Allora,
è una fic dove si vede uno svolgimento diverso della battaglia
Guile vs Bison... Ma leggete
-Che
ti succede? Stai pensando all'amico che ti ho ucciso? Cerca di
concentrarti!-
E
Bison sorride sadicamente e gli occhi senza iride, che annegano nel
bianco della loro malvagità, gli si accendono di lividi
bagliori. E' divertito dalla determinazione del suo avversario, gli
piace il coraggio disperato con cui lotta, senza arretrare.
Non
capisce se è l'incoscienza a bruciare quel guerriero, che
ancora, con supremo vigore, sferra un pugno che lacera l'aria, o se è
una determinazione che nasce dalla coscienza, da un setimento
profondo.
Non
lo sa e non gli interessa.
In
fondo, lui crede di "non avere un cuore".
Anzi,
non lo ha.
Perchè
"quella del cattivo è una eccellente carriera".
Lo
ha detto lui stesso al cow boy che ora disperatamente trafigge l'aria
con i suoi attacchi, cercando di colpirlo.
Tuttavia
la determinazione che dimostra il suo avversario è feroce.
Sembra
una tigre pronta a difendere i suoi tigrotti da un cacciatore,
malgrado le ferite che trafiggono il suo corpo e il sangue che segna
di rossi sentieri il pelo di topazio, macchiato da strisce nere.
E
questa determinazione lo colpisce.
In
fondo, lottatori ben più forti di lui, si sono supinamente
sottomessi alla sua volontà, come tante pecore belanti, che si
disperdono non vedendo il loro padrone.
Sagat
per esempio.
Tanto
forte nel Muhai Thai, quanto debole nella volontà.
Tanto
attaccato ad un valore stupido come l'onore.
Lui
invece no.
Non
arretra, non cede dinanzi alla sua potenza straripante, che rischia
di travolgerlo.
Preferisce
morire piuttosto che cedere.
Preferisce
bruciare il sangue piuttosto che arrendersi.
Preferisce
annientarsi in uno sforzo superiore alle sue possibilità di
guerriero, piuttosto che chinarsi e chiamarlo "signore"
E
Bison è curioso.
Vuole
giocare con quella tigre ferita, prima di darle il colpo di grazia.
Vuole
divertirsi prima di ucciderla e di portarne la pelle come segno di
vittoria.
Ma
non sa quello che sta per accadere.
-Cerca
di concentrarti!-
Le
parole trafiggono la mente di Guile. Un pensiero scoppia come un
lampo nella sua testa.
-Cerca
di concentrarti... concentrarti... concentrarti...- Risuona questa
parola nella sua testa.
Le
parole alle volte hanno la forza di trafiggere i veli di inganni
antichi e nuovi.
E
il marine lo scopre a sue spese.
In
un frammento di istante capisce qual è il limite.
Quel
limite che, malgrado anni di allenamenti feroci, fin quasi a
spezzarsi le membra, non è riuscito a superare.
Non
è la determinazione.
Non
è la forza.
La
lucidità.
Troppo
la sua mente è annebbiata dalla collera e dal dolore.
Troppo
il suo cuore è intriso d'odio.
I
suoi sentimenti hanno per lungo tempo bruciato la sua ragione,
impedendogli di esprimere al meglio il suo potenziale.
E
di portare a compimento la sua vendetta.
-Sonic
Boom!- urla e le braccia nerborute, con un flessuoso movimento, si
piegano ad arco.
Le
sue mani brillano di un bagliore dorato e un'ondata di energia,
simile ad una mezzaluna, sfreccia veloce come una cometa, dirigendosi
verso il potente capo di Shadowlaw.
Bison
sorride. Cosa può fargli quel colpo? Guile è e resta
sempre inferiore a lui, nonostante la grinta e la determinazione che
bruciano le sue iridi chiare di fiamme ardenti.
Non
potrà mai colpirlo, nonostante gli sforzi.
Ma
questa volta sbaglia.
Il
colpo lo colpisce al fianco destro, senza che egli possa fare niente
per difendersi.
Lo
taglia, come una lama di scimitarra.
Lento
il sangue scorga sulla parte ferita, morendo sulla nuda terra, che lo
assorbe con avidità, quasi smaniosa di sentire il potere dello
spietato capo di Shadowlaw.
Gli
occhi di Bison si accendono di bagliori rossi.
Ira
pura brucia in quel momento.
Un
essere insignificante ha osato ferirlo!
Un
guerriero che è un bambino al confronto con la sua potenza.
Non
lo accetta.
Non
lo ammette.
Eppure
il calore del sangue è la prova che è stato ferito
dall'attacco del marine, di cui ora sente il respiro spezzato dalla
fatica.
Tuttavia,
ne è sicuro, il suo sangue non smette di bruciare.
La
determinazione scoppia ancora nel suo corpo stanco e oramai distrutto
dalla fatica.
Bene,
presto quel respiro svanirà.
Il
suo cuore cesserà di battere.
La
sua vita finirà.
Con
un calcio in scivolata intriso di energia si lancia contro Guile,
che, stremato, non può nulla e viene travolto.
Gli
sembra di sentire la pressione del mare in tempesta sul petto e le
costole in quel momento si sbriciolano, come alberi spezzati da un
uragano.
A
stento trattiene un gemito di dolore. Pur di non fare sentire le sue
sofferenze è disposto a subire le torture dell'inferno.
Batte
il capo contro una roccia. Per qualche istante il dolore gli annebbia
la mente e la vista, ma dura poco.
Una
mano nerboruta l'ha sollevato dal suolo e ora lo stringe per il
collo, rendendo sempre più difficile il cammino dell'aria.
Apre
gli occhi.
-Bison...-
sussurra con voce sibilante d'odio. Colui che aveva distrutto la sua
esistenza privandolo del suo amico più caro ora lo teneva
sollevato per il collo e lo uccideva come un pollo da spennare...
Che
bella fine!
Non
solo non era riuscito a vendicare Nash, ma stava morendo come un
idiota...
-Mi
dispiace, perdonami amico... -Una tristezza senza fine impadronisce
di lui. Non gli importava di perdere la vita, per mano di quel
mostro, tuttavia... Tuttavia il non potere vendicare l'atroce morte
del suo amico più caro gli bruciava nell'animo...
D'un
tratto un pensiero folgora la sua mente, provata dalla mancanza di
ossigeno. Il suo mortale nemico è a poca distanza da lui e lo
tiene per il collo, stringendolo in una morsa simile ad una tenaglia
d'acciaio... Se avesse scagliato il suo Sonic Boom forse ora sarebbe
riuscito ad abbatterlo... Sarebbe morto, ma avrebbe portato il suo
nemico all'Inferno!
Con
uno scatto supremo allarga le braccia e le mani di nuovo si
illuminano di un bagliore dorato sfolgorante.
Di
nuovo la mezzaluna energetica trafigge Bison al fianco, senza che lui
si possa difendere.
Il
sangue sgorga più impetuosa, nutrendo la roccia nuda e avida
del sangue di uno spietato tiranno che sogna la gloria.
Di
nuovo l'ira brucia il cuore del capo di Shadowlaw.
Quel
maledetto cow boy ha osato ferirlo!
E'
accaduto di nuovo!
Ancora!
Per
due volte è stato sorpreso da un attacco di un guerriero a lui
inferiore!
Due
volte!
Lui,
il capo di Shadowlaw!
Ma
l'avrebbe pagata!
Oh
sì se l'avrebbe pagata...
Avrebbe
spento con il sangue la vita di quell'insolente verme!
Avrebbe
annientato il suo spirito combattivo, di cui sente il calore feroce
attraverso le dita che stringono il collo!
Avrebbe
spezzato lo spirito indomito di quel guerriero che dinanzi a lui non
aveva osato arretrare!
Le
dita affondano nelle carni del collo di Guile. Il sangue sprizza come
una fontana e macchia il viso del potente capo della Shadowlaw, che
sorride e lo gusta. Ha ragione Vega quando dice che è dolce...
Chissà perchè dicono che ha un saporaccio di ferro...
Forse
gli pare dolce perchè è il sangue di un nemico vinto.
Annientato.
Domato.
Tronfio,
guarda negli occhi l'avversario morente, il gladiatore sconfitto.
E
un moto di sorpresa si dipinge sul suo viso.
Non
paura vede nel viso di Guile.
Non
terrore.
Non
richiesta di pietà.
Niente
di quello che aveva pensato.
Solo
lampi di odio scoppiano negli occhi chiari del coraggioso marine,
facendoli brillare più vivi che mai, nonostante l'imminenza
della morte.
Odio
e disprezzo.
Disprezzo
e odio.
La
gioia scompare dallo sguardo di Bison.
La
rabbia inizia a bruciare, di nuovo.
Ma
Guile sorride.
Beffardi
i denti candidi brillano come perle attraverso le labbra livide.
-Ti
sei preso la mia vita, ma non hai mai preso il mio spirito,
assassino!- sussurra con voce stanca e un lampo di odio brilla forte
negli occhi chiari, prima che la morte li chiuda.
Con
disprezzo Bison getta il corpo a poca distanza da lui e si allontana
rabbioso.
Ha
perso.
Per
la prima volta in vita sua sente il sapore di una sconfitta.
Non
è riuscito a piegare l'indomito spirito di quel marine.
Anche
morendo i suoi occhi scoppiavano di odio.
Odio
e dolore.
Ma
mai paura.
Solo
rammarico per non avere vendicato un amico caro.
-Ma
cosa mi importa.- pensa e si incammina, scomparendo nella luce livida
dei lampi che scoppiano nel cielo.
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