Bisognosa et ignuda

di PandaNemoMinerva
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Bisognosa et ignuda. [1]
Così ero d’innanzi le notizie ricevute.
La Francia in rivolta – la mia Regina alla gogna popolare.
La tisi compagna fedele – insieme fino alla morte.
Il cognome di famiglia rovinato – disonoravo fin dalla mia stessa nascita.
Bisognosa et ignuda d’innanzi alla mia immagine.
Dovevo abbigliarmi.
La passione di André come abito per una notte, una mera curiosità dei sensi giacché nulla ormai avevo da perdere. Né conseguenza né cambiamento. Essere donna per una notte non mi avrebbe comportato pure l’essere sposa e l’essere madre.
L’attacco alla Bastiglia, onore immortale negli annali e nella storia. Anche un piccolo rigo nelle cronache sarebbe bastato a non farmi dimenticare o a perdere le mie gesta.
Il quadro equestre, forse qualcuno l’avrebbe osservato e avrebbe immaginato una storia. Chi sarebbe diventata quella bionda figura, che nome avrebbe avuto? Quale la sua storia?
Da morta, avrei vissuto.
Ma ora, bisognosa et ignuda, attendevo alle soglie. [2]
 
 
 
 
 
 
 
[1] “Bisognoso et ignudo” sono le parole usate da Pietro Bellori per descrivere Caravaggio al momento del suo arrivo a Roma.
 
[2] Le soglie. Si possono intendere sia i cancelli del Paradiso, ma anche la terrena agonia prima della morte, dopo gli spari. Ho voluto lasciare libera interpretazione.
 




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