Kim Art Gallery

di ManaMa
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È il primo dicembre 2035 e sono quasi quattro anni che vivo a Parigi.

Non è ancora inverno ma la stagione fredda sta per arrivare, lo capisco dal mio naso freddo che sbuca appena dalla sciarpa prima di entrare in auto, lo vedo dagli alberi degli   ormai spogli,  che ora mi guardano mentre guido per raggiungere Marais, lo percepisco dal bisogno di calore che ha la gente, cammina vicina, abbracciata, un tempo mi piaceva l'inverno adesso un po' meno.

Sono Kim Taehyung ho nuova vita ora, lontano dalla corea, lontano dalla mia famiglia, lontano dalla musica.

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Odio svegliarmi presto, specie se il sole non è ancora sorto, ma non ho potuto farci nulla. Quando ieri lku mi ha chiamato, per lasciarmi un suo dipinto, prima di tornare in Giappone da sua nonna, non ho potuto dirle di no.
È più giovane espositrice della mia galleria d'arte, la prima che mi ha concesso di esporre i suoi lavori, e prima della sua partenza volevo darle un abbraccio e ringraziarla per tutto quello che ha fatto per me.

Ora sono appena le 7.30 del mattino mi ritrovo a guidare per le strade vuote di Parigi, con un quadro incartato nel cofano, tante ore di sonno in meno e un buco allo stomaco per non aver fatto colazione.

Certo avrei potuto chiamare la mia Claire e dirle di ritirare il dipinto, ma ora è che ha una bambina non posso più monopolizzare il suo tempo, non me lo perdonerei mai. Vedere come si prende cura di quell' esserino tutto latte e pannolini, è adorabile. Certo io non potrei fare a meno di lei, più che un'assistente è un faro per me, ma ho dovuto concederle per stare con lei, ma vederla felice, ripaga tutti il lavoro in più che ho da fare.

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Lascio l'auto in garage dietro la galleria, e vado al Chat Ren per fare colazione. Apro la porta e mi sento già meglio, sa di buono, di famiglia di casa:
"Taehyung che ci fai a quest'ora in giro? Sei cascato dal letto?"
"Buongiorno anche a te Claude! Una cioccolata calda da portar via e un pezzo di tarte tatin al miele e noci di Josephine." "Arrivano subito." Mi risponde lui.
Qualche secondo dopo dalla porta della cucina appare Josephine con la mia torta e la cioccolata. Lei mi sorride mi lascia una pacca sulla spalla e torna a lavorare.

Prendo tutto e torno in galleria, ho un quadro da scartare, l'ho poggiato in magazzino quando sono tornato, ma la curiosità mi sta divorando, vista la partenza improvvisa Iku mi ha lasciato una lettera, mi ha detto che preferiva scrivere quello che il dipinto le aveva suscitato così da potermelo spiegare al meglio, vista la sua assenza.

Quando la apro ci sono solo poche righe.

Alcuni luoghi esistono solo pochi minuti al giornoPuoi avere la fortuna di osservarli solo se sei nella giusta posizione A volte non sono definitinon sempre il riflesso lo è ma non per questo sono meno realiIku

Giro il foglio ma non trovo altro, ora sono ancora più curioso di guardare la sua opera.
Poggio la tela sul cavalletto tiro via il nastro adesivo e sposto la carta.

Una lacrima mi scorre lungo la guancia. JUNGKOOK

 

In fondo oggi è il primo dicembre, fa quasi freddo, gli alberi sono spogli e fra 29 giorni avrò quarantanni, quel giorno inaugurerò la mia prima personale di fotografia


Angoletto: Jungkook sta bene è solo lontano





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