Ehilà
torno dopo moltissimo tempo con una song
Già
un song fic su Samarcanda di Vecchioni
Bellissima canzone dove vedremo Pai come
protagonista.
Vi avverto c’è anche un vecchissimo albo di Dylan Dog di mezzo
Un albo dove si parla di vita e di morte.
SAMARCANDA
D’un tratto
Tra la folla
Per un momento
A un soldato
Parve di vedere
Una donna vestita di nero
Che lo guardava
Con occhi cattivi
Pai Ikisatashi era un ufficiale dell’esercito, una persona che
per anni si è buttata anima e corpo nella lotta per il suo popolo ed ora… Ed
ora che ormai questa guerra era terminata lui, assieme a tutti i civili, poteva
finalmente festeggiare e gioire.
Prese la sua divisa logora, come da tradizione della famiglia, e la gettò nel
grande falò che la popolazione aveva acceso in mezzo alla grande piazza di quel
paese che aveva contribuito a liberare mesi prima.
Fatto ciò, si gettò tra lo folla
che ballava, cantava, beveva e rideva con gusto.
Sentiva distintamente molto bene
violini e viole che suonavano assieme a dei tamburi e a dei tamburelli che scandivano
il tempo.
Durante i suoi balli vide anche
una delle persone che suonavano i tamburelli era una ragazzina bionda che
incitava altre due ragazze. una alta dai lunghi capelli viola decisamente
attraente mentre la seconda leggermente più bassa aveva i capelli neri dalle
sfumature blu.
L’ormai ex soldato ipotizzò
fossero le sue sorelle maggiori della prima o comunque sue parenti e decise di
avvicinarsi così da ballare con loro.
-Forza Minto One Chan! Forza Zakuro One chan- gridò loro la
ragazza ai tamburelli -Fate divertire il nostro soldato! –
Le due sorrisero e presero ognuna
una sua mano e così da condurlo nelle danze.
Decisamente, si disse, la più
piccola era una ballerina migliore.
Si sentiva esaltato da
quell’atmosfera così che invitò le tre a bere un po’ di vino.
-Mio onorevole soldato- fece la
più grande delle tre -Spero che ciò non sia un tentativo di…-
Pai
scosse la testa sorridendo
-No, tali cose le lascio solo ai
nostri nemici, io voglio dimenticare… Voglio vivere e non procurare altri
dolori-
Le tre sorrisero alle sue parole
e innalzarono i calici per la fine della guerra che tanti dolori aveva procurato
a tutti.
Bevvero abbastanza ma sicuramente
non tanto da ottenebrargli la mente, tornarono poi ballare ancora per poi
dividersi una volta che la bionda dette segno di stanchezza.
Lui si mise a curiosare per le bancarelle che la popolazione
aveva distribuito in tutta la città.
Proprio durante il suo girovagare; per bere, mangiare a sazietà e che durò fino
all’alba, intravide una donna… Una donna vestita di nero.
Si spaventò perché il suo sguardo
era decisamente terribile.
Si trovò perduto, quasi incapace
di pensare e di reagire a tale sentimento.
Poi, com’era apparsa, la donna
scomparve e lui a quel punto riuscì a riprendersi.
Ridere, ridere, ridere ancora,
Ora la guerra paura non fa,
Brucian nel fuoco le divise la sera,
Brucia nella gola vino a sazietà,
Musica di tamburelli fino all'aurora,
Il soldato che tutta la notte ballò
Vide tra la folla quella nera signora,
Vide che cercava lui e si spaventò
Corse verso il palazzo del re, di
cui era stato un compagno d’arme, per chiedere un’udienza urgente.
L’uomo dai capelli verdi, visto
che era stato uno dei suoi più fedeli guerrieri, gliela concesse.
-Raccontami Pai-
fece lui seduto, osservandolo con uno sguardo che poteva essere distratto ma
che invece era indagatorio come non pochi sul trono con accanto la moglie, una
ragazza dai capelli rossi che lo guardava, invece, con attenzione.
-Kisshu
sama- iniziò lui -Io davvero non vorrei porvi questa
richiesta ma… Durante la festa per fine della guerra mi è parso di vedere una
donna che mi guardava con occhi cattivi ed io… Non vorrei che fosse una nostra
nemica… Io non voglio più combattere… La guerra è finita e non voglio più
uccidere… soprattutto non voglio uccidere donne! Ma lei… Lei era la morte! –
Il verde gli lanciò uno sguardo
scettico, stava per aprire la bocca quando la mano della sua consorte, che si
posò sulla sua, lo fermò dall’aprire bocca.
Lei lo invitò ad avvicinarsi per
ascoltare la sua opinione, come poteva rifiutare tale cosa visto che lei era la
sua prima consigliera e che aveva, come i gatti, un certo sesto senso per certe
faccende?
-Per me non mente ma credo che si
sbagli sul fatto che la donna fosse la morte… Fallo fuggire-
Lui fece una smorfia, sembrava
ancora scettico ma si fido di lei,
-Taruto!- Urlò quindi il re
Apparve un servitore, dai capelli
castani e dal viso infantile, che si avvicinò a lui e a cui diede un ordine.
-Alzati Pai,
segui il servitore fino alle scuderie lì ti daranno un cavallo, il migliore
stallone che abbia mai avuto-
Il soldato si alzò e, con uno
sguardo pieno di gratitudine, corse verso la sua salvezza
Salvami, salvami, grande sovrano,
Fammi fuggire, fuggire di qua,
Alla parata lei mi stava vicino,
E mi guardava con malignità
Dategli, dategli un animale,
Figlio del lampo, degno di un re,
Presto, più presto perché possa scappare,
Dategli la bestia più veloce che c'è
Saltò sul cavallo e lo sferzò per farlo correre il più
velocemente possibile.
Aveva pensato di fermarsi nella capitale a lungo, forse per
sempre ma quella donna con quello sguardo gli avevano messo una paura senza
precedenti
Doveva scappare, doveva tornare nella sua città natale.
Lì sarebbe stato al sicuro, lontano da quella donna paurosa.
corri cavallo, corri ti prego
Fino a Samarcanda io ti guiderò,
Non ti fermare, vola ti prego
Corri come il vento che mi salverò
Oh oh cavallo, oh, oh
cavallo, oh oh cavallo, oh oh,
cavallo, oh oh
Galoppo a briglia sciolta per molte miglia e si fermò solo
due volte per riposare a far riposare il cavallo.
Superò Vallate e Pascoli, corse a più non posso.
La paura era ancora tanta ma vedendo i primi paesaggi della sua infanzia si
senti al sicuro.
Davanti ai nemici non aveva mai avuto paura ma quella donna l’aveva
terrorizzato.
Avrebbe potuto facilmente ucciderla ma lui non voleva più
combattere ma, soprattutto qualcosa gli diceva che quella donna era qualcosa di
diverso.
Qualcosa che era qualcosa di superiore a qualsiasi nemico che aveva mai
affrontato.
Anche perché l’aveva vista spesso sul campo di battaglia
Fino a che non vide le mura di
Samarcanda, la sua città natale e la sua porta occidentale.
La sua sorpresa fu grande per lui
perché la donna era lì che l’attendeva sempre vestita di nero
A quel punto, si sentì sconfitto,
si avvicinò a lei senza far più correre il cavallo ma lasciando che andasse al
passo.
Appena fu a pochi metri da lei si
fermò, smontò da cavallo e si mise in ginocchio.
-Io non voglio più combattere!
Uccidimi se così ti renderà giustizia per qualche torto che ti ho fatto! –
Mormorò lui disperato
Fiumi poi campi, poi l'alba era viola,
Bianche le torri che infine toccò,
Ma c'era su la porta quella nera signora
Stanco di fuggire la sua testa chinò:
Eri fra la gente nella capitale,
So che mi guardavi con malignità,
Son scappato in mezzo ai grillie
alle cicale,
Son scappato via ma ti ritrovo qua!
La donna ammantata di nero rise
alle sue parole, una risata che non era di derisione o provocatoria ma era
dolce, sollevata che fosse arrivato lì.
-Ma cosa dici Pai!
Il mio era uno sguardo stupito-
Tale rassicurazione non lo
rasserenò ma continuo a tenere il capo premuto contro il terreno
-Tu cosa pensi chi io sia? Sai
temevo che per ascoltar musica facessi tradi ad arrivare qua– chiese la donna
dolcemente
A quel punto alzò lo sguardo e la
osservò per bene
Lunghi capelli biondi come quella
ragazza di nome Purin conosciuta due giorni prima,
belle come la ragazza di nome Zakuro, dai modi
raffinati che constatò come quelli di Minto ma soprattutto uno sguardo furbo
come la regina Ichigo.
C’era qualcosa nel suo viso però
che li ricordava qualcuno, un ricordo perduto nel tempo.
-Io non lo so più- mormorò lui
spaventato
-Molti mi confondono con mia
sorella… Lo sai siamo simili ma molto differenti-
Detto ciò, scomparve
Sbagli, t'inganni, ti sbagli soldato
Io non ti guardavo con malignità,
Era solamente uno sguardo stupito,
Cosa ci facevi l'altro ieri là?
T'aspettavo qui per oggi a Samarcanda
Eri lontanissimo due giorni fa,
Ho temuto che per ascoltar la banda
Non facessi in tempo ad arrivare qua
In quel momento dalle porte
apparve una ragazza dai capelli verdi, poco più bassa di lui e dal corpo minuto
ma aggraziato.
Portava una bisaccia sul fianco e
rimase per un lungo momento ammutolita nel vederlo.
Poi corse verso di lui con le
lacrime agli occhi gridando il suo nome.
A quel punto la riconobbe anche
lui.
Era Retasu,
la sua amica di infanzia a cui aveva promesso di essere sempre il suo cavaliere
senza macchia e senza paura.
-Finalmente sei tornato! - Grido
lei abbracciandolo -Non andartene mai più! -
Pai la
strinse a sé e sentendo che l’antico sentimento che provava per lei ritornava
prepotente nel suo cuore
-Non me ne andrò mai più Retasu! -
La baciò per poi salire con lei a
cavalo per fare la sua entrata in città come un eroe.
Non è poi così lontana Samarcanda,
Corri cavallo, corri di là
Ho cantato insieme a te tutta la notte
Corri come il vento che ci arriverà
Oh oh cavallo, oh, oh
cavallo, oh oh cavallo, oh oh
cavallo oh oh