chapter 1
Never again
Autore: Legeia
Titolo
provvisorio - Endless
Questa
fic l'avevo scritta tempo fa per un progetto, ma l'avevo sempre
accantonata senza riprenderla. La mia migliore amica mi ha convinta a
pubblicarla come è, dicendomi che secondo lei vale la pena
metterlo. Quindi eccolo. Sarà di molti capitoli
perchè il
testo è unico lunghissimo e devo dividerlo. Per cortesia
essendo
un lavoro vecchio che non ho più ripreso per correzioni o
altro,
evitate critiche aspre e senza argomentazioni, è solo un
esperimento su pressione della mia amica. I generi li ho indicati come
appaiono per essere generica e non specifica nel caso qualcuno non
ritenga la storia puntata verso quello specifico genere.
Chapter
1 - Conflitto
Vennero
tutti spostati in maniera concitata in un enorme edificio posto alla
periferia più profonda della città. Non erano
stati
ancora conteggiati, catalogati, registrati e settorializzati.
In
file di due per volta sono indirizzati verso l'enorme porta in metallo
che conduceva in uno spazio così ampio che non riuscirono a
capire la vastità.
Sembrava
diviso in tre aree, a destra dell'entrata vi era una suddivisione in
due livelli, in basso come una sorta di cucinino con qualche sedia e
tavoli sottili dal piano tondo distanziati tra loro da lasciare lo
spazio centrale per un grosso quadrato metallico. Un divanetto
color pelle, forse davvero di pelle, e vari oggetti che sembravano a un
primo occhio elettrodomestici ma erano tutti color argento, forme
minimal e di difficile interpretazione. Due scale per lato che
partivano proprio davanti i tavolini portavano al livello superiore,
che sembrava una zona di relax con divanetti e una sorta di scrivania
nella parte centrale, e quasi addossati ai muri
laterali
quelle che sembravano scalinate sportive. Il piano superiore era
recintato da una ringhiera argentata. Oltre la scrivania si vedeva una
grande finestra quadrata da cui entrava parte della luce nell'edificio.
Infatti vari quadrati per la zona più lunga permettevano una
buona illuminazione anche se strane lampade erano poste sul soffitto e
al livello di quello che era il piano superiore per migliorare la
visibilità nelle zone più basse.
la
zona centrale invece era uno spazio vuoto dove però vari
uomini armati osservavano e smistavano i nuovi arrivati.
Li
indirizzavano verso la zona a sinistra dell'entrata, che a prima vista
sembrava più vasta. Anch'essa di due livelli, era divisa
dalle
altre zone da una sorta di parete di vetro lucido e trasparente che
arrivava quasi fino al soffitto. Anche in questa zona vi erano due
piani raggiungibili da delle scale dopo il muro trasparente.
Il
piano di sotto sembrava simile a quello dall'altro lato ma si capiva
che era più capiente, anche se più tavoli e sedie
riempivano di molto lo spazio.
Era
presente anche una zona con dei tavoli da biliardo e biliardino, altri
oggetti non visibili subito avvicinandosi e gli stessi parallelepipedi
argentati.
Il
vetro permetteva di vedere il piano superiore, pieno di letti a
castello a tre posti. Ed erano tanti.
"Qui
da me cortesemente nome, cognome, data di nascita, collocazione
lavorativa e se di fa parte di un nucleo familiare"
I primi
cento che furono condotti all'interno dovettero fermarsi davanti uno
degli uomini al centro dell'edificio, quello con una sorta di tablet
grigio scuro. Ai suoi lati due uomini con altri tablet e quattro
pesantemente armati.
"A
cosa vi servono queste informazioni? Chi siete? Dovè la
polizia?"
L'uomo
che aveva chiesto le informazioni guardò malamente l'uomo
che si
lamentava. Osservò l'uomo alla sua sinistra e quello scosse
la
testa in maniera negativa. Quando si levarono altre lamentele accadde
la stessa cosa, il primo uomo si voltò verso l'altro e
questa
volta invece di muovere la testa disse chiaramente all'altro di non
dire niente.
"ha
detto di non informare nessuno per adesso, verrà e
parlerà a queste persone spiegando la situazione. Non deve
accadere prima. L'accordo dice questo"
"
Hai sentito" disse l'uomo con il tablet che voleva le informazioni "il
nostro capo ha detto non subito, saprete tutto quando
arriverà"
"E
quando verrà questo individuo? Dovè il sindaco?
Qualcuno
della nostra polizia? Perchè ci avete fatto uscire a forza
dai
nostri quartieri dicendo che di nuovo sarebbe accaduta un'incursione?"
"Vi
verrà spiegato tutto, il nostro capo vuole parlarvi di
persona,
pazientate! E per la vostra polizia, il vostro governo..."
"No,
ha detto che lo faceva di persona. Stai dicendo troppo. Prendi solo i
dati, non voglio vedere i suoi occhi taglienti e il suo silenzio
punitivo perchè li abbiamo fatti impaurire di più"
L'uomo
con il tablet al centro guardò di nuovo quello alla sua
sinistra, torvo, sbuffò e disse qualcosa che i presenti
capirono
come "non ci tengo ad essere punito alla sua maniera e senza sapere
quali diavolerie si inventerà per farci capire l'errore.
Queste
persone lottano contro quella gentaglia da anni, solo un paio di mesi
fa altre cellule hanno fatto ir...."
"Konrad
basta, questi sono ospiti, non membri nuovi dei ranghi. Anche se parli
a Jason lo stai facendo davanti a loro. Vuoi che glielo dica? Devi solo
registrarli e catalogarli. Se ci sono membri di famiglie divise devono
essere riunite con l'altra sezione. Nient'altro"
L'uomo
con il tablet, konrad, sobbalzò e
guardò verso il
cucinino piccolo, seguito dagli altri presenti. Un uomo dai capelli
castano chiaro raccolti indietro e un un'aria indecifrabile stava
seduto a uno dei tavolini, quello più verso il muro di
fronte
agli ospiti. Non lo avevano visto quando erano entrati.
Sbiancò,
quasi atterrito e balbettò un "N-no, Jd. Inizio subito!" e
iniziò a richiedere i dati alle persone di fronte a lui.
"perchè
devo darvi i miei dati? Non so neanche chi siete. Mi rifiuto, state
ottenendo con l'illecito elementi della mia privacy che..."
"No,
non è così"
Si
voltarono di nuovo tutti e Jd, l'uomo che aveva rimproverato
bonariamente gli individui con i tablet si alzò con molta
calma
dal tavolino dove stava facendo qualcosa, lasciando anche una tazza di
ceramica bianca.
"Risistemò
la sedia, lasciando però la tazza dove si trovava, e
guardando
negli occhi l'uomo che si lamentava continuò a parlare.
"Non
vorrei essere sfacciato ma vista la situazione, lamentarsi di
infrangere la privacy è esagerato. Si è rischiata
la
guerra dei continenti per poco, tramite i vostri apparecchi
smartphone scaricate la qualsiasi senza badare a quali dati e quali
parti private del vostro telefono spiino. O rubino o controllino.
Persone che non avevano e hanno le basi per la vita in rete regalavano
ogni tipo di informazione, dalle generiche alle più intime
possibili e molte aziende private di vari continenti, esterni quindi
alla giurisdizione del vostro governo e le sue leggi, hanno saputo
tutto di voi. Letteralmente tutto. La guerra attuale è la
conseguenza di molti errori commessi dalle persone per l'ebrezza della
facilità, rispetto al passato con i pc ad esempio, di usare
un
apparecchio come mai prima. Dati medici, personali, privati o di vari
settori che non dovevano essere diffusi sono invece finiti in mano ad
aziende, soggetti non individuati e anche governi di altri continenti
che hanno portato il vecchio tipo di spionaggio a livelli allucinanti.
Gli oggetti che voi tutti tenete in mano, e che qui non funzionano
perchè siamo schermati per ovvie ragioni, vi hanno reso
chiari
come libri stampati a persone che non dovevano conoscere
certe
informazioni. Documenti personali e riservati di lavoro, certificati
importanti o cartelle mediche e ogni altro dato importante è
passato per le reti e in mano a molte persone. Persone che le hanno
usate per gli attacchi ormai ben noti, almeno nel vostro Paese. Le
cellule che hanno attaccato negli ultimi anni sapevano dove andare e
cosa colpire per questo motivo. Non mi dilungo ma ogni persona che ha
messo qualcosa in rete è vista negativamente. Vuoi per
religione, per mire politiche, sociali, per le temute guerre dei
continenti cercano di colpire persone o luoghi che possono
destabilizzare un Paese o una cultura. Domani potevate essere voi
stessi, con le vostre foto di sorrisi felici, di celebrazione di quella
giornata particolare o altro ancora, possono scegliervi
perchè
vi trovano i bersagli idonei o perchè con altri che si
taggano
in un determinato luogo, elementi di un numero di nuovi sacrifici in
nome di cosa credono o vogliono. Avete visto la vostra
città? Come molte altre porta i segni delle cellule per
quello
che vogliono dire e portare. Sarà il nostro Comandante a
spiegarvi la situazione ma posso assicurarvi che lavoriamo al fianco
del vostro Governo, avete visto i membri delle forze armate del vostro
paese per le strade. Vero? Loro si assicuravano di controllare e
vegliare sulle operazioni di svuotamento della città. Da
mesi
siete diventati uno dei porti franchi, come li chiamate, per le vostre
forze armate sia di questo paese che di quelli che hanno un accordo di
libera circolazione e addestramento dei vostri territori. Noi facciamo
parte di qualcosa del genere ma siamo qui per aiuto. Resterete qui in
attesa di registrarvi e tenervi insieme a famiglie e amici, mentre la
vostra Polizia e sezioni armate vi sostituiranno nelle
città.
Una volta vi erano i bunker protettivi contro i nemici, ma eravate
sempre dentro la città. Adesso nel pieno silenzio vi
proteggiamo
spostandovi in zone sicure. Questa è una di quelle, una
delle
prime Tappe. Una volta che vi sarete registrati e saremo sicuri che
familiari e amici sono tutti insieme nello stesso posto, in quel caso
vi sposteremo dove sono loro in maggioranza, riceveremo la visita del
vostro Governo per terminare le operazioni di svuotamento. Non so
quanto durerà finchè non tornerete nelle vostre
case
ma... come ogni conflitto o guerra la colpa è
sempre di
regole non rispettate. Ma chiarirà meglio il nostro
comandante,
prima dobbiamo inviare al vostro Primo ministro i dati delle persone
che sono al sicuro e confrontarli con le loro e portarvi via. Qui
avrete quello di cui avete bisogno e ci sono edifici che contengono
beni subito utilizzabili, quindi dopo che vi sarete registrati e avrete
preso il vostro letto e i vostri spazi, potrete richiedere le cose di
cui avete bisogno."
Rimasero
tutti in attesa di ulteriori spiegazioni ma l'uomo restò ad
osservare gli ospiti. Poi spostò lo sguardo verso Konrad e
questi quasi scattò sull'attenti rigidi e chiede i dati.
Alla
fine, persuasi da quelle parole i primi cento acconsentirono e furono
indirizzati verso le scale al piano dormitorio. Davanti la paratia di
vetro vi era una grande porta anche questa trasparente con
intelaiatura in metallo, sorvegliata da due uomini, uno di
quali
aveva una strana macchinetta che erogava bigliettini stampati. L'uomo
che si era lamentato ricevette prima un bigliettino appena stampato e
subito dopo un braccialetto.
"Eccovi
anche il braccialetto. Il chip al suo interno è registrato a
voi
come riportano i codici sul bigliettino. Include anche il numero branda
e quali parti del mobilio vi appartengono per le vostre cose. Capirete
che è una cosa momentanea e avrete l'indispensabile e
necessario, ma è stato tutto calcolato in modo che possiate
avere tutti i vostri oggetti con voi ben riposti. Se avete denaro o
oggetti di valore in esubero abbiamo una zona di sicurezza ove riporle,
con il vostro codice indicato sul bigliettino. Sarebbe meglio tenerlo
sempre con sè e non perderlo, ma con il braccialetto
possiamo
comunque stamparne un altro. Per qualunque richiesta, dopo che tutti
gli ospiti saranno registrati e nella zona Living, il personale addetto
alla vostra zona abitativa e a voi dedicato verrà per
aiutarvi e
registrare le vostre richieste. Come vedete cè una zona
cucina e
ristoro, dove potete anche cucinare qualcosa voi, altrimenti riceverete
le pietanze in programma per tutti gli ospiti, avvisateci
però
prima, e il necessario per passare i l tempo finchè il
vostro
Governo non comunicherà la vostra nuova tappa. Buona
permanenza".
Gli
ospiti iniziarono a scorrere uno dietro l'altro dopo aver finito la
registrazione verso il dormitorio.
"Non
cè privacy neanche per questo" disse un uomo guardando le
tantissime cuccette senza divisori ne altro.
"E'
assurdo, ci sono donne e bambini. Non possono fare uno stanzone pieno
di gente senza dividere gli spazi".
"Lo
faremo tranquilli. Come ho detto la nostra intenzione è
quella
di riunire famiglie e gruppi che si conoscono e che preferiscono
restare vicini. Dopo che avremo registrato tutti faremo una sorta di
censimento e divideremo con appositi divisori ogni zona per la vostra
privacy. Abbiate solo pazienza".
Le
persone ancora in piedi a guardare l'enorme fila di letti si
voltò verso la voce, vedendo di nuovo l'uomo chiamato Jd.
Uno
degli uomini ringraziò con un cenno del capo e
portò
alcune persone, forse la sua famiglia, verso una zona del dormitorio.
Quando si furono appartati una delle donne con cui gli chiese se gli
credeva.
"Non
lo so, anche a guardarli non è cè da fidarsi. Non
hanno
neanche detto chi sono e hanno parlato di un accordo di qualche tipo"
"Per
non parlare del fatto che diceva sempre il vostro governo, come se non
fosse uno dei nostri" disse un uomo che passava e sceglieva un letto in
basso vicino a loro.
"Quindi
non lo è"
Rimasero
a fissare accigliati Jd che tornava verso le scale, mentre controllava
le persone che entravano. Era di altezza media, non molto
alto
rispetto a loro, paragonato a loro che erano sul metro e settantacinque
circa. Quindi doveva essere poco più basso visto gli
scarponi
che portava. Si vedeva che era abituato ad allenarsi ma non era
minimamente come gli altri, molto pià muscolosi e grossi.
Portava indumenti leggeri a prima vista, pantaloni larghi di
gamba verde militare abbinati ad una maglietta con le maniche e un
pò di collo beige o un colore simile, non ne capivano di
colori
e due cinture di pelle. Una ai pantaloni e una per varie armi
ai
fianchi e dietro la schiena.
Quando
tutti gli ospiti entrarono iniziò un ol di confusione per
l'entrata di varie persone. Tutti dello stesso gruppo videro, dagli
abiti e atteggiamenti.
L'uomo
chiamato Jd vide entrare e andare nell'altra zona dell'edificio alcuni
uomini di diverse stazze finchè non salutò e si
appartò al centro, dopo aver fatto portare un tavolo e delle
sedie, con altre tre persone. Sembravano amici ed erano di aspetto
totalmente diverso dall'altro. Un uomo enorme, davvero grosso e molto
alto torreggiava su quel gruppetto e stava con le braccia incrociate a
guardare. Jd parlò con un pò con un altro uomo,
magro e
più alto di lui, dal naso pronunciato e adunco e lo sguardo
arrabbiato. L'altro era a metà tra Jd e quello
più
grosso, si vedeva che faceva molta palestra e pareva parecchio allegro
e faceva da spalla a quello secco e accigliato.
"non
sono vestiti tutti allo stesso modo. Se noti quel tizio sta con altri e
sono vestiti uguali. Quelli là sono tutti in nero. E quelli
che
portano roba dentro hanno altri colori. Vuol dir qualcosa?" chiese
l'uomo dalla sua cuccetta in basso a quello con la famiglia.
"Non
saprei ma sembrano tutti dello stesso gruppo. Ha un significato? Quello
che mi fa incazzare è che i cellulari non prendono qui.
Nessuno.
' assurdo, voglio contattare qualcuno ma non posso"
"Hanno
detto che hanno qualcosa per bloccare il segnale. Per ora non sono
tranquillo ma cerco di apparire tale e vedere che succede. La cosa
però che ho trovato strano è che sembrano
militari ma si
comportano in modo diverso. Hai visto come si muovono e interagiscono
tra loro? E con noi? Di solito quando vedi militari sembra sempre che
lo siano fin nelle ossa anche a riposo. Ma non questi."
"Non
capisco cosa vuoi dire. Non vedo niente di strano"
"Osserva
bene. A me non sembrano militari, vediamo tra un pò se colgo
le stesse cose"
"A
me non sembrano diversi dai normali militari. Io voglio solo andarmene
da qui, non starli a vedere"
"Invece
dovresti osservarli bene e capire chi sono e cosa vogliono da cosa
fanno e dicono"
"Perchè.
Lo ripeto, non vedo niente di strano. E comunque tu chi sei per dire di
capire queste cose?" avvicinandosi all'uomo disteso nel letto in basso
mentre la sua famiglia restava in piedi ad ascoltare la conversazione,
come le altre persone che prendevano posto vicino ai letti loro
assegnati. Cèra chi sedeva solamente sul letto e guardava
fisso
davanti, chi era seduto ma ascoltava, chi stipava le cose che aveva
portato dietro nel comodino vicino, nel cassetto a lui assegnato o nei
piccoli armadi a fianco dei comodini, che facevano anche da
distanziatori tra i letti.
"Io
sono Joseph, ex militare. Ecco perchè lo so."
"Buon
per te Joseph, io ho fatto il militare molti anni fa ma non riesco a
capire cosa vuoi dire"
"Te
lo spiegherò. Fammi vedere come va a finire la cosa"
Non
vi fu risposta però perchè, mentre molti uomini
erano
affaccendati a portare casse e altre cose, sono arrivati degli uomini
in pantaloni neri e camicie bianche trafilati, annunciando ai vari
gruppi che lavoravano al centro qualcosa, agitandoli.
"Inoltre
hai notato che attualmente non ci sono donne?"
L'uomo
con la famiglia si voltò di nuovo verso Joseph sorpreso per
poi osservare lui stesso.
"Vero,
niente donne"
"Per
me è strano..."
Poi
videro Jd alzarsi e parlare con gli uomini in bianco e nero, mentre gli
altri erano agitati e lavoravano di corsa per terminare presto cosa
stavano facendo.
nella
zona cucinino dall'altro lato vedevano alcuni uomini prendere qualcosa
da quello che sembrava un frigo, cucinare in un microonde o scaldare da
una fiamma qualcosa su quella che sembrava una mini cucina. Anche
questi smisero di affaccendarsi vedendo l'agitazione intorno e si
fermarono.
"Il
comandante è arrivato. Terminate in fretta o lasciate tutto.
Karl per favore tu continua a montare i pannelli e i computer, ci
serviranno. Preparatevi tutti."
Gli
ospiti videro dalla zona rialzata del dormitorio Jd e il suo gruppo
avvicinarsi al centro e fermarsi, mentre gli altri brulicavano di
lavoro. Poi di aprirono le due porte di nuovo, entrarono un gruppo
compatto di persone che ridevano e parlavano e poco dopo un uomo
parecchio grosso e serio, vestito in rosso sopra e kaki sotto, pesanti
scarponi e con varie armi come gli uomini sopra. Era alto,
più degli altri, parecchio robusto e dal passo leggero e
continuò a camminare anche quando il gruppetto davanti a
lui,
che era chiaro parlava con quell'uomo dietro di loro, si erano fermati
in due ali.
"Hai
visto?" Chiede Joseph all'uomo "Da come cammina sembra incedere con
forza, pesantezza, ma se fai caso poco dopo che quegli uomini si sono
fermati non si sentono i suoi passi. E' silenzioso, eppure vedi come
è muscoloso. Interessante"
"..."
L'uomo
con la famiglia continuò a fissare i nuovi arrivati,
finchè non fece una smorfia.
"QUindi
quello è il comandante? E' giovane e sembra il classico
palestrato dalla pistola facile. Non mi piace"
"Non
mi sembra dalla pistola facile" disse Joseph ridacchiando "interessante
anche questo"
L'uomo
che stavano osservando arrivo da Jd, si diedero caldamente delle pacche
l'un l'altro e parlava e sorrideva con calore agli altri vicino Jd, per
poi voltarsi verso quelli che erano venuti con lui. Questi esultarono,
si abbracciarono e parlarono con il comandante facendo anche ridere lui
e Jd. L'atmosfera era molto tranquilla e amichevole di quell o che
sembrava prima.
"Non
capisco, perchè ora ridono e scherzano?" chiese l'uomo con
la famiglia
"E'
parlate tanto e non ascoltate, se fate silenzio lo capite"
"Margherite,
chiedi scusa per quel tono accusatorio"
"Ma
mamma... " la bambina si voltò indietro verso una delle
cuccette
dove cèra una donna seria in viso che la guardava con
rimprovero.
"non
si preoccupi signora, ha ragione. Invece di parlare dovevo prestare
attenzione, non la sgridi a causa mia"
"Visto
mamma? Avevo ragione"
"Marghi!"
proruppe la donna indignata, poi rivolta all'uomo con la famiglia "la
scusi, agisce sempre d'impulso"
"Nulla,
nulla" disse l'uomo alzando una mano per calmare la situazione, per poi
riportare lo sguardo verso il centro dell'edificio.
"Sembra
che ora parlino di cose serie. E guardano verso le porte. E di nuovo,
sono militari in missione?"
L'uomo
si voltò verso Joseph serio in volto per poi tornare attento
verso glo uomini sotto di loro, che si erano voltati verso le porte,
questa volta seri in viso, imitati da tutti gli altri là
dentro,
rigidi e composti.
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