Vuoto

di Irim
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𝖭𝗈𝗍𝖾: 𝖴𝗇 𝖽𝖾𝗅𝗂𝗋𝗂𝗈 𝗉𝖾𝗋𝗌𝗈𝗇𝖺𝗅𝖾 𝖼𝗁𝖾 𝗌𝖾𝗇𝗍𝗂𝗏𝗈 𝗂𝗅 𝖻𝗂𝗌𝗈𝗀𝗇𝗈 𝖽𝗂 𝖼𝗈𝗇𝖽𝗂𝗏𝗂𝖽𝖾𝗋𝖾.

 

 

 

𝒱𝓊𝑜𝓉𝑜

 

 

Le ciglia dorate mostrano una striscia sottile di zaffiro. Con le guance paffute, gelate e rosse per il freddo, stringe forte le lenzuola bianche. Il suo letto è sempre vuoto. Risa di bambino riempiono la piccola stanza buia, si insinuano nel padiglione auricolare e solleticano i pensieri. Lo stringono in un abbraccio mortale, smorzandogli il respiro. Se si copre le orecchie, peró, non le sente più. La lingua ruvida è intrappolata tra le arcate dei denti bianchi. Il petto minuto, nascosto dal tessuto colorato, ha smesso di fare su e giú. Fra i suoi polmoni non vi è piú nulla, solo il vuoto. Le labbra piene ed arrossate si tendono in un sorriso screpolato e nuvolette di condensa gli solleticano le narici. Eccole che tornano, più forti di prima. Circondano e scivolano fra le dita tozze, stuzzicano il suo incoscio. Le idee vorticano, piroettando senza sosta. I timpani danzano, seguono il ritmo del timbro squillante. L'addome trema imitandone l'esempio ed i polmoni sussultano ad ogni acuto. Ma fra essi, ancora, imperversa il vuoto.
Le risa cessano e cosí la loro musica.
Le ciglia dorate, celano alla notte le iridi zaffiro. Con le guance paffute, umide e rosse, abbandona la presa sulle lenzuola bianche. Non ha più freddo.
Ed il suo letto è ancora vuoto.


 

Parole: 207.





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