I
miss you
Secondo
Atto.
Non ce la
faccio.
A volte
sento la tua mancanza così intensamente
da diventare un dolore fisico.
Il cuore
si stringe.
La vista
si appanna, e il respiro, che dovrebbe
essere fonte di vita, penetra nel mio corpo simile a fiamme violente,
sature di
veleno, torturandolo senza donarmi un solo attimo di pace!
È
come morire.
Pensare a
te significa morire per me.
Ma non
riesco a smettere.
Va contro
la mia volontà che un tempo regnava
sovrana.
Ora vi
sono solo tu e le tue parole, i tuoi
ricordi, il tuo odore, il tuo sorriso, il tuo sguardo così
fiero che nulla
sembrava piegare.
Tutto mi
riporta alla mente te, persino un
raggio di sole!
Per
questo l’ho bandito dalla mia vita...
Ma
è inutile.
Ti cerco
Mello.
Proprio
io, io che son stato tradito così tante
volte dalla vita da non voler più nulla che non fosse
inanimato.
Io, che
ho costruito una barriera di gelo così
da ingannare il mondo, dopo quella lettera, vorrei solo te.
Le mie
torri diventano sempre più alte. Un
giorno loro vedranno il mio dolore, ma non avranno il tempo di deridere
colui
che un tempo aveva il cuore di pietra, perché
sarò già morto.
I tuoi
ricordi mi stanno uccidendo, Mello!
Proprio
io, che ho smesso di amare, mi ritrovo
ad averne paura, perché il loro potere non mi lascia scampo!
Io non
posso più amare, Mello.
Non posso
più farlo, perché quella capacità
è
morta con te.
Era
inevitabile che accadesse.
Con te
era nata,
con te doveva morire.
Solo...
non mi aspettavo che facesse così male.
«Mello è morto.»
- Non
ho
provai nulla in quel momento, ed io ne
gioì stupidamente, convinto di aver smesso di provare
qualcosa.
- Mentivo
per difendermi.
- Mentivo
per non dover ammettere che dipendevo da
te anche quando eri mille miglia lontano da me.
- Mentivo
come mentii spudoratamente a me stesso
quando trovai la foto e la classificai come “non
importante”, inviata a
me col solo scopo di ricordarmi che non ti eri arreso e che prima o poi
saresti
tornato.
- Lo
classificai come insignificante.
-
- Ci
sei
riuscito Mello.
- Insulti.
- Minacce.
- Sfide.
- Dolore.
- Morte.
- Ed
infine
la tua lettera.
- Le
tue
parole si sono conficcate nel mio cuore,
come lame affilate. Non vi è più modo di estrarle
e, a causa loro, non posso
più mentire.
- Triste
sorte è la mia, non riuscire più a farlo.
- Hanno
prevalso sull’oblio in cui avevo soffocato
le mie emozioni, le hanno liberate, e come un’onda si son
riversate su di me
schiacciandomi in un solo istante, vendicandosi così dei
torti da me subiti, e
si son ripresi tutto.
- Il
mio
cuore ha sussultato come avrebbe voluto
fare quando ti vidi per la prima volta.
- La
mia
pelle ha tremato come avrebbe voluto fare
quando mi afferrasti in preda all’ira, perché ti
avevo superato ancora una
volta.
- Il
mio
cuore è stato avvolto da un
insopportabile calore, come se tu fossi ancora lì, alle mie
spalle, dopo
quattro lunghi maledetti anni passati senza di te.
- Te
ne eri
andato per non stare con me.
- Te
ne eri
andato insofferente all’idea di stare
con me.
- Il
tuo
rifiuto mi aveva fatto male, così tanto
che avevo preferito celarlo a chiunque, tranne che a me.
- Quando
è scoppiato l’incendio, ho afferrato la
tua foto e, d’istinto, mi sono ritrovato a scrivere quelle
poche parole che non
avrei mai pensato di usare.
- Non
me ne
preoccupai. Pensavo l’avrei
tenuta con me per sempre. Invece, tu tornasti a riprendertela, ed io,
avendo
ceduto a quell’attimo di debolezza, ti voltai le spalle, per
smettere di
provare. Per smettere di amarti.
- Che
gesto
inutile fu il mio!
- La
mia
gioia si alimentava della tua voce.
- Ora
non
ho più nulla.
- Ti
cerco
ma non ci sei.
- Te
ne sei
andato e non tornerai.
- Tutto
è morto con te.
- Di
te non
mi rimane che un solo video che ti
vede andar via e che, ossessivamente, non faccio che riguardare, nella
speranza
di poter tornare indietro nel tempo.
- Fermati.
- Non
andare.
- Cerco
il
tuo sguardo in quel video e pronuncio
quella parole ogni volta, ma tu non ti volterai mai.
- No.
Non
ho più nulla.
- Di
te mi
rimane solo il tuo passo lieve su
quello stretto corridoio, e la tua lettera ora impregnata di lacrime
che non
saprai ho versato, e che sempre verserò, per il resto
dell’eternità.
- Hai
vinto
tu, alla fine. Per questo, lascio
questo testamento. Che il mondo lo sappia e rida pure di me, ma non mi
vergognerò mai di averti amato.
-
Angolo
dello scrittore:
Scusate
se vi ho rattristato, ma è più forte di me... la
malinconia non va via....
Revisione
2017 a cura di Kiri. Grazie infinite!!
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