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Il personaggio del tenente Drogo non mi
appartiene, ma è tratto dal libro di Dino Buzzati “Il deserto dei Tartari”.
Questa “poesia” non ha nessuno scopo di lucro, ma è solo un omaggio al grande
Buzzati.
Fortezza
Giorni, mesi, stagioni, lunghi anni:
Tempo che scorre lento e silente,
Tra
grandi speranze, e molti affanni.
I
ricordi riaffiorano alla mente:
Drogo in sé li sente aumentare,
E
già li accoglie nella propria mente.
Egli è ormai pronto a cominciare:
L’adolescenza è già fuggita vïa,
Ma
ha la sua vita da affrontare.
“Quattro mesi, che volete che sia?
Alla fine di questï io partirò.”
Ne
avrebbe portato così la scia.
Lì
rimase per anni, non più andò:
In
attesa dei Tartari nemici
E
di una guerra che mai arrivò
Perdesti una vita senza amici,
Oh
tenente Drogo! E per che cosa?
Perché facesti tanti sacrifici?
Tu
attendesti senza alcuna posa,
Perdendo sì l’ultima giovinezza,
Una
battaglia molto angosciosa
Ma
attesa da tutta la gran Fortezza,
Che
spera nella gloria ed in onore,
Che
sono colme di molta bellezza.
Passano sempre lente lì le ore.
Un
altro cancello dietro si serra
E
un’altra parte dentro di te muore;
Presto lascerai la triste terra,
Il
sorriso di quel bimbo nel cuore,
Senza aver visto la bramata guerra.
Ma
non hai rimpianto, né hai dolore:
Era
forse la morte che aspettavi:
Il
sorriso il tuo dono migliore.
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