Under the Rose
-Yami to Seijaku-
Oscurità e
silenzio
闇
と静寂
Dedico
questa fanfiction a Kirarachan,
che
come me , ama questo gruppo.
<3
Dopo
la notizia della malattia, in famiglia non parlava più
nessuno, né tanto meno lei .
Sua madre si rinchiuse nel silenzio di chi non accetta di stare per
morire, suo padre, incapace di gestire la situazione si
concentrò del tutto sul lavoro, trascurandole. Lei e sua
sorella invece, non si rivolgevano parola per paura di dirsi qualcosa
di sbagliato. In quel caso, avere paura era più che lecito.
Le sue giornate trascorrevano vuote, fra ospedale e casa. Sempre
più silenziose, quasi da far paura. Fu così che
Kagome cominciò a cambiare, sulle palpebre apparve del
trucco nero ad indurirle lo sguardo. Tinse tutti i suoi vestiti di
nero. – Sono adatti a questa situazione – Si
giustificò quando suo padre ebbe a che ridire.
La goccia che fece traboccare il vaso furono gli anfibi, lei non ci
trovava niente di male, ma suo padre li detestava. Detestava
il rumore che facevano ad ogni suo passo , per
l’esagerata pesantezza .
Fu così che per quel futile motivo, abbandonò il
tetto di casa .
Non le fu difficile trovare una sistemazione alternativa, nonostante il
suo silenzio, era riuscita a mantenere le amicizie più
intime, conosciute come Kagesaki Sango e Hirose Kagura .
La svolta definitiva della sua vita, arrivò il giorno della
morte di sua madre. Non versò una sola lacrima.
Suo padre cominciò ad odiarla seriamente.
Primo capitolo: Risveglio.
"Sono
la sposa della luce
e l'amante delle tenebre.
Sono falsità e mistero.
Rancore e odio.
Sono chi realmente, non saprai mai conoscere."
Sbattè la porta dietro di se, noncurante del rumore sordo
provocato. Il suo ingresso attirò l'attenzione dei presenti,
di una donna in particolare che, a giudicare dall'espressione
contrariata, non era felice di vederla. Non ci badò, e si
mise a sedere sull'ultima sedia rimasta libera, intorno al tavolo
rotondo.
Compresa lei, erano in cinque, tutti superavano i vent'anni
d'età, meno lei e Koga, vicini alla maggiore età.
La stanza era buia. Le persiane erano state accostate appositamente per
evitare al sole di filtrare. La luce era poco adatta ad una seduta
spiritica.
Era molto scettica a riguardo, non era stata una sua idea parteciparvi,
ma l'invito del suo migliore amico, le aveva fatto gola . Era
incuriosita dal comportamento assurdo di quelle persone,
così tanto disperate da doversi attaccare a degli spiriti
per tirare avanti.
Era patetico. Insomma il miglior ingrediente per il libro che stava
scrivendo .
-Mi era sembrato di essermi espressa chiaramente, non voglio elementi
nuovi per il "contatto"- La donna del cattivo sguardo parlò.
Nella sua voce vi era un tono amaro, parecchio irritato. Da ogni suo
gesto traspariva la sua natura snob, aveva il classico modo di fare di
chi ha avuto, facilmente, tutto nella vita. A renderla meno aggressiva
però, erano le mani, che giocando fra loro, dimostravano il
suo forte nervosismo.
Si chiamava Kaho Yukiko, vedova di un ricco uomo d'affari, tragicamente
deceduto dopo aver avuto un rapporto carnale con Sachiko, la svampita
cameriera di casa. Sua moglie cercava spasmodicamente di contattare suo
marito, sperando di avere spiegazioni .Ciò era ancora
più patetico.
Nessuno dei presenti si preoccupò della lamentela, erano
troppo ansiosi di cominciare.
Essendo l'ospite, Kagome dovette essere la prima a poggiare le mani sul
piccolo cristallo trasparente, al centro del tavolo. Sapeva che quella,
era una seduta singolare, diversa dalle altre.
Bastava unire le mani e poggiarle una sopra l'altra, per poi attendere.
Così fecero.
Rimasero in silenzio per molti minuti, tenendo gli occhi puntati sulla
persona che stava difronte. Non successe niente, come del resto era
accaduto tutte le volte precedenti.
Yukiko ritirò le mani, e disperatamente si avviò
verso la finestra, per spalancare le persiane e permettere al sole di
scaldare la stanza. Pianse.
-Se non ha funzionato è colpa di quella ragazzina!-
Singhiozzò.
Gli altri partecipanti si alzarono uno ad uno, dando aria alla mano
sudata di Kagome, che rimase fissa nella sua posizione.
Pensò che era incredibile, era bastato un fallimento
iniziale per far perdere la speranza a quella gente. Sapeva che non
sarebbe mai successo niente, ma che diamine, buttare via la spugna
così facilmente era da falliti.
Sentì crescere in lei un sentimento aspro, simile al sapore
del metallo sulla lingua. Fastidioso e forte, sempre più
difficile da sopportare. Assomigliava alla rabbia, ma una sfumatura
d'angoscia la faceva sentire diversa. La paura era il secondo
sentimento che stava provando.
Provò ad abbandonare il cristallo, ma non ebbe risultati, il
suo corpo non voleva obbedire. Avvertì degli strani
formicolii su tutto il corpo, mentre i brividi la raggelavano.
Quando le mancò il respiro, sentì il timore
palpitare sempre più forte, trascinandola violentemente nel
panico. Sentì il suo corpo morire, e sputarla fuori . Era
come se non appartenesse più a sé stessa.
Le voci dei presenti, preoccupati dal suo comportamento, persero volume
lentamente, fino a scomparire del tutto. Era sorda.
Il buio la inghiottì completamente, sentì il
bisogno di rannicchiarsi, di nascondersi, tornando in posizione fetale.
Ma le braccia e le gambe, non le aveva più, non le sentiva
più.
-Sciocchi gli umani, così deboli e così stolti,
convinti di poter giocare con l'occulto-
Quella voce la cullò, alleviando la sensazione di
soffocamento. Le lacrime fredde sulla pelle, furono il primo contatto
che riuscì a percepire. La vista si rischiarò,
dandole la possibilità di osservare nuovamente la
stanza della seduta .
Erano tutti pigiati contro il muro, sui visi sembrava esserci impresso
il nero del terrore. Nessuno osava avvicinarla, aiutarla.
Si sentiva stanca, non aveva la forza di sollevarsi sulle proprie
gambe, ancora tramanti. -A-aiuto- Implorò.
Nemmeno Koga sembrava volersi muovere, il suo migliore amico l'aveva
abbandonata. Le lacrime continuavano a cadere copiosamente,
non riusciva a capire ciò che le stava succedendo. Si chiese
se fosse realmente qualcosa di fisico, o solamente la sua mente che
abbandonava il raziocinio. Stava impazzendo?
Concentrò lo sguardo sul gruppo di codardi, ma
notò che ne mancava uno. Non ci aveva badato troppo a
quell'uomo prima di cominciare, era un normale mezzo demone, un futile
mezzo demone. La sua assenza però, fu lampante.
Con molta fatica si voltò, con l'intento di
trovarlo. E così fu, era dietro di lei. L'iridi
ambrate erano scomparse, tingendosi di scarlatto. Una voce le si
insediò nella testa.
-Mi hai liberato dal sigillo, dandomi perfino un corpo-
Comprese.
Kagome era l'unica ad averci creduto davvero, anche solo per un secondo.
Era riuscita ad ottenere un contatto.
Svenne...
L'odore nauseabondo tipico degli ospedali la svegliò. Una
voce lontana chiamò il suo nome, rimbombando.
Aprì gli occhi, ma la luce giallastra la spinse a richiudere
le palpebre, e a coprirsi il volto con la mano. Dopo svariati tentativi
mise a fuoco ciò che le stava intorno. Un'infermiera dal
bellissimo aspetto le 'carezzò i capelli, cercando di
tranquillizzarla.
Ai lati del letto di ferro, vi erano Sango e Kagura, visibilmente
preoccupate.
-Che diamine mi è successo? - Biascicò cercando
di mettersi seduta.
Lesse il cartellino appeso al camice bianco della giovane donna, si
chiamava Rin, il cognome non era citato, trovò che fosse una
stranezza.
-Hai avuto un attacco di panico - Le rispose.
Note importanti:
- Su questa ff ho un paio di cose da dire.La prima è che il
"disturbo" degli attacchi di panico è già stato
utilizzato in un'altra FF intitolata "La mia cura" di Mikamey, in modo
toralmente diverso da come lo userò io in questa. Volevo
precisarlo in rispetto dell'autrice, che mi segue sempre, e che
ringrazio per questo. Se ti senti offesa da questa FF sono anche
disposta ad eliminarla, nonostante oltre a gli attacchi di panico, non
ci sia niente di simile alla tua. Spero davvero di non averti offesa, e
ancora di più, spero che tu abbia letto questa
nota ^^
- Sono consapevole che ho tantissime altre ff da concludere, difatti in
principo aveva deciso di postare queste molto più avanti, ma
siccome ora mi ritrovo ad avere MOLTO tempo libero che in futuro, non
sono sicura di avere, ho deciso di postare ora. Spero che il primo
capitolo, che ho deciso di unire al prologo, sia stato di vostro
gradimento. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, dato che è
diciamo "una prova" se non vi va comunque, mi basta che la
leggiate ^^
- Il pezzo di poesia in corsivo al centro della pagina, fa parte di una
serie di poesie originali che ho scritto l'anno scorso, e che trovavo
adatta per questa FF.
- Ho scelto "Under the rose" come titolo perchè la canzone
che mi ha ispirata a scrivere questa Long, si chiama così,
ed è degli H.I.M . Vi consiglio di ascoltarla, è
veramente bellissima.
Beh, non ho più nulla da dire xD AL prossimo capitolo.
Favole.
|