il bisogno
di vedere almeno uno di quei pazienti non più intubato e respirare da
solo. Il primo segnale che il virus, forse si può vincere.
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