Animo precario

di Fiore di Giada
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L’ordine del Generale Bouillé risuona nella mia mente.
I ribelli devono essere abbattuti, come bestie in un macello.
Tremo e, a stento, freno i conati di vomito.
Come si può sparare su persone disarmate?
Non c’è onore in una simile, insensata carneficina.
Un soldato non uccide un civile indifeso.
Un conflitto doloroso divampa nel mio cuore. Non so che cosa fare.
Il mio cuore è sospeso su un abisso.
Devo obbedire? Devo rifiutarmi?
Quale strada devo percorrere?
Con decisione, allontano questi dubbi dalla mia mente. No, non posso cedere a queste debolezze.
Sono un soldato e non posso sottrarmi al mio dovere.
Agli ordini. – mormoro, atono.
Mi allontano, costringendomi a mantenere la schiena eretta.
La ricezione di questo ordine è compiuta.
Ne sono cosciente, sto adempiendo ai miei obblighi di soldato.
Eppure, perché sento su di me il pestilenziale odore del sangue?








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