Baby's
Heartbeat
“Ma
Hermione! Mi vuoi spiegare perché
vuoi andare per forza da un Medimago Babbano?” chiese Ron
stizzito
mentre scendeva dall'auto rischiando di lasciarci dentro le dita.
“Medico,
Ron, si dice medico.” rispose Hermione evitando di rispondere
alla
domanda del marito.
“Sì,
va beh, non è questo il punto!” esclamò
fermandosi e scrutando la
moglie.
Hermione
lo guardò e sorrise. “Tutto sommato qualcosa da
Molly l'hai
preso.” Ron alzò le sopracciglia.
“Quello sguardo ad esempio,”
specificò prima di aprire la porta di un palazzo e fiondarsi
dentro
senza pensarci due volte.
Il
Rosso rollò gli occhi all'indietro e la seguì.
“Mi
spieghi perché, nelle tue condizioni devi fare uno sforzo
del
genere?” chiese osservandola mentre faticava a salire le
scale.
“Ron,
per Dio! Sono incinta, non sono malata.” si
lamentò Hermione.
“Sono
sicuro che mia madre non le ha mai fatte queste cose quando era
incinta...” commentò il piccolo Weasley
borbottando.
Hermione
si fermò per scrutarlo. “Tua madre, mentre tu eri
dentro la sua
pancia, doveva crescere altri cinque figli. Avrà sicuramente
fatto
di peggio, conoscendo poi Fred e George...”
“Ok,
hai ragione, avrà fatto di peggio, ma questo non ti
giustifica.”
ribatté ansioso cercando di fermarla.
“E'
solo una visita Ron, nulla di più.”
“Non
mi fido di questi medighi Babbani...”
“Medici,”
“Fa
lo stesso.”
“Ne
varrà la pena, vedrai.” disse posandogli un
leggero bacio sulle
labbra.
E
Ron rimase incantato a guardarla, mentre lei apriva la porta
dell'ambulatorio del terzo piano, dove una targa blu con scritte
d'argento segnalava il nome del medico e degli orari di ricevimento,
ma lui era troppo abbagliato dalla sua bellezza per poter rendersi
conto di ciò che gli stava attorno.
Ogni
tanto quando andava a letto a dormire, dopo aver chiuso gli occhi, se
il respiro di Hermione era troppo leggero da non essere in grado di
sentirlo, Ron aveva bisogno di cercarle la mano e stringerla nella
sua. Credeva, dopotutto, che fosse ancora un sogno, e che si sarebbe
svegliato un giorno, ancora ragazzo, ancora ad Hogwarts, quando
ancora doveva rendersi conto della sua Hermione.
Quasi
una mezz'ora dopo, sua moglie era stesa su un lettino, in una camera
chiusa senza luci alle finestre. C'era un gran rumore prodotto da
quei macchinari Babbani che tanto piacevano a suo padre. Un uomo, un
Medimago Babbano passava poi un qualcosa sulla pancia rigonfia di
Hermione, e guardava a poca distanza da lui una macchina con uno
schermo blu sfuocato.
“La
vedi quella macchia bianca al centro che si muove?” gli disse
Hermione risvegliandolo dal suo stato confusionale.
“Mh?”
rispose Ron posando lo sguardo dove lei gli indicava.
“Quello
è nostro figlio.” disse lei.
“Ah,
e venga qui lei.” gli disse l'uomo facendo segno di
avvicinarsi.
Ron
eseguì, troppo rapito dall'immagine di quel fagottino
minuscolo che
si muoveva per rendersi conto di quello che stava facendo.
“Appoggi
qui le orecchie, così.”
Ron
si infilò uno strano cappello in testa, gli sembrava di
essersi
drogato.
Il
cuore era irradiato da una cupola iridescente che sembrava fatta di
elio tanto gli saliva in gola, le gambe tremavano, le mani erano
fredde e sudate, le orecchie rosse per l'emozione. Hermione accanto a
lui sorrideva e gli appoggiava una mano sulla gamba, tanto per dargli
un po' di conforto.
Tu-tum.
Ron
corrucciò la fronte.
Tu-tum.
Cos'era?
Tu-tum.
Si
mosse in avanti con sguardo vigile osservando il volto divertito di
Hermione.
Tu-tum.
Ancora!
Pensò dentro di sé.
“E'
il battito del suo cuore.” sussurrò Hermione con
un sorriso,
mentre lacrime di gioia le illuminavano gli occhi.
Fu
musica per le sue orecchie, il suono più dolce e naturale
che mai
avesse sentito nella sua vita. Sentì l'impulso di stringere
la mano
a sua moglie, cercando di farle sentire il suo conforto. Voleva
essere partecipe al peso che lei portava dentro di sé,
voleva essere
complice di questo miracolo.
Quando
uscì dall'ambulatorio, Ron non era in grado di dire nulla, a
stento
riusciva a camminare. Tutto attorno a lui era sfuocato, non
distingueva le cose, non sentiva i rumori. C'era solo un ritmo
martellante nella sua mente, quel tu-tum
che aveva sentito un attimo fa. E solo di una cosa si rendeva conto,
che il suo cuore, batteva molto più veloce di quello di suo
figlio.
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