His eyes

di neril
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Con un ultima spinta, Clelia sentí le forze venirle meno, e pochi secondi dopo, un pianto forte e sicuro riecheggiò nella sala.

“Complimenti signora, è una bambina.” le disse un’infermiera, ma Clelia registró solo l’ultima parola. Una bambina. Vittoria. La nostra piccola Vittoria.

Al suo pensiero, una lacrima solitaria le scese sulla guancia, e prima che potesse scendere oltre, Clelia la asciugò con il dorso della mano. Era proprio quello il momento in cui doveva restare forte. Ma appena le porsero la bambina, non riuscì a trattenere le altre lacrime che si erano accumulate nei suoi occhi.

Vittoria la guardava con occhietti vispi e attenti, ma ciò che aveva fatto crollare Clelia era il loro colore, la stessa identica sfumatura di verde delle iridi di Luciano, più simile al colore di un prato in primavera. Era Carlo ad aver ereditato gli occhi della madre, sempre verdi, ma più vicini al colore del mare in tempesta.

Per un breve istante Clelia desiderò che anche la piccola avesse preso i suoi occhi, per non dover rivedere in lei lo sguardo del padre che così tanto aveva amato e così tanto aveva ferito, specialmente dopo l’ultima fuga. 

Negli anni Clelia scoprì invece che vedere Luciano nella piccola Vittoria non era come si era aspettata. Doloroso, quello si, ma con sé portava anche la dolcezza di tutti i momenti belli che avevano vissuto, la certezza che qualcuno l’aveva amata incondizionatamente.

Clelia credeva che avrebbe rivisto Luciano solo attraverso loro figlia, nel colore dei suoi occhi e nel suo sorriso o nello stesso modo di muovere le dita della mano sinistra quando erano concentrati. Non si sarebbe mai aspettata, il giorno del settimo compleanno di Vittoria, di sentire il campanello suonare presto alla mattina, e, aperta la porta, di trovarsi di fronte proprio Luciano.

Rimasero entrambi fermi per qualche minuto, in silenzio, non sapendo cosa dire dopo anni di lontananza.

“Cosa ci fai qui?” chiese lei con voce spezzata, tirando più stretta intorno a sé la vestaglia.

“Ti ho trovata finalmente.” fu l’unica cosa che riuscì a mormorare Luciano prima di stringere Clelia in un abbraccio.

 

Non ho la più pallida idea di cosa sia questa... cosa che ho scritto letteralmente mezz'ora fa. 



 





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