-Fratelli.-
Iniziò il profeta aprendo le braccia. Sotto il suo palco la
folla
gremita lo guardava come a un serpente che si erge dal turbante.
Vedeva molti visi diversi, uomini, donne, anziani, bambini persino.
Tutti delle classi più basse, com’era stato lui un
tempo, per lo
più mossi dalla curiosità della fama del
veggente. Poco importava:
presto avrebbero visto la Verità.
-Fratelli.-
Ripeté: -Guardatevi attorno, guardatevi l’un
l’altro. Cosa
vedete? Sabbia, desolazione, fame, sofferenza. Chi di voi ha
conosciuto altro da questo?-.
Si
accese un mormorio sommesso (com’era logico visto che li
aveva
spronati a confrontarsi) che tacciò con le sue prossime
parole:
-Persino il Sole di questa terra vi odia. Le piogge non la bagnano,
le nubi non la rinfrescano, il vento è arido e non lenisce
le
bruciature sulla pelle; e voi siete presi nel mezzo, senza alcun
criterio. Senza… giustizia. Ma una giustizia è
forse possibile?-.
Ai
piedi della folla, vide tracciarsi delle crepe sulla sabbia, ma
nessun altro le aveva ancora notate. Lui non ebbe il minimo
incespicamento e proseguì: -In cuor vostro già
sapete la risposta.
Le angherie che subite vi opprimono e non riuscite a
liberarvene…-.
-Menzogne!-
Un uomo si fece avanti, un uomo calvo vestito di un’armatura
leggera con una strana insegna dipinta. Malzahar aveva già
visto
quel segno molte volte nelle sue visioni. Se fosse stato lo stesso di
un tempo, sarebbe stato molto scocciato da quell’intervento.
-Una
soluzione è possibile! Il Grande Magus creerà un
nuovo ordine, egli
dominerà Shurima e si ricorderà di chi lo ha
servito!-.
Un
brusio più forte del precedente si sollevò,
coprendo le fenditure
sempre più frequenti ma accorte a non farsi sentire. Ad un
certo
punto, però, vide una donna col velo abbassare il volto e
spaventarsi, allora richiamò l’attenzione di tutti
alzando la
mano.
-È
vero, qualcuno propone la ribellione, la lotta. Sibili leziosi per
orecchie stanche, nuove fiamme per tizzoni spenti. Promesse dolci
come il miele. Ma cosa vi porteranno se non guerra e miseria? In
verità, nulla di ciò che promette! Solo altre
morti, solo altra
oppressione, nuovi padroni uguali ai precedenti! Guardate nel vostro
animo: la stessa idea della ricerca di una fantomatica
libertà è
angosciante, avvilente, vi affatica, vi addolora! No, fratelli miei,
non è questa la via…-.
Le
brecce spruzzarono sabbia, provocando l’agitazione della
folla che
barcollò confusa e allarmata, come minestra mescolata nella
ciotola.
-Io
vi dico: non ci sarà mai fine ai mali del mondo! Non
c’è
soluzione che cancelli iniquità e dolore, che porti la pace
assoluta
ed eterna se non…- Arti deformi, artigli affilati e fauci
assassine
fuse in mostruosi corpi viola sbucarono dal terreno con orridi
ruggiti, assalendo le persone e uccidendole tra schizzi di sangue
suoni atroci. Scoppiò il caos: la marea di carne si
scontrava e si
ammassava ghermita dai micidiali assalitori, pecore circondate da
lupi, e macchiava la sabbia di rosso. Tra le urla e i ringhi, un
infervorato Malzahar proseguiva il suo discorso con le braccia
spalancate a croce.
-…se
non accogliere il dono dell’abisso, la fine stessa del mondo!
Ecco
il mio regalo per voi! Ecco l’assoluta liberazione dal male:
il
nulla eterno!-.
-Mostro!-
Una voce si levò tra le grida e i pianti, l’uomo
in armatura il
quale, emerso dalla carneficina in atto, gli lanciò contro
un
pugnale. Il furore mutò in sgomento quando questo si
fermò a
mezz’aria, senza che Malzahar muovesse in dito.
-Tutti
noi possiamo essere profeti della Verità, io non sono che un
umile
mendicante a cui l’abisso ha parlato! Non importa se
crederanno o
meno: il mio dono è per tutti!- Detto ciò si
librò in aria
circondato da un vortice oscuro; il guerriero, terrorizzato, fece per
indietreggiare, ma dal volto del profeta un raggio viola lo
colpì in
pieno, immobilizzando e costringendolo a un disperato urlo di dolore
che sopraffece tutti gli altri. Infine, ridotto allo scheletro di
sé
stesso, cadde riverso in avanti e fu dilaniato.
-Basta.-
Con quella semplice parola, i mostri si fermarono. Guardò i
sopravvissuti, non erano che un decimo dell’inizio, uomini
coperti
di sangue, gli occhi spiritati, la mente finalmente aperta ad
accettare la Verità.
-Gioite,
fratelli miei, siete stati scelti. Voi sarete gli araldi della fine
del mondo. Andate ora, andate e spargete la profezia! Mostrate a
tutti il dono del Vuoto!!!-.
Il
primo a inginocchiarsi fu un bambino, un infante dalla carnagione
olivastra e i capelli castani a cui i genitori avevano appena salvato
la vita, pena la loro; poi la donna di prima, il cui velo era intonso
di sangue, poi tutti gli altri, sporcandosi anch’essi dei
corpi
sventrati a terra. Malzahar si crogiolò di
quell’ovazione
silenziosa, alzò lo sguardo al cielo, chiuse gli
occhi…
Quando
li riaprì, abbassò lo sguardo. Sotto il suo
palco, la folla gremita
lo guardava attenta. Celato dalla maschera, Malzahar sorrise: tutto
sarebbe andato bene. Allargò le braccia e
cominciò il suo discorso.
-Fratelli.-.
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