GRAZIE DI CUORE A ALEXYA379
CHE HA BETATO LA STORIA!!
In attesa che l’altra beta
torni dalle sue vacanze e mi
mandi il capitolo corretto di un anno da ricordare inizio con il posare
questa storia,
per chi già mi seguiva la riconoscerà
perché già completamente inserita, ora
è
corretta.. bene buona lettura!
Angel of Death
Now Toon paesino della periferia di
Londra, sembrava uno di
quei posti fantasma che si vedono nei vecchi film, nulla si muoveva e
per
strada regnava un silenzio assoluto, probabilmente dovuto
all’ora tarda o al
fatto che pioveva incessantemente da quel pomeriggio.
Qualcosa però si muoveva
silenziosamente all’interno della
villa che troneggiava sulla cittadella addormentata.
All’interno della casa,
più precisamente nella camera del
proprietario, un respiro regolare segnalava che qualcuno stava
dormendo, la
casa era completamente al buio, un fulmine illuminò la
grande camera e mostrò
la presenza di una persona avvolta da un mantello nero che celava la
sua
identità, aiutata dalla luce del fulmine si
avvicinò al letto dove l’uomo
dormiva, un tuono rimbombò con prepotenza comprendo uno
sparo, la figura
vestita in nero sorrise le sue labbra rosse spiccano da sotto il
cappuccio e si
incurvano in un sorriso cattivo, mentre una pozza di sangue si forma
vicino al
corpo appena caduto, il buio avvolse nuovamente la casa.
Un secondo fulmine
illuminò ancora la stanza, la figura
misteriosa era scomparsa nel nulla lasciando dietro di se solo un corpo
privo
di vita.
A parecchi chilometri di distanza una
ragazza era appena
tornata a casa, ad accoglierla un piccolo elfo domestico
- Ben tornata signorina
Ginevra… - disse l’elfa facendo un
profondo inchino
- Tieni, lavalo. – disse la
ragazza togliendosi il mantello
sporco di sangue e dandolo all’elfa
- Si mia signora, Isa lo lava
subito.. Isa si è permessa di
farle preparare la vasca… - disse l’elfa facendo
un altro inchino
- Hai fatto bene Isa - e
così dicendo la ragazza salì in
camera con aria soddisfatta.
Afferrò la cartellina
gialla che era sul tavolo e si immerse
nella vasca, una volta dentro prese le foto che vi erano
all’interno e diede
loro fuoco
“Un altro lavoro ben
fatto” pensò.
La mattina dopo il Sole brillava e un
raggio dispettoso si
infiltrò tra le tende della villa, in una stanza una ragazza
si sveglio
infastidita dal fascio luminoso, la sua irritazione aumento quando
sentì
bussare alla porta
- Avanti – fece la ragazza
infastidita, una piccola figura
entrò nella stanza e si inchinò facendo battere
il suo grosso naso a terra
- Fai che sia importante Kik -
l’elfo si strusciò le mani
nervoso
- Signorina Ginevra,
c’è un uomo che la desidera - disse
l’elfo
- Digli che arrivo subito e fallo
accomodare in ufficio –
l’elfo stava per andare quando la ragazza lo fermò
- Ah non lasciarlo solo Kik. Adesso
vai! - l’animale annui e
poi uscì dalla stanza, la ragazza si alzò dal
letto sbadigliando, se c’era una
cosa che detestava era essere svegliata la mattina dopo una serata di
lavoro,
si vestì velocemente senza presentare attenzione a cosa
indossava.
Percorse i corridoi che la separavano
dall’ufficio
velocemente, entrata si trovò di fronte un uomo dai lunghi
capelli biondo
platino, fece un segno a Kik il quale, dopo un inchino, scomparve
- Cosa posso fare per lei
signor…. – la ragazza si sedette
dietro la scrivania facendo segno all’uomo di fronde di fare
altrettanto
- Sono Lucius Malfoy, e vorrei
chiederle di fare un lavoro
per me, naturalmente sarà ben ricompensata - disse
l’uomo
- Cosa dovrei fare? –
chiese lei accomodandosi per bene
sulla poltrona, l’uomo le passò un fascicolo
- Lo voglio morto - la ragazza fece
passare la sua
attenzione dal fascicolo all’uomo davanti a se
- Non mi interessa il prezzo non ci
sono problemi,
l’importante è che sia fatto con discrezione
– la ragazza scrutò l’uomo
sospettosa, era stato fin troppo svelto a dire ciò che
voleva, solitamente
usavano tutti termini molto controllati, lui invece era arrivato al
nocciolo
della questione subito, non si fidava per nulla di quel tipo
- Non so di che cosa stia parlando -
rispose calma la
ragazza appoggiando la schiena alla spalliera della poltrona senza
smettere di
fissare l’uomo
- Su via MacBack, o forse
è meglio Weasley? Sa perfettamente
di che cosa sto parlando - gli occhi della ragazza si dilatarono dallo
stupore,
nessuno sapeva dei suoi veri genitori.
Un sorriso divertito comparve sulle
labbra dell’uomo cosa
che fece infuriare ancora di più la ragazza
- Sorpresa Ginevra? La tua fama ti
precede angelo della
morte, o forse devo pensare che sei un incapace proprio come i tuoi
genitori? –
continuò Lucius
- Non ho nulla a che spartire con
quelli, lo consideri già
morto. Adesso se ne vada ho da fare - la ragazza afferrò il
fascicolo e lo aprì
senza però leggere realmente cosa c’era scritto al
suo interno, l’uomo uscì
dalla stanza così come lei aveva ordinato.
- KIK! – tuonò
la ragazza, il piccolo elfo entrò nella
stanza all’istante
- Mi dica signorina - disse lui
- Cosa sai di Malfoy? –
chiese la ragazza mentre si
avvicinava alla finestra
- Malfoy signorina? –
chiese l’elfo stupito
- Si Kik, Malfoy.. –
- Il padrone, vostro padre signorina,
non si è mai voluto
mischiare con gente come lui signorina, si dice che sia
oscuro…. – disse
rabbrividendo
- Intendi dire che era un
mangiamorte? - Chiese lei
- Si signorina, prima che
voi-sapete-chi morisse lui era il
suo braccio desto, si dice anche che abbia ucciso la moglie
perché convinse il
figlio a schierarsi contro di loro, quell’uomo è
meschino, tende a sbarazzarsi
di chi fa un lavoro per lui – disse l’elfo
preoccupato
- Vuol dire che presi i soldi lo
farò fuori prima io, così
non correrò rischi – le labbra si incurvarono in
un sorrisetto cattivo
- Se permettete una cosa, vostro
padre signorina non sarebbe
contento di sentire ciò, non vorrebbe che accettaste il caso
– gli occhi verdi
della ragazza si illuminarono di una luce malvagia, l’elfo
terrorizzato si
accorse di aver osato troppo e si congedò con un profondo
inchino, lasciando la
padroncina da sola.
Rimasta sola nella stanza Ginevra
aprì il cassetto e prese
una foto dove c’erano un uomo e una bambina che ridevano
felice, la bambina con
i capelli rossi abbracciava l’uomo che la stringeva a se
facendole il
solletico, Ginevra sorrise nel ricordo dei bei momenti passati con
Hiei, suo
padre adottivo.
“Flash Back Gin”
Ginevra
sedeva alla
scrivania e guardava il padre preoccupata, le aveva detto che aveva
bisogno di
parlarle, ma ancora non aveva detto una sola parola, si limitava a
guardarla
con aria indecisa
- Ginevra
tesoro.. –
iniziò l’uomo appoggiandosi allo schienale della
sedia con un’ espressione
grave sul volto
- Ti devo
dire una
cosa davvero molto importante e vorrei che tu prestassi molta
attenzione a ciò
che sto per dirti – continuò l’uomo
-
Papà? Ho fatto
qualcosa di sbagliato? – domandò la piccola ancora
più preoccupata
- No tesoro
tu non hai
fatto nulla, ora ti racconto una storia ok? – la bambina
annui
“Flash Back Hiei “
(lo so il
flash back
dentro il flash back è un po’ strano e patetico ma
concedetemelo… NdA ^^”)
Era una
notte di10
anni fa, una notte d’estate fredda come non si era mai viste,
la pioggia cadeva
incessante sulla città di Londra, le strade erano vuote, le
uniche luci erano
quelle delle case e dei lampioni, il silenzio riempiva le strade della
città..
Nella
periferia
però il silenzio era stato interrotto dai pianti di un
bambino, i capelli color
rame, le guance rosse e due occhi di un verde intenso, il
piccolo era
avvolto in una coperta bianca che lo proteggeva dal freddo di quella
notte.
CRAK,
un rumore
improvviso seguito da una nuvola di fumo biancastro, il pianto si
interruppe
per poi rincominciare, dalla nuvola di fumo
uscì una persona, un uomo per
la precisione, alto si e no un metro e settanta, gli occhi celesti e i
capelli
neri, portava un paio di stivali neri e sopra un mantello,
anch’esso nero, che
lo proteggeva dalla pioggia, si avvicinò al bambino che alla
vista dell’uomo
smise di piangere e sorrise,
- Ma che bel
bambino
- l’uomo lo prese in braccio e sorrise a sua
volta;, da un risvolto della
coperta usci un ricamo “Ginevra”
- Anzi che
bella
bambina - la piccola inizio a giocare con un lembo del mantello mentre
l’uomo
si avviava verso casa sua…
“Fine flash back Hiei “
La bambina
rimase a
fissare l’uomo di fronte a lei senza dire una parola, poi,
con un filo di voce,
riuscì a riordinare le proprie idee quel tanto che bastava
per pronunciare una
frase
- Mi stai
dicendo che
tu non sei il mio papà? – chiese con gli occhi
verdi pieni di lacrime, l’uomo
annuì triste
-
Perché me lo hai
voluto dire? – chiese la bambina con la voce strozzata dalle
lacrime
- Vedi
piccola mia, in
questi anni ho cercato i tuoi veri genitori… -
iniziò l’uomo
-
E… E li hai trovati?
– chiese lei temendo quasi la risposta
- Si, sono i
Weasley,
una famiglia di maghi molto numerosa, hai ben sei fratelli
tutti più
grandi di te, non è una famiglia benestante, purtroppo
tirano avanti con difficoltà
- disse Hiei senza guardare la piccola
- Mi.. Mi
vuoi mandare
via? – gli chiese lei, ormai con le lacrime che le rigavano
il volto, non
voleva credere a quello che il padre le stava dicendo, non era vero,
non poteva
essere vero.
- No tesoro
non lo farei
mai, ti voglio bene e per me sei mia figlia, ma la decisione
è tua, comunque
sappi che qui te troverai sempre la porta aperta e il mio affetto per
te non
diminuirà se vorrai tornare a casa dai tuoi veri genitori
– la bambina uscì
dalla stanza a testa bassa rimuginando su ciò che le aveva
appena detto il
padre
Erano
passati una
decina di giorni da quando aveva saputo la verità sulla sua
famiglia, e adesso
Ginny era davanti alla porta dell’ufficio del padre.
Bussò
decisa
- Avanti
– a sentire
la voce la bambina ebbe un attimo di esitazione, ma poi
entrò dentro a testa
alta e si sedette sulla poltrona davanti al padre
- Dimmi
tesoro – la
incitò il padre vedendola sedersi e fissarlo serio
- Non ho
nulla a che
spartire con quelli, se mi hanno abbandonato, vuol dire che non mi
vogliono e
quindi io non voglio loro, sei tu la mia famiglia! – la
bambina sorrise e si
butto tra le braccia del padre
“Fine
flash back Gin”
Di suo padre ormai le era rimasto
solo tanti bei ricordi,
Hiei, infatti, era stato assassinato due anni prima proprio nel suo
ufficio,
era stata Ginevra a trovare il corpo, uno sparo di fucile gli aveva
trapassato
il cranio da parte a parte (scusate per la scena macabra…
NdA ^.^”””””)
facendolo morire all’istante, Ginevra aveva giurato sulla sua
tomba che sarebbe
riuscita a vendicarlo, Kik le aveva assicurato che nessuno era entrato,
o
almeno non era entrato dalla porta d’ingresso, ma era sicuro
di averlo sentito
discutere con qualcuno, il problema era che non era facile ristringere
il
cerchio per scoprire il colpevole, in molti volevano vedere Hiei morto,
in
quanto come cacciatore di taglie si era fatto parecchi nemici.
Ginevra, nel corso della sua vita, si
era fatta una pessima
fama, peggiorata dopo la morte del padre. La prima volta che aveva
impugnato
una pistola era stato a 11 anni, un uomo a cui il padre aveva rifiutato
i suoi
servizi l’aveva presa come ostaggio per costringere il padre
a fare quello che
voleva lui per poi uccidere lei e il padre, se non avesse avuto la
prontezza di
prendere la pistola che era caduta a terra al padre e sparare
all’aggressore
sarebbero morti. Da quel giorno Ginny insistette con il padre per
lavorare con
lui, guadagnandosi così il nomignolo di Baby killer.
Ginevra aveva preso in mano
l’attività del padre dopo la sua
morte, era diventata una Cacciatrice di taglie, alcune volte accettava
anche
lavoretti per i privati (cosa che aveva aumentato le dicerie sul suo
conto)
anche se erano veramente pochi.
Durante la guerra contro
l’Oscuro Signore era rimasta fuori
dal conflitto non volendo avere a che fare con nessuna delle due parti,
l’unica
cosa che in quel momento le sembrava importante era vendicare il padre.
Li aveva passati così gli
anni della guerra, cercando di trovare
indizi su chi fosse stato.
Continua…..
spero commentiate in tanti!! vi prego!!
alla prossima settimana un bacio
Xellesia_moon_black
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