16 - Caress - Writober 2022

di sakura_hikaru
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Da qualche parte bisogna iniziare, così si era detto Aiolia.

Quella è la cosa più semplice, così aveva pensato Shura.

L'uno di fronte all'altro, nella camera della quinta Casa, vestiti solo di una leggera tunica, il calore del marmo, il fruscio delle lenzuola sotto di loro, la luce di due candele a disegnare ombre, a nascondere timidezze e goffaggini.

Forse un bacio, pensa Aiolia.

Il tocco di una mano su un braccio?, si chiede Shura.

Ma tocchi, timidi, incerti, leggeri vi sono già stati. Sono stati tentativi, il loro modo per riavvinarsi, abituare la pelle dell'uno a quella dell'altro. Abituarsi al calore dell'altro, a geografie un tempo famigliari, ormai sconosciute sotto strati di anni, di adolescenza e giovinezza: un neo, una cicatrice, la linea di un muscolo allenato da ore dimenticate, trascorse lontano l'uno dall'altra.

Non baci, non tocchi, ma carezze.

Un dito salito a ricordare la forma di un naso, un altro disceso sulla mascella dura e larga il giusto: perduta la morbidezza dell'infanzia, le ossa saldate nella maturità, l'espressione del viso appena differente da quando erano bambini, ma medesimo è il sorriso.

Le nocche discendono dalla guancia sotto l'orecchio e poi si trasformano in polpastrelli che disegnano la linea del collo, lungo, slanciato.

Un sospiro, l'ingollare un tremore, e un dito e poi la punta del naso e il fantasma delle labbra a carezzare la gola, a riempire i sensi di un odore antico e nuovo, a seguire il movimento ritmico e nervoso del pomo d'adamo.

Lo sguardo scuro di Shura si alza su quello di Aiolia, ne intravede il rossore, ne percepisce il respiro a tratti trattenuto: la sua mano è rimasta abbandonata sul collo di Shura, incerta se aggrapparsi ad esso o stringersi convulsa sulle lenzuola.

«Posso continuare...?».

La voce di Shura è un sussurro roco e Aiolia chiude gli occhi, sussulta e annuisce.

E la sua mano si aggrappa alla nuca di Shura che, colto l'invito, scende verso luoghi inesplorati.





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