Silence
»oneshot«
Che silenzio.
Era
l'unica cosa a cui Levi riusciva a pensare camminando per i corridoi
semi deserti della base del corpo di ricerca. Tutti i suoi uomini
erano stati annientati brutalmente dal Gigante Femmina e tutto
ciò
che restava di loro all'interno di quelle mura senza colore era
soltanto... il
silenzio.
Per
l'ennesima volta aveva perso dei compagni, degli amici, e lui era
stanco di dover assistere alla morte di tutte le persone che gli
stavano accanto. Era stanco di quella guerra senza fine, eppure,
nonostante tutto, doveva trovare la forza per andare avanti.
Già,
doveva farlo per non rendere vana la morte di tutti quei valorosi
soldati che avevano combattuto al suo fianco, donando il loro cuore.
“Uomini,
la ricognizione di oggi sarà veloce!” il
comandante di divisione
Erwin Smith, cavalcando davanti a tutti i suoi soldati,
sollevò la
lama d'acciaio in aria, parlando con il suo solito tono autoritario.
“Non voglio vittime. Dobbiamo soltanto cercare le tracce del
Gigante Femmina, ma se non troveremo nulla prima di mezzogiorno,
allora rientreremo a Trost. Sono stato chiaro?”
“Sissignore!”
risposero i soldati all'unisono, disponendosi in gruppi come da
formazione.
“Erwin,
perché hai fatto venire Levi con noi?” chiese
Mike, affiancandosi
al comandante così da poter avere una conversazione in
privato. “La
sua gamba non è ancora guarita e dubito che possa entrare in
combattimento senza subirne le conseguenze.” la sua
preoccupazione
era palpabile.
Erwin,
prima di rispondere, sospirò pesantemente. “Non
nego che in questi
giorni Levi non sia sé stesso, però è
stato lui ad insistere
affinché potesse partecipare alla ricognizione di
oggi.” constatò,
sparando in seguito un fumogeno verde per indicare la via ai suoi
soldati. “In ogni caso i combattimenti devono essere evitati,
come
ho detto, non voglio vittime e dobbiamo rientrare a Trost prima di
mezzogiorno.”
“Va
bene, significa che terrò Levi sotto controllo.”
Erano
passate quasi tre ore dall'inizio della ricognizione e i soldati non
erano riusciti a trovare alcuna traccia del Gigante Femmina.
Fortunatamente anche i combattimenti furono pochi e nessuno era
rimasto ferito.
Tuttavia,
durante il rientro a Trost, un gruppo di tre giganti anomali si stava
dirigendo a gran velocità verso il gruppo di Levi. A nulla
era
servito l'intervento di due soldati che furono scaraventati altrove.
“Capitano Levi, dei classe tre, quattro e dieci metri si
stanno
dirigendo nella nostra direzione, cosa dobbiamo fare?” chiese
uno
dei soldati che si trovava nelle vicinanze.
“Non
andate nel panico e continuate a cavalcare.” fu la sua
risposta
schietta mentre continuava a cavalcare guardando dritto davanti a
sé.
“Ma
capitano, i giganti ci hanno quasi raggiunto!” intervenne
Eren
sudando freddo. “Forse dovr-”
“Non
hai sentito i miei ordini?” Levi lasciò andare le
redini e si mise
in piedi sulla sella del cavallo, mandando un'occhiataccia al
castano. “Smettila di fare il moccioso e continua a
cavalcare.”
Eren
annuì mentre dei soldati poco più indietro di
loro iniziarono ad
esultare. “Quei giganti sono spacciati, il capitano Levi li
annienterà tutti!”
E fu
così che il capitano abbatté in men che non si
dica il gigante di
classe dieci metri grazie al dispositivo di manovra tridimensionale.
Fece per spostarsi sui due giganti più piccoli quando la
vista gli
si appannò. Fu allora che mancò la presa con il
rampino e venne
acchiappato dal gigante di quattro metri. “Merda!”
imprecò
cercando invano di liberarsi dalla stretta.
“Capitano
Levi!” urlarono i soldati che stavano assistendo terrorizzati
alla
scena. Se qualcuno non avesse fatto qualcosa in fretta, il capitano
sarebbe stato stritolato e in seguito mangiato dal gigante.
Erwin,
al sentire quelle urla, si voltò e divenne paonazzo in volto
a causa
della preoccupazione nei confronti del corvino, però sapeva
che non
avrebbe potuto fare nulla per aiutarlo in quel momento.
Fortunatamente
Mike, che si trovava nelle vicinanze, con dei movimenti rapidi e
decisi, abbatté i due giganti e mise in salvò
Levi prima che
arrivasse a toccare il suolo. “Che cosa pensavi di
fare?!” lo
sgridò. “Ti rendi conto che non puoi combattere
nello stato in cui
ti trovi?”
“Lo
so benissimo.” sbottò. “Però
mi sono stancato di vedere i
nostri sottoposti morire.” a quel punto Mike
abbassò lo sguardo e
rimase in silenzio, non sapendo più come replicare.
Erwin,
che aveva assistito a tutta la scena, scosse la testa e
tornò a
guidare i suoi soldati verso Trost, non poteva permettersi di
distrarsi in quel momento, anche se si trattava del suo amato Levi.
Qualche
ora più tardi, dopo un lungo colloquio con i comandanti
delle altre
divisioni, Erwin si diresse verso il suo ufficio per finire di
revisionare i vari rapporti. Sperava di trovare Levi seduto come suo
solito sulla poltrona, ma così non fu. Da quando erano
rientrati in
città, il capitano era sparito dalla circolazione ed Erwin
non aveva
idea di dove si potesse trovare.
Forse
starà aiutando
le reclute a pulire le stanze degli alloggi, chissà...
pensò tra sé e sé, accennando un
sorriso al sol pensiero. Era
strano pensare che uno dei soldati più forti del genere
umano fosse
un maniaco della pulizia.
La
sua preoccupazione aumentò quando intravvide Eren fuori dal
suo
ufficio. Di solito quei due stavano sempre insieme. “Eren
Jaeger!”
lo richiamò, facendogli segno di entrare all'interno
dell'ufficio.
“Hai per caso visto il capitano Levi? Ho bisogno di discutere
con
lui di alcune faccende.”
Il
ragazzo scosse la testa. “No, mi dispiace comandante, ma da
quando
siamo tornati a Trost il capitano è sparito.”
constatò il ragazzo
con un'alzata di spalle. “Pensavo fosse qui con lei. In
realtà lo
stavo cercando anche io...”
“Capisco.”
fece pensieroso. “Andrò a cercarlo io, ho un
brutto presentimento.
Tu, Eren, torna dagli altri e non allontanarti per nessun motivo
dalla base.”
Il
ragazzo annuì e tornò indietro dai suoi compagni
mentre il
comandante mise in ordine tutti i fogli sulla scrivania ed
uscì dal
suo ufficio. Decise di andare all'alloggio del capitano, sicuro di
trovarlo lì.
Una
mezz'ora più tardi arrivò agli alloggi dei
soldati del corpo di
ricerca. Velocemente si diresse verso la stanza del capitano e
iniziò
a bussare più e più volte sulla porta.
Dall'interno, però, non
arrivava nessuna risposta e non udiva alcun rumore. “Levi?
Sono
Erwin, posso entrare?” ma ancora una volta nessuno gli
rispose.
Decise
di aprire ugualmente la porta, per poi richiudersela alle spalle una
volta entrato. La sua stanza era davvero pulita e ordinata. Ogni cosa
che si trovava sulle mensole o su qualunque altra superficie era
posizionata con una cura quasi maniacale e non vi era polvere alcuna.
“Levi? Sei qui?” chiese, ma tutto ciò
che udì era soltanto un
silenzio assordante.
Fece
per andarsene, quando gli venne in mente di controllare in bagno e fu
lì che ritrovo Levi disteso per terra privo di sensi.
“Levi?
Oddio, cosa hai fatto?” si precipitò
immediatamente in suo
soccorso, prendendolo tra le braccia e dandogli degli schiaffi
leggeri sulle guance. Non poté fare a meno di notare che i
suoi
occhi erano rossi e gonfi, segno evidente che avesse pianto.
“Levi...
apri gli occhi, per l'amor del cielo!”
Il
ragazzo aprì a fatica le palpebre e si guardò
intorno con fare
spaesato. “Dove... dove mi trovo?”
“Nel
bagno del tuo alloggio... ti ho trovato svenuto.”
“Capisco.”
fece per alzarsi, ma era talmente debole che ricadde tra le braccia
del comandante.
“Ora
ti porto a letto, non sforzarti in questo modo.” il capitano
voleva
replicare, tuttavia sapeva bene che non ce l'avrebbe fatta da solo ad
arrivare sul suo letto.
“Ancora
una volta ho fallito...” sussurrò Levi una volta
che il comandante
lo adagiò sul letto. “Ho lasciato che la mia
squadra venisse
sterminata da quel maledetto gigante...”
Erwin
corrugò le sopracciglia. “Non è colpa
tua, Levi.” gli tastò la
fronte con le labbra e notò che il ragazzo era davvero
bollente,
doveva avere la febbre molto alta. “Devi pensare a riposare
adesso,
hai la febbre alta.” vederlo in quello stato gli spezzava il
cuore,
soprattutto perché Erwin a quel ragazzo ci teneva
più di quanto si
potesse immaginare.
“Riposare
dici?” Levi sorrise amaramente. In realtà non
sapeva neanche
quando fosse stata l'ultima volta in cui si fosse riposato come si
deve, erano anni ormai che dormiva a malapena due ore a notte. E in
certe neanche riusciva a chiudere occhio. “Dimmi, Erwin... tu
le
senti?”
“Cosa?”
“Le
voci.”
sussurrò. “Le voci dei nostri compagni, le loro
urla di terrore
prima che venissero divorati da quei dannati giganti... Erwin,
dimmi...” una lacrima sfuggì al suo controllo.
“...tu le senti
ancora le loro voci?”
“Levi...”
“Ogni
volta che chiudo gli occhi sento quelle urla...” il ragazzo
si mise
le mani tra i capelli corvini. “Io vorrei soltanto che nella
mia
testa ci fosse un po' di silenzio... Io...”
“Non
ce la fai più, vero?” lo interruppe Erwin,
prendendogli le mani
tra le sue. “Lo so, Levi.” dolcemente
posò una mano sul suo viso
e lo accarezzò, sorprendendosi di quanto la sua pelle fosse
soffice
al tatto. “So bene come ti senti, dopotutto sono io il
demonio che
ha guidato tutti quei soldati verso la morte.” in seguito si
sfilò
la giacca e gli stivali. “Adesso farò in modo che
tu non senta più
quelle voci.”
Non
appena Erwin si sdraiò al suo fianco, Levi
sussultò, sia per la
sorpresa di quel gesto che per la paura. “C-cos'hai
intenzione di
fare?”
“Stai
tranquillo, Levi.” lo obbligò a girarsi su un
fianco e gli
circondò il corpo minuto con le sue possenti braccia.
“Andrà
tutto bene, Levi... stai tranquillo.” sussurrò con
un filo di
voce, mettendogli una mano tra i capelli così da fargli
affondare il
viso sul suo petto.
“Erwin...”
“Shhh...
non parlare.” lo zittì. “Hai bisogno di
riposare adesso...
chiudi gli occhi, concentrati sulla mia voce e rilassati.” la
sua
voce profonda fu in grado di tranquillizzare il ragazzo più
velocemente di quanto si aspettasse. “Bravo, Levi... non
avere
paura, io resterò al tuo fianco, non ti lascerò
solo.”
Cullato
dalla voce del comandante e da quelle dolci carezze, Levi si
addormentò in men che non si dica. Si chiese se qualcuno lo
avesse
mai accarezzato in quel modo prima di allora, ovviamente sapeva bene
che la risposta fosse negativa, però volle sperare di aver
ricevuto
almeno una carezza da sua madre quando si trovava ancora in fasce.
Dopo
essersi accertato che il capitano si fosse addormentato
profondamente, Erwin lo avvolse con cura in una coperta e si mise in
piedi, andando a cercare una bacinella da poter riempire con
dell'acqua fredda. Fatto ciò, si diresse in bagno per
prendere un
panno che immerse nell'acqua. Lo strizzò e lo
poggiò con cura sulla
fronte del ragazzo. “Come ho potuto permettere ai giganti di
ridurti in questo stato?” sussurrò più
a sé stesso che al
corvino. “No... la colpa non è dei giganti,
è mia. Ed è di
quelle persone che ti hanno abbandonato... sei sempre stato
così
solo.” sospirò e allungò una mano per
accarezzare dolcemente il
suo viso. “Perdonami. Perdona questo misero uomo che non
riesce a
trascinarti fuori dalla tua oscurità.”
Non
passarono neanche venti minuti quando il ragazzo iniziò ad
agitarsi
nel sonno. “Nh...” delle lacrime gli rigarono il
volto e venne
colpito da alcuni spasmi. “No! Basta, lasciali
andare!” urlò con
voce spezzata, rigirandosi nella coperta.
Erwin,
allarmato, corse al suo fianco e lo prese ancora una volta tra le
braccia. “Levi, svegliati!” lo richiamò,
scuotendolo con
delicatezza. “Va tutto bene, sei al sicuro.”
Il
corvino strinse tra le mani la stoffa della sua camicia e si
risvegliò urlando. “E-E-Erwin...” si
allontanò bruscamente
dalle braccia del comandante, rintanandosi in un angolo del letto.
“È
tutto ok, Levi.” cercò di rassicurarlo,
avvicinandosi cautamente a
lui, sapeva che nello stato in cui si trovava sarebbe bastato poco
per farlo agitare ulteriormente. “Ci sono io qui.”
“Ti
prego, va via.” lo implorò voltando lo sguardo di
lato. Era la
prima volta che Erwin gli sentì utilizzare un tono del
genere.
“Come
potrei lasciarti solo nello stato in cui ti trovi?” gli disse
ed un
singhiozzò sfuggì al controllo del corvino.
“Levi...” e non
appena pronunciò il suo nome, ecco che scoppiò in
un pianto
incontrollato. Erwin si affrettò ad avvicinarsi e a
stringerlo più
forte che poté tra le sue braccia.
“T-ti
prego, falli smettere!” urlò affondando il viso
nel suo collo.
“Non ne posso più di sentire le loro
urla...”
“Levi,
guardami!” a quell'ordine Levi obbedì subito,
forse proprio a
causa del suo sangue Ackerman. “Sei al sicuro, ci siamo solo
io e
te in questa stanza.”
“Lo
so, dannazione.” quelle maledette lacrime non cessarono il
tragitto
lungo le sue guance, anzi, si moltiplicarono. “Ma loro...
loro sono
nella mia testa... vengono ogni nott-” venne interrotto da un
bacio
appena accennato, così delicato che non gli
sembrò neanche vero.
Sgranò gli occhi e per la prima volta in tutta la sua vita,
le sue
guance divamparono.
“Ci
penso io a farli andare via, ti fidi di me?” il corvino
annuì
quasi impercettibilmente e Erwin lo baciò di nuovo, questa
volta più
profondamente. Intrufolò la sua lingua all'interno della
bocca di
Levi, in modo da iniziare una danza passionale. Nel frattempo prese
il suo volto tra le mani e gli asciugò tutte le lacrime che
avevano
osato uscire fuori.
Levi
non seppe neanche quanto tempo passò quando si staccarono,
una cosa
era certa: quel contatto era riuscito a fargli dimenticare tutte
quelle urla... nella sua testa finalmente regnava il silenzio. Il suo
cuore batteva all'impazzata e uno strano desiderio nacque in lui.
“Erwin...”
“Dimmi.”
quella voce profonda gli fece venire i brividi.
“Dammene
ancora.” e questa volta fu Levi ad annullare la minima
distanza che
si era creata tra le loro labbra. Il suo era un bacio innocente,
puro, tutto il contrario di ciò che ci si potesse aspettare
da un
Ackerman. Eppure prima di allora non aveva mai baciato una persona e
poté giurare che quella fosse la sensazione più
bella che avesse
mai provato in tutta la sua vita.
Le
loro mani si intrecciarono e tutto intorno ai due sembrò
perdere
importanza e fermarsi. “Hai visto, Levi?” gli
sussurrò il
comandante, avvicinando le labbra al suo orecchio.
“Finalmente è
tornato il silenzio.”
“Già.”
il corvino abbassò lo sguardo e si morse il labbro inferiore.
“Che
cos'hai adesso?” gli chiese prendendogli il volto tra le mani
così
da farglielo rialzare. “Sono stato indiscreto? Ti chiedo
scusa.”
“No,
non sei stato indiscreto. Io volevo solo...” si
bloccò per un
momento. “...r...ringraziarti.” fu allora che Erwin
scoppiò a
ridere.
“Se
soltanto potessi vedere la tua espressione in questo
momento!”
esclamò scompigliandogli i capelli. “Comunque non
devi
ringraziarmi Levi, per me è importante che tu stia bene...
per
quanto sia possibile in questo miserabile mondo.”
“Perché
ti importa così tanto di me?”
“Ancora
non l'hai capito?” il biondo sorrise e gli prese la mano
sinistra
per poi poggiargliela sul suo cuore. “Anche il tuo cuore
batte in
questo modo, non è vero?” il corvino
annuì e ancora una volta
arrossì, dentro di sé pensò che fosse
colpa della febbre. “Per
te provo un sentimento molto profondo, lo stesso che provi anche
tu.”
“Mh.”
“Lo
so, Levi, per te è difficile ammetterlo. Sei cresciuto
completamente
da solo e hai vissuto una vita senza nessuno che ti dimostrasse un
briciolo d'affetto.” in quel momento lo strinse ancora una
volta
tra le sue braccia. “Quei pochi affetti che avevi sono morti
uno
dietro l'altro, divorati dai giganti. E ciò che provi per me
è
qualcosa di talmente forte e sconosciuto che ti spaventa.”
parlava
con un tono calmo ma al tempo stesso dolce. “Questo
sentimento che
provi è proprio l'amore. Proprio ciò che hai
cercato per tutta la
vita.”
“Come
fai a sapere che si tratta proprio di quello?”
“Perché
ti amo e so che mi guardi con gli stessi occhi con cui ti guardo
io.”
di fronte al silenzio del corvino, Erwin sorrise e gli posò
un bacio
sulla fronte. “Stai tranquillo, so che per te è
difficile
dichiarare apertamente i tuoi sentimenti, ma ci lavoreremo insieme,
ok?”
“Ok.”
annuì e avvolse il possente corpo del comandante con le sue
esili
braccia. “Solo... non andartene anche tu.”
“Non
ti preoccupare, io sarò sempre al tuo fianco. Qualunque cosa
accada.” ed in quel momento le loro labbra si unirono ancora.
E
ancora. E ancora...
“Sarai
sempre al mio fianco.” il volto di Levi era
impregnato di
sangue. Del suo sangue. E del sangue di tutti quei dannati giganti
che aveva abbattuto. “Qualunque cosa accada.”
cadde in
ginocchio, ai piedi del suo comandante che ormai
aveva esalato
l'ultimo respiro. “Dove sei ora?” gli occhi si
velarono di
lacrime. “Cosa farò senza di te, eh?!”
prese per le spalle il
corpo freddo del suo amato comandante e iniziò a scuoterlo.
“Erwin... io ti... ti ho amato più di qualunque
altra persona al
mondo. Perdonami se non te l'ho mai detto.” ormai stanco si
lasciò
cadere contro il suo petto. Tutto era così freddo,
così immobile,
così... silenzioso. “Ti chiedo
perdono, non sono riuscito a
mantenere la mia promessa, io...” delle lacrime sgorgarono
fuori
dai suoi occhi. “Io non sono riuscito ad uccidere il gigante
bestia!” urlò. “Ma stai tranquillo,
Erwin... vendicherò la tua
morte. Lo ucciderò lentamente. Gli farò
rimpiangere di essere
nato.”
“...e
poi ti raggiungerò, te lo prometto.”
Salve
a tutti, sono CutieChan e questa è la prima oneshot che
scrivo su
Attack On Titan.
Ultimamente
stavo facendo il rewatch di questo anime e ho scoperto di essermi
innamorata perdutamente di questa bellissima coppia, la Eruri, quindi
ho pensato di scriverci su una oneshot.
Spero
sia uscita bene e che vi sia piaciuta, nonostante il finale triste.
Inoltre mi auguro di aver trovato e corretto tutti gli errori... nel
caso dovreste trovarne qualcuno segnalatemelo pure, alla fine non
sono una scrittrice professionista e sono sicura di aver tralasciato
qualcosa çwç ma con il tempo si può
sempre migliorare!
E
a voi piace questa coppia? Secondo me sono uno la forza dell'altro,
il mio cuore si è un po' spezzato quando Erwin è
morto. Da un lato
speravo che Levi scegliesse lui, ma era palese che la sua scelta
sarebbe ricaduta su Armin.
Penso
che tornerò presto su questo meraviglioso fandom con una
long
(sempre Eruri), ho già tante idee per la testa e non vedo
l'ora di
metterle nero su bianco!
E
nulla, se vi va cliccate QUI per
seguirmi su Wattpad, così
magari possiamo interagire un po' più facilmente... mi
farebbe
davvero piacere!
Sul
mio profilo troverete anche questa storia.
Adesso
la smetto, ho scritto troppo ahaha
So
che l'ho già detto, ma spero davvero che questa storia vi
sia
piaciuta!
A
presto, vi mando un grosso abbraccio!
CutieChan
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