Era la sera
di Halloween e il campanello di Levi continuava a suonare mettendo a
dura prova la sua pazienza. Quell'assurda festa non gli era mai
piaciuta ma non aveva cuore di deludere i molti bambini che giravano
in tutto il quartiere a fare “Dolcetto o
scherzetto”. La
tentazione di non aprire la porta era forte ma sapeva che ignorarli
avrebbe suscitato qualche spiacevole vendetta che non aveva certo
voglia di sistemare e non vedeva perché avrebbe dovuto
uscire per
forza o fingere di non essere in casa. Ogni anno si rassegnava quindi
a fare scorta di dolci per l'occasione e passare la serata a
distribuirli.
Per fortuna
doveva essere ormai finita, vista l'ora, e Levi stava per andare a
prendere il libro che stava leggendo per rilassarsi un po' quando il
campanello suonò per l'ennesima volta.
Ingoiò una
colorita imprecazione e tornò in ingresso, sforzandosi di
assumere
un'espressione che non avrebbe terrorizzato il piccolo ritardatario,
e con ogni probabilità anche il suo accompagnatore.
Quando
aprì, però, si accorse che quel
“bambino” era decisamente fuori
misura.
«Dolcetto
o scherzetto?» domandò comunque Eren con gli occhi
che ridevano,
rischiando di ricevere la porta in faccia.
«Non sei
un po' troppo grande?» ringhiò Levi irritato
stringendo forte il
legno.
«Volevo
adeguarmi alla serata» rispose con semplicità il
giovane, faticando
non poco a trattenere una sonora risata che l'avrebbe messo ancora
più in pericolo. Gli occhi del suo ragazzo, infatti, stavano
mandando scintille mentre gli inveiva contro e sapeva per esperienza
che non era un buon segno.
«Sei il
solito stupido! Cosa ci fai qui a quest'ora?» disse alla fine
Levi,
realizzando solo in quel momento la stranezza di quella visita
inaspettata. Quel giorno Eren avrebbe dovuto lavorare fino a tardi e
di solito, quando staccava, correva a casa a riposare. Lo
studiò
rapidamente, suo malgrado preoccupato, mentre aspettava una risposta
che tardava ad arrivare.
«Avevo
voglia di vederti. Posso entrare?» rispose il ragazzo dopo
qualche
secondo, l'espressione improvvisamente stanca e malinconica, e il
fidanzato si spostò per lasciarlo passare trovandosi
stretto, un
attimo dopo, in un forte abbraccio.
Rimase
interdetto per un solo istante prima di ricambiare e dargli qualche
lieve pacca sulla schiena mentre cercava di indovinare cosa gli fosse
successo.
«Brutta
giornata?» chiese infine più dolcemente.
«Già»
sospirò Eren con uno strano misto di emozioni. Da un lato
aveva
voglia di sfogarsi ma dall'altro gli pesava dover rivivere tutto e
non avrebbe chiesto di meglio che rimanere semplicemente
così a
lasciarsi coccolare.
Capendo il
suo stato d'animo, Levi lo strinse più forte a sé
per incoraggiarlo
e il giovane non poté fare a meno di sorridere mentre si
lasciava
cullare dalla sua rassicurante presenza. Durò solo pochi
attimi,
però, perché il fidanzato, stanco di fare ipotesi
una più
disastrosa dell'altra, sciolse presto l'abbraccio e lo guidò
verso
il divano.
Non
l'avrebbe mai detto quando si erano conosciuti ma quel ragazzo che
per tanti versi era l'opposto di lui era diventato una persona
fondamentale nella sua vita, al punto che da parecchi mesi, ormai,
erano diventati una coppia a tutti gli effetti e avevano già
parlato
di provare a breve a vivere insieme.
Per
fortuna, nonostante l'evidente delusione nei suoi occhi per quel
distacco inaspettato, Eren lo seguì docilmente,
accoccolandosi poi
tra le sue braccia mentre Levi lo cingeva con le proprie. Si
aspettava di dovergli tirar fuori le parole di bocca ma il ragazzo,
una volta trovata una posizione comoda, cominciò subito a
raccontare
con un leggero broncio, godendosi intanto il suo calore.
Come spesso
accadeva negli ultimi mesi, la giornata era iniziata con un brutto
litigio con Zeke e il più grande, al solo sentirne il nome,
si sentì
prudere le mani. Il fratellastro di Eren non gli era mai piaciuto e
alla morte dei signori Jaeger in un incidente d'auto qualche anno
prima avrebbe di gran lunga preferito continuare a
occuparsi
lui dell'amico piuttosto che affidarlo a un tizio di cui il ragazzo
non sapeva nemmeno l'esistenza ma purtroppo, trattandosi del suo
unico parente rimasto in vita, e per di più in possesso di
risorse
finanziarie migliori delle sue, non aveva potuto fare nulla. Per
fortuna all'inizio era andato tutto bene, e Levi aveva quindi
sospirato di sollievo nel vedere che i suoi timori erano stranamente
infondati, ma nel tempo le differenze tra i due erano diventate
sempre più evidenti, al punto che ormai sembravano
sopportarsi a
fatica. Vista la situazione in casa, non c'era da stupirsi se Eren,
nonostante la pessima giornata al lavoro, fosse venuto a cercare lui
e il più grande, alla fine del racconto, gli fece appoggiare
la
testa sulle sue gambe per poi cominciare ad accarezzarlo dolcemente
mentre cercava di consolarlo anche a parole. Non poteva aiutarlo in
modo più concreto, purtroppo, ma il ragazzo sembrava
apprezzare lo
stesso.
«Meglio
adesso?» chiese dopo un po' e il giovane aprì gli
occhi con aria
assonnata.
«Sì,
grazie. Scusami se sono arrivato qui così tardi ma avevo
bisogno di
un po' di calma» gli rispose sorridendo, voltandosi sulla
schiena
per poterlo guardare negli occhi.
«Non dirlo
nemmeno, moccioso. Lo sai che questa è casa tua»
lo rassicurò
Levi, usando il vecchio nomignolo che ai tempi delle superiori lo
faceva tanto arrabbiare mentre gli scostava i capelli dalla fronte.
«Grazie. È
bello sapere di poter contare sempre su di te» disse Eren,
chiudendo
di nuovo gli occhi per godersi meglio quel gesto affettuoso.
«Andiamo a
letto adesso. Sarai stanco» lo richiamò poco dopo
il fidanzato,
rendendosi conto solo in quel momento che doveva essere tardissimo.
Il ragazzo
annuì e si sollevò a malincuore, ricordandosi poi
di un dettaglio
importante quando il suo sguardo finì per caso sul cestino
in cui
Levi metteva di solito la scorta di dolcetti per Halloween. Non aveva
mangiato molto quella sera e non gli sarebbe dispiaciuto concludere
in bellezza il momento di coccole.
«Ne hai
ancora?» domandò con finta noncuranza e il
più grande, seguendo la
traiettoria del suo sguardo, non poté fare a meno di
accigliarsi.
«Pensavo
avessi già cenato» gli rispose con un lieve
sospiro. Avrebbe dovuto
immaginarlo che si sarebbe ricordato, prima o poi, di quell'assurda
scena sulla porta di casa.
«Sì ma
non vorrai lasciarmi senza dolce proprio stasera. Mi dici sempre che
quelli sono per i mocciosi che vengono qui ad Halloween»
ribatté
furbo Eren cercando di impietosirlo. Sapeva bene che il fidanzato non
approvava il suo amore per i dolci da quando l'aveva visto star male
anni prima per averne fatto una scorpacciata ma era anche vero che i
pochi avanzati, di solito, li dava a lui a piccole dosi.
«Ma tu
guarda... Sei sempre il solito» brontolò Levi dopo
qualche secondo,
irritato e divertito insieme per essere stato preso in contropiede.
In fondo se lo meritava un piccolo premio dopo una giornata
così e
in quel modo sarebbe stato più facile tenerlo lontano
dall'esigua
scorta rimasta.
Sbuffando
leggermente, si avvicinò al cestino e gli lanciò
uno dei suoi
dolcetti preferiti prima di infilarsi in cucina con il resto del
bottino. Il ragazzo, afferratolo al volo, lo ringraziò
ridendo e
quando lo raggiunse sulla porta dell'altra stanza non c'era
più
traccia di quei bocconcini prelibati.
«Non
pensarci nemmeno» lo minacciò Levi nel vederlo
allungare il collo -
sapeva bene che avrebbe fatto carte false per scoprire il
“nascondiglio segreto”- ed Eren assunse subito
un'aria innocente.
«Conosco modi migliori per farti passare una buona
notte» aggiunse
poi con un sorrisetto carico di promesse prima di lasciargli il posto
in bagno. Era troppo tardi per pensare a qualcosa di eclatante ma
sapeva bene cosa gli piaceva nei momenti difficili e dal sorriso
colmo di gratitudine che gli rivolse prima di prendere un pigiama
dalla parte di armadio che gli aveva destinato, intuì che il
ragazzo
avesse già capito a cosa alludeva.
Poco dopo
erano entrambi a letto e Levi, una volta spenta la luce, lo
attirò a
sé e cominciò a massaggiargli dolcemente la nuca,
sentendolo
rilassarsi quasi subito. Era un metodo infallibile ed Eren si
accoccolò ancora di più contro di lui cedendo
presto al sonno.
Prompt:
Dolcetto o scherzetto
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Avrei dovuto pubblicare
molto prima questa fic anche su AO3 ed Efp ma mi sono accorta oggi di
averlo dimenticato (la mia testolina bacata colpisce ancora X'D).
Spero vi sia piaciuta questa ondata di fluff Ereri e che mi farete
sapere che ne pensate, se vi va. Grazie comunque a tutti per il tempo
che mi avete dedicato anche solo leggendo. <3
Come
ho accennato nell'introduzione, la fic ha partecipato all'iniziativa
di Halloween “Dolcetto o scherzetto”
indetta dal gruppo fb “Parole
tra le dita”.
Mi raccomando, ringraziate anche l'admin se la storia vi è
piaciuta,
perché senza di lei non sarebbe probabilmente mai nata. ;)
Se
a qualcuno interessa, ho
fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed
Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Se volete
conoscere altri fan di queste bellissime opere, saremo ben felici di
accogliervi qui
(attenzione ai possibili spoiler se non seguite le scan online
però,
anche se cerco di stare attenta). Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto,
augurandovi buon Natale e buone feste.
Bacioni
e alla prossima!
Ellygattina
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