Paura
«Shade»
Lui era di spalle vicino alla
finestra ad osservare il cortile dell’ospedale.
Lei era poggiata sul muro con il
suo fisico minuto ed esile, la sua presenza, però, era
tutt’altro che piccola.
Lo stava esaminando, lo sentiva: sentiva
il suo sguardo, sentiva che stava cercando di capire le sue ragioni,
sentiva le
parole che avrebbe voluto urlargli, sentiva ogni cosa,
perché lei era la parte
più coraggiosa di lui.
«Dille il motivo»
Sospiro.
«No»
«Devi»
«È meglio così»
«Codardo»
Silenzio.
Nessuna
risposta.
Lui
stava forzatamente cercando di
mantenere la calma.
Lei
tornò all’attacco.
«Mi
chiedo se lei
non stesse con
te per pietà»
Sussulto.
«Ipocrita»
Le mani strette in un pungo, le
unghie conficcate nella pelle, un urlo soffocato.
Lei vedeva e continuava a
insultarlo senza battere ciglio.
Lui stava arrivando al limite.
«Egoista»
Rimbombo.
Shade
aveva tirato un pugno al
muro. Il sangue iniziò a sgorgare dalla mano, delle gocce a
cadere sul
pavimento, macchiandolo.
Lei aveva vinto.
Lui aveva ceduto.
Urlo.
«Allora?»
Lei aveva alzato un sopracciglio: aspettava una risposta e, come aveva
previsto, questa non
tardò ad
arrivare.
«Ho paura. Una paura tremenda che penetra e fa tremare le
viscere più profonde del mio corpo, ma in qualche modo
riesco a
gestirlo. Ma se lei crollasse, crollerei anche io. Se lei crollasse per
colpa
mia, io non me lo perdonerei mai.»
«Bugiardo!»
«Non è vero!»
«Sì che lo è. Lei non
crollerà, perché Rein è più
forte di te. E tu questo lo
sai. Di cosa hai realmente paura
Shade?»
Singhiozzo.
Stava
piangendo.
«Sei una stronza»
«Sì, lo sono, ma con te le buone
non funzionano. Quindi?»
«Non sopporto l'idea di non poterla più vedere,
toccare,
sentire. Di crollare davanti a lei. Di perdere la
fiducia e di perdere tutto quello
che ho costruito. Della morte! Contenta?»
La sua voce era
straziante e piena di dolore.
Il sorriso trionfante di lei fu una
risposta sufficiente.
«Comprendere
e confessare
a se stessi e agli altri le proprie emozioni,
permette di esorcizzare la paura stessa. Lo sapevi?
Ora, però, consentile
di percorrere con te questo percorso, per il bene di
entrambi.»
La porta
si aprì facendo entrare, in quella spoglia stanza, una
persona
con una folta chioma turchese.
Shade spalancò gli occhi ma, prima
che potesse dire qualcosa, Rein corse verso di lui.
Bacio.
Si
baciarono con tutto l’amore
che
avevano, affogando uno nell’altra.
«Sei uno stupido»
«Hai ragione»
Angolo
autore
Buonsalve
a tutti.
Come state? Speero bene,
Questa
pandemia sta
iniziando a pesarmi e credo sia la causa di un tale risultato.
So
che quello che ho
scritto è praticamente un cliché, ma è
frutto di un impulso improvviso: dovevo
scrivere e questo è.
E so che insultare una
persona che sta male
non funziona, non è educativo e non rispetta la salute
mentale della persona,
sto studiando per diventare psicologa, so perfettamente che sono metodi
orribili.
Tuttavia,
è un’opera
di finzione e per qualche strano motivo la mia mente ha deciso che
doveva
andare così.
Se
ho urtato la sensibilità
di qualcuno, mi scuso, non era assolutamente mia intenzione.
La
ragazza che parla
con Shade, l’ho fatto a posta a non identificarla con nessuno.
Ognuno
può vederci
chi vuole, anche un nuovo personaggio. Io alla seconda rilettura l'ho
vista come la coscenza del corvino.
Spero
che Shade non
sia troppo OOC, nel caso, chiedo venia.
Beh,
spero che vi
piaccia e di non aver scritto qualcosa di orribile. Vi
abbraccio forte.
~
Ale
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