Capitolo
23
Dio
li fa e poi li accoppia
Michele
sepolto sotto la massa inferocita di demoni per la seconda volta in
vita sua vide la morte in faccia. Nonostante fosse molto più
forte di qualsiasi singolo demone e si difendesse strenuamente,
scalciando e sferrando pugni a destra e a sinistra, i demoni erano
veramente troppi e senza la sua spada gli rimaneva solo il "fascio
di luce angelica" che per i demoni era peggio dello sguardo del
Ciclope. Il fascio di luce però poteva uccidere anche gli
umani per cui, agli angeli comuni, l'uso era stato proibito dalla
fine della Grande Guerra.
Michele
sospirò, chiuse gli occhi e stava ormai per cedere e lasciare
che le forze lo abbandonassero quando sentì una mano
stringergli il polso e la voce disperata di Sael pregarlo di non
lasciarlo e di resistere. Riaprì gli occhi e alla vista del
viso insanguinato e disperato del demone provò una gran
rabbia. Raccolse le ultime energie per afferrare Sael e stringerselo
al petto. Scalciando, sgomitando e strappandosi parecchie piume
riuscì a liberare un'ala e coprirlo per proteggerlo.
"Non
muoverti!" ordinò mentre le pupille cominciavano ad
illuminarsi.
Fortunatamente
prima che riuscisse ad emettere il fascio mortale due mani potenti lo
afferrarono facendogli perdere la presa su Sael e lo trascinarono
fuori dalla massa di demoni.
"Calmate
biondino, ce stanno umani dappertutto!"
"Razel,
sei tu?" domandò Michele cercando Sael con lo sguardo e
perdendo i sensi un attimo dopo averlo visto uscire dal mucchio di
demoni sostenuto da Sakmeel.
"Già"
rispose Razel volando fuori dalla sala del buffet con Michele mezzo
morto tra le braccia.
Ysrafael
e Safet osservarono Razel portare Michele in salvo, non fecero in
tempo a tirare un sospiro di sollievo che qualcuno gridò "Ce
n'è un altro!" indicando Ysrafael.
Safet,
stufo dell'indecoroso spettacolo offerto dai demoni sguainò la
spada e comandò con voce profonda e demoniaca "Che
nessuno si permetta di avvicinarsi a Ysrafael, calmatevi o ve ne
pentirete!" I demoni di fronte al comando di un Supervisore
Capo, si fermarono incerti.
"La
festa è finita, tornate a Roma. ORA!" ordinò
Safet.
I
demoni volarono via immediatamente. Ysrafael poggiò
una mano sulla spalla di Safet e gli indicò Alba che
completamente fradicia e a piedi nudi correva verso l'uscita della
sala. "Andiamo anche noi, temo che se Ariel vede Michele tra le
braccia di Razel possa interpretare nel modo più sbagliato,
quel ragazzo non sa gestire le emozioni, soprattutto la rabbia!"
#
Razel
atterrò sul prato dietro il parcheggio e posò a terra
Michele. Osservò l'angelo svenuto e sporco di sangue, scosse
la testa, gli passò un braccio intorno alle spalle e gli tirò
un po' su la testa dandogli degli schiaffetti per fargli riprendere
conoscenza.
Sakmeel
e Sael lo raggiunsero. "È vivo?" domandò Sael
tremando.
"Si,
anche se quegli imbecilli stavano per ammazzarlo e scatenare un'altra
guerra"
Sael
emise un sospiro di sollievo.
"Stava
per usare la luce celestiale, avrebbe ammazzato noi e anche gli
umani. É contro le regole!" commentò polemicamente
Sakmeel.
"Se
una montagna di demoni incazzati mi stesse facendo a pezzi, me ne
fregherei de respetta' le regole. Stavolta sono dalla parte del
biondino, ha aspettato anche troppo. E comunque, quando gli ho
chiesto de calmarsi mi ha ascoltato nonostante non avesse molti
motivi per fidarsi. Per quanto me riguarda s'è guadagnato il
mio rispetto!" replicò Razel, continuando a
schiaffeggiare Michele che con un gemito aprì finalmente gli
occhi e si guardò intorno perplesso. Indubbiamente era una
strana situazione ritrovarsi circondato da demoni che lo osservavano
preoccupati.
"Ho…
ho ucciso degli umani?" domandò disorientato, pensando di
essere finito all'Inferno.
"No.
Razel ti ha trascinato fuori da quella massa di demoni infuriati
prima che fosse troppo tardi!" rispose Sael inginocchiandosi al
suo fianco.
"Oh…
meno male. Grazie Razel!" mormorò Michele affaticato.
"De
nulla, biondino!" rispose Razel, un po' stupito nel sentirsi
ringraziare dall'angelo.
"Ragazzi,
state tutti bene?" domandò Alba apparendo all'improvviso
davanti a loro con il vestito completamente fradicio e i piedi nudi.
Merlino al suo fianco rivolse un miagolio nervoso contro Razel.
"Alba!"
esclamarono in coro Sael e Michele.
"Avete
visto Azaele? Non ci aspettava qua, l'appuntamento era alle vecchie
stalle!" domandò ancora la ragazza preoccupata.
"Scusa
tanto se nun me so' informato circa i vostri accordi, prima de
salvare la pelle a Michele. Comunque sei arrivata proprio al momento
giusto, regazzina" disse Razel poggiando Michele a terra e
alzandosi in piedi.
"Razel,
per favore…" lo pregò Sael mettendosi tra il
demone rosso e Alba.
Il
demone lo spinse da parte dandogli una manata sul petto così
forte da fermargli il respiro. Merlino si lanciò contro Razel
per fermarlo, ma ricevette una pacca che lo fece rotolare a terra per
diversi metri.
Alba,
corse in suo aiuto. "Merlino, piccolo amico mio!" esclamò
inginocchiandosi accanto al povero gatto, immobile ai bordi di un
cespuglio di more.
"Stai
a spreca' la tua preoccupazione per niente, è un demone. È
immortale!" commentò Razel seguendola.
"Si
può sapere che vuoi da me?" domandò Alba vedendolo
avvicinarsi.
"Voglio
te, strega. Tu mi appartieni!" rispose lui secco.
Alba
non si scompose "Io non appartengo a nessuno, demone. E comunque
l'unico che può reclamare la mia anima è Azaele!"
replicò alzandosi e puntandogli contro i palmi aperti, pronta
a difendersi.
"Lui
non è qui adesso e io ho fatto un patto con Michele!"
rispose il demone irritato.
"Non
è vero, non ho accettato nessun patto con te!" intervenne
Michele provando ad alzarsi e aprire le ali. Ma era ancora troppo
debole, le sue gambe si piegarono e cadde in ginocchio.
"Piantala,
Razel! Lasciala in pace, non sai capire quando è ora di
smetterla?" disse Safet atterrando insieme a Ysrafael.
"Oh,
però adesso basta, farvi tutti i fatti miei!" Abbaiò
il demone. "La strega è mia e me la prendo". Si
gettò su Alba che cercò inutilmente di respingerlo
lanciandogli due vampate di fuoco, ma il demone non sembrò
neppure accorgersene. La raggiunse e la strinse tra le braccia per
impedirle di muoversi.
"Lasciami
andare… Azaele, aiutami!" gridò Alba cercando di
divincolarsi.
"E
sta un po' ferma regazzina, me sembri un'anguilla!" borbottò
Razel stringendola più forte.
"Lasciala
andare, demone!" ordinò perentorio Ysrafael.
"A
Dante, nun te ce mettere pure tu!" sbuffò Razel.
"Dante?"
domandò confuso Ysrafael. Safet non riuscì a reprimere
una risatina "Beh, obiettivamente un po' gli somigli!"
commentò divertito, poi tornò serio e mosse qualche
passo verso Alba.
"Fai
un altro passo e me la porto all'inferno seduta stante!" lo
minacciò Razel circondando il collo della ragazza con un
braccio.
Rimasero
qualche secondo a sfidarsi con lo sguardo, finché furono
distratti dal rumore di un combattimento.
"È
adesso che diavolo succede, ancora?" si lamentò Yrafael.
Un
istante dopo Azaele precipitò a terra davanti a lui.
L'angelo
non ebbe tempo di rendersi conto di cosa stesse succedendo che
atterrò anche Ariel, furioso e con gli occhi rossi. Azaele si
rialzò in piedi, pronto a parare l'attacco di Ariel.
"Ma
quella è la spada di Michele. Com'è possibile che
riesca a impugnarla?" domandò incredulo Ysrafael a Safet.
"Te
l'avevo detto che il ragazzo ti avrebbe stupito, no?" rispose
Safet preparandosi a intervenire per far cessare lo scontro. Non ebbe
però il tempo di agire che Ariel attaccò con tutta la
sua forza. Azaele evitò l'attacco scartando di lato. L'angelo
non trovando resistenza, si sbilanciò in avanti perdendo per
un attimo l'equilibrio e rischiando di inciampare. Azaele, che
avrebbe potuto colpirlo alle spalle e chiudere lo scontro, non
approfittò del suo vantaggio e permise ad Ariel di riprendere
il controllo e voltarsi.
I
due si guardarono con odio.
"Sono
stanco di te! " sibilò l'angelo .
"Io
di te. Almeno su una cosa concordiamo!" rispose sarcastico
Azaele strisciando i piedi per trovare una posizione di maggior
equilibrio possibile.
"Ariel,
basta! Il tuo comportamento è inqualificabile!" ordinò
Ysrafael.
Il
richiamo del supervisore fu del tutto inutile. Ariel era concentrato
solo sul suo avversario. Scattò nuovamente all'attacco, ma
Azaele parò senza problemi e contrattaccò. Ariel era in
difficoltà, il demone era più veloce e più
bravo. E questo lo stava facendo innervosire sempre di più.
Ogni volta che aveva a che fare con quel piccolo bastardo c'era
qualche sorpresa.
Adesso
saltava fuori che quello che aveva sempre considerato uno svampito
buono a nulla era un ottimo guerriero. Non solo, Ariel si era reso
conto che in almeno in due occasioni Azaele avrebbe potuto
approfittare facilmente dei suoi errori. E invece non lo aveva fatto.
Quell'insopportabile demone aveva osato comportarsi
cavallerescamente. Distratto da quei pensieri, l'angelo perse la
concentrazione. Fu solo per pochi istanti ma bastarono ad Azaele per
saltare, fare una capriola sopra la sua testa e sferrargli un potente
calcio al centro della schiena, proprio tra le due ali.
Il
colpo fu così forte che Ariel cadde a terra perdendo la presa
sulla spada. Si girò e vide Azaele lanciarsi all'attacco.
Cercò di recuperare l'arma, ma la sua mano annaspò
inutilmente.
Azaele
atterrò in ginocchio sul petto dell'angelo e calò la
lama con un colpo secco.
Ariel
spalancò gli occhi per la sorpresa.
La
spada di Michele era conficcata nel terreno, a pochi millimetri dal
suo orecchio destro.
"Perché?
Potevi uccidermi una volta per tutte!" domandò senza
capire.
"Molti
millenni fa ho giurato a me stesso che non avrei mai ucciso i miei
simili. Non ho intenzione di venire meno a quel giuramento, nemmeno
per un idiota come te!" rispose Azaele guardandolo con
disprezzo. Ariel ammutolì. Si rese conto che il demone gli
aveva appena dato una lezione che non avrebbe dimenticato facilmente,
allargò le braccia in segno di resa e ammise "Hai vinto
Azaele. Questa partita è finita. Per sempre!"
Intorno
a loro si era fatto uno strano silenzio.
"Azaele!"
chiamò Alba con una voce flebile e impaurita.
Il
demone si voltò verso di lei e fu invaso da una rabbia fredda.
Rivolse a Razel lo sguardo più duro e fermo che l'anziano
demone gli avesse mai visto in volto.
Razel
si rese conto di conoscere quello sguardo. Lo aveva visto molti
millenni prima sul volto di un arcangelo che lo aveva risparmiato
durante la Grande Guerra. Si chiese se quello che stava pensando
fosse davvero possibile.
Azaele
afferrò la spada conficcata nel terreno senza distogliere lo
sguardo da Razel. Michele cercò di dire qualcosa, ma Azaele lo
fermò con un gesto deciso.
Nessun
altro osò provare a fiatare. Il demone si avvicinò
lentamente ad Alba continuando a tenere lo sguardo fisso su Razel.
Arrivato
a poco più di un metro di distanza si fermò.
Per
un attimo tutti i presenti smisero di respirare, Azaele distolse lo
sguardo da Razel solo il tanto necessario per sorridere ad Alba e
allungare la mano libera verso di lei facendo un rapido gesto che
significava "Vieni da me"
Lei
emise un gemito, ma non osò muoversi.
Azaele
riportò lo sguardo su Razel e ripeté il gesto.
Alba
allungò tremante una mano fino a sfiorare le dita di Azaele.
Razel
sentì qualcosa di umido e leggero scorrergli intorno al polso,
abbassò lo sguardo e si rese conto che erano lacrime di Alba.
Alzò di nuovo il capo e osservò la mano di Azaele
stringere quella di Alba. Incrociò nuovamente quello sguardo
fermo e senza paura che lo sfidava e capì di aver perso.
Sospirò, scosse il capo e lasciò andare il collo di
Alba che si precipitò tra le braccia di Azaele.
"Mi
sono ricordata Azaele, mentre lanciavo le fiamme in sala, mi sono
ricordata tutto!"
"Allora,
sei stata tu a far scattare il sistema antincendio?" domandò
Azaele sorridendo.
"Si,
volevo fermare quella bolgia, ma non volevo far male a nessuno!
Perché ci hai messo tanto a farti riconoscere?" domandò
tra le lacrime.
"Perdonami
amore, avevo paura di farti ancora del male!" rispose Azaele
lasciando cadere la spada a terra e circondandola con le ali nere per
riscaldarla. Alba nascose il viso contro il suo petto.
Merlino
miagolò debolmente. “Merlino, sei vivo!” esclamò
Alba felice.
Razel,
osservò la scena con gli occhi lucidi, sospirò, si
voltò per andarsene e si ritrovò davanti a Sael
impegnato a pulire il volto di Michele. L'imponente demone non poté
fare a meno di notare l'espressione compiaciuta di Michele mentre
Sael gli tamponava delicatamente il viso con un fazzoletto di carta
sporco di sangue.
"E
questo che starebbe a significa'?" domandò allibito.
Sael
si interruppe e gli lanciò uno sguardo di sfida "Starebbe
a significare che Michele è il mio ragazzo!" rispose.
Razel
non replicò, si limitò a chiudere gli occhi, prendere
un profondo respiro e sferrare al giovane demone un ceffone così
forte da farlo barcollare. Prima che Michele potesse commentare
ringhiò "E tu nun osare dire nulla, chiaro?"
Poi
mosse qualche passo verso Safet che lo fissava con un'espressione
indecifrabile e commentò "Vale, anche per te paparino, me
so spiegato?"
Ysrafael
a quelle parole lo fissò stupito. Safet, impassibile, si
limitò ad alzare una mano in segno di pace.
Sakmeel
osservò Sael passarsi una mano sulla guancia dolorante e
commentò offeso "Ti sta bene, imbecille, almeno a me
avresti potuto dirlo!"
#
La
mattina dopo Razel, spaparanzato su uno sdraio dai morbidi cuscini,
si stava godendo il tepore del sole mattutino sul tetto del
grattacielo Eurosky. Una birra ghiacciata contribuiva al suo
tentativo di rilassarsi dopo la concitata nottata in cui aveva visto
sfumare per sempre la sua possibilità di bilanciare la perdita
dell'anima di Elena.
"Ahem…
disturbo?"
La
domanda di Michele giunse inaspettata e non esattamente ben accetta.
"Si,
disturbi. Levati dalle palle, biondino!" grugnì il demone
senza degnarlo di uno sguardo.
Michele
non si lasciò smontare. "Il fatto è che volevo
chiederti scusa per…!"
"Sticazzi,
delle tue scuse!" lo interruppe lapidario Razel.
"Ok,
hai ragione" rispose conciliante l'angelo. "Però
volevo dirti che ho parlato con San Pietro e…"
"Nun
me ne po' frega' de meno!" lo interruppe ancora Razel fissando
l'orizzonte e assaporando una sorsata di birra.
Michele
sospirò e continuò "Per farla breve mi ha concesso
un permesso speciale, e quindi..!"
Razel
perse la pazienza, era stanco, incazzato e pure un po' depresso.
L'ultima cosa che gli interessava in quel momento era sopportare le
chiacchiere di un frocetto angelico che cercava di lavarsi via i
sensi di colpa con delle scuse non richieste.
Si
alzò in piedi rabbioso e rimase impalato con la bocca aperta e
la lattina di birra stritolata in una mano.
"Ciao
Razel, noto che il tuo caratteraccio non è per nulla
migliorato!" lo salutò una donna bruna sui
quaranta-quarantacinque anni dal sorriso contagioso e dal fisico
prosperoso.
"Elena?"
"Ecco,
era questo il permesso speciale di cui…" provò ancora a spiegare Michele.
Razel
non lo ascoltò neppure, si precipitò ad abbracciare la
donna, sollevandola da terra e baciandola con un tale entusiasmo che
se fosse stata ancora umana avrebbe rischiato di soffocarla.
L'angelo
pensò che fosse il caso di lasciarli soli, aprì le ali
e si preparò a volare via.
Una
pacca sulla nuca lo fece voltare, ma Razel era di nuovo impegnato a
baciare Elena.
Michele
capì che era era stato il suo modo per ringraziarlo. Sorrise e
volò via.
#
Aurora
scese dalla Panda e si guardò intorno per cercare il numero di
indirizzo che gli aveva dato Azaele.
"Non
mancare, mi raccomando, ci tengo che venga!" si era raccomandato
sorridendo allegro.
La
professoressa notò stupita una bella ragazza dai capelli
castano chiari e un seno decisamente prorompente, che chiacchierava
con un angelo dall'aria un po' avvilita.
Colse
la frase di commiato della ragazza "Non so Ariel, ci penserò!”
L'angelo
annuì e salutò la ragazza che si avviò nella
stessa direzione di Aurora. Le due si ritrovarono prima sotto lo
stesso portone e poi insieme in ascensore.
"Bel
ragazzo, ma mi sa che ti ha fatto arrabbiare, eh?" domandò
la professoressa sorridendo sorniona.
Arianna
per un attimo pensò di risponderle di farsi gli affari suoi,
ma poi il sorriso allegro di Aurora la conquistò.
"Si
è comportato da stronzo!" rispose "Deve sudarselo un
secondo appuntamento, sempre che decida di concederglielo! A che
piano va?"
"Terzo"
"Anche
io!"
Uscirono
dall'ascensore e si avviarono verso la stessa porta.
Le
due donne si guardarono stupite.
"Sei
invitata anche tu alla festa?" chiese la professoressa.
"No,
cioè si, anche. Però qui ci abito" rispose
Arianna. "Lei è amica del padre di Sael?" domandò.
"No,
sono amica di Azaele!"
Arianna
la osservò perplessa, ma poi pensò che il nuovo ragazzo
di Alba era un tipo un po' originale e ci stava che avesse un'amica
di quell'età. Magari era una sua ex professoressa.
Le
due entrarono in casa e malgrado davanti a loro si presentasse la
stessa scena ciò che videro fu un po' differente.
Arianna
infatti vide Alba seduta sul divano abbracciata al suo ragazzo, la
coppia di amici gay di Azaele intenta a scambiarsi un bacio rapido e
un giovane un po' tarchiato che mangiava soddisfatto una tartina al
salmone mentre chiacchierava con una bella ragazza alta e bionda
dallo sguardo strano, probabilmente era la sua fidanzata. Poggiato al
tavolo imbandito di tartine, paste, pizzette e salatini, il
buttafuori del Cubo osservava tutti bevendo una birra e mangiando
patatine. Arianna si domandò di chi potesse essere amico.
Aurora
invece, oltre al vero aspetto di Azaele, vide un bel demone dai
capelli rosso scuro che si scambiava un bacio con un bellissimo
angelo biondo, un demone tarchiato dall'aspetto simpatico che
chiacchierava con una ragazza demone che emanava bagliori rossi dagli
occhi e un enorme demone dai capelli corti e rossi vestito come un
buzzurro anni novanta. La professoressa sorrise, le era appena
tornato in mente Gallo
Cedrone di
Carlo Verdone.
Azaele
scorgendo Aurora si alzò dal divano e la raggiunse con un
sorriso felice "Aurora! Che bello che sia arrivata anche tu!"
commentò abbracciandola.
Alba
si alzò dal divano e la osservò senza parlare. Aurora
incrociando il suo sguardo provò una strana sensazione, come
una sorta di déjà vu!
#
Safet
si sedette, rallentò il respiro per concentrarsi e pochi
istanti dopo sentì un battito d'ali e l'imprecazione
"Ohmmerda!" seguita da un tonfo e dal crollo del cartellone
pubblicitario che fino a quel momento aveva dominato fieramente sul
tetto della Rinascente.
Un
arcangelo impolverato si alzò dalle macerie del cartellone
sbuffando "E che palle 'sti cartelloni pubblicitari sempre in
mezzo ai maroni!"
Una
massa di riccioli corvini e una barba altrettanto nera incorniciavano
il suo volto piuttosto bello e illuminato da un paio di occhi dalle
iridi dorate. Per essere un arcangelo era un po' basso, non
raggiungeva i due metri, ma ciononostante era sempre stato un abile e
temuto guerriero.
Safet
ridacchiò "Sai Gabriel, certe volte mi domando come avete
fatto a vincere la Grande Guerra!"
L'arcangelo
sorrise "Perché non c'erano stramaledetti cartelloni
pubblicitari sparsi in ogni angolo del Paradiso!" rispose
porgendo la mano al demone e domandandogli "Allora come stai,
tutto bene? Come mai mi hai chiamato?"
Safet
strinse la mano di Gabriel e rispose "Quello svampito di tuo
figlio ha ritrovato la sua ragazza e questa volta è riuscito a
tenersela stretta!"
"Sul
serio?" sorrise felice l'arcangelo "Che bella notizia, il
piccoletto ha sofferto tanto quando gliel'hanno portata via e non ho
nemmeno potuto consolarlo!"
Safet
sospirò "Sai continuo a ritenere molto ingiusto che non
possiamo stare vicino ai nostri figli apertamente. Fortunatamente ho
scoperto che mio figlio Sael sapeva che sono suo padre. Per quanto mi
riguarda ormai non ho più motivo di nasconderlo, ma per te
dev'essere difficile!"
Gabriel
non fece commenti, lui e Safet erano
sempre stati molto amici fin da "ragazzini". Sapeva molto bene quanto era stata dura per
lui e per la sua ex compagna abbandonare il figlio e d'altra parte
anche lui aveva nel cuore una ferita sempre aperta.
"Quindi
Azaele ora è felice! Sei stato molto gentile a chiamarmi per
dirmelo" rispose sedendosi accanto a Safet.
Il
demone lo osservò un po' titubante "In effetti ti ho
chiamato perché sono un po' preoccupato per lui e per tutti i
suoi amici!"
"Perché?"
domandò stupito Gabriel notando un passerotto adagiato sulla
grondaia che cinguettava disperato cercando di aprire un aletta
spezzata.
"Gabriel,
lo sai vero che Azaele ha ereditato il tuo carattere da stordito!"
"Non
sono stordito, sono solo un po' distratto e comunque quando serve so
essere concentrassimo!" replicò offeso l'arcangelo
allungando una mano e prendendo delicatamente il piccolo passero
ferito.
"Ok,
diciamo allora che sia tu che lui quando siete molto presi da
un'emozione tendete a concentrarvi solo su quella, giusto?"
"Si,
è allora?" commentò distrattamente Gabriel
soffiando delicatamente sul passero che subito dopo riuscì ad
aprire entrambe le ali e volare via.
"Allora,
immagino che Azaele e Alba…” Safet si interruppe vedendo
che Gabriel stava seguendo con lo sguardo l'uccellino che si
allontanava svolazzando soddisfatto.
“Mi
ascolti?” esclamò irritato.
Gabriel
guardò Safet facendogli un cenno come per dire “vai
avanti”
Safet
sbuffò e riprese il discorso “Loro non si vedevano da
secoli, mi spiego?”
“Francamente,
no. Non capisco dove sia il problema!” rispose l'Arcangelo.
"Gabriel,
per la miseria, immagino che dopo secoli avranno avuto una gran
voglia di… insomma…"
Gabriel
si illuminò "Oh, quello!" commentò
allegramente "Spero proprio di sì!"
Safet
si passò una mano sul viso, certe volte parlare con Gabriel
era tanto estenuante quanto parlare con Azaele.
"Lo
spero anche io, però la cosa mi preoccupa!"
"Perché?"
domandò stupito l'arcangelo.
"Gabriel"
rispose nervosamente Safet. "Secondo te Azaele è il tipo
che preso dall'entusiasmo di poter finalmente andare a letto con
Alba, dopo aver aspettato per quattrocento anni, si può
ricordare che prima sarebbe meglio procurarsi delle…
precauzioni?"
Gabriel
sbiancò, poi tirò un sospirò di sollievo "No,
lui no. Ma sono sicuro che Alba starà attenta. É una
donna moderna!"
"Si,
ma se è vero il detto che Lui li fa e poi li accoppia!"
commentò il demone facendo un cenno verso l'alto.
Gabriel
rise di gusto "Ma dai! È solo un modo di dire!"
Safet
alzò un sopraciglio poco convinto "Sarà
sicuramente come dici tu, però è meglio prepararsi a
proteggerli, non credi? A proposito tu che faresti nel caso…"
Gabriel
sospirò "Nella estremamente lontana ipotesi che succeda,
e non succederà, si tratta di mio figlio, questa volta non lo
abbandonerò!"
“Bene!”
commentò Safet passando un braccio intorno alle spalle di
Gabriel.
“Ti
va di venire alla piccola festa organizzata da Alba e Azaele?”
Gabriel
ci pensò su. “No, meglio di no! Non credo che né
io, né Azaele siamo ancora pronti per incontrarci. Non voglio
rischiare di rovinargli la festa presentandomi senza invito!”
“Ok,
capisco!” sorrise Safet.
#
Aurora
era in cucina, stava preparando un altro po' di tartine quando ebbe
la sensazione di essere osservata. Si girò. Un demone un po'
anziano e dall'aspetto elegante la osservava sconcertato dalla porta
finestra aperta. Aveva dei begli occhi grigi e i capelli quasi
bianchi.
"Buonasera" disse un po' imbarazzata, per la seconda volta nella stessa serata aveva l'impressione di aver già vissuta una situazione simile. Il
demone strabuzzò gli occhi e per un attimo Aurora temette che
potesse essere colto da infarto. Poi ricordò che si trattava
di un essere immortale e sorrise.
Il
demone si avvicinò e domandò un po' timidamente “Posso
chiederle il suo nome?”
“Mi
chiamo Aurora! E lei?” rispose la professoressa.
“Ehi,
va tutto, bene?” domandò ancora vedendo gli occhi di
Safet diventare lucidi.
Il
demone cercò di controllarsi, inutilmente. Imbarazzato si
asciugò il volto e commentò “Sei tornata anche
tu, piccola Aurora!”
“Tornata...
da dove? Scusi, ma lei mi conosce?” domandò la
professoressa pensierosa. Chissà forse quel demone conosceva
il motivo per cui lei poteva vederlo?
“Si,
Aurora, ti conosco!” rispose lui amaro.
In
quel momento entrò Azaele che commentò tutto contento
“Oh, allora vi siete già presentati!”
“Già!
E penso che il tuo amico, abbia un po' di cose da spiegarmi!”
rispose Aurora.
Safet
prese Azaele per un braccio e chiedendo scusa ad Aurora lo trascinò
in bagno “L'hai invitata tu?” sussurrò chiudendo
la porta per evitare di essere sentito.
“Si,
ci siamo conosciuti per caso e ho pensato che non sarebbe stato male
presentarvi!” rispose Azaele allegramente.
“Non
l'hai riconosciuta?” domandò Safet.
Azaele
lo guardò confuso “Dovrei?”
“Dovresti,
si! E' la bambina condannata al limbo insieme ad Alba!” spiegò
Safet.
Azaele
lo fissò stupito e commentò “Merda! Niente è
mai per caso, non è così?”
Safet
annuì gravemente.
“Ehi,
volete uscire dal bagno! Qui c'è gente che non può
aspettare oltre!” si lamentò Arianna bussando alla
porta.
“Scusa,
Arianna. Stavamo... parlando di una cosa privata!” rispose
Azaele uscendo imbarazzato dal bagno insieme a Safet.
La
ragazza non li degnò di uno sguardo e si precipitò
dentro.
Safet
rientrò in cucina e si avvicinò ad Aurora “Posso
aiutare?” domandò educatamente.
Aurora
gli porse un panetto di burro e il coltello “Ok, però se
non le dispiace dopo mi farebbe piacerebbe fare una chiacchierata con
lei. In privato!” rispose Aurora.
“Certamente!
E diamoci del tu, se non ti dispiace!” rispose lui sorridendo.
“Oh...
certo!” risposa Aurora rendendosi conto con imbarazzo di essere
arrossita come un ragazzina.
#
Azaele
aprì gli occhi e si tirò a sedere sul letto svegliando
Alba che dormiva sul suo petto. "Che succede?" domandò
lei assonnata.
Lui
tentennò un po' imbarazzato, prima di rispondere "Ecco,
noi abbiamo… Ma io non ero… Uh… protetto!"
Alba
sorrise "Tranquillo, in questo periodo non è pericoloso
per me"
Azaele
sospirò di sollievo "Ah, ok. Usi la pillola"
"No,
mi stava dando qualche problemino, l'ho dovuta interrompere. Uso un
macchinino che mi da il via libera!"
"Oh,
e sei sicura che funziona?" domandò preoccupato Azaele.
Lei
sbadigliò abbracciandolo. "Bé, non che ne abbia
avuto bisogno molto spesso negli ultimi tempi. In ogni modo finora
non ha mai sbagliato!"
Fine
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Ciao
a tutti.
Così
finalmente dopo tanti anni sono arrivata alla fine di questa storia.
Sicuramente non ce l'avrei fatta se non avessi scoperto EFP!
E
ancora meno ci sarei riuscita se non avessi avuto il supporto di
tutti coloro che mi hanno seguito o mi stanno seguendo con tanto
affetto.
Voglio
ringraziare perciò:
-
tutti i lettori che mi hanno recensito al di fuori degli scambi del
Giardino di EFP: Fra101, Abby_da_Edoras, IndianaJones25, Serpentina, Tubo Belmont, Vania Imyarek
-
tutti i lettori con cui scambiamo regolarmente e con grande piacere
le recensioni tramite il Giardino di EFP: Zobeyde, Mask89, Leila91,
Barby_Ettelenie91, Misaki, Will Darkligther, Cassiana, Chiara
PuroLuce, alvy_demi,
MusicAddicted, Shadow writer, AlfoPec95, Apatya, Musical, Nao
Yoshikawa, Violet Sparks, Pin, fenris
-tutti
i lettori che sono passati a lasciarmi anche solo un recensione o per
curiosità o tramite gli scambi: Yonoi, Lupoide, Trix,
Estel-naMar, Allen Glassered, Caaatkhad, H_A_Strattford,
Angelica_Morgenstern, Antonio_Sabini, Loreley90, Zukiworld
-tutti
i lettori che hanno messo la storia tra le
seguite/preferite/ricordate
-tutti
i lettori silenziosi
-tutti
i futuri lettori
Vi
ringrazio davvero con tutto il cuore e se riuscirò, come
spero, a scrivere “Un angelo a Roma parte II”, spero di
ritrovarvi tutti!
AlbAM
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