Conforto

di Nolowende
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A volte suo padre piange.

Di notte, quando crede di non essere visto. Non smette mai di sorridere quando c'è lei, e durante la giornata la sua voce è serena. Ma la sottovaluta se pensa che lei non abbia capito che non è tutto a posto, non davvero. 

Non sa cosa sia a causare le sue lacrime. Ricorda un giorno in cui, seduta in grembo a sua madre, lo ha visto rientrare in casa con un simile sguardo, e si accorge di come esiti quando lei gli chiede di raccontarle una storia dei giorni che non ha mai conosciuto, prima della sua nascita, giorni che lui ha vissuto e di cui ancora non le ha parlato. Ma non ha alcuna certezza.  

Sa solo che non vuole vederlo così.

Una notte prende coraggio. Attende che lui si sia calmato e che si stenda nuovamente nel letto, accanto a sua madre, come se non fosse successo nulla. Conta i minuti con ansia, non desiderando altro che raggiungerlo e renderlo di nuovo felice, come se la sua piccola, insignificante figura potesse servire davvero a qualcosa. 

Finché non si sente pronta. Si avvicina a lui, si intrufola tra le lenzuola al suo fianco e lo stringe con forza, senza parlare.

Non sa cosa sia successo, ma farà tutto ciò che può per non vederlo piangere di nuovo. 

E quando suo padre volta la testa verso di lei, il suo sorriso è sincero. 

Elanor per la prima volta è orgogliosa di sé stessa.  

 





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