ShikaIno [Il misterioso viaggiatore]
Che dire.
Terzo posto e premio per lo stile, in un Contest che trovavo
seriamente difficile. Woah.
Ovviamente, i miei più sinceri complimenti
vanno alle due
prime in classifica - nonché alla giudicessa, per la sua
somma pazienza.
E... Bon, non so che dire. Non me l'aspettavo, davvero!
Strani triangoli e aberranti
coincidenze » Autostop!
Quanto
avrebbe preferito, piuttosto che stare dietro ad un volante a
sbadigliare, con aria più che assonnata, essere avvolto dal
tepore delle coperte di un morbido letto. Quanto avrebbe preferito a
quel viaggio verso casa, proposto dai suoi genitori solo un paio di
giorni prima - sua madre sapeva davvero essere una seccatura, a volte
-, affondare la testa nel cuscino, chiudere gli occhi e
lasciarsi cullare dai suoi sogni.
Ed ora che non vedeva
che i fari delle auto che procedevano nella
direzione opposta alla sua o la segnaletica cui aveva smesso di far
caso circa
nove sbadigli prima, desiderava fermarsi ed appisolarsi sul sedile
posteriore, a tempo indeterminato.
Forse era il filo dei
suoi pensieri a costringere le sue palpebre ad
abbassarsi, quasi dopo ogni curva, ad apparirgli più pesanti
di
quanto solitamente non fossero.
Fatto stava che,
più o meno dieci metri dopo, si era
irrimediabilmente reso conto di aver sbattuto con violenza la fronte al
volante - e il tutto sembrava essere successo così in
fretta,
tanto che lui non aveva nemmeno avuto il tempo di capacitarsene.
E se al - quasi -
scampato incidente, ci si aggiungeva... Cosa?!
Shikamaru
frenò di colpo, lasciando che gli pneumatici
sporcassero l'asfalto. E non lo fece per il possente Suv che aveva
rischiato di tamponare.
- Ehi! -
Una ragazza -
sì, due braccia, un corpo, capelli lunghi e
sagoma statuaria: doveva
essere una ragazza - aveva appena sbattuto, affondato le mani nel
cofano anteriore della sua auto. E la scena gli era immediatamente
parsa bizzarra: quella biondina non sembrava che una Wonder Woman in
calze a rete che aveva appena fermato la sua folle corsa.
La fanciulla si
affrettò a girare attorno alla macchina, andando
immediatamente a posizionarsi accanto al finestrino.
- Ehi. - le rispose
Shikamaru, intimorito.
Ora che la guardava
bene, no, non prometteva nulla di buono quella
faccenda.
Cosa ci faceva lui,
accostato sul ciglio della strada, mentre parlava con una... Prostituta?
- Me lo dai un
passaggio? -
Una prostituta che,
oltre tutto, gli stava ammiccando!
- Io... Non mi serve
niente, grazie. Sto tornando da lavoro e sono
molto stanco, sarà per un'altra volta, magari. -
Una prostituta
arrabbiata, molto arrabbiata.
- Eh? Ma per chi mi hai
preso?! Io ti sto solo chiedendo un passaggio! -
Bene.
Probabilmente, se solo
non fosse stato in compagnia, avrebbe - e con
l'appoggio della giovinetta
- preso a testate il volante fino a non ricavarne altro
che una commozione cerebrale. E starsene un bel po' di giorni nel letto
di un ospedale, no, non era per niente male come idea. Anzi, ne aveva
strettamente bisogno, probabilmente.
Di un morbido cuscino,
di un comodo materasso - a dir la
verità,
si sarebbe accontentato anche di un sacco a pelo o addirittura di un
mucchietto di paglia gettato in un angolo -, ma ne necessitava subito,
immediatamente.
- Tu. - la
squadrò ancora - ... Ragazza, credo, non
puoi fare l'autostop... Così!
-
E di fronte a lei, non
c'era che una confusissima autostoppista che
aveva preso a fissarsi insistentemente.
- Ho qualcosa tra i
denti? Ho i capelli fuori posto? -
Il volante della sua
auto, in quel momento, sembrava decisamente
più invitante di un cuscino. Ah, quante volte avrebbe
desiderato
sbatterci la testa, per poi rendersi conto che non si trattava d'altro
che di un brutto, orribile incubo!
- No, dico
semplicemente che non è normale che una ragazza
si
aggiri da sola sul ciglio della strada. Anzi, tu addirittura non ti sei
fatta scrupoli a far fermare le auto irrompendo sulla carreggiata. E'
pericoloso. -
Ma quella strega in
tacchi a spillo non sembrava minimamente
interessata al suo dialogo - o monologo, si poteva dire. Proprio per
questo Shikamaru scelse diplomaticamente di mettere in moto, per poi
lasciare lì quella che altro non si era rivelata che una seccatura.
- Ehi! Che diamine stai
facendo?! -
- Me ne vado, non vedi?
-
E in un momento come
quello, in cui sembrava essere in contemplazione
di uno spettacolo insolito, con quella bocca semi-aperta e
l'espressione sconvolta in viso, la ragazza no, non sembrava avere
un'aria neanche lontanamente furba.
- Non puoi lasciarmi
qui. Lo sai, vero? -
- Non ti
accadrà nulla. Solo un appunto: per fare l'autostop
basta un pollice. Non cercare mai più di diventare un Idol
coi
super-poteri o ti farai male. -
Probabilmente, la
giovane non riuscì a cogliere il sarcasmo
nella sua voce, limitandosi semplicemente ad aggirare l'auto - che
ancora, per chissà quali cause, restava ferma - ed aprire lo
sportello.
- Che stai facendo? -
le chiese Shikamaru, piuttosto stizzito.
- Piacere Ino. Portami
a Torrance. -
- Mi hai preso per un
tassista?! -
E se c'era qualcosa che
Ino detestava, erano le frasi biascicante con
quella cadenza insopportabilmente vibrante.
- Portamici e basta! E'
nella tua direzione, no?! -
Accanto a lei, il
ragazzo si limitò ad inserire la
retromarcia -
anche se si rendeva conto che non aveva mai parcheggiato quell'auto, si
era semplicemente piantato in mezzo alla strada che, per loro fortuna,
a quell'ora tarda non era granché trafficata.
- E... Aspetta. -
- Cosa c'è
adesso? -
- Uhm, hai presente
quando hai detto che è pericoloso per
una ragazza aggirarsi da sola sul ciglio della strada? -
- Sì. -
- Ecco, io non sono da
sola. -
E in quel momento, il
mondo di Shikamaru sembrò crollargli
addosso come un fragile castello di carte. Solo che non sentiva gravare
sulle spalle il leggero peso di sottilissimi oggetti, ma un aggravio
che poteva avere calibro di tonnellate di massiccia roccia.
Non avrebbe dovuto
sopportare una sola e micidiale arpia fasciata da
abiti succinti, bensì due atroci donne.
Con un fluido
movimento, Ino si sporse dal finestrino, cominciando
subito dopo a lanciare attente occhiate alla vegetazione a qualche
metro da loro. Ma questo Shikamaru non
poteva vederlo.
Difatti, il suo sguardo
sembrava essersi posato altrove. Per la
precisione, vagava in basso, molto in basso - probabilmente troppo. E
quella gonnellina aderente e luccicante sembrava calamitare a
sé, in modo ancora più pressante, i suoi stanchi
occhi.
- Inuzuka, sei il
ragazzo più idiota che conosca. Vieni qui,
immediatamente! -
Ed ora, si sbagliava o
lo strazio seduto al suo fianco aveva appena
urlato " ragazzo
"?
- Ragazzo? -
Ino si voltò
a guardarlo stupita.
- Sì, il mio
ragazzo. Qualche problema? -
Figurati,
sto solo
facendo almeno
quaranta chilometri di strada assieme ad un'irritante ragazza e al suo
fidanzato quasi sicuramente stupido e palestrato.
- No, nessun problema.
- rispose semplicemente, spalmandosi poi una
mano in fronte, con aria esausta.
In un attimo, una
saetta era entrata in auto. Difatti, Shikamaru non
aveva avuto né il tempo, né il modo di rendersi
conto
della sagoma che, in pochi istanti, era balzata fuori dai cespugli e
aveva corso fino alla sua auto, trovandovi poi rifugio.
- Piacere, Kiba! -
Si era solo accorto
della mano che era sbucata tra le loro teste,
quella sua e di Ino, e che ora aspettava tesa di essere stretta, per
una informale presentazione - e del tutto inutile, per giunta.
E no, non era
palestrato.
- Shikamaru. - rispose
svogliatamente, senza, ovviamente, degnare di
un'altra occhiata la mano di quel
Kiba.
E
ne era sicuro...
- Ino, ma perché
non vieni dietro? -
Non
si sarebbe
minimamente divertito...
- Oh, certamente. -
rispose la graziosa, con un risolino.
Anzi,
sarebbe stato il
viaggio più lungo della sua vita.
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