La diabolica trappola di Iriza

di Gatto1967
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Robert Martini non ce la faceva più! Era una settimana che sopportava quella stupida ragazza arrogante e maleducata.

Glie lo aveva chiesto nientemeno che il signor Legan, il direttore della Banca di Chicago, uno degli uomini più importanti dello stato dell’Illinois, ma quando è troppo è troppo!

-Allora signorina, se vuole fare un po’ d’attenzione le mostro questa pratica. Si tratta di un investimento a basso rischio adatto per piccoli risparmiatori che…-

Iriza prese i fogli che Robert teneva in mano e li stracciò sotto lo sguardo allibito del giovane impiegato.

-Odio i piccoli risparmiatori! Odio le pratiche di banca! Odio gli investimenti a basso rischio! E odio anche le persone basse come lei Martini, o come diavolo si chiama!-

Robert si alzò, prese la caraffa piena d’acqua che teneva sulla scrivania, si avvicinò all’indisponente ragazza seduta sulla scrivania accanto alla sua e le rovesciò in testa il contenuto della caraffa.

Poi si avvicinò alla porta della stanza.

-Sa una cosa signorina? Anche la mia pazienza è bassa!

Non capisco perché suo padre la porti qui in banca a lavorare, in fondo carina com’è le basterebbe poco per accalappiare un buon partito e farsi mantenere a fare la vita della gran Signora dell’alta società!

Adesso andrò da suo padre e rassegnerò le dimissioni!

Posso lavorare giorno e notte, sbrigare decine di pratiche al giorno, ma sopportare un’altezzosa arrogante come lei, per quanto carina, è decisamente troppo! Quanto ai piccoli risparmiatori sono loro la vera ossatura di questa banca, quelli che permettono a persone inutili come lei di fare la gran vita! Farebbe bene a pensarci prima di dire che li odia.-

Aprì la porta e prima di uscire disse a Iriza un’ultima cosa:

-Sa signorina? Se solo si decidesse a sorridere un po’ invece di essere sempre accigliata e scontrosa, sarebbe ancora più carina!-

Ciò detto uscì dalla stanza sbattendo la porta.

 

Poco dopo entrò la signora Wilder, una delle segretarie di suo padre, che era venuta a consegnare un documento a Robert.

-Signorina Legan!- esclamò vedendo Iriza bagnata come un pulcino.

-Cosa le è successo?-

-Una cosa… meravigliosa… ha detto che sono carina…-

Davanti all’espressione serena di Iriza, la segretaria strabuzzò gli occhi.

-Signorina, si sente bene?-

 

Nel suo ufficio Raymond Legan ascoltava sconsolato il resoconto del suo giovane impiegato.

-Non si preoccupi signor Martini, le sue dimissioni sono respinte, e anzi mi scuso con lei per l’accaduto.

Adesso vado di là e porto via quella cretina di mia figlia. Se vuole vivere da inutile dama dell’alta società, faccia pure. Io cercavo solo di farla crescere un po’.-

In quel mentre qualcuno bussò alla porta.

-Avanti!- rispose Raymond

La porta si aprì ed entrò Iriza fradicia da capo a piedi.

-Ciao papà, scusa il disturbo ma volevo parlare con Ro… con il signor Martini.-

-Cosa vuole ancora signorina?-

-Vorrei chiederle scusa per l’accaduto signor Martini. Sono stata inqualificabile e vorrei chiederle di darmi un’altra possibilità. Desidero lavorare efficacemente in questa banca, e le chiedo di insegnarmi il lavoro.-

-Ne è sicura signorina? Sà, io non diventerò più alto e i piccoli risparmiatori non diventeranno più ricchi.-

-Nemmeno io diventerò più bassa, e spero neanche più povera.- disse lei ridacchiando -Sul serio signor Martini, sono veramente dispiaciuta e le garantisco che non succederà più.-

-Va bene.- disse lui con un mezzo sorriso -Se suo padre non ha nulla in contrario possiamo anche tornare di là, visto che le mie dimissioni sono state respinte.-

-Ma certo. C’è da riscrivere la pratica che ho appena stracciato!- disse lei con un’espressione distesa e nient’affatto accigliata.

Uscendo dalla stanza lasciarono Raymond Legan così esterrefatto da non riuscire a proferire parola o muovere un muscolo.

 

Candy usciva dalla sua aula e si diresse verso il refettorio delle ragazze, era l’ora del pranzo. Dopo se ne sarebbe andata nella sua stanza per studiare, forse insieme ad Annie e Patty, a Patty almeno. Annie da qualche tempo sembrava evitarla e lei non ne capiva il perché.

Mancava poco all’ingresso del refettorio quando all’improvviso qualcuno la colpì in faccia facendola barcollare.

-Annie!- esclamò lei con stupore misto a dolore. -Ma che fai? Perché mi hai colpita?-

-Come hai potuto? Come hai potuto portarmi via Archie?-

-No Annie, che dici? Non c’è niente fra me e Archie…-

-Bugiarda!- gridò lei fra lo sconcerto e la sorpresa generali prima di scappare via in lacrime.

Anche Candy scoppiò in lacrime: che diavolo stava succedendo nella sua vita?

 





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