A CAPODANNO
Ricordo che la serata del capodanno di due anni fa fu una
delle più belle, o forse la migliore di tutta la mia vita, anche se non
cominciò benissimo…
Mi ero trasferita a Londra da qualche mese, volevo la mia
indipendenza, ma anche diventare scrittrice insomma, anche per me era arrivato
il momento di abbandonare il nido e costruire qualcosa di concreto, e volevo
farlo con le mie mani, da sola. Nonostante ciò ero molto legata alla mia
famiglia, era tutto per me, la cosa più importante che avevo. Ecco perché ci
rimasi malissimo quando, nel tardo pomeriggio, mi arrivò questa telefonata:
-Pronto, sono Emma Johnson, chi
parla?- dissi io dopo aver finalmente trovato il cordless
che era stato seppellito fra i cuscini colorati del divanetto.
-Ciao tesoro, sono papà-
-Ciao papà che piacere sentirti!- dissi io felice, era da un
po’ che non gli parlavo, ultimamente lo avevo fatto sempre con la mamma ed era
stato con lei che avevo deciso i dettagli per quella sera; la mia famiglia
sarebbe stata a Londra, avremmo trascorso il capodanno tutti insieme, ne ero
sicura. Ma si sa, le cose non vanno mai come noi crediamo…
-Come stai Emma?-
-Bene papà e tu? Oh non vedo l’ora di riabbracciarti !
Allora, siete pronti per la partenza?-
-Temo che non ci sarà nessuna partenza Emma, tutti i voli
per Londra sono stati annullati per il cattivo tempo-
-Mi stai prendendo in giro vero? Tanto non ci casco, lo so
che questo è un altro dei tuoi scherzetti-
-No Emma, mi dispiace, ma non è affatto uno scherzo- mi
confermò poi papà serio.
Io non dissi nulla, allora era proprio vero…
-Ce lo hanno comunicato ora, perciò ti abbiamo avvisato così
tardi- cercò di scusarsi papà, era mortificato.
-E va bene papà, non è la fine del mondo, ci vediamo
prossimamente però-
-Ma certo, sarà questione di pochissimi giorni, poi potremo
riabbracciarci tutti-
-Già…e allora auguri di buon anno papà, avrei voluto farteli
di persona, ma non fa niente- dissi io con un pizzico di amarezza, stavo
cercando di non sembrare troppo triste, lo avrei fatto sentire solo peggio,
però ero davvero giù.
-Grazie tesoro, anche a te, ti voglio bene-
-Sei solo o ci sono tutti lì con te?-
-Sono qui, e credo proprio che vogliano salutari, tutti
quanti-
A quelle parole sentii una gran confusione, erano i miei
cugini più piccoli che facevano a gara per chi doveva parlare prima con me.
Come avrei voluto essere lì con loro, forse può sembrare un po’ patetico, ma
almeno loro sarebbero stati insieme, a differenza mia. Rimasi a telefono per un
bel po’ di tempo, poi fu il turno di nonna Grace per
la quale provavo un affetto particolare, mi era sempre stata vicina, mi aveva
sempre appoggiata nelle mie scelte…e poi era troppo forte!
-Ciao nonna!-
-Tesoro, come mi dispiace non potere essere lì con te questa
sera, è da tanto che non ci vediamo!-
-Già, è un vero peccato-
-Beh però, in compenso, potrai restartene sola soletta con
il tuo ragazzo, una bella cenetta a lume di candela e poi…mi raccomando le
precauzioni cara- mi raccomandò lei parlando con tutta serenità.
-Ma nonna che dici!- dissi io sorridendo ma anche
arrossendo, a pensare che c’era anche papà lì con lei…
-E poi io non ce l’ho il ragazzo- dissi io sospirando, in
realtà ero innamorata ma forse, anzi, quasi sicuramente, della persona
sbagliata.
Dopo la telefonata mi scaraventai sul divano, che seratina si prospettava:
-E ora che faccio?- mi dissi portandomi una mano alla
fronte, non mi aspettavo una cosa del genere, non avevo proprio preso in
considerazione l’ipotesi che i miei non fossero stati con me quella sera, ed
ora mi sentivo vuota; anche se lo avessi trascorso con i miei amici, non era
quello il capodanno che mi aspettavo. Insomma, i miei amici li vedevo tutti i
giorni quasi, la mia famiglia no invece.
-E lui sai che mi dice?- sentii aprire la porta di casa e
dei passi, era Lana.
-Cosa?- rispose una voce femminile fra le risate, era Erika.
Tanto per chiarirci Lana ed Erika erano le mie coinquiline,
le avevo conosciute per caso a Londra, e dato che eravamo tutte e tre in cerca
di un appartamento, e dato che a tutte e tre interessava proprio
quell’appartamento, decidemmo di condividerlo. Certo, in un primo momento non
diciamo che fu proprio una passeggiata, ma poi ci siamo conosciute, abbiamo
fatto amicizia e tutto è andato per il meglio; ma torniamo alla storia.
-Mi dispiace signorina, ma questo non è proprio…- poi Lana
si interruppe nel vedermi così giù.
-Ehi Emma, che hai? E’ successo qualcosa?- mi chiese poi
Erika avvicinandosi a me.
-Mi hanno appena chiamato i miei, non possono venire
stasera, hanno annullato i voli per Londra-
-Beh però non è un dramma, tanto li rivedrai presto, no?-
cercò di rincuorarmi Lana.
-Si hai ragione tu- dissi poi alzandomi e cercando di non
piangermi addosso, d’altronde era l’ultimo dell’anno, non potevo essere giù
proprio quella sera!
-Allora vieni con noi?- mi propose Erika.
-C’è quella festa a casa di Josh vero?-
-Già, ci sarà un sacco di gente, e anche una persona che ti
può interessare…- disse Lana con sguardo furbo guardandosi intorno.
-Lo so che c’è anche Orlando, ma questo non mi cambia la vita!
Lui non mi fila per niente, ma come te lo devo dire?-
-Sarà, però tu non esserne così sicura, io poi non lo vedo
così disinteressato- disse Erika dal corridoio che stava attraversando per
andare in camera sua.
-Allora ci vieni stasera?-
-Credo proprio di sì Lana, sempre meglio che rimanere a
casa, e poi sarà una bella serata, staremo fra amici- dissi io cercando di
convincere me stessa di ciò che avevo detto…
-Ciao ragazze- disse Josh
salutando con un bacio Lana ed Erika appena aprì la porta di casa.
-Ehi Emma, ci sei anche tu, vieni entra!-
La casa di Josh era strapiena di
gente, gente che si divertiva, ballava, rideva.
E poi c’era lui, Orlando, come al solito circondato da
ragazze però, appena si accorse di me mi guardò con un’espressione
piacevolmente sorpresa, e lo vidi venire nella mia direzione.
-E tu che ci fai qui?- mi disse lui salutandomi
amichevolmente con un bacio sulla guancia.
-C’è stato un imprevisto, i miei
non sono potuti venire qui a Londra- dissi io
guardandolo, pendevo dalla sue labbra, e mi odiavo per questo, credetemi, ma
non potevo farci niente, ero troppo attratta da lui.
-Mi fa piacere che tu sia venuta- mi disse poi sorridendomi,
ma quelle parole furono interrotte dal ciclone Dom, Dominic Monhagan, la persona più
fuori di testa (nel senso buono ovviamente) che io abbia mai conosciuto, che
gli strinse un braccio intorno al collo e con l’altra mano prese a
scompigliarli i capelli:
-Ma è possibile che tu, Orlando Bloom,
sei sempre pieno di belle donne? Prima ti ho lasciato con quella schiera di
assatanate, poi ti ritrovo qui in compagnia di un bell’angioletto…ma io non
piaccio a nessuna?!?-
-E che ci vuoi fare Dom, non tutti
abbiamo fascino, e soprattutto modi gentili- disse Orlando per stuzzicarlo dopo
essersi divincolato dalla stretta, ma Dom lo guardò
interdetto:
-Io ho fascino, e soprattutto modi gentili- gli rispose poi
incrociando le braccia in segno di sfida.
Quei due erano fatti così, non facevano che prendersi in
giro, ma in fondo erano molto legati; d’altronde Dom
era il migliore amico di Orlando insieme ad Elijah.
-Ragazzi non vorrei interrompervi ma guarda Dom, lì c’è un bel mucchietto di signorine che ti mangia
con gli occhi- suggerii io sorridendo e indicando con un piccolo cenno della
testa un gruppo di ragazze più in là.
-Uh ma quante belle pollastrelle! Mi dispiace amici, ma ora
vi devo proprio salutare- disse poi Dom
allontanandosi e dirigendosi nel posto che gli avevo indicato.
La serata trascorse bene, mi divertii un sacco con Orlando, Dom, Lana ed altri, il tempo passò così veloce che non mi
accorsi nemmeno che mancava pochissimo alla mezzanotte però, ad un certo punto,
decisi di starmene un po’ per conto mio, lo facevo spesso ed erano i momenti
migliori per me, quelli in cui ritrovavo me stessa…e poi dovevo staccare la
spina, tutta quella confusione mi stava facendo davvero venire un gran mal di
testa!
Così andai in terrazza, in cima al grattacielo dove Josh abitava, c’era un panorama da sogno di giorno,
figuratevi la sera, era davvero stupendo vedere tutta la città che brillava di
mille luci, i rumori attutiti…e poi quella era la notte di capodanno, c’era
qualcosa di diverso nell’aria. Mi appoggiai al muretto incrociando le braccia e
socchiusi gli occhi, l’aria era fresca ma non gelida e mi accarezzava
delicatamente il viso accaldato dandomi una piacevole sensazione di refrigerio,
i capelli lunghi erano sciolti e svolazzanti; erano quelli i momenti in cui mi
sentivo libera, serena, stavo bene e poi non ero più triste per quello che era
successo, la mia famiglia l’avrei rivista a distanza di quattro, cinque giorni
al massimo, e poi alla fine mi aveva fatto piacere stare con i miei amici,
pensai, persone che mi volevano bene; anche se da una di loro avrei voluto
qualcosa di più…un nuovo anno stava cominciando, chissà cosa mi aspettava, le
novità, i cambiamenti, gli amori, le delusioni; a quei pensieri sospirai, ma il
mio sospiro diventò un sussulto quando sentii una voce dietro di me:
-Orlando, sei tu, mi hai spaventato- dissi io sorridendogli,
ma che ci faceva anche lui lì?
-Disturbo?-
-No, no figurati, stavo solo riflettendo un po’- dissi io
tornando a guardare davanti a me aspettando che lui mi si avvicinasse.
-Tutto ok?-
-Tutto ok, ho passato davvero una bella serata-
-Beh e poi sei stata in compagnia di Orlando Bloom, non so se mi spiego, sai quante ragazze avrebbero
voluto essere al tuo posto?-
-Ma per favore!- esclamai io non potendo fare a meno di
ridere nel notare la sua espressione buffa, era autoironico,
non si prendeva mai troppo sul serio, anche questo mi piaceva di lui.
-Stai ridendo di me?- mi chiese Orlando prendendomi a
solleticare la pancia.
-No, ti prego Orlando, lo sai che soffro il solletico da
morire!- lo supplicai io fra le risate cercando inutilmente di divincolarmi
dalla sua salda presa.
Insomma, ridendo e scherzando ci ritrovammo pericolosamente
vicini, io stretta fra il muro e il suo corpo. In un primo momento non mi resi
conto della nostra posizione così equivoca, sorridevo ancora, ma quando ne
presi atto, mi limitai a guardarlo un po’ imbarazzata per poi abbassare lo
sguardo; sentivo il suo profumo dolce e delicato...ma quando vidi che Orlando
non accennava minimamente a spostarsi, alzai lo sguardo su di lui mentre una
folata di vento mi fece rabbrividire, oppure erano le sensazioni che stavo provando
in quel momento, ero così confusa che non riuscii a capirlo. Fu un attimo e
Orlando, chinatosi su di me, mi diede un leggero bacio mentre sentii cominciare
al piano di sotto il conto alla rovescia.
-Ti amo- mi disse guardandomi teneramente.
Scoccò la mezzanotte e il cielo prese ad illuminarsi di
brillanti fuochi d’artificio.
Io gli sorrisi, lo baciai abbracciandolo piena di
entusiasmo, non me lo aspettavo, non me lo sarei mai aspettata, c’era tempo per
parlare, ora volevo soltanto vivere a pieno quel momento.
-Buon anno Emma- mi disse dopo Orlando scostandosi appena
per guardarmi negli occhi.
-Buon anno a te- gli sussurrai perdendomi nel suo abbraccio
e poi fra i suoi baci.
Era cominciato un nuovo anno, e se questo era l’inizio…