Un buffo matrimonio

di Calendula
(/viewuser.php?uid=1013277)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lui, ovviamente, aveva voluto strafare. Lei, ovviamente, si era quasi presentata in stivaletti e grembiule.

Markl, troppo impegnato a non essere travolto dal primo e a non farsi strigliare dalla seconda, aveva finito per fare da paggetto con un enorme papillon dorato (colpa del signor Howl) i capelli- bleah- con la riga in mezzo (Sophie, io li detesto i capelli così!), una giacchetta risalente al periodo precedente alla strega più amante del pulito del regno, e i suoi soliti pantaloncini. A conti fatti, era l'unico il cui abbigliamento potesse essere anche solo vagamente adeguato ad un matrimonio- forse solo Calcifer, che aveva scottato Howl quando questi aveva provato a mettere intorno al focolare una specie di foulard, poteva dirsi più decoroso.  Rapa, unico invitato esterno, non faceva testo, visto che aveva potuto vestirsi tranquillamente a casa sua. 

Le cose però, visto che dovevano andare, andarono, e i due sposi furono ben felici di pronunciare i loro voti davanti ad un esterrefatto parrocchiano, che per tutta la cerimonia ebbe l'impressione di aver esagerato con il vin santo la sera precedente, ma che si tenne i suoi dubbi perché, oh cielo, gli sposi avevano un demone come testimone, sogno o realtà che fosse meglio non indagare! 

E poi, gli sposi! 

Un giovane dall'aspetto assai piacente, dai lucidi capelli neri, ma sommerso di merletti e gemme e anelli e nastri e ilcielosacosa, tanto da sembrare più un appendiabiti- prezioso, certo, quanto disordinato- che una persona. La sposa, invece, era una graziosa creaturina che però aveva i capelli -tagliati stranamente corti, per una fanciulla- di un colore che in genere arrivava ben dopo la quarantina e indossava un abito bianco talmente semplice da apparire quasi mesto, in confronto allo sfarzo -esagerato- della sua controparte. 

Poco importava: i loro sorrisi erano comunque, tra tante stramberie, la cosa più abbagliante.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3990715