GIRL
OF DARKNESS
Capitolo
1 -Party preparations -
I
preparativi erano durati più del previsto e c’era
la remota possibilità che
Mitsuko rientrasse da un momento all’altro.
La
ragazza dai capelli biondi si affrettò ad appendere
l’ultimo palloncino e
asciugò il sudore dalla fronte.
“Non
ne sarà contenta.”
Yuki
sbuffò, sentendo Subaru Sakamaki ripetere quella frase per
la sesta volta.
Era
una persona molto paziente, lei, ma quel vampiro dagli occhi rossi
metteva a
dura prova la sua calma.
Neppure
Ayato e i suoi sprazzi di egocentrismo la esasperavano tanto.
“Si
che lo sarà!”, ribatté convinta.
Il
vampiro, d’altro canto, rimase fermo nella sua convinzione.
Era
sicuro al cento per cento che Mitsuko non avrebbe apprezzato quella
festa a
sorpresa.
Aveva
detto esplicitamente che non voleva celebrare il suo compleanno.
Dopo
la morte di Raito si era chiusa in sé stessa e, cosa ancor
peggiore,
trascorreva la maggior parte del tempo dai Mukami, motivo per il quale
lui era
costantemente di pessimo umore.
Più
del solito, almeno.
Di
certo Shu non era d’aiuto.
L’accompagnava
sempre ben volentieri nella “casa del nemico”,
anzi, a volte era proprio lui a
suggerirlo.
Inizialmente
Subaru aveva pensato che volesse proteggerla e tenere
d’occhio lui stesso il
comportamento dei Mukami.
Ma
non si sarebbe disturbato ad accompagnarla tante volte, senza un valido
motivo.
Per
essere uno che spendeva la sua esistenza a dormire, o poltrire
più in generale,
sicuramente aveva una buona ragione per scollare il suo posteriore dal
divano.
Una
voce lo riportò alla realtà, Yuki
tossicchiò un paio di volte per richiamare
l’attenzione del “vampiro bisbetico”.
“Hai
parlato con gli altri?”
Subaru
roteò gli occhi al cielo ed annuì: non era
incline a quel genere di cose, ne’ lo
erano i suoi fratelli.
Ma
stranamente avevano accettato.
Sembrava
che ogni Sakamaki volesse dare il proprio contributo, pur di
risollevare il
morale di Mitsuko.
Del
tutto surreale, considerato che si erano preoccupati sempre e solo dei
loro
interessi personali.
Tutti
avevano sofferto per la morte di Raito, certo, ma Mitsuko era quella
che ne
aveva risentito maggiormente e, forse, il suo dolore era diventato
contagioso.
Come
ci fosse stata un’infezione a circolare nel suo sangue e,
morso dopo morso, ogni
Sakamaki ne aveva assorbito un po’.
Per
quel motivo, dieci minuti più tardi, tutti i vampiri si
raccolsero nell’atrio
principale, Yuki compresa, ed attesero l’arrivo di Mitsuko.
Shu
era stato precedente informato, così l’aveva
scortata dai Mukami per un po’,
giusto il tempo di allestire il salone per la festa.
In
fondo, la ragazza compiva 18 anni e, con tutto quello che aveva
passato, Yuki
aveva deciso di regalarle un po’ di sano divertimento.
“Uffa
ma quanto ci vuole?”, esclamò un impaziente Ayato.
“Sarà
qui a momenti, vedrai.”, lo rassicurò la biondina,
carezzandogli una spalla.
Il
gesto servì ad acquietare il suo animo.
“Chiaramente
Shu non conosce il termine puntualità.”
Commentò
Reiji, dopo una veloce occhiata all’orologio.
Kanato
sgattaiolò vicino al buffet, cosciente che avrebbe trovato
dei gustosi dolci.
E
Yuki lo notò con la coda dell’occhio, tuttavia
l’espressione inquietante del
vampiro la fece desistere dal rimproverarlo, mentre addentava un muffin
al
cioccolato.
“Lascia
quel dolcetto, Kanato.”, a riprenderlo fu il maggiore dei
fratelli.
Subaru
si limitò a schioccare la lingua.
“Ohy!
– esordì Ayato, intuendo cosa fosse accaduto
– perché lui può assaggiarli ed io
no?”
“Infatti
non può.”
Lo
rassicurò Yuki, ma il rosso stava già avanzando
verso l’altro.
Kanato
posò il muffin morso con sguardo colpevole.
“Teddy
mi ha chiesto se erano buoni.”, tentò di
giustificarsi, ma stava palesemente
improvvisando.
“Non
tirare in mezzo il peluche!” sbraitò Ayato, mentre
Yuki provava a tenerlo fermo
per un braccio.
Subaru
sbatté un pugno sul muro.
“Fate
silenzio! Mitsuko sta per arrivare!”
Ayato
lanciò un’ultima occhiataccia a Kanato e fece
dietro-front, mentre l’altro
prese a parlottare con il suo orsacchiotto sottovoce.
Reiji
scosse il capo: i suoi fratellastri erano proprio un caso perso.
***
Io,
Kou e Yuma ci guardavamo in silenzio.
I
nostri sguardi si intrecciavano e si scioglievano, ci chiedevamo chi
avrebbe
fatto la prima mossa.
Avevo
le mani sudate e di certo le avrebbero avute anche loro, se fossero
stati
umani, tuttavia le avevano ferme e asciutte, pronte a scattare.
“Non
ti sforzare troppo m-neko-chan, non
puoi competere con noi.”
Annunciò
Kou con la sua voce cristallina, che strideva con quel sorriso malefico
che si
ritrovava.
“Noi
otteniamo sempre quello che vogliamo.”, aggiunse Yuma,
terribilmente serio.
Guardai
prima un Mukami e poi l’altro.
“È
vero, non posso competere con voi, ma chi dei due sarà
più veloce?”
Osservai
i loro volti compiaciuta, intuendo che la mia tattica aveva funzionato:
avevo
instillato il seme del dubbio nei due vampiri, che adesso si scrutavano
attentamente, soppesando chi fra i due sarebbe stato più
veloce.
Si
mossero entrambi, contemporaneamente, e si afferrarono le mani, per
tenersi
fermi a vicenda, così ne approfittai per fare la mia mossa.
Agguantai
l’ultimo gamberetto fritto e lo sventolai trionfante.
“Ha!
L’ho preso!”
I
due Mukami, intuito l’inganno, reagirono in modi differenti:
Kou mi fissò
colpito: neppure il suo occhio magico
aveva scoperto le mie vere intenzioni, mentre Yuma sbatté un
pugno sul tavolo,
facendo vibrare il vassoio, in precedenza ricco di tempura
ed ora lindo e pinto.
“Ci
hai fregati!” si lamentò il gigante.
Gongolai
per un po’, mentre Azusa, al mio fianco, se la rideva di
gusto.
Con
il suo dosato entusiasmo, certo.
Donai
l’ultimo gamberetto proprio a lui.
“Tutta
questa fatica per darlo ad Azusa?” esclamò Kou,
ancora non abituato alla
gentilezza fine a sé stessa.
“Ma
è chiaro, noi ne abbiamo mangiati più di
lui.”, risposi tranquillamente.
Azusa
mi ringraziò con occhi luccicanti e mangiò il
gamberetto in un sol boccone.
“È
ora di tornare.”, mormorò una voce impastata dal
sonno alle mie spalle.
“La
bella addormentata si è svegliata.”,
commentò Yuma seccato.
Shu
aprì un occhio e lo fissò incuriosito.
“La
bella cosa?”,
domandò svogliato.
Evidentemente
nessuno aveva letto le fiabe della buonanotte ai Sakamaki.
“Tsk
lascia stare.”
Scossi
il capo e sorrisi.
Il
biondo non aveva ancora trovato il coraggio di parlare con Yuma, e
così si
limitava ad accompagnarmi da loro, sperando che la sua presenza
riportasse alla
memoria qualche ricordo.
Tuttavia
non era servito a molto.
Quanto
meno Ruki aveva aiutato il fratello a ricordare parte del suo passato,
quando
viveva in un villaggio e si chiamava Edgar.
Shu
si alzò controvoglia dal divano ed io lo imitai.
“Andiamo
via prima?” chiesi insospettita.
Solitamente
ci trattenevamo fino a sera.
Era
molto più piacevole pranzare dai Mukami e trascorrere con
loro i pomeriggi
afosi di agosto.
Ben
presto sarebbe iniziata nuovamente la scuola e avrei avuto ben poco
tempo per
stare in loro compagnia.
E
poi la magione dei Sakamaki era fin troppo… silenziosa.
“Già
Shu-san, perché non vi intrattenete un altro
po’?”, volle sapere Kou e giurai
di aver visto il suo occhio nascosto brillare innaturalmente.
“Non
ti sforzare troppo ad usare quel coso
su di me.”, affermò l’altro, con uno
sbadiglio.
Di
certo era piuttosto difficile capire cosa si celasse dietro
quell’espressione
perennemente assonnata.
Azusa
salutò il Sakamaki con un cenno della mano, senza esser
ricambiato, così io mi
apprestai ad abbracciarlo.
Lo
sentii irrigidirsi, come al solito, il che mi lasciava sempre perplessa.
Quando
credeva che non ci saremmo più rivisti, mi aveva abbracciata
di sua spontanea
volontà.
Probabilmente
aveva bisogno dei suoi spazi, avendo avuto sempre un’idea
distorta di affetto.
Così
mi staccai quasi subito.
“E
Ruki?”
Realizzai
improvvisamente che il maggiore dei Mukami era scomparso da un
po’ di tempo.
“Sta
lavando i piatti.”, dichiarò Kou ed io mi infuriai.
Aveva
detto che non li avrebbe lavati solo per tenermi buona, mentre io lo
facevo ben
volentieri, per ripagarlo dei pranzi che preparava tutti i giorni.
“Ora mi
sente.”
“Mitsuko
dobbiamo andare.”, mi fece presente Shu, ma io lo bloccai con
un dito.
M’incamminai
in cucina e Ruki sussultò: lo avevo beccato in flagrante,
con un piatto in una
mano e uno straccio nell’altra.
Lo
fissai a braccia incrociate e perfino il suo sguardo impassibile
sembrò
vacillare.
“Ti
avevo detto che li avrei lavati io!”, gli rimproverai.
Il
vampiro riprese ad asciugare il piatto con noncuranza.
“Non
era necessario.”
“Si
invece! – replicai – mi permetti di pranzare qui
tutti i giorni e questo è il
minimo che possa fare per sdebitarmi.”
Ruki
posò il piatto sul tavolo e si asciugò le mani.
“Se
non ti avessi voluta qui, ti avrei già mandato
via.”
Sebbene
la frase non era stata così gentile, capii che la mia
presenza non era un
disturbo. Un po’ mi rasserenò.
“Per
questa volta passo, ma domani li lavo io. – annunciai decisa
– e non accetto un
no, a costo di legarti su una sedia.”
Doveva
sembrare una minaccia, ma suonò più come una
frase ironica, considerata la sua
forza sovrannaturale.
Tant’è
che Ruki mi osservò con un sopracciglio inarcato.
“Ora
vado.”, annunciai, cercando di mantenere la mia aria da dura.
Il
vampiro annuì incerto e sentii il suo sguardo addosso
finché non tornai nel
salone.
ANGOLO
AUTRICE
Ebbene
gente, credevate di esservi liberati di me, e invece eccomi di nuovo
qui!
Questa
fan fiction è diventata molto più di
ciò che avevo pianificato inizialmente,
quindi siamo giunti a quella che sarà la
“serie” finale!
Vorrei
iniziare con un bentrovati a tutti
coloro che hanno seguito la mia fan fiction dall’inizio e un benvenuti a coloro che si trovano qui
per la prima volta!
Come
ho anticipato nell'introduzione, dovrete recuperare “Girl of
Light” e “Girl of Life”
per poter comprendere la trama!
Come
avrete notato, la storia non sarà più raccontata
unicamente in prima persona
dal punto di vista di Mitsuko, fungerò da narratore
onnisciente e quindi ci
saranno scene scritte con la terza persona.
Questo
è funzionale alla trama che ho in mente, ed essendo
l’ultima serie, voglio che
vi godiate ogni piccola sfaccettatura.
Spero
sarete numerosi come sempre, sono emotivamente legata alle avventure di
Mitsuko
e dei nostri vampirelli.
Questa
resta una delle mie fan fiction migliori (sia tra quelle pubblicate
qui, sia
tra le bozze che conservo in diversi quaderni) credo di essere
migliorata nel
tempo, ed è un vero piacere poter scrivere ora, con quale
competenza in più. Spero
di poter migliorare ancora, anche grazie ai vostri consigli, e quindi
mi auguro
di ricevere presto vostri giudizi riguardo la trama, la storia ed
eventuali
errori grammaticali.
Cercherò
di aggiornare una volta a settimana.
Detto
questo, vi saluto, lasciandovi delle immagini della nostra Mitsuko,
ormai
cresciuta!
Nephy_
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