Capitolo nove, Mercoledì &
Giovedì
[And then I go and spoil it
all by saying something stupid…]
I practice every day to find some clever lines to say
To make the meaning come through…
But then I think I'll wait until the evening gets late and I'm alone with you
The time is right
Your perfume fills my head
The stars get red
And, oh, the night's so blue
…And
then I go and spoil it all
By saying something
stupid
Like “I love you”…
[Mi esercito ogni giorno per cercare
qualche cosa intelligente da dire
Per far venir fuori il significato…
Ma poi penso che aspetterò finché il
pomeriggio diventa tardi e sono solo con te
Il tempo è perfetto
Il tuo profumo annebbia la mia mente
Le stelle diventano rosse
E, oh, la notte è così blu
…E poi inizierò a rovinare tutto
Dicendo qualcosa di stupido
Come “ti
amo”…]
Passi
pesanti e cadenzati.
-Porca
miseria, idiota! Lo vedi che sei proprio un cretino?!
Un cretino, un idiota! Ti muovi come
un elefante, ah! Non vedi che sta dormendo?! Altro che
genio di Konoha, demente!-
Uno
schioccare di lingua.
-Sei tu
che non c’entri un cazzo, qui dentro! Che diavolo vuoi adesso, che sei ancora fra le palle?!
Va tutto bene qui, non vedi?!-
Un
ringhio basso, cupo, minaccioso.
-Ssssh! Zitto! Abbassa quella voce,
idiota, sennò si sveglia! E comunque non
va tutto bene… guarda che disordine, guarda!
E la tua svogliatezza fa lavorare la mia sorellina come non ha mai lavorato
prima d’ora!-
Un colpo
di tosse secco intima di abbassare la voce; i due obbediscono subito.
-…E
comunque-, continua la prima voce, bisbigliando adesso -oramai sono qui e
oramai ci resto fino al vostro matrimonio,
cocco!-
Silenzio.
-…Perché
ci sarà un matrimonio, non è vero, Shika caro? Non continuerete ancora con questa immorale quanto fuori
luogo quanto indesiderata convivenza,
no?-, finisce poi, intimidatoria.
L’altro
si schiarisce la voce ed evidentemente si gratta la nuca.
-Certo
che ci sarà, Kanky
adorato. Vorresti fare tu la damigella?-, chiede sardonicamente.
L’altro bercia qualcosa circa l’assurda situazione che in
questa casa si è venuta a creare e che a Suna non si sarebbe mai creata;
inizia così a sproloquiare prendendosela con l’altro ragazzo,
dicendo che a Konoha oramai vigono i cattivi costumi e la lascivia, che la
moralità è andata a farsi benedire, che oramai non ci si sposa
più; ma un secondo e perentorio colpo di tosse proveniente dalla mia
gola interrompe i suoi vaneggiamenti e lo zittisce seduta stante. Kankuro
deglutisce e si gratta il collo, nervoso.
Io
sogghigno, continuando a far finta di dormire.
-E…
come ti stavo dicendo-, continua mio fratello a voce
talmente bassa che a stento riesco ad udirne le parole -se però questo
è proprio ciò che volete io non posso fare che acconsentire - giustamente, eh! - e… essere estremamente felice per voi!-
Shikamaru
ridacchia, schioccando ancora la lingua.
-Tua
sorella ti fa così paura, eh? Prima non sembravi così
arrendevole…-
L’altro
sbuffa, virilmente offeso.
-Paura! Paura! Stai parlando con il fratello del
Kazekage, cocco,
nonché con uno dei jonin
più abili di tutta Suna… come diavolo ti viene in mente che io
abbia paura di questa qui?! Senza contare che --
-Oh, insomma-,
sbotto, aprendo gli occhi e alzandomi di scatto a sedere -la volete smettere?! Stavo tentando di dormire!-
Entrambi
impallidiscono e si gettano -letteralmente si
gettano- ai
miei piedi, preoccupatissimi.
-Temari!
Che diavolo fai?! Alzarti così velocemente
nelle tue condizioni! E urlare così tanto! E
dormire così poco!-, inizia Kankuro.
-Seccatura
scellerata! Ma pensi prima di agire?! Guarda, sei
tutta sudata! E poi --
Ma la
vena che pulsa pericolosamente sulla mia tempia li zittisce all’istante.
-Brutti
idioti-, borbotto, girandomi su un lato e facendo per scendere dal letto -sono
incinta, non sto mica morendo!-
Ma
gli altri due non vogliono saperne di lasciarmi alzare e mi costringono
nuovamente a stare supina; li fulmino con gli occhi per la millesima volta e
tamburello le dita sul lenzuolo, terribilmente nervosa e arrabbiata.
-Potrei
bere, almeno?-, chiedo, dura.
Essi non
se lo fanno ripetere due volte: scattano e si dirigono verso la cucina,
portandomi ognuno due bicchieri
d’acqua. Li squadro e alzo pesantemente un sopracciglio, accigliata.
-Da
quando in qua muovete così velocemente il culo
per me? Dico a te, pesaculo!-, biascico, ridacchiando
e prendendo in mano uno dei quattro bicchieri.
Il
diretto interessato pare arrossire un po’ e rotea gli occhi; è a metà fra l’imbarazzato e il
compiaciuto, ma non vuole darlo a vedere.
-Oh, in
questa settimana ho imparato ad essere un po’
più celere.-, risponde, pacato.
Ghigno e
prendo un altro bicchiere, bevendolo in un solo sorso.
-…E
ad esaudire ogni mio desiderio. Non è
così?-, ribatto. L’altro rimane stizzito e s’indigna; Kankuro guarda la scenetta e sogghigna, commentando:
-L’hai schiavizzato per bene, eh, sorellina?-
Prendo un
altro bicchiere, seguitando a guardare Shikamaru, e ribatto:
-Oh,
sì. Non è stato facile, ma alla fine il ragazzino ha ceduto.-
E a
questa provocazione l’altro non può che rimanere offeso e
bisbigliare, accigliato:
-Ragazzino…!
Ho solo tre anni meno di te, tsk…-
-Tre anni
che, però, si fanno vedere…-, replica Kankuro,
continuando a ridacchiare.
Shikamaru,
non potendone più, si gira verso il quasi cognato e lo squadra; i due borbottano
una mite sequela di insulti per un po’ e io ne
approfitto per alzarmi, ma non appena mi vedono si coalizzano nuovamente e si
gettano al mio fianco.
-Posso prendere
qualcosa da mangiare, che diamine?!-
Ma i
due, scandalizzati, rispondono nuovamente che non possono lasciarmi andare e
fanno per avviarsi, quando si scontrano e si guardano di nuovo male.
-E piantatela! Sono io il padre
di quel bambino, non tu!-
-Ehi, ehi, idiota! Io conosco Temari da molto più tempo di
te! E in quanto zio
del bambino non posso starmene qui con le mani in mano! Quindi,
mettiti da parte!-
E
così ricominciano a litigare, disquisendo su ciò che faranno o
non faranno a questo povero bambino che avrà parenti così travisati ed assurdi; ma guardando entrambi urlare e
sogghignare e offendersi così tanto non posso fare a meno di sorridere e
di sorridere, in un modo che probabilmente tempo prima avrei definito stupido. Questi due tengono così tanto a me che sono pronti a prostrarsi e a
umiliarsi di fronte all’altro per ogni mio capriccio; Kankuro,
così fintamente duro e rozzo com’è, si è fatto tutta
la strada da Suna a Konoha e ha sopportato tutti questi giorni con il
‘rivale’ solo per vedere come stessi; e Shikamaru… Shikamaru,
il pigro, abulico e sciatto Shikamaru esaudisce ogni mio desiderio prima ancora
che io lo pensi. Mi massaggia le spalle, mi porta da bere, addirittura prepara
il pranzo (con risultati disastrosi, ma va be’),
pulisce casa… è così cambiato, in questa settimana, che in effetti stento a riconoscerlo. E probabilmente non lo
ammetterà mai, ma lui è ben felice di fare tutto ciò; e
altrettanto probabilmente io stessa non lo ammetterò mai, ma io lo amo più di ogni altra cosa. E
così adesso lo guardo, lo guardo e lo riguardo:
come sbuffa, come s’indigna, come sogghigna e come si gratta sciattamente
la testa… io amo tutto di lui, e non credo che potrei fare a meno di ogni
suo singolo gesto, ogni giorno…
-Un
maschio! Un bellissimo maschio, ah! Le femmine sono fin troppo seccanti, e poi --
…Ma
la parte femminile di me viene bruscamente cancellata
da questa sua stupida affermazione; lo squadro e sogghigno.
-No, no,
no, non avete capito niente voi due!-, replico,
superiore. -Sarà una femmina, oh, sì.-
Shikamaru
socchiude gli occhi e alza un sopracciglio: ed eccole qui le nostre tanto amate
e famose sfide, ecco qui i nostri epici battibecchi. Entrambi sembriamo non
farne a meno: anche se oramai siamo grandi, anche se siamo rispettabilissimi
ninja e anche se fra un po’ di tempo saremo genitori -e qui un brivido percorre la mia schiena-, i litigi ci
sono e ci saranno probabilmente per sempre. E io non
potrei viverne senza, davvero.
-Un
maschio. Un bel maschio… le femmine danno troppi guai. Devi fare
attenzione a come si vestono, con chi escono, ai loro
amici, alle loro missioni, ai loro turbamenti, alle loro voglie… no, no,
io non ci sto!-, replica il Nara.
Kankuro
esala un pesante respiro e batte un colpo sulla spalla dell’altro
ragazzo, con fare comprensivo.
-E tu sei
fortunato che non hai una sorella. Una seccatura continua, per dirla con parole
tue.-, commenta, guardandomi di sbieco.
Schiocco
la lingua e ghigno ancora, rimettendomi a sedere sul materasso e appoggiando la
schiena -che ultimamente mi fa un po’ male- alla spalliera.
-Una femmina, vi dico… sono contornata
da fin troppi maschi che hanno fin troppi problemi. Due fratelli, un quasi marito, i migliori amici di tutti
e tre e svariati maestri a contorno… No, grazie, devo essere capita da
qualcuno!-
La mia
dolce metà fa per replicare, ma qualcuno bussa alla porta; troppo pigro per andare, manda mio fratello ad aprire. Due secondi dopo
sento un veloce e leggero rumore di passi, poi un urletto
e una risata; mi ritrovo davanti infine un piccolo uomo che mi abbraccia e mi
bacia tutta.
-Zia!
Zia! Ma allora è vero, è vero che sei tornata da quel tonto!-
Prendo lo
schizzetto sotto le ascelle e lo allontano dal mio volto per guardarlo e fargli
una ramanzina circa le buone maniere; ma il piccolo Hisaki
ride talmente tanto che non posso fare a meno di addolcire la mia espressione e
di ghignare a mia volta, abbracciandolo.
-Oh,
sì, che ci vuoi fare…! Alla fine ho ceduto. Ma l’ho
incastrato per bene, sai?-, borbotto.
Shikamaru
biascica un “che rogna i ragazzini”, sbuffa e si mette sciattamente
seduto; ma subito dopo entra Choji, sorridendo, e gli
dà una pacca sulla spalla.
-Ho preso
il piccolino e l’ho portato al parco, ma quando gli ho detto
della bella notizia ha voluto subito venire qui.- sorride bonariamente,
guardando il bambino che ridacchia e che fa le linguacce a Shikamaru. -Ha detto
che ti doveva fare una ramanzina, sai?-, aggiunge infine, ghignando.
Shikamaru
sbuffa e si sbraca sulla sedia, annoiato.
-Oh, ne
ho ricevute talmente poche questa settimana, in effetti…-
Il
piccolo Sarutobi si gira verso di me ed esclama:
-L’ho rimproverato per bene, sai? Ho fatto il mio dovere,
l’ho fatto proprio sentire uno schifo… Vero, zietto?-
L’altro
lo scruta biecamente e replica, stizzito e fintamente offeso:
-“Uno
schifo”…! Mi hai detto delle cose che mi hanno fatto piuttosto
riflettere… Stai parlando con il genio
di Konoha, moccioso!-
Hisaki
lascia la presa al mio collo e si avvicina, gattonando sul materasso, al
ragazzo; gli va vicino e gli stampa un bacio sulle
guancia.
-Un
genio… mica tanto. Io mi chiedo ancora come si possa litigare con la Zia! E’ una donna
dolcissima, no?- constata, sorridendomi; Kankuro inizia a tossire rumorosamente, evidentemente
avverso a ciò che il piccolo ha appena detto.
Io ghigno
e alzo superbamente le sopracciglia.
-Ho
sempre sostenuto che è questo ragazzino il vero genio di Konoha! Altro che te, crybaby!-, esclamo.
Lui
socchiude gli occhi e s’imbroncia.
-Bambini
e donne. Che seccatura.-
Rimaniamo
dunque per un bel po’ di tempo a parlare e a insultarci, mentre gli altri
tre intervengono; dopo un po’, però, Choji
prende Hisaki per la mano e si gira verso di me.
-Noi ora
dobbiamo andare, devo riportarlo da Kurenai. Voi statemi bene… e tu, Shikamaru, lavora. Non vorrai
far faticare la tua donna in queste condizioni, vero?-, dice, sorridendo;
l’amico lo guarda, sorride e alza gli occhi al cielo.
-No,
no… e poi, chi la sente?-, borbotta, squadrandomi e canzonandomi.
Choji
e Hisaki ci salutano, dunque, ma prima di varcare la soglia il piccolo mi viene vicino e fa:
-Dammi
una cuginetta, zia! Ci sono un po’ troppi uomini ultimamente, e io voglio fidanzarmi presto. Ok?-
Sorrido,
guardo per l’ennesima volta il mio caro compagno e replico:
-L’ho sempre detto che sei tu
il vero genio qui!-
Lui
ridacchia, mi stampa l’ennesimo bacio sulla guancia e se ne va; dopo un
po’, Kankuro -iniziando a sentirsi
effettivamente di troppo- borbotta
qualcosa circa il voler avvertire Gaara tramite
messaggio della lieta novella e di prepararsi un bell’abito da cerimonia;
dunque esce anche lui.
Io e
Shikamaru rimaniamo insomma finalmente soli; lui si stiracchia, sorride e si
stende al mio fianco sul letto, guardandomi negli occhi.
-Hai
visto? Troppi maschi, l’ho sempre detto.-, borbotto, girandomi su un
lato.
Lui alza
gli occhi al cielo e sbuffa.
-Sarà.
Ma tutti insieme danno comunque meno guaio di una sola femmina.-
Mettendo
da parte per una buona volta le polemiche, sorride ancora e mi prende una mano
fra le sue.
-Tu,
insomma… Cioè… come…?-
Ma
prima che egli possa finire la frase, sbuffo e sbotto:
-Come
sto? Sto bene, Shikamaru, davvero. E’
la quinta volta che me lo chiedi nel giro di un’ora! Non sono neanche al
secondo mese, non sto morendo! E se
voi mi faceste fare qualcosa…-
Sbuffa,
ancora.
-Dunque. Prima ti lamenti che non faccio
mai niente, e va bene. Adesso ti lamenti che faccio tutto io. Una via di mezzo
no, eh?-
-Oh,
tanto lo so che senza i miei rimproveri non vivresti… O sbaglio?-
Ridacchia
ironicamente e si sgranchisce, appoggiando entrambe le spalle al materasso.
-Certo,
mi fa così piacere venire cazziato
per qualsiasi motivo… Devo solo scegliere come sbagliare, a quanto pare…-
E
così cala il silenzio; lui chiude gli occhi, sorride e continua a
stringermi la mano; e io di tutta risposta lo guardo,
sorridendo come mai in effetti ho fatto prima, e carezzandogli il dorso
dell’arto. Questa scena sembra piuttosto inusuale:
nessun battibecco, nessun rumore, nessun litigio, nessun rimprovero…
entrambi ci beiamo della semplice presenza dell’altro, del suo semplice
odore o respiro; e veramente non basta altro.
Improvvisamente,
però, lui si gira di scatto e si avvicina a me; sorride. E dice una cosa
piuttosto stupida.
-Ti amo,
lo sai?-
Alzo un
sopracciglio, furba.
-Ah,
davvero? Io no, mi spiace.-, replico, facendo
spallucce e ghignando.
Shikamaru
fa un’espressione scettica e ridacchia.
-Tsk.
Seccatura.-, commenta solamente,
abbracciandomi.
*
Ma che diavolo ci trovi in lui?!
Questa
è la domanda che più spesso ho sentito in questi quattro anni;
è la stessa domanda che Ino mi ha rivolto quando le ho annunciato che io
e Naruto ci eravamo messi insieme, la stessa che i
miei stessi genitori avranno probabilmente pensato quando gliel’ho
presentato, e la stessa che ogni tanto i miei pazienti mi pongono quando dico
loro che nella mia squadra, tempo fa, c’era anche Sasuke; ed è la
stessa domanda, infine, che mi è sopraggiunta in mente ieri, non appena gli
ho posto quella bizzarra quanto esplicita richiesta.
Ripensandoci,
in effetti, non posso che ridere; la sua espressione l’attimo dopo in cui
gli ho direttamente chiesto di sposarci
è qualcosa di indescrivibile. Ha guardato prima
la mano che gli ho stretto, poi me, ha allungato la bocca, dilatato allo spasmo
le pupille e osservato ancora la mano; evidentemente non ha
creduto troppo a ciò che stava succedendo, perché ha continuato
questa alternanza di sguardi per un po’ finché non mi sono
spazientita e ho schioccato la lingua, nervosa.
-Sentiamo
un po’. Quali improbabili e assurdi filmini mentali ti sei fatto in
questa settimana, eh, Narubaka?-,
ho sibilato, guardandolo di sbieco.
Lui ha
realizzato dopo qualche secondo ciò che avevo appena detto, ha deglutito,
si è sistemato un po’ meglio sulla sedia e si è grattato
nervosamente un lato del collo, come fa sempre quando è imbarazzato.
-Io…?
Filmini mentali…?! Andiamo, Sakura-chan,
ma lo sai di cosa stai par- -
-Oh, lo
so benissimo di cosa sto parlando, mio caro! Oramai, disgraziatamente, ti conosco… ti
sarai fatto una sequela interminabile di fantasie e paranoie del tutto improbabili e inesistenti che ti hanno portato a credere che io adesso ti volessi
mollare definitivamente e che tutto ciò che hai sentito non potesse
essere vero… Non è così, cretino?-, ho continuato,
minacciosa, assottigliando gli occhi.
Lui ha
seguitato a guardarmi, del tutto dimentico della coraggiosa proposta che avevo
esclamato pochi minuti prima; si è grattato rudemente il capo e ha sorriso
come un beota per un buon minuto.
-No,
è che…! Cioè…
alcuni aspetti del… tuo comportamento, ecco, forse mi hanno indotto a pensare
che…-, ha iniziato debolmente, perdendo voce ad ogni sillaba sotto il mio
sguardo perentorio; e subito dopo ha preso una boccata d’aria e ha
finito, con voce più squillante: -Ma è un’altra storia, non
pensiamoci più adesso, è passato! Cosa avevi
detto, pr-
…Ma
non ha finito in tempo, dal momento che il suo braccio
destro è stato straziato dall’ennesimo pizzicotto; lui ha biascicato
una lamentela piuttosto debole ed è rimasto zitto.
-Forse ti
hanno indotto a pensare che…? Continua, continua,
cretino, voglio sentire.-, ho ordinato, intimidatoria, iniziando a
sghignazzare.
Egli ha
preso dunque un respiro e mi ha guardato a lungo.
-Ok, Sakura-chan… ok. Ma poi non dire che non te l’avevo detto…! E
comunque io ormai non c’entro più niente, è storia passata, oramai sono una persona nuova! Anzi, a dire la verità mi sembra in ogni caso piuttosto
inutile e…-
-Naruto!-
Ha
deglutito un’ultima volta, rendendosi conto di non poter sfuggire, e ha
raccolto tutte le sue forze.
-E’
che… be’, io pensavo che tu fossi così tanto arrabbiata da… insomma,
da…- e qui si gratta un
orecchio, abbassando la voce
-…pensare ancora a Sasuke. E p…-
-TU CHE COSA?!-, ho
urlato, alzatami di scatto dalla sedia, e fissandolo biecamente; lui ha fatto
altrettanto e mi è venuto vicino, con la testa bassa.
-Ok, ok, è una cosa stupida da pensare, lo so! Ma non ho
fatto a meno di poterlo credere… ero distrutto, Sakura-chan,
distrutto! Ho provato a cercarti dappertutto; sono andato proprio da Sasuke per
parlare, e ho notato una tua borsa che di solito usi; ho chiesto al maestro Kakashi, che mi ha detto che ti ha visto con lui e
che… be’, reggevi un mazzo di fiori in
mano. Stessa cosa Ino, che poi ha aggiunto che “con lui andrà
tutto bene”, e io ho pensato che si riferisse a
voi due…! Poi, quando non ne potevo più, sono andato in ospedale,
ma non ti ho trovato; e un’infermiera mi ha detto che eri uscita proprio
con quell’idiota, che però due giorni prima mi aveva assicurato
che sarebbe andato in missione e non sarebbe tornato per qualche giorno! E
un’altra ha detto che una volta ti ha vista
uscire all’una di notte, sebbene tu dovessi ancora finire il turno, e che
poi non sei più tornata!-
Mi sono
più e più volte scrocchiata le dita, nervosa, cercando di
calmarmi e intimandomi l’autocontrollo; ma come diavolo si può
essere così cretini…
-Naruto,
dimmi un po’-, sono riuscita a commentare,
respirando affannosamente per l’ira -l’infermiera
che ti ha detto che Sasuke era venuto a prendermi in ospedale cosa ti ha detto precisamente?-
Lui
è rimasto per qualche secondo interdetto, ha roteato gli occhi e ci ha
pensato un po’ su.
-Be’,
ha detto che era pallido, alto, magro, con occhi e capelli scuri… quindi,
be’, io ho capito che era Sasu…
S-Sasu…-
Ed
evidentemente il suo cervello -oh, da
qualche parte deve averlo pure lui, andiamo- deve
aver azionato qualche meccanismo, o il suo buonsenso si è risvegliato di
botto, o non lo so; fatto sta che ha iniziato a guardarmi con occhi vitrei e
increduli e ha allargato per la seconda volta la bocca.
-Oh
cazzo. Era Sai.-, ha
sentenziato infine, monotono e in difficoltà.
Io ho
sogghignato malignamente e mi sono avvicinata a lui, tirando in alto le sopracciglia
e incrociando le braccia davanti al petto in maniera molto superba.
-Però,
vedo che inizi ad usare quella roba lì dentro. Ebbene sì, mio caro cretino!
Era Sai. Mi è venuto a prendere all’ospedale perché sapeva
in che situazione stavo, e mi ha fatto un po’ di
compagnia. Ma veniamo al resto, adesso! Kakashi e Ino ci hanno visto nello stesso giorno a pochi
secondi di distanza, non in due giorni separati; e io
avevo un mazzo di fiori perché Sasuke voleva portarli, pensa un po’, ai suoi genitori e al
fratello al cimitero di Konoha, e io li stavo sorreggendo; li avevamo appena
comprati al negozio di Ino. Poi… uhm- e qui mi sono fermata in maniera
piuttosto caparbia per far finta di pensare -l’uscita
all’una di notte, certo! Pioveva e non avevo un ombrello, così
sono andata da Sasuke, che abita proprio davanti all’ospedale, e me ne
sono fatta dare uno; ma mentre stavo lì mi sono
scordata la borsa, che evidentemente non sono riuscita a prendere prima del nefasto giorno in cui tu sei andato da
lui. Ah, poi sono rientrata al lavoro dopo un’ora perché aspettavo
che smettesse di piovere: evidentemente, quando sono tornata
la cara infermiera se n’era andata e non mi ha visto.-
Ad
ogni parola che ho aggiunto la sua espressione si è fatta via via più incredula e il suo sguardo più
luminoso; alla fine del mio discorso io ero stizzita e fredda e lo guardavo
biecamente, invece lui era estremamente felice e stupito.
-Dunque…
tu stai veramente dicendo che… mi hai perdonato e che… mi sposerai?!-, ha
urlato, venendomi sempre più vicino e prendendomi le mani fra le sue;
aveva un sorriso così raggiante e occhi così sinceri che non ho
potuto fare a meno di addolcirmi -controvoglia- un po’.
-Volevo…
ma dopo tua questa dichiarazione, cretino…-, ho borbottato, arrossendo e
abbassando lo sguardo.
E mi
è preso un po’ di sconforto, e ho pensato la fatidica domanda: ma che diavolo ci trovo in lui?! E’ rumoroso, ottuso, casinista, spaccone,
testardo e stupido… cosa
diavolo può avere indotto a farmi innamorare così perdutamente e
scioccamente di questo ragazzo, che di particolare in verità non ha
proprio niente, e che anzi ha tutti i difetti di questo mondo, e cosa cavolo
può avermi spinto a fargli una proposta così fuori luogo e
assolutamente --
Ma il
mio soliloquio è stato presto interrotto da un paio di dita che hanno
dolcemente preso le mie guancie e che hanno iniziato a tirarle debolmente, e da
una risata contagiosa e splendidamente solare.
-Sakura-chan…! Io ti amo!-
Naruto
mi ha guardato e riguardato, e ha continuato a shakerare
la mia pelle -come io di solito faccio con la sua, ma lui ha agito molto
più delicatamente- in maniera dolce e non invasiva; mi ha poi dato un ingenuo
bacio sulla fronte, ha allargato le spalle e mi ha abbracciato con tutto il suo
amore, così palpitante e
così totalizzante che io stessa ne sono rimasta colpita.
E… d’un tratto, ho capito davvero perché lo amo. Naruto mette passione e forza in
qualsiasi cosa intraprenda; e, in questi undici anni, mi ha sempre e
continuativamente trasmesso energia e solarità… e tanto, tanto amore. Perché lui sarà
pure casinista, spaccone, rumoroso e stupido, terribilmente stupido… ma è proprio lui, l’uomo della mia vita. E
così sarà per sempre, a quanto pare.
E anche in
questo momento, in cui sto ridacchiando ripensando a ciò che è
successo durante tutta questa settimana, non posso fare a meno di sorridere e
arrossire e convincermi che davvero
questa è stata la scelta migliore; osservando questa buffa figura
davanti a me -è mattina presto, sono venuta a trovarlo a casa sua mentre
lui ancora dorme- bofonchiare qualcosa nel sonno vagamente somigliante a
“Sakura-chan!”, e massaggiandogli
dolcemente una guancia, non posso fare a meno di pensare che la vita, alle
volte, è proprio strana.
Abbiamo
litigato, ho sofferto, hanno operato i miei genitori, Tsunade-sama ha prima
dato le dimissioni e poi riconquistato fieramente il proprio posto, Ino si
è scoperta decisamente e immensamente innamorata di qualcuno di ben noto, Temari ha
verificato di essere incinta, abbiamo fatto pace… e tutto questo… solo in una settimana.
*
[Il
giorno dopo, Giovedì]
-Se ci
pensi, però- parlotta, con la voce impastata di sonno -è stata un pochino colpa di entrambi.-
A questa affermazione, mi giro su un lato e lo fulmino con gli
occhi.
-Di entrambi?-, chiedo ironicamente.
Lui alza
gli occhi al cielo e sbuffa; sistema un po’ il cuscino sotto la sua testa
e chiude gli occhi, sconsolato. Dopo la mattutina visita di amici, è
stato il turno dei parenti: sua madre e suo padre sono venuti da noi e sono perfino
rimasti a pranzo. Yoshino si è più
volte congratulata con me per aver tenuto duro fino all’ultimo con quel pesaculo -parole
sue!- del figlio, e Shikaku ha fatto una bella
ramanzina a Shikamaru circa il trattare come si deve le donne. Che dire, ho proprio
due suoceri fantastici!
E, dopo i
parenti, mi sono concessa un bel pisolino su esortazione -ovviamente-
del cosiddetto pesaculo qui accanto, da cui a quanto
pare sto iniziando a prendere tutti i vizi; e il pisolino si è
trasformato in una dormita di qualche ora, tant’è che adesso
è sera ed è quasi ora di cena.
-Oh, be’… sì.
Cioè, avresti anche potuto evitare di arrabbiarti così
tanto per quella piccola litigata fra me e quello lì…! E
poi, chissà cosa sarebbe successo se non fossi arrivato io e…-
Respiro
molto pesantemente, cercando di trattenere la mia ira.
-Era un
collega, Shikamaru. Un collega. E tu
sei geloso marcio.-, replico, ghignando.
La sua
reazione è fra le più buffe: evidentemente non vuole far
esplodere di nuovo la litigata della settimana scorsa -ed altrettanto
evidentemente non vuole passare un’altra settimana in quelle condizioni
pietose, aggiungerei-, ma non vuole neanche darmela vinta così
facilmente.
-Forse.
Un pochino. Leggermente.-, ammette, imbronciato, per poi concludere:
-Ma non dirmi che a te questa cosa non fa piacere, seccatura…-
E adesso
è il mio turno di tentennare un po’; ma, in effetti, negare la
perfetta evidenza non servirebbe proprio a niente, visto che
ci conosciamo meglio di chiunque altro; e così mi ritrovo a sorridere.
-Da morire, crybaby.-
Egli pare
estremamente soddisfatto così; ma io riprendo
il discorso di prima e ci ragiono un po’.
-Tornando
a ciò che avevi detto… be’,
diciamo che la colpa è soprattutto tua, perché quella scenata te
la potevi decisamente
evitare, ma forse è anche un pochino mia, perché ultimamente sono
spesso nervosa… Ma d’altra parte, credo di avere tutte le ragioni
del mondo per essere un pochino isterica, o sbaglio? …Quindi,
alla fin fine, io sono pienamente
giustificata, ma tu sei assolutamente
da colpevolizzare. Il che vuol dire che, ancora una volta, ho ragione io.-
Shikamaru
rimane letteralmente basito da questo mio discorso; si schiarisce la voce, mi
scruta torvamente e si gratta il capo.
-Sei
incredibilmente seccante, tu. Ti rigiri il discorso come ti pare e piace…
con una logica e un modo di procedere non proprio convenzionali, diciamo. Ma finiamo questo discorso qui, altrimenti rischio di
impazzire.-
Ancora
una volta, ghigno.
-E poi
non vuoi ammettere di avere torto marcio. Tutti uguali, voi uomini! Anche
Sakura dice lo stesso di Naruto… voi pesaculo
vi passate i vizi, ah! Anche loro due
hanno litigato in questa settimana, sai?-
L’altro
manda un mugolio.
-Sì,
diciamo che ci siamo fatti abbondantemente compagnia. Poverino lui,
davvero…-, borbotta, guardando afflitto il soffitto.
Alzo un
sopracciglio, piccata.
-Poverino?
Lui?!-
Shikamaru
sembra spiazzato da questa mia reazione.
-Be’,
Sakura non è che si sia comportata precisamente
bene con lui, per dirla in maniera molto elegante…-
Io
rimango semplicemente scandalizzata.
-Ah, no?! Dopo che lui non faceva altro che parlare e parlare di
quando diventerà Hokage, e dopo che non la ha
minimamente ascoltata, lei doveva anche rimanersene zitta e buona?!
Mentalità maschilista, ecco cos’è questa!-, replico, alzandomi di scatto a sedere; lui fa altrettanto ma
non perde la sua flemma.
-Ho
capito, ho capito, probabilmente ha torto lui, ma da qui a mettergli le corna con
il suo migliore…-
Sgrano
gli occhi, atterrita.
-Corna?! Ma di che diavolo stai parlando?-
Lui
strabuzza gli occhi e si schiarisce la voce, leggermente confuso; inizia dunque
a raccontare tutta la sequela di avvistamenti che il suo amico demente ha
assunto come prove schiaccianti del fatto che fosse cornificato; e, a fine del resoconto,
io sono decisamente allibita. Ma che diavolo ci trova Sakura, così carina e posata, in lui? Gli
spiego dunque la mia versione dei fatti, raccontandogli per bene i retroscena e
gli avvenimenti, e lui rimane allibito.
-Oh. Be’, è proprio scemo, allora.-
-E tu gli sei andato completamente dietro.-, gli faccio notare,
sarcastica.
-…Più o meno.-, ammette, umile.
Rimaniamo
dunque un po’ così, parlando del più e del meno; ma
all’ennesimo battibecco non ce la faccio più e mi alzo, decisamente stanca di tutta quell’apatia.
-Pesaculo,
su, forza! Muoviti! Dobbiamo andare!-
Alla
parole “muoviti” e “andare” rabbrividisce
istintivamente.
-Andare…
dove?-, chiede, con l’aria decisamente stanca di
chi non ha fatto veramente nulla; sogghigno e borbotto, mentre sistemo alcuni
vestiti sparsi su una sedia:
-Oh,
Naruto ha indetto una cena stasera, me l’ha detto Sakura. Ci ha
ovviamente invitati. E’ anche in nostro onore, a
quanto ho capito.-
Rimane
basito e piuttosto scocciato.
-Non te
l’avevo detto…?-, chiedo con fare innocente, sogghignando: in
verità non gliene ho parlato appositamente,
altrimenti lui si sarebbe ribellato dicendo che è una cosa
“seccante” o una rogna.
-Veramente,
no.-,
borbotta, risentito.
-Ah…
sai, in verità io ci tenevo ad andare…-, replico, facendo
spallucce, e guardandolo con i miei occhi da gatta.
E lui mi
lancia un’occhiata, rotea gli occhi al cielo e si alza, sbuffando e
imprecando, ma anche sorridendo.
*
-Padre?! Quel pesaculo? Padre?!-
Sbuffo
per l’ennesima volta, continuando a tirarlo per il gomito e a ridere ad ogni sua imprecazione.
-Sì,
demente, sì! Temari è incinta, e Shikamaru diventerà
padre. Te lo assicuro!-
Lui
sembra ancora molto incredulo; si gratta leggermente il mento e stringe un
po’ di più la presa sulla mia spalla, dal
momento che è bendato e non può vedere.
-Sarà.
Secondo me, in ogni caso, sarà un pessimo padre.-, replica, convinto.
Io esalo
un pesante respiro e continuo a tirarlo per le viuzze di Konoha, sogghignando.
-Oh, mai
quanto tu sarai un pessimo marito.-,
ribatto, stizzita.
A quella
parola un brivido percuote il corpo del ragazzo.
-Non dire
quella parola… mi fa ancora impressione! Sakura-chan…
ma tu sei proprio sicura di…?-
-Di
volerti sposare? Dal momento che questa è
esattamente la cinquantasettesima volta che mi porgi la stessa domanda, mi
verrebbe quasi da dire di no,
idiota.-
Lui si
blocca e mi cerca al tatto, urlando:
-No, no, Sakura-chan! Non intendevo questo! Scusa, scusa! Non lo
chiedo più, davvero!-
Gli do
l’ennesimo pizzicotto della giornata sulle guance e continuo a fargli strada, ridacchiando.
-Sakura-chan… ma dove diavolo stiamo
andando…?-, prova dunque, girando la testa bendata verso di me.
Gli
pizzico ancora il gomito e sbotto:
-Oh, sei
proprio impossibile! E’ la quarta volta che me lo domandi, abbi pazienza!-
Lui
sbuffa e continua a seguirmi, imprecando ogni tanto perché inciampa o
perché urta la gente; le persone ci guardano in maniera molto strana, ma
io non posso fare che continuare a ridere; dopo un buon minuto di silenzio
però lui appare evidentemente curioso e voglioso di parlare, così
enuncia:
-Però…
non mi uccidere, ma credo che la colpa di questo litigio… sia un
po’ di tutti e due.-
Mi giro
verso di lui, guardandolo male.
-A
malincuore, devo dire che l’ho pensato anche io.-
Aggrotta
le sopracciglia, confuso.
-Per la
prima volta nella tua vita, mi stai dando ragione?-,
chiede, ridendo.
Ringhio,
rafforzando la presa sul suo gomito.
-Oh, non abituartici, cocco.-, replico, stizzita. Poi ragiono bene
su ciò che voglio dire e mi fermo, squadrando per bene il viso buffo di
Naruto. -Quello che voglio dire è che… insomma, io sono stata
parecchio nervosa ultimamente, e in effetti avrei
dovuto parlarti dei miei genitori… e avrei dovuto dirti subito ciò
che non andava… Ma ti vedevo così felice, perché il
consiglio aveva detto che avevi buone possibilità di succedere a
Tsunade-sama, che non volevo distrarti da affari più importanti… e
così sono stata zitta, ma intanto ho accumulato risentimento… e
sono esplosa tutto d’un botto. Certo pure tu non sei stato propriamente sensibile
e intuitivo, ecco, e sinceramente potevi evitarti quella proposta di andare a
convivere…-
Lui si
gratta ancora una volta lievemente il mento e replica:
-Be’,
dai, nessuno dei due è stato propriamente intelligente… ma menomale
che alla fine ci siamo capiti, no?-
Ricomincio
a camminare e a fargli strada, spintonando fra la
gente sempre più numerosa.
-Eh
già. Tutto merito mio, ovviamente.-
Lui
ghigna.
-Ovviamente.-, borbotta, canzonandomi.
Passa
ancora un po’ di tempo in silenzio, finalmente; ma lui -oh, tanto oramai
lo conosco- evidentemente non sa stare zitto per più di qualche minuto,
così si schiarisce la voce e inizia:
-Sakura-chan, ma…-
-“Dove stiamo andando?” Non te lo
dico, cretino!-
-No, non
quello! Volevo chiederti una cosa…-
-E parla,
allora.-
Lui
ammicca maliziosamente e si avvicina, circondandomi le spalle con un braccio.
-Sasuke,
qualche giorno fa, mi ha detto che, a quanto pare, nella sua buia e gretta vita è comparsa una povera
anima pia capace di sopportarla… chi è, la martire?-
Io sorrido
e rallento il passo.
-Oh, non
ti aspetterai che te lo dica, no?-
Si ferma,
basito.
-Come no?! E perché? Io voglio saperlo, sto morendo di
curiosità!-
Gli
pizzico un’altra volta il gomito e gli faccio riprendere l’andatura
lesta; sbuffo e replico:
-Perché
sono affari suoi, cretino! E perché tanto li vedrai stasera!-
Si gira
verso di me, perplesso.
-Stasera?-, chiede.
Ghigno.
-Oh,
sì! Ho indetto una cena… in onore del nostro imminente matrimonio,
sai. Ho invitato un po’ di gente… e anche, ovviamente, Sasuke e la
sua bella.-
Si ferma di
botto in mezzo alla strada; in verità vorrei arrabbiarmi, poiché
mi sta facendo fare estremamente tardi al lavoro, ma
questo quadretto non può non farmi ridere: Naruto è fermo in
mezzo alla strada con la bocca spalancata, la spalle basse, braccia aperte e
un’orrenda benda a pallini sugli occhi. La gente, ancora una volta,
squadra assai rozzamente colui che è
considerato il ninja più forte di Konoha e colui che -con tutta
probabilità- sarà il prossimo Hokage, commentando in maniera
leggera qualcosa circa la schiavizzazione dei mariti e le follie degli
innamorati.
-Tu…
hai indetto una cena?!-
Sogghigno
ancora, avvicinandomi a lui.
-Sì…
non te l’avevo detto…?-
Lui
deglutisce, e io posso ben capire perché: odia
questi eventi mondani e queste formalità.
-No.-, asserisce, riprendendo una posa più
dignitosa e facendo l’offeso; sentendomi vagamente in colpa per aver
organizzato tutto senza chiedergli niente, rallento l’andatura, gli
prendo una mano fra le mie e appoggio la testa alla sua spalla.
-Be’,
mi sembrava quantomeno carino dare un addio al celibato e al nubilato… E
poi, insomma, io ci tenevo tanto ad andarci, ma se tu proprio non vuoi…-
E lui ci
casca come un bambino: rallenta il passo ed urla,
entusiasta:
-No, no, Sakura-chan! Se tu vuoi andarci, ci andremo,
basta!-
Sorrido e
gli rifilo un veloce bacio sulla guancia: sebbene non ne abbia minimamente
voglia, sebbene preferirebbe molto di più stare
sbracato sul divano a mangiare ramen, ha accettato lo
stesso… e solo per me. Solo per me.
Ed è proprio questo che adoro di lui: si fa ogni giorno in quattro, e
tutto… solo per me.
*
Il locale
è tutto un tintinnare di bicchieri, parole cerimoniose, pettegolezzi
sommessi o risate rumorose; in particolare, un tavolo è ricolmo di tutti
questi rumori: c’è chi ride, chi mugugna, chi sbuffa, chi si
lamenta…
-Che
palle…-
…e
chi impreca sottovoce.
-Questa
me la paghi, seccatura! Ma chi
diavolo me l’ha fatto fare?!-
Temari
dà un pizzicotto a Shikamaru, non vista.
-E sta’ zitto, per una volta! Due ore ed è tutto
finito, mi sto stancando anche io…-
Shikamaru
sbuffa, roteando gli occhi al cielo. La sua cara metà qualche ora prima
-quando gli ha teneramente comunicato l’invito a quella cena- ha detto che
sarebbe stata una cosa per pochi intimi e che avrebbero preso solo qualcosa da mangiare; e invece lì
è riunita mezza Konoha e sono stati servite
pietanze e cibi da soddisfare un esercito. I due organizzatori
dell’evento -sebbene Nara dubiti alquanto che Naruto c’entri
qualcosa in tutto questo, disorganizzato e casinista com’è- sono
entrambi al centro esatto della tavola e sorridono a parenti ed
amici venuti a congratularsi con loro; i due, però, hanno avuto la
terrificante quanto compromettente idea di far sedere Shikamaru e Temari
proprio vicino a loro, di modo che anche i due sono adesso teatralmente al
centro dell’attenzione. E, dal momento che la
cena è anche per questi ultimi, i due futuri signori Uzumaki
hanno ben pensato di invitare anche parenti e amici di Temari, per completare
il quadro; e così mezza Suna e mezza Konoha fissa la ragazza bionda con
occhi languidi, le si rivolge con le parole più gentili e fa di tutto
perché non debba fare il minimo sforzo, cosa che ha decisamente trovato
il disappunto di lei.
Seduto
alla sinistra di Shikamaru, Naruto non è del tutto avverso ai pensieri
dell’altro, anzi. E’ circa la milionesima volta che pensa uno
sconsolato “Ma chi
diavolo me l’ha fatto fare” ed è la centesima che cerca
di richiamare l’attenzione di Sakura su di sé, ma lei sembra occupata
a sorridere a destra e a manca e a mangiare compostamente.
-Di’
un po’, Naruto- prorompe Shikamaru ad un certo punto, dando una gomitata nelle costole
all’amico -tu non c’entri minimamente in tutto questo casino, non
è vero?-
Naruto si
gira e ridacchia.
-Si vede
tanto?-
L’altro
annuisce vagamente e si guarda intorno. Davanti a lui ha uno smielato Kiba intento a squadrare ogni essere vivente che rivolga a Hinata un’occhiata più lunga di due secondi; dall’altra parte della tavola, invece,
assiste ad un pietoso Neji intento ad incassare tutte
le ramanzine provenienti dalla sua ragazza; ma è la coppietta seduta
alla destra di Temari che lo lascia più sbalordito di tutti. Anche
questi due si sono trovati decisamente fregati,
convinti com’erano che si trattasse di una cenetta intima e non di un
ritrovo fra Villaggi; e, se lei ne
è stata particolarmente felice, lui
ha la faccia di qualcuno che vorrebbe sotterrarsi e che vorrebbe uccidere il
proprio migliore amico seduta stante.
-Certo
che… quei due…-, borbotta il moro, grattandosi brevemente il collo.
Naruto si
gira, contemplando la scena.
-Io non
ho proprio parole… non ho veramente parole per
questo scempio. Ma
lei sa a cosa va incontro? Lo sa?
Poverina, che pena…-, commenta, scandalizzato.
Shikamaru
si schiarisce un poco la voce, sistemandosi meglio
sulla sedia.
-Be’,
alla fin fine… tante beghe mentali, tanti problemi… per niente, a quanto pare. Tu e le tue
fantasie, cretino! E io che
ti sono andato dietro…-
Il
biondo, ancora intento a osservare il lui e lei che in quella serata hanno dato tanto scalpore e tanto apporto di pettegolezzi ad
entrambi i villaggi lì riuniti, annuisce vagamente.
-Ma che
ne potevo sapere, io?! Avevo prove e indizi
inoppugnabili… e invece, a quanto pare…-, borbotta, ancora del
tutto incredulo.
Eppure,
pensa Naruto… be’, Ino e Sasuke non stanno
propriamente male, insieme. Sono, sotto un certo punto di vista, quanto di
più diverso si possa cercare: lui duro, freddo e impassibile, lei
così vitale, allegra e frizzante; ma sono anche decisamente
simili per quanto riguarda l’eccesso di orgoglio, di superbia e di
testardaggine, difetti nei quali spiccano entrambi. Sakura ha detto al ragazzo
che i due escono da qualche tempo a questa parte e che per ora non
c’è niente di serio; ma con il tempo, chissà…
Il suo
sguardo leggermente inebriato dal vino si posa ad un
capotavola dove, decisamente brilla, siede l’Hokage. Quel pomeriggio lui
è stato condotto da Sakura proprio allo studio di Tsunade:
quest’ultima, a quanto pare, ha ragionato su una certa frase detta -o,
per meglio dire, urlata- qualche
giorno prima dal ragazzo circa il non essere affatto
sola.
-Ogni
tanto, a quanto pare, anche tu fai un’azione ragionevole, ragazzino- ha commentato poi, prima di
sorridere e di abbracciarlo. -Grazie.-, ha infine aggiunto, prima di salutarlo
e di tornare dietro alla propria scrivania, al posto in cui sarebbe rimasta
ancora per molto tempo.
-Dunque,
sarai Hokage fra molto tempo… e non la prossima settimana, come ti aveva
detto. Non ne sei dispiaciuto?-, gli ha chiesto poi Sakura, vedendolo
stranamente silenzioso.
Ma
lui l’ha guardata, sorridendo.
-Mh,
in verità non lo sono per niente. Ho trovato
qualcosa di più bello e di più… importante.-, ha risposto;
la ragazza ha dunque sorriso ed è arrossita.
Ed è
quello che prova, davvero: anche se il sogno della sua vita è stato
rimandato di probabilmente molto tempo, anche se è stato ad un passo dal
raggiungerlo… adesso c’è qualcosa che conta addirittura di
più, e che ha ottenuto. E per il resto… c’è tempo,
c’è davvero temp-
-Vorrei
fare un brindisi, gente! Un brindisi!-,
urla improvvisamente un euforico quanto ubriaco Rock Lee; le risate e il
mormorio s’arrestano di botto e tutti lo
guardano, divertiti.
-Un
brindisi… a queste due belle coppiette, perché sono
l’emblema dell’ardore della gioventù! Dateci dentro,
sposini!-, grida, per poi scoppiare a ridere e levare in alto il suo bicchiere
ripieno di sakè.
Shikamaru,
Temari, Naruto e Sakura si guardano brevemente intorno; la gente ride,
sghignazza e ammicca maliziosamente, ma tutti - uno spensierato Gaara, un ancora scocciato Kankuro, una traballante Tsunade,
un ridente Gai, un festoso Kakashi, un ghignante Yamato, un ammiccante Sai, una festosa Kurenai
e un birbante Hisaki, un dolce Choji,
una gioiosa Ino, uno stranamente e irrepetibilmente sorridente Sasuke- si
alzano e levano il calice in alto. I quattro ragazzi si guardano l’un
l’altro, decisamente imbarazzati; ma Naruto si rizza
a sedere, ridendo come un pazzo, prende per mano Sakura, guarda gli altri due e
li incita a fare lo stesso.
-A noi, gente!-, urla, per poi levare il
calice in alto, portarlo alle labbra e ingurgitarlo tutto d’un
sorso.
Gli altri
tre fanno lo stesso; e i brindisi si ripetono e si ripetono,
insieme alle risate e agli schiamazzi… e ai battibecchi.
-Naruto,
idiota! Guarda che cosa mi hai fatto,
hai rovesciato tutta la bottiglia di sakè sul kimono nuovo! Ora sembro
un’ubriacona!-
-Perdono,
Sakura-chan, perdono!-
-Perdono
un corno, demente! Ora chi me lo ricompra, eh?! Ma chi
me l’ha fatto fare di sposarti, eh?!-
-SECCATURA!
La piantiamo con questo sakè?! E’ il
tredicesimo brindisi che fai! Basta un po’!-
-E quanto
rompi, pesaculo! Goditi un
po’ la vita, pure tu!-
-Io me la
godo la vita, sei tu che non puoi godertela nelle
tue condizioni!-
-Sorellina,
l’idiota ha ragione! Basta
alcool, basta! Poi ti fa male!-
-Hai
guardato di nuovo la mia Hinata?! Ma
io ti uccido, bastardo!-
-Kiba,
piantatela! Mi ha solo versato da bere…-
-E tu, Neji, piantatela di rompere! Io
bevo come e quanto mi pare!-
-Temari…
sicura di stare bene…?! Mi sembri un po’
pallida. Vuoi sederti? Non è che magari…-
-Sto
bene, pesaculo, sto bene!
Oh, basta, mi hai rotto! Io una vita
con te non ce la passo, abbiamo chiuso!-
-Sakura-chan! Smettila di bere!-
-Narubaka,
smettila! Oh, ma come devo fare io con te?! Sei un
casinista, un rozzo, un cretino!-
-Sì,
ok, ma tu smettila di bere…-
-E sei
troppo apprensivo! Troppo! Io non ti sopporterò oltre, direi che abbiamo
chiuso!-
I due
ragazzi si guardano, tesi e pallidi fino allo spasmo.
-Non so
te, Shikamaru, ma io non avrei molta voglia di passare un’altra settimana come quella
precedente…-
L’altro
deglutisce.
-Nemmeno io.-
Le altre
due li fissano, ghignando.
-Be’,
per questa volta… forse, potremmo passarci sopra. Che ne dici, Sakura?-
-Uhm, forse. Tanto, non credo che mancheranno
le occasioni per litigare…-
E poi si
ritrovano tutti e quattro a ridere, brindando per l’ennesima volta.
Fine
***********
Finito!
Ebbene sì, gente, è tutto finito XD
Oddio, sto per commuovermi! E’ la prima fanfic
di cui scrivo la fine, è un effetto così strano e assurdo! O__O
Spero
veramente che questo capitolo vi sia piaciuto! Io ne sono abbastanza
soddisfatta, non è stato facile scriverlo .__. Ma sono comunque 13 pagine piene, sono stata brava, dai XD Spero davvero,
davvero che vi sia piaciuto… scrivere i finali è così
difficile O_O E, qualora qualcosa non vi abbia
garbato, ditemelo, per favore! ^^
…Insomma,
tutto è bene quel che finisce bene… sinceramente non amo i finali
in cui tutti sono felici e contenti [me essere fan
dell’angst più puro e
dell’ebbrezza di ammazzare personaggi XD], ma questa è una
commediola e si può pure fare, dai! XD Tutti si sono
chiariti e s’è pure scoperto il SasuIno
-ve lo aspettavate? Era piuttosto chiaro, alla fin fine xD…
E ho cambiato il punto di vista, anche perché i ragassuoli
erano ormai belli cotti e avevano ben motivato le loro
scuse, e volevo far parlare le due!
La
canzone è “Something stupid”,
Frank & Nancy Sinatra, sebbene io preferisca la versione di Robbie Williams
& Nicole Kidman XD E’ una bellissima canzone, consiglio a tutti di
ascoltarla!
Passiamo
alle recensioni: 8 O_O Mi
scuso per l’enorme ritardo, ma avevo programmato di inserire questo
capitolo il giorno prima di partire, a fine luglio, e invece non ce l’ho
proprio fatta… =_= In ogni caso, rispondo subito!**
Fallen star:
spero tanto ti sia piaciuto l’ultimo capitolo! ^^ Eh sì, Sakura si
è dimostrata intraprendente, ha preso lei l’iniziativa…
sennò campa cavallo XD Ti ringrazio tanto per gli auguri, sei gentilissima!
Annina94:
ti ringrazio tantissimo! Scriverai una fanfic NaruSaku? ** grazie del commento!
Emi_Iino: ti ringrazio veramente, sei
gentilissima ^____^ Davvero, grazie! Spero tanto ti sia piaciuto
quest’ultimo cap!
Antinyska88:
chi non vorrebbe avere un Kanky seminudo in giro per
casa? =ç= Ti ringrazio
tantissimo, mi hai fatto quasi commuovere! Sei veramente gentile!! GRAZIE! *________*
Glokky: grazie *___*
Clara_chan: ti ringrazio tantissimo!! Sono veramente contenta che ti sia piaciuto così tanto il capitolo scorso! Hai visto che donna
Sakura, eh? XD Sadica e intraprendente al punto giusto! Ti ringrazio tanto
anche per aver commentato l’altra mia fanfic.
Insomma, ti adoro ù_ù Grazie mille, sul
serio!!
Shatzy: calma Flà,
calma XDD Non è successo nulla, più o meno!
XD Ti ringrazio tanto per il commento! Kankuro is the best ù_ù e
in mutande è ancora meglio =ç=” (nonnaaa, dove sei? XD) In effetti ho
fatto decisamente soffrire Naruto, povero! Ha dovuto
soffrire un bel po’ ^^ ma ora è tutto risolto, dai
XD Per lo spin off: uhm, ho disegnato una fan
art su come personalmente penso che finirà Shikamaru,
finisco di inchiostrarla e la posterò poi qui sotto quando aggiorno, ok?
Per una storia vera e propria, be’, non so
^^” non mi piace molto fare i sequel di mie fanfic,
non so, lo trovo squallido! Forse qualche drabble, potrebbe essere *-* Vi terrò aggiornati ^^
Ti ringrazio tantissimo, as usual!
*___*
Gloria7: grazie milleeee!
^____^
Vi prego,
-VI PREGO XD- recensite il capitolo e magari siate umani ** commentate, se
volete, la fanfic in generale! Io ne sarò estremamente
felice! Dai, questa è l’ultima volta che avete per commentare, che
ne dite? In ogni caso, ringrazio le persone che hanno sempre recensito, le 32 persone che hanno inserito la fanfic
nei preferiti e le 6 che l’hanno messa nelle seguite! Grazie, gente! ^___^
Risponderò alle vostre recensioni
aggiornando la pagina appena potrò… promesso!
Dunque,
che dire… One Week è proprio finita. Spero tantissimo vi sia piaciuta, è stata la mia prima commedia, la mia prima
NaruSaku, la mia prima ShikaTema
e la mia prima simil SasuIno.
Insomma, ci tengo a questa fanfic ^///^ Magari alcuni
capitoli non saranno stati bellissimi, e sicuramente alcune parti sono molto
lacunose; tuttavia mi sento abbastanza orgogliosa di questa fanfic.
Ah, ho
modificato un po’ i primi capitoli… oddio, io scrivevo così?
XD Ora mi sento piuttosto migliorata, anche grazie a
voi!
Alla
prossima… spero presto!
Clahp