Hoba, love
you ~
18 febbraio
2020.
Il compleanno,
uno dei giorni più attesi dell’anno dopo Natale.
Musica, cene
con parenti e amici, torta decorata con candele colorate e regali, una giornata
magica per ogni festeggiato.
Tutti tranne
per persone come lui.
Hoseok era
seduto sulla comoda poltrona del suo studio, guardava una torta alla panna
decorata con fragole e candele con sopra una figurina che lo rappresentava.
Ascoltava il jingle festoso canticchiando “tanti auguri J-Hope”, le
labbra curvate in un dolce e solare sorriso dedicato a tutti i suoi fan, alle
Army che celebravano il suo compleanno, ma non c’erano cori festanti vicino a
lui, non c’erano persone ad abbracciarlo, strizzargli le guance o tirargli le
orecchie.
Era da solo, parlava e sorrideva al nulla e l’unica finestra verso il mondo
esterno era rappresentato da una telecamera collegata a Vlive, la piattaforma
digitale che consentiva a tutti gli artisti di interagire con i propri fan,
ammesso che una chat impazzita da cuori, frasi sconnesse scritte in ogni lingua
del mondo e il solito “I love you” poteva essere considerata al pari di un
contatto umano con i propri ammiratori.
Prese due
fiammiferi, doveva accendere le candele su entrambe le torte e no, di fronte a
lui non c’era solo il classico dolce di panna e fragole, ma anche un altro più
di design, un quadrato di pan di spagna ricoperto di pasta di zucchero verde
decorata con margherite, perché il compleanno di un membro dei BTS non è una
festa privata, ma un evento social incastrato di notte.
Se di giorno la loro giornata era piena zeppa di impegni tanto da esser
costretti ad evacuare i propri bisogni fisiologici con il cronometro in mano,
la notte serviva per dedicarsi alle live insieme ai fan, come quella sera.
Guardò
l’accendino fuori campo visivo dalla telecamera e si rigirò i fiammiferi tra le
dita. Non era un fumatore, lo usava solo per accendere l’incenso, ma gli era
stato categoricamente vietato utilizzarlo in streaming live perché “poteva
essere un pessimo esempio per i giovani”.
Quanta
ipocrisia.
«È il mio
compleanno, ragazzi! È mezzanotte, ok! 1, 2, 1, 2, 3, 4. Tanti auguri a me!
Tanti auguri J-Hope!»
Cantava alla
telecamera e applaudiva a sé stesso sforzandosi di sorridere.
Migliaia di
messaggi scorrevano impazziti sulla chat, altri cuori, altre frasi scritte in
altre lingue e mille emoticon colorate. Era scoccata la mezzanotte di un diciotto
febbraio nel pieno di una pandemia che a breve sarebbe diventata globale ed era
giunto il momento di esprimere un desiderio.
Giunse le mani
in preghiera e le portò alle labbra.
«Un desiderio!»
esultò con finta allegria e chiuse gli occhi. Cosa poteva desiderare un ragazzo
non ancora trentenne che aveva un conto corrente da capogiro ed era diventato
uno degli artisti più famosi di tutto il globo?
Aprì gli occhi,
tornò a guardare la schermata di Vlive sul monitor del computer e lesse che la
diretta aveva già raggiunto gli undici milioni di utenti connessi.
J-Hope marry
me!
Hobi,
salanghaeyo!
You are my
sunshine!
“Dove cazzo
eravate anni fa quando nessuno si collegò alla mia prima live?” pensò a
denti stretti quando i suoi ricordi viaggiarono in quel lontano 2013 dove lui,
da solo e con le lacrime agli occhi, sorrideva a quei tredici utenti silenti
che si erano connessi giusto per il gusto di vederlo moralmente distrutto.
Be my lover!
I love you!
Sii il mio
ragazzo!
Si abbandonò
sulla poltrona mentre leggeva quelle inutili frasi d’amore scritte da ragazzini
in piena tempesta ormonale.
Amore, amore
e ancora amore.
Cosa ne sapeva
lui realmente dell’amore? L’unica relazione mai avuta risaliva ai tempi del
liceo e la ragazza della quale era pazzamente innamorato l’aveva lasciato per
un altro.
Si dondolò
sulla sedia fissando l’obiettivo e snocciolando frasi a caso ricordando agli
utenti che stava, appunto, festeggiando il suo invecchiamento di un anno.
«Non sono certo
in che fuso orario siate, per chi vive all’estero, ma in Corea è il mio
compleanno. 18 febbraio, il mio compleanno. Grazie a tutti per avermi augurato
un buon compleanno.» Quante volte aveva ripetuto il temine compleanno? Troppe,
decisamente troppe volte a tal punto da averne la nausea.
“Guarda la
telecamera, forza, fai un altro sorriso e resisti altri dieci minuti” pensò
mentre regalava un dolce sorriso forzata a tutti gli Army. Ormai aveva imparato
a recitare di fronte le telecamere e gli veniva più che naturale. Guardò
l’orologio fissato sulla parete di fronte e gli sfuggì ad alta voce che era
troppo tardi per stare ancora in piedi, ma i fan lo acclamavano e decise di
rimanere ancora in live per qualche minuto.
Era stanco,
devastato dalle prove massacranti sulle nuove coreografie e voleva solo dormire
per almeno otto ore, ma gli Army erano ancora lì, il numero degli utenti saliva
sempre di più e lui non sapeva più cosa dire.
Prese una
fragola sporca di panna direttamente dal top della torta, si leccò le dita
gustandosi quel momento dolce della serata, gesto che fece impazzire molti
utenti che ripresero a infuocare la chat di Vlive. Lesse qualche commento
rispondendo a domande banali quali la preferenza di un frutto o di un
determinato tipo di pane.
“Pensa,
idiota. Smettila di dire Hoseok oppang come un cretino!” urlò dentro di sè
mentre fissava ancora l’orologio sperando di poter accelerare il movimento
delle lancette con la sola forza del pensiero.
«I love
strawberry! Berry, berry! Strawberry!» e via, un’altra fragola giù per la gola.
Continuò a
leggere i commenti degli Army, molti continuavano a chiedergli che desiderio
aveva espresso pochi minuti prima con insistenza. Si prese qualche secondo
prima di rispondere che sì, aveva tanti desideri, ma erano tutti indirizzati
alle persone a lui care, tutti auguri di buona fortuna e soprattutto salute.
E lui? Cosa
voleva per sé stesso?
Pensò alla sua
truccatrice personale, la giovane ragazza che si occupava del suo aspetto.
Amava sentire il calore di quelle piccole e morbide mani sul proprio viso,
amava osservarle il suo sguardo concentrato mentre lo truccava, amava quella
bocca carnosa spesso arricciata quanto era concentrata nel suo lavoro.
Amava quella
ragazza che non poteva avere.
Era sposata da poco e aveva occhi solo e unicamente per il marito.
Cos’era il vero
amore? Non lo sapeva.
Prese un’altra
fragola e leccò la panna direttamente dalla punta delle sue dita. I fan continuavano
a scrivere parole d’amore.
«Quest’anno…
onestamente.» dondolò sulla poltrona senza alzare lo sguardo da terra. Sentiva
le lacrime pungergli gli occhi, ma non poteva piangere in diretta con milioni
di utenti connessi. Ingoiò la saliva sperando di sciogliere il nodo formatosi
in gola e cercò di mantenere una parvenza di normalità. «Non ho un grande
obiettivo.»
Ottimo.
Era riuscito a compiere una frase compiuta, poteva salutare tutti i fan e
terminare la diretta, ma l’immagine di quella ragazza era ancora piantata nella
sua mente. Quelle labbra che avrebbe tanto voluto assaggiare, quelle mani che
non lo avrebbero mai toccato, quei sorrisi che non sarebbero mai stati rivolti
a lui.
Era mentalmente
stanco e il suo cervello andò in totale blackout.
«È solo che…
diventare importante per qualcun altro, non è importante?» si abbandonò ad una
risata nervosa e si tirò su gli occhiali. Stava davvero aprendo il suo cuore di
fronte alla telecamera? «Questo è il mio obiettivo personale, diventare
importante per qualcuno. Non è qualcosa di grande, ma se ci pensate, è qualcosa
di fantastico.»
Riprese fiato e
fissò un punto vuoto dello studio. Doveva fermarsi, ma la sua bocca sembrava
sconnessa dal cervello. «Quando ci sono persone che pensano che io sia prezioso
o che mi amano tanto, è qualcosa che è davvero…fantastico. Anche al contrario.
Voglio davvero tenervi vicino al mio cuore.»
Cuore,
quell’organo che in quel momento batteva impazzito per il timore di leggere una
rivolta in massa dei fan. Aveva appena confessato di volersi innamorare, di
essere importante per qualcuno come essere umano e non per la sua figura
pubblica, di voler al suo fianco una persona da amare.
Alzò lo sguardo
e lesse con timore la chat.
Gli utenti chiedevano di ascoltare “Ego”.
“Perfetto,
non avevano capito un cazzo…”
Amareggiato, mise
la canzone così tanto reclamata dai fan e attese la fine del brano con
impazienza per chiudere definitivamente la diretta su Vlive. Era nauseato da
tutto e tutti.
Spense la
telecamera, ripose le due torte nel piccolo frigo dello studio e si diresse
verso l’uscita.
Era stanco,
svuotato e aveva bisogno d’aria.
Quando aprì la
porta per uscire dallo studio, si fermò di colpo: di fronte a sé, Jimin lo
guardava con gli occhi lucidi.
«Jiminie, cosa
ci fai ancora qui?»
«Ti aspettavo.»
mormorò con voce tremolante. «Le live dei nostri compleanni fanno sempre
schifo, vero?»
Hoseok annuì
silenziosamente. Chiuse a chiave la porta dello studio e raggiuse il ragazzo
che lo attendeva poco distante appoggiato al muro di fronte. «Già, le odio.»
«Anch’io, ma
più di tutti odio la solitudine.»
I due giovani
si guardarono negli occhi in silenzio. Hoseok pensò alle parole pronunciate
qualche minuto prima, alla sua voglia di amare incondizionatamente qualcuno.
Non solo lui, ma tutti e sette erano stanchi di non poter amare ed essere amati
come persone comuni. Avevano milioni di fan sparsi per tutto il pianeta che li
desideravano, che li bramavano, che avrebbero firmato carte false per
trascorrere una sola notte con uno di loro, ma quanti di quegli Army li
avrebbero amati come persone? Quanti avrebbero amato lui?
Non J-Hope, non
l’idol, non l’ex artista di strada Smile Hoya, ma solo Jung Hoseok.
Lui, un semplice ragazzo di Gwangju.
Sentì gli occhi
inumidirsi di nuove lacrime.
«Jiminie…»
«Dimmi, hyung.»
«Abbracciami…»
Angolo Autrice
L’ho scritta di getto senza revisionarla. Chiedo scusa se
ci sono errori.
Stavo guardando Vlive quando mi è capitato come
suggerimento il video del compleanno di Hobi del 2020.
Ho sempre pensato ai video che fanno per festeggiare (non
solo loro, ma anche altri gruppi K-Pop) e sinceramente mi hanno sempre
trasmesso tantissima tristezza. Capisco che trascorrono quel giorno lavorando,
che ricevono messaggi e telefonate da amici, parenti e collegi vari, ma vederli
lì, da soli a cantare, parlare e altro di fronti una telecamera non so… mi si
stringe il cuore.
E questa particolare di Hobi mi ha compito, l’ho visto
triste verso la fine della live soprattutto quando dichiara apertamente la sua
voglia di impegnarsi con qualcuno, come se dovesse preparare i fan ad una sua
eventuale relazione amorosa (dubito ne abbia una in corso, sia lui che gli
altri, con la vita che fanno…).
Credo sia davvero difficile per loro qualcuno che li ami
per quello che sono e non per il patrimonio e niente, questo video in
particolare mi ha trasmesso una tenerezza infinita oltre che ad una riflessione
e di conseguenza un’ispirazione fulminea che mi ha portato a scrivere tutto di
getto direttamente dopo cena.
Spero vi piaccia.
Buonanotte e a presto