TRE PASSAGGI
Pudding fissò
soddisfatta la torta al cioccolato davanti a lei. Sul tavolo la spatola
sporca di cioccolato fondente e un'altra di panna, una bottiglia di
latte vuota, ma non c'era solo quello. In effetti, constatò
che la cucina era disordinata.
Quando si trattava di
preparare qualcosa di buono, che fosse un dolce o altro ci metteva
sempre constantemente di impegno, riflettè che lei e Sanji
avevano in comune anche questo.
«Pudding-chan,
hai finito?», il cuoco le apparì dietro
improvvisamente facendola trasalire.
Pudding non lo avrebbe
mai ammesso, anzi, si sarebbe fatta cavare il terzo occhio, ma adorava
quando Sanji la chiamava con quel suffisso. Mai di scherno, ma sempre
affettuoso e gentile.
Lei gli
lanciò un'occhiata, «Non ti avevo detto di restare
di là!? Non ho ancora finito.»
Sanji allo stesso tempo,
adorava vedere Pudding alle prese con la cucina, era la prima volta che
trovava una donna che condivideva i suoi stessi hobby. Non era la prima
volta che interagivano in questo contesto, l'aveva vista darsi da fare
a Whole Cake Island per preparare una torta perfetta in modo da farla
mangiare a quella psicopatica di sua madre, e lì le era
piaciuta un sacco.
«Lo so, ma
Pudding-chan è così carina quando cucina! Non ho
saputo resistere.», rispose il biondo con gli occhi a cuori.
Lei in tutta risposta
sbuffò, prese una spatola sporca di cioccolato e panna e la
porse al cuoco. L'idea di imboccare Sanji non le dispiaceva, constatare
di essere la prima ragazza a fare così con lui la compiacque
leggermente.
Sanji leccò
con gusto il sapore dell'amaro fondente mischiato alla panna e i suoi
occhi si illuminarono.
«Hey
Pudding-chan, alcune volte mi sorprendi. Saresti una moglie
perfetta.», terminò con naturalezza regalando alla
ragazza un sorriso sincero.
Lei arrossì girandosi
dall'altro lato pensando a come insultarlo, ma non gliene venne in
mente nessuno. Era fortunata ad avere uno come Sanji sempre con lei, lo
stesso Sanji che era riuscito a distruggere quella corazza che si era
creata fatta di menzogne a causa di sua madre.
Pudding
guardò Sanji dormire beatamente: gli occhi chiusi, il volto
rilassato e le labbra schiuse. Era la prima volta che si ritrovava ad
ammirarlo seriamente, senza alcuna interruzione o combattimento e si
chiese come potevano le altre donne, soprattutto le due ragazze nella
sua ciurma, continuare a snobbarlo e rifiutarlo. Certo, l'uomo con i
capelli biondi e il pizzetto aveva il suo fascino, forse il problema
era la frangia bionda a coprire l'occhio sinistro?
Onestamente, a lei
piaceva anche così.
Il suo sguardo si
posò sulle labbra del biondo, aveva sempre sognato di
baciarle. Trovava ironico che il suo sentimento da "volerlo uccidere
con le sue mani" si era trasformato in "amore" nel vero senso del
termine. Tutta colpa di quella maledetta gentilezza e
onestà. Si, lui era stato orribilmente onesto con lei quando
le disse che mentiva a se stessa e ancora di più quando fece
quell'apprezzamento sul suo terzo occhio.
Si avvicinò
lentamente al viso del moro che, mentre lei si faceva i viaggi mentali
e ad ammirarlo, continuava a ronfare tranquillamente.
Chiuse gli occhi, si
scostò un ciuffo castano dal viso continuando ad avvicinarsi
finchè non sentì qualcosa di strano. Li
aprì leggermente notando che Sanji non solo era sveglio ma
la guardava adorante.
«Sai
Pudding-chan, il tuo terzo occhio è ancora più
bello visto così da vicino.», la naturalezza con
cui lo disse la spiazzò completamente. La stessa gentilezza
di quella volta. Lo detestava ma amava quell'imbecille, ma grazie a lui
aveva imparato ad accettare quella parte di lei che aveva visto come un
difetto addirittura da ripudiarlo.
Se avesse incontrato la
sua versione da bambina e le avesse rivelato che in futuro avrebbe
incontrato un uomo che l'avrebbe apprezzata per quella che era,
probabilmente si sarebbe messa a ridere.
Dopo tutti questi
pensieri, prese il cuscino dal letto cercando di soffocare l'uomo che,
in tutta risposta, rise divertito. No, questa volta non era un tentato
omicidio serio, non voleva ucciderlo, voleva semplicemente farlo stare
zitto. Ma perchè doveva essere così?
Si maledisse per essersi
innamorata di quel cuoco da strapazzo, ma almeno, con lui poteva essere
se stessa.
«Chissà
come sarebbe un nostro ipotetico figlio.»
«Cosa hai
detto?»
La trentacinquesima
figlia di Big Mom non si accorse di aver espresso quel pensiero a voce
alta, così il suo volto assunse vari tonalità di
rosso fino ad arrivare al viola.
«N-No,
cioè... Intendevo...» cercò di
giustificarsi lei muovendo freneticamente le mani. Sospirò,
non sapeva da quando aveva iniziato a farsi fantasie su lei e Sanji che
sfornavano tanti piccoli pargoli con capelli biondi e tre occhi. Non
era neanche sicura che Sanji ricambiasse i suoi sentimenti, insomma...
Lei era solo una ragazzina, mentre lui era un uomo forse molto
più maturo di lei.
Anche se non sapeva
quanto lei sarebbe stata una brava mamma. Aveva un carattere
complicato, faceva fatica ad acettare i sentimenti per il cuoco, che si
erano evoluti diventando ancora più profondi.
Probabilmente Sanji si
sarebbe stancato di lei e l'avrebbe mollata, e si sarebbe gettato fra
le braccia di qualche altra donna e questa donna, forse, sarebbe
riuscita a soddisfarlo meglio di lei.
Tutti questi pensieri
mischiati le provocarono una rabbia omicida da non accorgersi che stava
versando il succo di frutta, non sul bicchiere, ma sul tavolo.
Sussultò prendendo uno straccio bagnato asciugando la parte
sporca. Sanji, che in tutto ciò non le aveva staccato gli
occhi di dosso, rise divertito alla gaffe.
Le prese la mano con
delicatezza guardandola con tranquillità negli occhi.
«Sono sicuro
che sarà molto forte.», rispose facendole intuire
che la domanda di prima l'aveva sentita eccome. Stupido. Stupido Sanji!
Perchè doveva prendersi così gioco di lei?
Pudding
arrossì vistosamente coprendosi il viso con le mani.
«D-Davvero lo
pensi?!... Idiota, non dire queste cose con tanta
semplicità! Poi non ero neanche seria.»,
cambiò atteggiamento improvvisamente e il rossore che prima
era presente sul suo viso se ne andò, diventando furiosa.
«Non sei
più brava a mentire, Pudding-chan», rispose lui
regalandole un sorriso. In effetti lo sapeva, con Sanji non aveva
bisogno di mentire, anche perchè lui la conosceva fin troppo
bene.
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