raccontami una storia
Raccontami una storia
-
Papà!
Ian sospirò, pronosticando per il figlio maggiore un radioso
futuro da cantante lirico. - Cosa c'è, piccolo?
- Io non sono piccolo! Michel lo è! - strillò
Marc, gonfiando le guance con aria indispettita.
- Ma certo, tu hai sette anni, sei grande. - accondiscese il
paziente genitore, ma il bimbo lo interruppe.
- Papà!
- Sono qui.
- Papà! Raccontami una storia!
Ian guardò il figlio con gli occhi sgranati. - Un'altra? E'
la terza, oggi. Non hai appena detto di essere grande?
- Ma papino - disse Marc, puntando sull'adulazione - le tue storie sono
bellissime.
Il padre sorrise. Sapeva bene che a rendere belle le sue storie non era
tanto la trama, quanto la segretezza.
Aveva infatti proibito ai figli di raccontare ad altri quelle storie e,
stranamente, i bambini obbedivano. La prendevano sul serio, la
proibizione. - Che storia vorresti, Marc?
- Qualcosa... sugli animali!
- Gli animali? - Ian riflettè un attimo, e subito gli venne
un'idea - Benissimo. Ti racconterò la storia di...
- Un leone?
- No, quelle te le racconta Beau.
- Un Falco?
- No, ne sai fin troppe. Ti racconterò, invece, la storia di
un colombo.
Marc lo guardò incredulo. I colombi, a suo parere, non erano
nobili animali.
- Ti racconterò la storia di un colombo di nome Christophe.
- proseguì suo padre, imperterrito.
- I colombi hanno i nomi?
- Tutto ha un nome, e i colombi hanno nomi colombesi. Noi
però non conosciamo questa lingua, quindi il nostro
protagonista si chiamerà Christophe. Va bene?
Il bambino annuì.
- Dunque... iniziò Ian, con aria solenne - Il colombo
Christophe era un colombo avventuroso, e voleva girare il mondo,
così decise di visitare tutti i paesi a lui conosciuti.
Girando girando, Christophe imparò tante cose, e si
ritrovò ad aver girato il mondo. Il viaggio era stato lungo
e difficile, ma il nostro colombo non era stanco. Anzi, voleva sapere
tante altre cose. Tutti dicevno "Il mondo l'hai girato, Christophe,
accontentati", ma lui era convinto di non aver affatto finito il suo
viaggio, e si chiedeva: "Cosa c'è al di là del
grande oceano?". Gli avevano detto che il mondo finiva, lì,
ma lui non ci credeva. E siccome era un colombo intraprendente,
iniziò il suo viaggio. Fu molto faticoso, ma alla fine
avvistò la terra. Una terra completamente nuova.
- Oltre il grande oceano? - chiese Marc - Allora era una terra
magica, vero, papà?
- Beh, non proprio... era solo diversa.
- Però - ragionò il piccolo - Christophe doveva
essere davvero coraggioso.
- Perchè? - domandò Ian, sorridendo.
- Perchè non aveva idea di cosa andava incontro...
però ci è andato. Certo, l'avrei fatto anch'io. -
si affrettò a chiarire Marc, per non lasciar dubbi sul suo
coraggio.
- E tu - disse Ian, pensieroso - dopo aver compiuto un viaggio simile,
cosa faresti?
- Tornerei a casa e lo direi a tutti!
- E se non ti credesse nessuno?
Il bambino era stupefatto. - Darei loro la mia parola. Sono un conte,
mi crederebbero.
- Se non lo facessero? - insistette il padre.
Marc strinse le labbra, sforzandosi di pensare. - Se non mi credesse
nessuno, condurrei qualcuno con me nel nuovo mondo.
Ian sospirò. - A volte non è così
facile, sai. - Aveva assunto un'aria molto pensierosa, e un po'
malinconica.; era chiaro che, ormai, non parlava più solo
del colombo Christophe. Ma questo, Marc non poteva saperlo.
- Marc, è ora di andare a letto.- cinguettò
Isabeau, entrando con passi angelici, come suo solito.
- Ma mamma, è presto!
- Ti prego di non discutere, caro.
Disperato, il bambino si rivolse a Ian. - Papà, raccontami
una storia! L'ultima, per piacere!
- Va bene. - acconsentì il padre, guadagnandosi
un'occhiataccia dalla moglie.
- Ascolta, Jean, Marc è stato alzato a lungo e... -
iniziò la dama, ma il marito le sorrise, interrompendola.
- Ti racconterò una storia, Marc. Ascoltala bene,
perchè è una storia molto, molto speciale.
Marc si accoccolò sul letto, e si fece attento.
Ian prese un bel respiro, poi iniziò a parlare, lentamente,
scegliendo ogni parola. - C'era una volta un uomo come tanti. Era una
persona tranquilla, normale. Diciamo che era uno storico. Non amava le
avventure, voleva solo una casa e una famiglia. Ma un giorno... un
giorno gli fu offerto di vivere un'avventura. Come ti ho detto, non
voleva, però fu costretto. E quell'avventura lo
cambiò: trovò una casa, una famiglia. Non avrebbe
mai immaginato di trovarle lì, eppure c'erano. C'era un
fondo di buono, in quella brutta avve ntura. Ma poi fu posto davanti
una scelta: rimanere nel suo mondo, alla sua vecchia vita, oppure
tornare nella sua strana "avventura"?
Aveva provato, a vivere normalmente, e aveva scoperto di non riuscirci
più: la sua mente, il suo cuore era cambiato, non poteva
più tornare indietro. Così scelse la nuova vita,
scelse l'ignoto, come Christophe, e gli andò bene. E ora,
quella persona è molto, molto felice.
- Che strana storia. - fece Marc.
- E' la storia di un cavaliere e del suo destino. - affermò
sua madre.
- Il destino - disse Ian - non è mai ciò
che sembra.
- C'è chi dice - ragionò Isabeau - Che sia tutto
scritto, e che noi non possiamo cambiare nulla. Dev'essere stato lo
stesso, per il nostro cavaliere.
- Può darsi. Però... anche se il destino
è scritto, noi non lo sappiamo. Per noi la vita è
un salto nel buio, e dobbiamo fare del nostro meglio, lottando con
tutte le nostre forze: tutto cambia, al mondo, e la nostra storia
cambia con noi. - Ian sorrise al figlio, scompigliandogli i capelli,
fiero di aver fatto un discorso tanto epico. Il piccolo Marc invece
stava riflettendo.
- Comunque sia, - concluse - questa storia è molto strana, e
non l'ho capita bene.
- Lo capirai anche tu, un giorno. - lo consolò il padre -
Quando verrà il tuo momento. E poi... per quanto sembri
strana, questa è una storia vera.
Il bambino sgranò gli occhi.- E' vera? Allora tu lo conosci,
questo cavaliere, papà?
- Si, Marc. Lo conosco.
Angolo Autrice
A questo punto, avrete capito che le storie serie non sono il mio
forte. Ho scritto questa fanfiction come regalo di onomastico per mia
sorella, e lei mi ha chiesto di pubblicarla, cosa che ho fatto un po'
in ritardo. Forse Ian è lievamente ooc, dato che lui di
solito non si lascia sfuggire nulla sul futuro, ma io ho pensato che,
forse, almeno al proprio figlio volesse dire la verità, e
per questo ha tentato di lanciargli un messaggio implicito,
raccontandogli la sua storia. Quanto al "colombo Christophe"
è inutile dire che intendevo Cristoforo Colombo: sebbene il
mio racconto sia storicamente inesatto, ho voluto fare un paragone fra
le due storie, finendo così per filosofeggiare sul destino
che, come direbbe il buon vecchio Neji a Naruto, "è
immutabile", ma del quale, aggiungo io, non possiamo saper nulla. E
poi, da sempre mi immagino Ian che racconta ai figli vicende storiche
spacciandole per fiabe, e morivo dalla voglia di scriverci qualcosa.
Se a qualcuno interessa la mia long, "Quel Tipo Sullo Sfondo", sappiate
che aggiornerò quanto prima.
Per quanto riguarda questa storia, invece, vi supplico di recensire,
solo per dirmi che ne pensate.
A presto.
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