Come ogni
mattina, Lucy arrivò alla sede della gilda e si sedette al
bancone
ad aspettare il suo turno per ordinare, guardandosi nel frattempo
intorno con aria triste. Era sempre così da quando suo padre
aveva
affidato a Phantom Lord il compito di riportarla a casa ad ogni costo
e Mirajane era stanca di vederla tanto abbattuta. Poteva capire i
suoi sentimenti ma non era giusto che si addossasse colpe che non
aveva. C'erano stati dei danni e dei feriti anche gravi, non poteva
negarlo, ma non era certo stata lei a chiedere ai suoi compagni di
mettersi in mezzo per farle da scudo, e d'altra parte avrebbe dovuto
sapere, ormai, che nessuno di loro avrebbe mai permesso che una loro
nakama lasciasse la gilda contro la sua volontà.
Con un
lieve sospiro, le si avvicinò per prenderne l'ordinazione,
sforzandosi di comportarsi come al solito, ma mentre preparava non
smise un attimo di pensare a come avrebbe potuto affrontare il
discorso. Non avevano ancora una grandissima confidenza, ma ci teneva
ad aiutarla per quanto possibile, e non aveva alcuna intenzione di
tirarsi indietro.
«Ecco
qui!» disse alla fine con un gran sorriso, mettendole davanti
il
tutto.
La ragazza
si riscosse dai suoi pensieri e la ringraziò, per poi
iniziare a
mangiare in silenzio mentre la barista asciugava alcuni piatti appena
lavati.
«Qualcosa
non va?» provò di nuovo ad attirarne l'attenzione
quando ebbe
finito, augurandosi che nessuno le interrompesse nel bel mezzo del
discorso.
«No, tutto
bene. Stavo solo pensando» rispose Lucy con un debole sorriso
che
non avrebbe convinto nessuno.
«Non devi
sentirti in colpa per quello che è successo» disse
Mira con
delicatezza dopo alcuni secondi di silenzio. Non era sicura che un
approccio così diretto fosse il metodo migliore ma non le
piacevano
le occhiate che continuava a lanciare di nascosto in direzione di
Levy, seduta a un tavolo in disparte con un libro in mano, come se
volesse andare dall'amica ma non ne avesse il coraggio. In
realtà la
barista sapeva bene che era andata spesso a trovarla in ospedale fino
a pochi giorni prima, eppure adesso sembrava fortemente a disagio in
sua presenza. Probabilmente dipendeva dal fatto che la maga dai
capelli azzurri era quella che tra tutti, per ovvie ragioni, aveva
risentito di più dell'aggressione di Phantom Lord, ma
Mirajane
sapeva per certo che il pensiero di incolpare Lucy per l'accaduto non
l'aveva mai sfiorata nemmeno per un secondo. «Se non fosse
stato per
quel Gajeel, stai pur certa che anche lei, Jet e Droy avrebbero fatto
la loro parte nello scontro, combattendo, come tutti noi, per
ciò
che ritenevano giusto» aggiunse con sicurezza, guardando a
sua volta
verso la Scripter, che da parte sua era talmente presa dal suo libro
da non accorgersi di nulla. «La cosa importante è
che nessuno abbia
subito danni permanenti, alla fine, e penso che anche tuo padre abbia
capito di non riprovarci, giusto?» continuò in
tono materno.
La ragazza
annuì ma il suo sguardo vagò di nuovo per la
stanza mentre si
lasciava sfuggire un lieve sospiro.
«So che
tutto si è risolto per il meglio, alla fine, ma mi dispiace
comunque
di avervi mentito fin dal primo giorno, arrivando a farvi lottare con
un'altra gilda per proteggermi» disse piano, avvertendo una
fastidiosa morsa alla bocca dello stomaco ogni volta che i suoi occhi
incontravano qualcuno con i segni della battaglia.
«Avevi le
tue ragioni per farlo e non credere di essere stata l'unica a tenere
per sé fino all'ultimo alcune informazioni. Per fortuna
nessuno qui
ha mai cambiato idea sui propri nakama dopo aver scoperto la
verità
e non vedo perché avremmo dovuto farlo con te. Non
è un reato
desiderare una vita più adatta a noi e non possiamo certo
incolpare
te per le scelte di tuo padre o di master Jose» la
rassicurò Mira,
appoggiando intanto una mano sulla sua per distoglierla da quella
dannosa occupazione. «Purtroppo la rivalità tra
Fairy Tail e
Phantom Lord è sempre stata molto accesa e l'incarico
affidato loro
da tuo padre è stato solo la scintilla che ha dato il via
allo
scontro. Sarebbe successo lo stesso, prima o poi, e in questo modo il
Concilio ha potuto decretare che noi ci siamo solo difesi, evitando
lo scioglimento della gilda» aggiunse con calma, facendole
abbozzare
un mezzo sorriso.
«Erza,
Levy e il master hanno comunque rischiato la vita, però, e
non solo
loro. Senza contare la distruzione della nostra sede»
ribatté Lucy
subito dopo, sentendo gli occhi pizzicare al ricordo delle orribili
scene a cui aveva assistito.
«È
vero»
concesse Mirajane, «ma guardati intorno: stanno tutti bene
adesso e
la gilda è più bella di prima.»
La maga
bionda sorrise di nuovo a quelle parole, ma tornò subito
seria. In
realtà molti dei suoi compagni avevano ancora bende e
cerotti un po'
dappertutto, ma non poteva negare che la situazione fosse molto
migliorata rispetto a pochi giorni prima.
«Detto tra
noi, l'edificio aveva proprio bisogno di essere ristrutturato dopo
tanti anni di risse e riparazioni sparse» aggiunse poi la
barista a
voce più bassa, stando attenta a non farsi sentire dal
master a
qualche metro di distanza, prima di spostare bruscamente la compagna
dalla traiettoria di una fiammata che in caso contrario l'avrebbe
centrata in pieno.
«Come
vedi, nessuno ha subito danni gravi» affermò
soddisfatta Mirajane a
pericolo passato mentre Levy, fuggita dal suo tavolo un attimo prima
che un compagno vi precipitasse sopra da chissà dove,
distruggendolo, le raggiungeva di corsa.
«Natsu si
è decisamente ripreso» fu il commento della nuova
arrivata, a metà
tra lo sconsolato e il sollevato, con il suo libro stretto al petto,
e Lucy fu costretta a darle ragione. Voltandosi verso la sala,
infatti, poteva vedere il suo compagno di team scatenarsi come non
mai e quando Levy, accortasi di un blocco di ghiaccio in rapido
avvicinamento, la tirò con sé in un punto
più riparato, pensò che
forse avrebbe dovuto smetterla di preoccuparsi tanto. Come aveva
detto Mira, nessuno sembrava incolparla dell'accaduto e chi aveva
rischiato di più era di nuovo nella sala senza apparenti
preoccupazioni. Quest'ultima affermazione non durò molto, in
realtà,
visto che un attimo dopo Erza, disturbata mentre gustava la sua
torta, decise di riportare l'ordine con il suo inconfondibile stile,
ma se persino lei riusciva a muoversi come prima dopo aver parato un
colpo del cannone Jupiter con il suo stesso corpo, significava che
tutto stava tornando finalmente alla normalità.
Nomi
estratti: Lucy Heartphilia, Mirajane Strauss
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Spero di aver reso al
meglio la scena e il rapporto tra Lucy e i suoi compagni in un
momento che ho sempre immaginato molto difficile per lei, e di avervi
magari strappato un sorriso alla fine (dovevo pur stemperare un po'
la tensione, in qualche modo u.u). Fatemi sapere che ne pensate, se
vi va, e grazie per il tempo che mi avete dedicato anche solo
leggendo! <3
Come
ho accennato nell'introduzione, la fic partecipa alla challenge
“Come
as you are (not)”
indetta dal gruppo fb Hurt/Comfort
Italia - Fanart & Fanfiction.
Mi raccomando, ringraziate anche l'admin e i membri del gruppo se la
storia vi è piaciuta, perché senza di loro non
sarebbe
probabilmente mai nata. ;)
Se
a qualcuno interessa, ho
fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed
Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Se volete
conoscere altri fan di queste bellissime opere, saremo ben felici di
accogliervi qui
(attenzione ai possibili spoiler se non seguite le scan online
però,
anche se cerco di stare attenta). Vi aspettiamo numerosi! :)
Volendo,
potete seguirmi anche sulla mia pagina facebook,
il mio profilo instagram
(su entrambi color e fanfiction), oppure su twitter
(solo color).
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto,
augurandovi una buona serata e buonanotte per dopo.
Bacioni
e alla prossima!
Ellygattina
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