Lo spettacolo che si manifestava sotto il suo sguardo per metà di cristallo e
per metà smeraldino era fantastico. La superficie dell’acqua del Fluvilunio
brillava di una luce violetta, proveniente dalle migliaia di Lunioli, e che si
univa alle sfumature del cielo al tramonto rendendo l’atmosfera fatata. Yuna era
lì, seduta sull’erba fresca sulla riva nord del fiume. Era proprio in quel punto
che quasi un anno prima aveva conosciuto Rikku, la piccola e sempre allegra
Albhed che era diventata la sua migliore amica. Era lei che le era rimasta
accanto quando lui era scomparso. Già, lui … il Sole che aveva illuminato
il suo cammino di Invocatrice, il guardiano che l’aveva protetta in ogni
momento, il sogno che aveva riempito il suo cuore … e che era svanito sotto i
suoi occhi pieni di lacrime pochi mesi prima. Nella sua mente la ragazza sapeva
che era inutile vivere nel suo ricordo, ma il suo cuore non lo accettava.
Sentiva che non poteva averla abbandonata. Dopotutto, gliel’aveva promesso lui
stesso: sarebbero stati insieme per sempre. Sembrava ieri quando, immersa fino
alla vita nell’acqua della Fonte delle Sfere, mentre le piante attorno a lei
luccicavano magicamente come le sue lacrime, lui si era fatto avanti lentamente.
Le sembrava di sentire ancora il suo tocco sulla spalla, e di provare ancora
quella piacevole sensazione, come di spiegare le sue candide ali d’angelo e
spiccare il volo, che l’aveva raggiunta quando le loro labbra si erano
incontrate … Insieme, abbracciati, uniti da quel magico bacio erano scivolati
sott’acqua e avevano continuato a volteggiare così, avvolti in una barriera
trasparente che li proteggeva dal resto del mondo, mentre le loro dita si
intrecciavano …
Una lacrima scese sul viso di Yuna mentre i Lunioli fluttuavano attorno a
lei, ma non fece nulla per scacciarla. Ormai il destino di Spira non dipendeva
più da lei, non doveva più far credere di essere una donna forte, non doveva più
mostrare quel sorriso falso. Finalmente poteva abbandonarsi ai suoi sentimenti,
manifestare tutto ciò che provava. E così fece. Per l’ennesima volta dalla fine
del suo pellegrinaggio si lasciò andare ad un pianto silenzioso. Si distese tra
i ciuffi d’erba che un leggero vento faceva muovere. Rimase per un po’ a
contemplare il cielo che si stava facendo sempre più scuro e si riempiva di
stelle, mentre lacrime calde continuavano a scenderle dagli occhi. Poi,
improvvisamente, udì un fischio lontano. Si alzò immediatamente su un gomito,
mentre un altro fischio risuonava questa volta più vicino. Aveva la vista
offuscata dal pianto, ma vide comunque una figura a qualche metro da lei. Era
senza dubbio un ragazzo; lo vide portarsi due dita alla bocca e per la terza
volta sentì quel fischio che le era tanto familiare. Si alzò in piedi e si
asciugò in fretta le lacrime. Ciò che riuscì finalmente a distinguere le fece
provare una gioia immensa, indescrivibile, che le fece esplodere il cuore in un
grido di felicità e di sorpresa: lì, a pochi metri da lei, c’era la persona che
cercava, che aveva sempre voluto avere accanto. Riconobbe subito i suoi capelli
biondi e scompigliati, gli occhi limpidi come l’acqua del fiume, la bocca
perfetta, che aveva tanto sognato di poter baciare ancora. Tidus. Era proprio
lui, e la guardava con aria serena. Stettero per un poco immobili, parlandosi
attraverso lo sguardo, percependo le emozioni l’uno dell’altra. Poi Yuna non
resistette più e iniziò a correre verso il ragazzo. Mentre gli si avvicinava le
tornò improvvisamente alla memoria l’ultima volta che aveva voluto abbracciarlo,
come in quel momento: non era riuscita a stringerlo a sé, gli era semplicemente
passata attraverso … Si chiese se sarebbe successo anche quella volta, ma non si
fermò. L’unico suo desiderio era quello di potersi trovare di nuovo stretta a
lui, protetta dalle sue braccia … poter sentire ancora il suo cuore battere per
lei … E così continuò a correre, e quando finalmente gli fu vicina si gettò su
di lui sussurrando il suo nome. E come aveva sperato, sentì le braccia di Tidus
accoglierla, stringersi attorno alla sua vita e sollevarla, facendola
volteggiare assieme a lui, per poi finire entrambi a terra. Non riusciva a
crederci: erano di nuovo insieme!
“Tidus! Finalmente sei tornato, sei di nuovo con me! Perché sei scomparso?
Come sei tornato? Dov’eri? Oh, sono così contenta! Ti ho pensato giorno e notte,
per mesi non ti ho mai dimenticato. Ti amo! Io …”
Ma Tidus le posò un dito sulle labbra, dolcemente, interrompendo quella
raffica di parole. La baciò sulla fronte, poi finalmente le parlò: “Ora sono
qui, non pensare ad altro. Dai, andiamo a fare un giro!”. La aiutò ad alzarsi e
tenendosi per mano passeggiarono per un po’ sulla riva del Fluvilunio. Yuna si
piegò sull’acqua fingendo di voler osservare qualcosa e schizzò scherzosamente
il ragazzo; ingaggiarono una tenera lotta, poi, rinfrescati da tante piccole
gocce d’acqua e felici per essersi ritrovati si sedettero ad osservare
l’atmosfera offerta dai Lunioli. Sembrava rispecchiare i loro sentimenti. Tutto
era calmo e brillava maestosamente scaldando i loro cuori. Yuna posò la testa
contro il petto di Tidus chiudendo gli occhi. Stette così per un attimo,
appoggiata a lui, ma qualcosa la spaventò. D’un tratto si girò verso il ragazzo,
con gli occhi impauriti: “Tidus! Non … non sento battere il tuo cuore!”
Dal volto del giovane scomparve per un attimo il sorriso, ma subito riaffiorò
sulle sue labbra:
“Be’, dopotutto sono solo un sogno”.
A quell’affermazione gli occhi della ragazza si riempirono ancora una volta
di lacrime. Non poteva essere vero! Aveva finalmente ritrovato il ragazzo che
aveva sempre amato e scopriva ancora una volta che non sarebbe rimasto per
sempre con lei. Non voleva accettarlo!
Poi sentì le mani di Tidus stringersi delicatamente sulle sue guance e
alzarle il viso, mentre asciugavano le sue lacrime: “Non piangere. È il mio
destino, io vivo solo nei sogni. Ma almeno qui possiamo incontrarci. Non devi
pensare che non mi vedrai più: te l’avevo promesso, staremo insieme per
sempre!”. E si chinò sulla sua bocca baciandola. Yuna chiuse gli occhi, ma
quando li riaprì era da sola, sdraiata nell’erba. Non c’erano più le braccia di
Tidus a stringerla, non c’era più il suo bacio a riscaldarla, non c’erano più i
suoi occhi a confortarla … ma sentiva al sua presenza in fondo al cuore, e le
lacrime erano scomparse. Aveva capito che non l’aveva abbandonata: quando avesse
potuto, sarebbe corso da lei. Semplicemente, l’avrebbe fatto in un sogno, dove
tutto è più bello.
Continua a correre, sogno. Supera la tua fine e diventa realtà …
THE END