Un Natale al rosmarino
I
primi fiocchi di neve cominciarono a cadere nelle prime ore serali in quella
fredda giornata di dicembre.
Più
precisamente il venti.
Marinette osservava
l’accumularsi del nevischio sul lucernario che presto sarebbe stato coperto
interamente e si addormentò con il pensiero che l’indomani si sarebbe
risvegliata con strade, lampioni, panchine e alberi colorati di bianco.
Sorrideva
mentre stringeva il cuscino, perchè la sua
dichiarazione d’amore ad Adrien sarebbe risultata più romantica del
previsto…chi non resisterebbe alla neve come sfondo per addolcire il proprio
cuore?
Si…sempre
se ne avesse avuto il coraggio, s’intende.
Ormai
erano settimane che provava e riprovava le frasi da dire al suo riflesso nello
specchio, e ogni volta che si avvicinava al ragazzo con l’intento di esternagli
i suoi sentimenti o anche solo per il semplice fatto di appartarsi con lui, il
suo cuore mancava un battito, la gola si seccava di colpo e le usciva la sempre
la solita frase sconnessa e priva di significato.
Tanto
che Marinette stava seriamente pensando ad
abbandonare la missione, ma è stato solo grazie all’incoraggiamento delle sue
amiche che ella si era data come ultimatum per provarci con il ragazzo dei suoi
sogni il periodo natalizio e se anche in quel frangente non ci fosse riuscita,
ci avrebbe dato un taglio pensando che se trovava così difficoltoso parlargli
questo significava che non era la persona adatta a lei.
Marinette
si svegliò in anticipo rispetto all’allarme della sua sveglia, si stiracchiò e
scese dopo neanche mezz’ora pulita e profumata con somma sorpresa di Sabine che
le tastò subito la fronte per assicurarsi che Marinette stesse bene e non si
fosse beccata l’influenza.
Tirò
un sospiro di sollievo quando constatò che la figlia non aveva la febbre e la
fronte al tatto risultava fresca.
“E’
un reato svegliarsi un po' prima?” Chiese addentando la sua brioche preferita,
calda e fumante che suo padre le faceva trovare ogni mattina sopra la tavola
ben ordinata sulla ceramica bianca, solo che di solito la mangiava fredda.
“No,
tesoro!” Rispose la signora Dupain sorseggiando il
suo caffè sorridendo “…ah! Oggi ti ricordi che ci devi aiutare in negozio”.
Marinette urlò internamente
di gioia perché così avrebbe potuto avere un altro giorno a disposizione per
mettere a punto il suo piano che si trascinava dietro da settimane e che
puntualmente cambiava sempre all’ultimo momento.
Non
si sarebbe nemmeno presa una strigliata da Alya che la rimproverava sempre per
non essere riuscita a dichiararsi.
Forse
aveva lei più fretta di vederli insieme.
“Certo
che me lo ricordo mamma!” Esclamò civettuola.
*
“Non
ci credo, Marinette!” Sbottò Alya puntando le mani
sulla scrivania con sguardo austero e deluso “Me lo avevi promesso!” Continuò
convinta facendo sentire l’amica piccola piccola.
“Lo
so che cosa ti avevo detto, Alya, ma non ho potuto dire di no a miei, avevano
bisogno di me oggi.” Spiegò con naturalezza.
“Si,
ma alla tua dichiarazione non pensi? Ti sei data un ultimatum, ma non lo stai
rispettando” Seguì una breve pausa dove Alya prese posto vicino all’amica “…sai
che cosa penso? Che tu non ami davvero Adrien!”
“Shh…parla piano!” La zittì quando sentì tutti gli sguardi
dei presenti puntati addosso, non che fosse un segreto di stato, ormai in
classe sua lo sapevano anche i muri che era innamorata persa di Adrien e
l’unico che non lo sapeva era proprio il diretto interessato.
“Marinette…io ti voglio bene, sei l’amica più vera che ho,
ma a volte non ti capisco…” Bisbigliò questa volta perché Adrien e Nino erano
appena entrati “…glielo devi dire, altrimenti te ne pentirai per tutta la
vita.”
“E
se mi dicesse di no?” Tirò fuori il labbro inferiore in segno di rassegnazione.
“Almeno
sai che cosa pensa…e per la cronaca, io sono convinta del contrario…a volte ti
guarda come se ti volesse mangiare.” Alya si morse un labbro maliziosa volgendo
lo sguardo alla nuca del biondo.
Marinette
roteò gli occhi e sospirò rassegnata, a volte vorrebbe sapere da dove estrapola
tutto quell’ottimismo.
*
Nell’aria
di Parigi aleggiavano le essenze tipiche dell’atmosfera natalizia: cannella,
pan di zenzero, caldarroste, miele e anche mele.
Felix
abbassò il finestrino del taxi per farsele entrare fin dentro i polmoni.
Non
che gli piacesse la capitale parigina, ma il Natale gli metteva sempre grande
allegria, e per un certo verso era anche contento di trovarsi lì, soprattutto
perché avrebbe passato le vacanze ospite dal cugino, un po' meno per lo zio, ma
aveva imparato a convivere con la sua presenza, bastava non incrociare il suo
sguardo.
E
poi era stato Adrien che aveva insistito che mamma e figlio alloggiassero a
Villa Agreste e non in un anonimo albergo, di stanze libere ne avevano tante e
quello sarebbe stato un pretesto per non passare le vacanze di Natale da soli.
“Vuoi
che ci fermiamo a prendere un po' di dolci, tesoro? Credo che tuo zio Gabriel e
Adrien apprezzeranno il gesto.” Chiese Amelie mettendo una mano sul ginocchio
al figlio richiamando la sua attenzione.
“S-si,
mamma, buona idea…ah! Guarda, c’è una pasticceria lì all’angolo.”
Il
taxi si fermò proprio davanti alla porta d’entrata.
“Vado
io mamma, non scendere.”
“Va
bene, caro” Gli lanciò un bacio soffiato.
Felix
aprì la porta della pasticceria che ad uno primo sguardo gli sembrò essere
deserta.
Si
guardò attorno curiosando tra le mensole di vetro abbellite con balocchi e
altre decorazioni natalizie oltre che con barattoli di biscotti e altri
dolcetti molto invitanti.
Le
vetrine erano impeccabili e piene di leccornie di ogni genere.
Marinette se ne stava rintanata
in un angolo assorta nei suoi pensieri e circondata da libri e da pezzi di
carta su cui appuntava qualcosa.
Se
qualcuno l’avesse vista in quel momento avrebbe pensato che stesse studiando
assiduamente invece di mettere a punto un piano per conquistare il ragazzo che
le piaceva.
Accartocciò
stizzita l’ennesimo foglio bianco con su scritto qualcosa mormorando qualcosa
di incomprensibile, e quando alzò lo sguardo, incrociò uno sguardo verde,
famigliare.
Marinette strabuzzò gli
occhi, non era possibile che fosse lì e che i loro visi si stessero quasi
toccando.
Il
suo cuore vibrò iniziando ad accelerare le pulsazioni e a pompare sangue
incandescente nelle vene.
Sentì
improvvisamente le gote diventare rosse e per poco non svenne per l’emozione,
come se non fossero mai stati così vicini.
Rimasero
ad osservarsi per qualche secondo, poi lei stava per dire il suo nome, ma si
bloccò perché lui l’anticipò.
“No,
non sono Adrien.” Disse smorzando quella fantasia, anche se lo aveva già capito
dal modo in cui la guardava.
Più
duro e più serio.
“Lo
so.” Affermò con convinzione lei “…anche se vi assomigliate molto, so
distinguervi molto bene.”
“Uh!
Allora sei meglio di Chloè Bourgeois” Incalzò lui
ricordando tutte le volte che aveva ingannato quell’oca bionda da piccoli.
“Avevi
forse qualche dubbio?” Chiese stizzita alzandosi dalla sedia.
Felix
fu costretto a fare spallucce.
“Scusami,
non ti volevo offendere.”
“Ti
serve qualcosa?” Tagliò corto lei.
“In
realtà si, siamo ospiti da mio zio e abbiamo pensato di portare dei dolci per
stasera.”
“Sei
nel posto giusto allora!” Marinette lo oltrepassò per
andare dietro il bancone e servire il biondino, e nel farlo, a quest’ultimo
cadde l’occhio sul perfetto fondoschiena della coetanea coperto solo da un paio
di leggings neri attillati.
Felix
deglutì il nulla pensando che suo cugino era proprio fortunato ad ammirare
quotidianamente tanto ben di dio, ma era anche consapevole che con le donne non
ci sapeva fare come lui, quindi era molto probabile che non ci facesse nemmeno
caso.
Povero
stolto.
“Direi
di sì…” Sussurrò scandendo bene quelle tre parole pensando totalmente ad altro.
“Allora,
che cosa posso darti?” Chiese sorridendogli facendolo avvampare, perché quel
sorriso, quelle labbra sottili e lucide, i suoi denti bianchissimi lo colpirono
direttamente al cuore.
Felix
si umettò con la lingua la bocca.
“Ehm…non
saprei, tu cosa mi consigli?” Le chiese grattandosi la testa “…forse conosci i
gusti dei miei parenti meglio di me.”
Marinette prese un vassoio
di cartone dorato e le pinze d’acciaio per prendere delle paste “So che Adrien
va matto per il frutto della passione” Disse cinguettando con aria sognante
“…ma per tuo zio non saprei.” La corvina cercò di fare mente locale sull’ultimo
dolce commissionato a suo padre per la festa privata, se non ricordava male
aveva espressamente vietato i frutti di bosco.
“Sinceramente
non me ne importa poi molto di lui…fai come credi sia meglio, mi fido.” Fece
spallucce con aria torva.
“Ehm…o-ok!”
Balbettò iniziando a riempire il vassoio di vari dolci, biscotti e macarons
“Invece per quanto riguarda te e tua madre? Quali sono i vostri gusti?”
Felix
aveva notato che Marinette indossava una maglietta a
maniche corte attillata e scollata, dietro il grembiule giallo, e se si sarebbe
sporta un po' di più, magari per prendere le paste in fondo al bancone avrebbe
potuto vedere la mercanzia.
“Queste!”
Indicò dei bignè non proprio facili da prendere, ma se Marinette
avesse passato più tempo con sua madre al di là di quel bancone, avrebbe potuto
notare che il vetro si sollevava sul davanti permettendole di non sporgersi e
schiacciarsi la pancia sull’acciaio.
“Mmm…nero e di pizzo…interessante” Pensò il
cugino di Adrien buttando l’occhio all’interno della scollatura vertiginosa.
“Fatto!
Santo cielo che fatica” Si passò un avambraccio sulla fronte.
“Scusami,
è che andiamo matti per i bignè al cioccolato e questi sembrano deliziosi!”
Mentì spudoratamente solo per vedere un po' di pelle, chissà come profumava e
che sensazione avrebbe dato avere quei seni sotto le mani.
Felix
fu costretto a scacciare via quei pensieri non proprio casti su quella ragazza
che lo attirava parecchio e il sol pensiero di portarla via ad Adrien lo
attirava come un’ape col miele.
“Vedrai…vi
piaceranno…posso incartare o aggiungo altro?”
Felix
fece finta di contemplare la vetrina e poi ordinò a Marinette
di chiudere pure il tutto.
“Grazie
e torna quando vuoi” Gli allungò il vassoio con un enorme sorriso.
“A
te!” Felix le diede le spalle per poi girarsi subito dopo “…senti sei libera
domani pomeriggio?”
Marinette gelò a quella
richiesta come se qualcuno le avesse gettato in faccia un secchio di acqua
fredda in faccia.
“Ehm…non
lo so…” Esitò, per poi pensare che se Felix era in città forse sarebbe uscito
con Adrien e lei non avrebbe potuto dichiararsi perché sicuramente le avrebbe
dato buca, quindi meglio accertarsi della cosa “…ma non esci con Adrien? Visto
che sei in città…”
“Mmm…sarà sicuramente impegnato in noiosi servizi
fotografici con modelle di ogni genere che gli fanno il filo…non so se mi spiego!”
Ammiccò tirandole quella frecciatina sperando di non fare nessuna gaffe,
ricordava bene il video che Marinette aveva mandato
al cugino in cui gli confessava il suo amore per lui e prontamente cancellato
per fargli un dispetto, ma magari quella ragazza era riuscita in altra maniera
ad esternare i suoi sentimenti e alla fine si erano messi insieme.
Adrien
non era il tipo da vantarsi se aveva una relazione, anzi, visto il carattere del
padre, era meglio che nemmeno lo venisse a sapere.
“Certo…si,
sarà sicuramente impegnato…” Sospirò affranta, per quante poche parole avesse
usato Felix, l’aveva ferita facendole aprire gli occhi.
Adrien
non si sarebbe mai innamorata di lei perché non poteva di certo competere con
le bellissime ragazze del suo mondo, lei invece era solo una ragazza normale
con una vita normale.
“Ehi…tutto
bene? Non volevo ferirti…non sapevo che voi due foste fidanzati!”
Marinette scoppiò a ridere
per mascherare le lacrime che avrebbe da lì a poco pianto “Ma nooo! Siamo solo amici! Che vai a pensare!”
“Ah!
Scusa, avevo frainteso. Comunque se ci ripensi…questo è il mio numero” Felix da
dietro l’orecchio di Marinette tirò fuori un bigliettino
con inciso un numero di cellulare.
*
Felix
pensò molto a Marinette nel tragitto che lo stava
portando a casa dello zio e del cugino, era bella, tremendamente bella e
solare.
Quella
ragazza era una che sapeva bene come colpirti dritta al cuore con il sol
sorriso e si stava chiedendo come suo cugino potesse non averla notata
all’interno della massa, eppure lei sembrava essere proprio innamorata di
Adrien, gli bastò vedere come gongolava quando aveva parlato di lui e di come
si era rattrista quando per scherzare le aveva detto che sicuramente è
circondato da modelle molto avvenenti.
In
più ricordava bene il video di saluti e la sua dichiarazione d’amore.
Improvvisamente
si sentì un verme per aver privato il cugino di tutte quelle belle parole, ma
poi gli venne in mente tutto l’astio che provava nei suoi confronti.
Foin da piccoli Adrien
era quello bello, gentile e generoso che tutti amavano, mentre Felix era il gemello
cattivo della situazione, quello che ne combinava sempre una e sapeva sempre
come mettersi nei guai.
La
voglia di far cadere quel cabaret delle paste per terra e poi calpestarle
sull’enorme ingresso della casa, era tanta, ma dovette trattenersi, perché
sicuramente Marinette non sarebbe stata contenta di
venirlo a sapere.
Felix
chiuse gli occhi per un nano secondo prendendo un bel respiro profondo e la
vide, o meglio, quello che apparve fu il suo fondoschiena e il suo seno coperto
dal reggiseno di pizzo nero.
Solo
l’arrivo di un cinguettante Adrien e di un austero Gabriel lo destò dai suoi pensieri.
“Felix!”
Esclamò il padrone di casa abbracciandolo “Che bello rivederti!”
“Anche
per me è un piacere!” Disse poco convinto e con titubanza nel ricambiare quel
gesto che di solito riservava in via esclusiva alla madre.
“Zia
Amelie!” Adrien passò poi, ma non per importanza, a salutare l’amata zia.
Nel
frattempo il gorilla si era prodigato nel prendere le loro valigie e
portarle nelle camere vuote a loro assegnate, mentre Nathalie aveva portato il
pacchetto con i dolci direttamente in cucina.
*
“Marinette, siamo tornati!” Disse Sabine spalancando la
porta della pasticceria facendo trillare la campanella.
“Ciao
mamma! Ciao papà!” Esclamò andandogli incontro per prendere i loro soprabiti.
“Tutto
bene qui?” Chiese la piccola donna cinese mettendosi il grembiule e pronta per
servire i clienti abituali della sera.
“Si
mamma, il pomeriggio è stato tranquillo.”
“Vai
pure sopra, qui ci pensiamo noi ora…puoi intanto mettere su la cena? In frigo
trovi l’arrosto da mettere già nel forno, basta che aggiungi un rametto di
rosmarino e il gioco è fatto.” Ammiccò.
Marinette sorrise mentre
raccattava i suoi libri e quaderni perché le era appena venuta in mente un’idea
geniale per dichiararsi ad Adrien l’indomani.
Ormai
ne era convinta e il giorno successivo sentiva che era quello buono.
Che
vada come deve andare.
“Certo,
mamma. L’ho già fatto molte altre volte.” Disse prima di chiudere la porta e
salire in casa.
Marinette appoggiò i suoi
libri sopra la tavola e si tolse il grembiule prima di mettersi ai fornelli.
Tikki uscì dalla sua
borsetta curiosa di scoprire quale piano avesse ideato questa volta.
“Ho
avuto un’idea geniale…darò questo pacchettino ad Adrien con dentro questo
rametto di vischio, ci metterò un bigliettino con tutto quello che gli devo
dire per sicurezza…” La corvina si stava decisamente dilungando troppo e se
avesse continuato ancora a parlare sicuramente la cena non sarebbe stata pronta
in tempo, così Tikki glielo fece notare.
“Oh!
Cavolo! Sono un disastro!” Si schiaffeggiò la faccia e poi accese il forno alla
temperatura più alta, poi prese la pentola con l’arrosto già bello insaporito e
lo infilò all’interno.
“Marinette il rosmarino!!” La rimproverò la kwami.
“Giusto!
Giusto!” Aprì il forno e prese poi la placca del forno senza guanti
ustionandosi “AHHHHH!” Urlò soffiandosi le mani cremisi prima di infilarle
sotto l’acqua gelida.
“STAI
ATTENTA!” Berciò Tikki schiaffeggiandosi la piccola
faccia, a volte Marinette aveva la testa tra le
nuvole quando pensava a troppe cose insieme.
*
Per
fortuna la cena fu pronta in tempo e nel frattempo era anche riuscita a
confezionare il pacchettino con all’interno il vischio e il bigliettino con la
dichiarazione d’amore, non si sa mai che l’indomani non fosse riuscita a
spiaccicare una parola, o si fosse impappinata.
Marinette non avrebbe avuto
più scuse a riguardo, il vero problema sarebbe stato trovare il momento adatto
per darglielo.
“Mmm…che strano sapore ha questo arrosto!” Disse Tom assaggiando
un pezzetto di carne.
“Io
lo trovo più saporito del solito, caro!” Incalzò Sabine.
“Sarà…”
Tom non ne era molto convinto “…ma è ottimo!” Si corresse poi notando
l’espressione affranta della figlia, del resto era stata lei ad ultimarne la
cottura.
*
“Cena
ottima, Gabriel. Il tuo cuoco si è superato questa sera!” Cinguettò Ameliè pulendosi la bocca con il tovagliolo bianco che
teneva sulle ginocchia.
“Grazie,
cara. Ho detto che avevo ospiti speciali.” Lo stilista alzò il calice di vino
rosso e lo sorseggiò anche se la voglia di tirarglielo in faccia era tanta.
“Noi
abbiamo portato il dolce…ci siamo fermati nella pasticceria dell’amica di
Adrien.” Intervenne Felix.
“Marinette?” Gli chiese il cugino con occhi orgogliosi “E’
la migliore di tutta Parigi!”
“Chi?
Lei o la pasticceria?” Domandò di sottecchi lanciandogli quella frecciatina
lasciando Adrien interdetto, più che altro perché le riteneva entrambi
migliori.
Poi
volse per errore lo sguardo al padre che attendeva anche lui una risposta.
“La
pasticcera…ehm…la pasticceria.” Plagg all’interno
della sua camicia soffocò una risata.
Felix
sogghignò perché era riuscito a mettere in imbarazzo il cugino, però forse era
meglio limitarsi a quello prima che ad Adrien venisse un infarto, era già
abbastanza rosso in volto e se avesse continuato ancora a fare apprezzamenti
sulla sua amica sicuramente sarebbe scoppiato come una teiera, e avrebbe
rischiato di sembrare inopportuno e maleducato.
Ma
non poteva resistere e quella battuta ce l’aveva pronta sulla punta della lingua
che doleva dalla voglia matta di uscire da lì, così Felix si avvicino
all’orecchio di Adrien e approfittando di un momento di distrazione dei
rispettivi genitori, gli sussurrò all’orecchio che Marinette
teneva proprio un bel fondoschiena e un paio di tette da urlo.
Se
possibile, Adrien diventò ancora più rosso e il sangue aveva iniziato a pompare
più velocemente, non aveva mai guardato Marinette in
quel modo peccaminoso e quasi quasi gli dava persino fastidio che il cugino
avesse notato quei pregi in lei, nemmeno lui si era mai permesso così
tanto.
Adrien
digrignò i denti e gli lanciò un’occhiata torva “Non ti azzardare!” Gli bisbigliò
per non essere sentito.
“Perché?
È la tua ragazza? Non lo sapevo!” Gli sussurrò di rimando facendo lo gnorri.
Adrien
avrebbe voluto tanto tirargli un pugno per dirgli di mettere giù quelle
zampacce dalla sua migliore amica, ma non sapeva bene come fare, non aveva mai
fatto a pugni con nessuno.
“Smettila!”
Gli intimò sempre sussurrando per non attirare l’attenzione degli adulti.
Felix
sogghignò nuovamente, questa volta in maniera più rilassata e spiritosa
“Rilassati, cugino…stavo solo scherzando!”
*
Quella
notte Adrien si addormentò con il pensiero su cosa stesse macchinando Felix e
del perché continuava a fare apprezzamenti sulla sua amica Marinette
anche dopo che si erano rintanati nella sua camera a giocare con i videogame;
gli dava enormemente fastidio che l’avesse squadrata dalla testa ai piedi e il
pensiero di loro due assieme gli stava facendo venire l’orticaria.
Adrien
continuò a girarsi e rigirarsi nel letto e quando aprì gli occhi era più stanco
di prima; volse lo sguardo sulla sveglia sopra il suo comodino che segnava solo
le quattro e quarantuno.
Si
passò una mano sulla fronte scoprendola madida di sudore, alzò il busto solo
per cercare di respirare meglio.
“Santo
cielo! Che è successo?” Gli chiese il piccolo dio della distruzione sputando
acido, del resto il suo sonno era stato interrotto da suo portatore che
continuava a muoversi e mugolare il nome di Marinette.
Adrien
prese un bicchiere d’acqua e lo bevve d’un sorso cercando di inumidire quella
gola totalmente secca e che grattava.
“Un
brutto sogno!” Si limitò a dire.
“Vuoi
parlarmene?” Plagg era curioso di sapere perché non
era stato in grado di raggiungere il suo amato formaggio Camembert sparendo in
una nuvola di fumo.
“Non
ha importanza.”
“Mmm…non credo…ha a che fare con Marinette?”
Assottigliò gli occhi dandoli una leggera gomitata “…ho sentito come gridavi il
suo nome prima e sono sicuro che non hai gradito il fatto che Felix
abbia…diciamo amato la visione del corpo della tua amica!”
“Smettila!
Non dire assurdità! Marinette può vedere chi vuole…è libera e felice.” Ma nemmeno
lui dava credito alle sue stesse parole e non sapeva darsi una spiegazione.
Ad Adrien
bastò fare quel sogno per scombussolarlo nel profondo, ora nel riflesso dello
specchio del bagno vedeva lui e la sua amica lì vicino che gli sorrideva.
Si
voltò di scatto per sincerarsi che fosse tutto frutto della sua immaginazione,
ed infatti lei sparì subito dopo.
“Uh…mi
sa che abbiamo un problema! Qualcuno si è innamorato” Scimmiottò il kwami notando la sua espressione.
“Non
dire assurdità, Plagg!”
“Oh!
Sentiamo…allora perché non ti sono piaciuto gli apprezzamenti di Felix?”
Adrien
tentennò “Semplicemente perché Felix non è il tipo adatto a lei, ecco”
“E
il tipo adatto a lei saresti tu?” Incalzò il kwami.
Il
biondo nascose la testa sotto le lenzuola per non sentire più quell’inutile
cicaleccio.
*
Marinette stringeva quel
pacchettino rosso tra le mani convinta che quella mattina glielo avrebbe
consegnato ad Adrien.
Era
determinata a parlargli e si era svegliata più convinta che mai.
Cinguettò
allegra mentre raggiungeva la scuola, ma il suo entusiasmo venne smorzato da
Nino che all’entrata dell’edificio le aveva comunicato che Adrien non si
sarebbe presentato a scuola quella mattina, avrebbe dovuto accompagnare il
cugino in giro per Parigi.
“Che
peccato!” Mormorò Marinette un po' sollevata.
Alya
la trascinò nel locale degli armadietti prendendola per un braccio.
“Ahio!” Si lamentò lei.
“Questo
non è il momento per fare del sarcasmo, amica mia. Perché Adrien non verrà a
scuola, questo non significa che non gli consegnerai quel regalo e che non
dichiarerai il tuo amore per lui.”
Marinette si guardò attorno
spaesata “E che dovrei fare scusa?”
“Mandagli
un messaggio per incontrarvi!”
“Ma…ma
non hai sentito Nino? E’ con Felix…non avrà di certo tempo…”
“BASTAAAA!!”
Se
Alya voleva attirare l’attenzione c’era riuscita in pieno, quelle urla
avrebbero generato una valanga se solo in quel momento si fossero trovate in
montagna.
La
castana prese le mani della corvina “Marinette…non ti
sto spronando a dichiarare i tuoi sentimenti perchè
oggi mi va così, ma perché se non lo fai, un giorno te ne pentirai. Sei l’amica
più cara che ho e voglio vederti felice…ci stai provando da settimane e se non
ti decidi a farlo, prima o poi qualcuno lo potrebbe fare prima di te. Non avere
paura di dire quello che provi.”
“Lo
so, Alya…ma quando gli sto vicino mi batte forte il cuore e annaspo alla
ricerca d’aria che mi manca ogni volta.”
“Fa
che sia Adrien il tuo ossigeno.”
*
Alya
aveva ragione, doveva trovare un modo per dargli quel regalo e dichiararsi a
lui.
“Mandagli
un messaggio” La invitò Tikki in camera sua mentre la
guardava comporre il numero del ragazzo dei suoi sogni e puntualmente a
cancellarlo prima che squilli.
“E’ impersonale
però…”
“Beh!
Vedila così, hai scritto un biglietto con la tua dichiarazione d’amore nel caso
in cui venissi colta da afasia momentanea” Le fece notare la kwami.
“Ok,
ci provo” Marinette iniziò a digitare qualcosa
talmente in velocità che non ebbe nemmeno il tempo e il modo per leggere quanto
scritto perché aveva anche schiacciato inavvertitamente il tasto di invio.
Inutile
anche il tentativo di cancellare il messaggio per entrambe le chat che la
seconda spunta blu apparve subito facendola sprofondare nel terrore più totale.
“AHHHHH!”
Urlò lei cominciando a correre a destra e a sinistra per tutta la camera quando
arrivò la conferma da parte sua all’appuntamento.
“Non
sono pronta! Non sono pronta!” Marinette era in preda
ad una crisi di panico e solo l’intervento provvidenziale della sua kwami la riportò sulla retta via.
“Marinette! Guarda che ti ha detto che verrà! E’ una buona notizia, no?”
La
corvina si fermò un attimo, ma dovette sedersi sulla chaise long per non cadere
a terra svenuta e rischiare di non arrivare all’appuntamento.
“Dipende…rovinerò
tutto come al solito.” Si portò le mani dentro i capelli scompigliandoli.
“Non
dire così…vedrai che ti verrà tutto naturale, basterà essere sé stessi.”
“Ecco,
vedi, sarà un disastro. Però magari potremo andare al cinema, lì non si può
parlare, così eviterò di fare una figuraccia.”
“Pessima
idea!”
*
Marinette accese il display
del cellulare per controllare per l’ennesima volta l’ora, erano le quattro
spaccate, ma di Adrien nemmeno l’ombra.
“Non
verrà!” Mormorò.
“Smettila
di dire scemenze.” La kwami le pizzicò la pancia.
“Eccomi,
Marinette!” Adrien la salutò con la mano alzata dalla
parte opposta della strada che si stava apprestando ad attraversare, per poi
raggiungerla qualche secondo dopo.
“Ciao!”
Gli sorrise.
“Ciao!”
Lui ricambiò con un abbraccio.
Eppure
c’era qualcosa di strano in quel suo gesto e soprattutto nel suo profumo, Marinette non ne era sicura, ma era molto probabile che si
trattasse di Felix.
Nonostante
indossasse i suoi indumenti e cercasse di comportarsi come Adrien, era
impossibile eguagliarlo.
Marinette si ritrovò in un
bivio: tra il dargli uno schiaffo per essersi presa gioco di lei o di
assecondarlo e fargli credere di averla fatta franca.
La
prima soluzione era molto invitante, però poi lui le disse che era contento di
passare del tempo con lei, che erano settimane che non usciva con qualcuno e
che quella distrazione gli avrebbe fatto solo che bene.
Era
sincero e Marinette lesse nei suoi occhi lo stesso
dispiacere di Adrien quando comunicava ai suoi amici che non si sarebbe
presentato all’appuntamento per via di suo padre.
Infondo
loro due erano molto simili e Adrien le aveva detto che Felix non poteva
contare su amici come faceva lui.
Così
Marinette decise di tenersi la mano in tasca e assecondarlo, gli sorrise e
propose un giro nel giardino pubblico vicino.
Felix
d’altro canto pensò di essere riuscito a farla franca e che si sarebbe goduto
un pomeriggio con Marinette nei panni del cugino,
sarebbe stato facile, almeno era quello che sperava, quello che Felix non aveva
messo in preventivo era l’infatuazione che aveva Marinette
per Adrien e questo avrebbe fatto sì che lo riconoscesse tra mille copie.
“Allora?
Di che cosa mi volevi parlare?” Chiese curioso.
Marinette si gelò
all’istante e non per il freddo pungente di quel pomeriggio, ma perché ora si
trovava veramente in difficoltà, ma non poteva rischiare di spifferare al finto
Adrien il suo segreto.
“Niente
di importante.” Si limitò a dire fermandosi sul pontile per osservare i due
cigni bianchi che galleggiavano sulla superficie del laghetto.
Poi
a Marinette balenò uno strano dubbio…se fosse stato
Adrien a mandarlo in avanscoperta? Ma non sarebbe da lui, quindi scartò
quell’ipotesi stupida a priori, era più facile che Felix avesse per caso il
telefono di Adrien sotto mano, come quella volta del video messaggio.
“Ah!
Ok…” Fece spallucce come se non gli importava poi così molto.
“Volevo
vedere come stavi visto che questa mattina non sei venuto a scuola.”
“Sono
stato con Felix…gli ho fatto fare un giro per quasi tutta Parigi.”
“A
proposito di lui! Ieri pomeriggio è venuto a prendere dei dolci e ho avuto come
la strana sensazione che mi squadrasse…ti ha detto niente per caso?”
Marinette
non era poi così stupida, anzi certi dettagli li riusciva a captare subito.
“Beh!
Sei molto bella Marinette…è normale che i ragazzi ti
guardino” Disse tra un misto di imbarazzo e serietà.
“A
me basterebbe quello giusto!” Sospirò strabuzzando gli occhi perché la sua
intenzione non era quella di dire quella frase a voce alta.
“E
chi sarebbe?” Chiese curioso prendendole le mani guantate.
“Non
ha importanza!”
“Ok,
come vuoi, tieniti i tuoi segreti.”
Entrambi
scoppiarono a ridere per poi riprendere la passeggiata.
“Senti,
ma secondo te, non gli si congeleranno le parti intime a quegli uccelli?”
“Smettila,
scemo!” Lo schernì Marinette dandogli una gomitata
sullo stomaco allontanandosi da lì.
*
Il
resto del pomeriggio trascorse tranquillo e Marinette
doveva ammettere che non era poi così difficile parlare con lui, lo considerò
un buon allenamento per quando avrebbe fatto finalmente la sua dichiarazione
d’amore ad Adrien.
Era
anche vero che Felix non era il ragazzo di cui era follemente innamorata e che
forse le veniva facile perché aveva consapevolezza di ciò.
Perché
doveva essere tutto così complicato?
Marinette aspettava il suo
cavaliere seduta su una panchina sotto la Tour Eiffel, in attesa che tornasse
dopo aver gettato la carta dei marshmallow nel cestino poco distante dopo aver
pattinato nell’immensa pista di ghiaccio provvisoria nei pressi del monumento.
La
città aveva iniziato ad illuminarsi e a brillare sotto le decorazioni natalizie
e anche l’imponente abete cominciava a luccicare, e per Marinette
era giunto il momento di tornarsene a casa, a malincuore, perché doveva
ammettere che il finto Adrien ci sapeva fare e non escludeva che si fosse
accorto che aveva capito dell’inganno.
Del
resto Felix era un ragazzo brillante e che sicuramente sarebbe stato pieno di
amici se cambiasse atteggiamento.
“Hai
freddo?” Le chiese notando che si era appena chiusa in un abbraccio e
strofinato le mani sulle braccia coperte dal pesante cappotto rosa.
“Un
po' si…ma ora è meglio che vada, si sta facendo tardi.”
“Già,
hai ragione” Convenne lui a malincuore.
“Ti
accompagno” Lui si irrigidì a quelle parole, non era mai uscito prima d’ora con
una ragazza, figuriamoci farsi accompagnare da lei “…abiti a pochi passi da
qui.” Continuò.
“O-ok!”
Disse in imbarazzo avanzando il passo proprio accanto a lei.
Felix
deglutì il nulla quando Marinette lo prese sotto braccio avvampando improvvisamente,
voleva stringerle la mano oppure metterle il braccio attorno alle spalle per
tenerla più vicino a lui, ma poi pensò che non era giusto, nonostante avesse
passato un bellissimo pomeriggio con lei, il più bello della sua vita, non era
il caso illuderla ancora e si sentiva un verme per averle mentito tutto il
pomeriggio fingendosi una persona per la quale nutre dei sentimenti profondi.
Marinette
sorrise maliziosamente e non contenta di averlo imbarazzato abbastanza, pensò
bene di appoggiare la sua testa sulla sua spalla senza dire nulla.
Nemmeno
il finto Adrien lo fece, anzi, lui pregava di arrivare presto a destinazione
per mettere fine a quella farsa.
“Grazie
per avermi accompagnato a casa, Marinette. Ci vediamo
domani a scuola” Aveva fretta di varcare quel cancello, ma Marinette
lo bloccò per un braccio.
“Aspetta…in
realtà c’è una cosa…” Esitò e Felix era pronto a ricevere una bella ramanzina
“…tieni!” Gli passò un pacchetto rosso che lui accettò tremolante, non era per
lui, ma per Adrien, ora si che era nei guai “…non lo apri?”
Il
finto Adrien la guardò con titubanza ed imbarazzo “Sono tradizionalista,
preferisco aprirlo a Natale.” Soffiò via velocemente.
Marinette incurvò le labbra
in un sorriso, il vero Adrien lo avrebbe aperto subito curioso com’è, ma fu
anche contenta di questo gesto.
La
corvina si avvicinò suadente pericolosamente al viso di Felix che si gelò
all’istante trasformandosi in un tronco d’albero preparandosi al peggio, ed
invece si sorprese quando sentì lo schioccare sulla gota incandescente di un
dolce bacio.
“Buon
Natale, Felix.” Gli sussurrò all’orecchio lasciandolo di stucco.
“Quando
lo hai capito?” Deglutì curioso.
“Quando
mi hai abbracciata appena mi hai raggiunto” Si portò una mano sulla bocca per
schermare una risata.
“E
nonostante sapessi bene che non ero Adrien sei uscita lo stesso con me,
perché?”
“Mmm…non lo so sinceramente…ma mettila su questo piano qua:
ci siamo divertiti, no?”
“Soprattutto
quando ti ho centrato con la palla di neve in faccia.”
Marinette puntò i piedi
indispettita, c’erano voluta mezz’ora buona a toglierle tutto il ghiaccio dal
volto e dalla sciarpa.
“O
quando sei ruzzolato giù dalla scalinata del ponte per il troppo ghiaccio?”
Rincarò la dose lei scoppiando a ridere e contagiando anche lui.
Felix
fece spallucce “Mmm…diciamo entrambe, ok?”
“Ora
devo proprio andare…ci vediamo.”
“Certo!
Buona serata, Marinette.” Ma Felix non resisté e
dovette abbracciarla forte nuovamente, ignaro del fatto che qualcuno li stava
guardando dalla finestra con grande rabbia.
*
Quando
Felix varcò la soglia di Villa Agreste venne travolto come un fiume in piena da
un Adrien furioso.
“Che
cosa ti sei messo in testa?” Berciò trattenendolo per le spalle puntandogli gli
occhi pieni di rabbia.
“Calmati!”
“Calmarmi?
Sei uscito con Marinette…ti sei forse ammattito?”
“Scusami,
non sapevo fosse proprietà privata!” L’atteggiamento di Felix si fece
strafottente come al solito, ma era più per punzecchiarlo e spronarlo a fare
chiarezza dentro di lui, vedeva come s’illuminava quando parlava della ragazza
e di come ora fosse in collera e tremendamente geloso della sua uscita con lei.
Adrien
lo lasciò andare e sospirò “Scusami…hai ragione, Marinette
non è di mia proprietà, e può vedere chiunque voglia.”
“Però
provi qualcosa per lei.” Ipotizzò il cugino.
“E’
solo un’amica…la migliore che possa avere” Aggiunse poi con il cuore in
subbuglio e lo stomaco scoppiettante.
“Tu
sei tutto matto, lasciatelo dire.”
Adrien
non capiva proprio il senso di quelle parole.
“Perché?”
“Mmm…se vuoi ti faccio un disegno, ma forse è meglio che tu
lo scopra da solo” Felix alzò i tacchi ed iniziò a salire la scalinata per poi
voltarsi di colpo e lanciargli il pacchettino che gli aveva donato Marinette, non era per lui, ma per Adrien.
E
secondo Felix, aveva fatto apposta a consegnarlo a lui per farglielo avere, in
ogni caso non lo avrebbe mai aperto.
Adrien
corse in camera sua con quel prezioso dono tra le dita.
Si
sedette nervosamente sul letto e con le mani che ancora gli tremavano tolse il
fiocchetto e aprì la scatola.
In un
primo momento rimase interdetto prendendo quel rametto di rosmarino in mano, ma
poi lesse la piccola pergamena che l’accompagnava “Un bacio sotto al
vischio”.
Adrien
scoppiò a ridere finchè le lacrime non gli scesero
dagli occhi e la pancia non cominciò a fargli male, era proprio da Marinette, la sua Marinette,
confondere il rosmarino con il vischio, ma la sorpresa non era finita qua,
perché dietro al foglietto c’era un messaggio che Adrien lesse con il cuore che
gli moriva in gola.
Scoprì
con sommo entusiasmo che la sua migliore amica era innamorata di lui, lo era
sempre stata e lui era così cieco e scemo da non averlo mai capito.
Ora
tornava tutto: gli occhi che le brillavano, le guance che si imporporavano di
rosso, i balbettii e il nervosismo che aveva ogni volta che rimaneva in sua
compagnia.
“Finalmente
lo hai capito!” Incalzò Plagg ingurgitando il suo
amato formaggio.
“Tu
lo sapevi?”
“E
chi no? In pratica eri solo tu che non te ne rendevi conto…”
“Plagg…che devo fare ora?” Chiese mordendosi il labbro
inferiore.
“Scusa…e
lo vuoi sapere da me? Lo saprai tu, no?” Berciò voltandosi dalla parte opposta.
Poi
lo sguardo di Adrien s’illuminò di colpo ed uscì velocemente dalla stanza.
*
Marinette entrò nella sala
degli armadietti trovandola deserta, eppure non era in ritardo o in anticipo,
era arrivata a scuola in perfetto orario, ma attorno a lei non c’era stranamente
nessun studente.
Nemmeno
la sua amica Alya che di solito l’aspettava seduta sulla panchina.
“Saranno
già tutti in classe”
Pensò aprendo l’anta del suo scomparto e rimanendo impietrita dal suo
contenuto, ovvero un rametto di vischio e un bigliettino bianco piegato in due
da dove spiccava una bella calligrafia inconfondibile.
“Intendevi
questo per vischio?” C’era scritto e lei si sentì un’emerita scema e aver
scoperto finalmente dov’era finito quella spezia che doveva insaporire
l’arrosto.
Poi
sentì un calore immenso e una presenza alle sue spalle; Marinette
si voltò piano piano con il cuore che le batteva forte in gola e il ventre che
vibrava.
Deglutì
quando vide quel bellissimo angelo che le sorrideva con il rametto di rosmarino
in mano.
“Mi
sorprende che una come te non conosca la differenza tra un rametto di vischio e
uno di rosmarino.” Sogghignò mettendola in imbarazzo facendola arrossire
vistosamente.
Marinette si grattò un
braccio distrattamente distogliendo lo sguardo per volgerlo al pavimento
sentendosi improvvisamente stupida.
Adrien
non mosse un muscolo, anche lui era abbastanza agitato e la poca esperienza, se
non nulla, in certe situazioni, lo portò a non sapere che fare.
“Felix
ti ha dato il pacchetto, vedo.” Mormorò lei.
“Ehm…si…” Le mani di Adrien tremavano mentre si avvicinava a
lei, voleva vedere il suo bellissimo volto e specchiarsi nel blu dei suoi
meravigliosi occhi languidi.
Seguì
un momento di silenzio generale dove Adrien le alzò il viso con due dita.
“Perché
non me lo hai detto prima quello che provavi per me?” La sua voce era roca e
agitata allo stesso tempo, poteva sentire indistintamente dei fuochi d’artificio
scoppiargli dentro il petto mentre attendeva una sua risposta.
Marinette deglutì il nulla
venendo colpita da un’afasia momentanea “Ecco…vedi…io…il fatto è che…” Per
quanto si sforzasse le parole continuavano a morirle in gola, nemmeno ora che
lui sapeva, riusciva a dichiararsi a lui senza balbettii e frasi sconnesse.
Ma
anche Adrien non era da meno, continuava a guardarla negli occhi rosso in
volto, voleva tanto dirle quello che provava per lei, ma non ci riusciva.
“Marinette” Riuscì solo a pronunciare “…tutto quello che hai
scritto nel bigliettino è molto bello, ma…”
Alla
corvina scese una lacrima perché aveva già intuito cosa doveva dirle, era stata
una stupida a pensare che la conclusione di quella storia potesse avere un
finale diverso, uno sperato e desiderato, ed invece Adrien stava per darle il
ben servito e sicuramente stava elaborando le parole giuste per cercare di
indorare la pillola.
“Oh,
no…no…non piangere…” Si rabbuiò lui “…quello che devo dirti è che…è che…” Esitò
perchè troppo agitato.
“Oh!
Ma andiamo! Dille quello che provi e facciamola finita!” Plagg
uscì dalla sua camicia con sommo stupore di entrambi, soprattutto di Marinette che si stava chiedendo che cosa ci facesse il kwami della distruzione a scuola sua.
“Ma
che…ma che…” Si limitò a dire cercando di sembrare allibita.
“Plagg! Non dovevi uscire!”
Aveva
capito bene Marinette, Adrien aveva appena
riconosciuto il kwami e sembrava abbastanza
arrabbiato, poi quella consapevolezza divenne una certezza non appena aveva
realizzato che Adrien era Chat Noir.
“Scusami
tanto…ma voi due ci avreste messo un’eternità a dichiaravi!” Berciò il piccolo
dio della distruzione.
“PLAGGGG!!!”
Inveì Tikki uscendo dalla borsette
della sua portatrice lasciando Adrien di stucco, perché nonostante tutto, lui aveva
appena aggiunto l’ultimo tassello al suo puzzle mentale, ovvero capire perché
leggendo la dichiarazione d’amore di Marinette si era
sentito improvvisamente bene, come se non aspettasse altro da lei…Lady Bug era Marinette.
“TIKKI!”
Fece eco Marinette adirata indurendo lo sguardo, uno
sguardo che venne addolcito non appena Adrien le accarezzò lentamente una
guancia.
“Milady!”
Le sussurrò abbracciandola.
“Non
dovevamo scoprirlo così” Mormorò lei.
“Quante
storie per dio!” Scimmiottò Plagg venendo colpito da
uno schiaffo subito dopo da Tikki.
“Lasciali
in pace!”
Marinette rinsavì per un
secondo, per quanto fosse bello e romantico il momento, c’era sempre
l’incognita delle loro identità segrete.
Lo
allontanò con un gesto secco delle braccia e scappò via da scuola piangendo
inseguita dai kwami e da Adrien.
Marinette cercò di
nascondersi accanto alla scalinata di marmo con la neve che cadeva lenta dal
cielo, ma venne raggiunta subito dopo dal biondo.
“Non
andartene…ora che ti ho ritrovata non voglio più lasciarti andare, milady”
Incrociò le mani calde alle sue diventate improvvisamente fredde.
Marinette stava piangendo e
mordendosi le labbra, lo voleva, lo desiderava ardentemente, ma qualcosa dentro
di lei le stava dicendo che non era il momento adatto.
“Non
possiamo!” Disse lei pentendosene subito dopo.
“Io
ti amo!” Soffiò Adrien prendendo coraggio, anche se questo lo sapeva benissimo.
Marinette esitò e distolse
lo sguardo, le farfalle erano scoppiate anche nel suo cuore, ma erano ad un
soffio per lasciarla alla sua frustrazione per aver rifiutato il ragazzo che
amava, quello che aveva inseguito per settimane senza mai riuscirgli a parlare
decentemente.
“Io…io…”
“Lo
so che provi la stessa cosa!” L’interruppe prima che potesse dire qualcosa.
“Non
è questo il punto…non possiamo stare insieme! Mi dispiace”
“Perché?”
“Perché
non dovevamo sapere l’uno dell’altro, le nostre identità dovevano rimanere
segrete!”
“Marinette! Non m’importa quello che verrà dopo…nessuno sa
che cosa accadrà…io ti voglio ora, e farò di tutto per proteggerti e rimanerti
accanto. E ti prometto che niente influirà sulla nostra missione.”
Marinette lo abbracciò…al
diavolo Chat Blanc, al diavolo il futuro, al diavolo tutti! Si sarebbe goduta
il suo Adrien prima che qualcosa avrebbe interferito ancora tra loro.
“Ti
amo anch’io, Chaton!”
Adrien
sorrise e si abbassò al suo livello per catturare quelle labbra smaniose di
lui.
Quando
si staccarono e alzarono gli occhi al cielo, videro Plagg
e Tikki tenere su quel rametto di vischio.
“Buon
Natale, Marinette!”
“Buon
Natale, Adrien!”
Ripresero
a baciarsi cullati dalla neve leggera che si depositava sui loro volti.
*
FINE
*
★★ Calendario dell’Avvento 2021 by
Fanwriter.it!
★ Data: 03 Dicembre
★ Rating/Avvertimenti per la storia: What if…?
★ Fandom: Miraculous
LadyBug
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