Capitolo
Uno
follia
Quel sabato di metà
settembre, Chiara Molero chiuse con forza dietro di sé la porta di
casa, assolutamente intenzionata a non tornarci mai più.
Ancora una volta si era
svegliata in un letto freddo e vuoto e sapeva bene cosa l’aspettasse.
L’ennesimo weekend da trascorrere sola a deprimersi guardando film
d’amore.
Ormai i suoi fine settimana
erano questi, da quando il suo compagno, Daniele Fuentes, si era messo
in testa di diventare il più giovane professore di Procedura Civile.
Niente più romantiche cene fuori, niente uscite con gli amici, niente
weekend e ovviamente niente vacanze estive. Quando non lavorava,
studiava e quando non studiava, lavorava.
Anche lei trascorreva dodici
ore al giorno lavorando come grafico nello studio di grafica della sua
amica, eppure si sarebbe ritagliata molto volentieri del tempo libero
da trascorrere insieme fuori da quelle mura.
Chiara non ricordava nemmeno
più l’ultima volta che avevano fatto l’amore per quanto tempo fosse
passato.
No, non era possibile vivere
così. Aveva quasi ventisei anni e sua nonna di settanta aveva una vita
molto più eccitante della sua.
Daniele continuava a ripeterle
di avere pazienza che mancava poco alla fine della stesura della tesi e
all’inizio lei lo aveva addirittura spronato ad impegnarsi anima e
corpo per realizzare il suo sogno, solo che ora era arrivata veramente
al limite.
Scaraventò il grande
trolley nel bagagliaio della sua fiat Panda nera metallizzata e si mise
alla guida.
“
E ora dove cazzo vado? ”.
Dai suoi genitori non poteva
tornare.
Avrebbe dovuto dare troppe
spiegazioni e soprattutto sorbirsi le loro prediche. Loro volevano solo
vederla sposata con minimo tre figli e non capivano cosa lei stesse
aspettando dopo ben otto anni di fidanzamento di cui cinque di
convivenza.
Anche Chiara voleva farsi una
famiglia. Peccato che Daniele non avesse nemmeno il tempo di chiedere
la sua mano, figuriamoci quello per metterla incinta!
Suo fratello
William aveva appena divorziato dalla moglie e figuriamoci
se poteva stare appresso anche a lei.
Faceva caldo, ma iniziò a
piovere fango. “Che tempo di merda”, imprecò contro il cielo scuro
sopra di lei.
Erano anni che non si sentiva
così disperata. Si era stufata anche di uscire con le amiche che
puntualmente portavano i loro fidanzati, conviventi o mariti e lei era
sempre sola a dare spiegazioni sull’assenza di Daniele.
Quindi erano sei mesi che
Chiara usciva di casa solo per andare al lavoro, al massimo in palestra
e tutt’al più a trovare la famiglia.
Alzò al massimo il volume
dello stereo, e sulle note di “chandelier“ di Sia , partì a tutto a gas
senza una meta.
All’improvviso sulla sinistra
vide il cartello di uscita per Punta Raisi. Non ci pensò nemmeno mezzo
secondo e sterzò bruscamente imboccando la rampa.
Avrebbe preso il primo aereo
in partenza pur di andarsene il primo possibile da Palermo e il più
lontano possibile da Daniele.
Solo che purtroppo la realtà
non funzionava come nei film.
Una volta parcheggiata la
macchina ed entrata alle partenze internazionali, Chiara dovette per
forza decidere dove andare.
Si mise a guardare il display
dei prossimi voli in partenza.
New York, troppo freddo.
Dubai, troppo caldo.
Bangkok, troppo lontano.
Amsterdam, troppo vicino e
troppo freddo.
Mosca, stiamo scherzando?
Marrakech, una noia mortale
Los Angeles, forse forse…
Chiara cercò di stringere le
meningi per ricordarsi quale dei suoi amici si fosse trasferito proprio
a Los Angeles e l’avesse anche invitata la scorsa estate.
Peccato che con il lavoro e lo
studio di Daniele, erano dovuti rimanere inchiodati a casa con l’aria
condizionata a manetta.
Ma sì…Carlo!!! Come aveva
fatto a non pensarci prima.
Afferrò al volo il cellulare e
avviò la chiamata.
“ Elena,
ciao, Chiara sono come va? ”
“Bene,
bene tu invece come va?”
“Tutto ok,
Senti, ma tuo fratello Carlo è ancora a Los Angeles?”
“Sì,
perché?”
“Nulla,
forse vado a trovarlo, ma ancora non è sicuro quindi non dirlo a
nessuno. Dammi solo il suo numero, così nel caso, gli faccio una
sorpresa”.
“Sicuramente
sarà felice di vederti, ma avvisalo per tempo perché è sempre al
lavoro”.
Non è
possibile. Anche Carlo drogato di lavoro come Daniele? Da lui non me lo
aspettavo proprio.
“E che
lavoro ha trovato?”
“Di giorno
lavora in un’azienda di marketing e grafica, e di sera fa il barista,
in un locale “
“Che
cosa!!??? Carlo che fa il barista!!??”
“Esatto”
Cosa?
Carlo aveva fatto svenare i
genitori per frequentare una prestigiosa università americana,
laureandosi a pieni voti in marketing ed era finito a lavorare come…
barista di sera in un locale?
Doveva essersi persa qualche
pezzo.
E doveva assolutamente andare
a controllare cosa stesse combinando quel pazzoide a Los Angeles.
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